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Autore: Myzar195    05/02/2012    4 recensioni
"Trunks non mi preoccupa, lui starà bene ovunque andrà..ma Bra.." lui non incrociò il suo sguardo "Bra ha bisogno di questo. è capace, forte.." "nostra figlia vive in un mondo di fantasia!" la interruppe lui "Come te! Guardati Vegeta, sei un Guerriero che osserva il mondo dall'alto aspettando una nuova battaglia! sei distante, e ostico..ma anche tu provi sentimenti...quando ti renderai conto, che tua figlia è uguale a te?" fece una pausa e il suo sguardo si spostò sulle spalle del compagno, la sua voce si affievolì ancora di più "...ed è per questo che la amo tanto, perchè è esattamente come te"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sbattei le palpebre freneticamente, mi sentivo i capelli attaccati alla fronte per il sudore, il cuore mi batteva forte…deglutii, la gola secca e mi scendevano le lacrime…
Era un sogno? Un terribile incubo… boccheggiavo per il caldo, sembrava un forno quella stanza, la luce era soffusa, filtrata dalle tende, mi misi seduta e mi guardai intorno alla ricerca di acqua.
Niente a destra, niente a sinistra.
“fantastico..”
Boffonchiai, posai i piedi a terra e quando mi alzai fui colta da un tremendo capogiro che mi fece barcollare in avanti, ma quanto avevo dormito?
Sbattei contro la parete accanto alla porta, la superficie fresca mi diede un po di sollievo, quindi decisi di starmene un po li,scivolai con la schiena contro il muro fino a sedermi sul pavimento di mattonelle bianche.
Chiusi gli occhi e rimasi a godermi quella piacevole sensazione, tanto che mi rilassai non accorgendomi dei passi in corridoio, la porta si aprì lentamente facendo entrare dell’aria fresca, un folto ciuffo nero si sporse in avanti e vedendo il letto vuoto spalancò la porta del tutto
“Bra?!”
Chiamò Goten facendo tre passi dentro la stanza, lo fissavo a occhi socchiusi, lo vedevo per intero, indossava una maglia bianca e dei pantaloni neri che ne slanciavano la figura, repentino si voltò verso la porta e mi vide a terra, il suo sguardo terribilmente dolce e preoccupato si fissò su di me e con un movimento fluido e armonico si avvicinò a me inginocchiandosi
“Bra? Piccola? Stai bene?”
Mi chiese preoccupato, gli rivolsi un leggero sorriso, lui mi posò una mano sulla fronte imperlata di sudore, al suo contatto sentii il cuore battere ancora più veloce, dimenticando la sensazione di abbandono che provai mentre sognavo..
“oh piccola hai la febbre…ci penso io”
Disse e si frugò nelle tasche, non riuscivo a smettere di guardarlo, “ti amo” pensai, ma non potevo continuare a pensarlo dovevo dirglielo, trovare il coraggio di esternargli ogni mio sentimento, cercando di abbattere la barriera d’orgoglio che mi impediva di essere totalmente sincera con lui.
“ma dove li ho messi?”
Farfugliò lui non badando alla mia espressione. Nonostante sapesse benissimo cosa provavo per lui non mi aveva mai chiesto di dirglielo apertamente. Sapeva interpretare le mie espressioni meglio di chiunque altro.
“eccoli!”
Esultò e voltandosi verso di me, mi mise sotto il naso una specie di fagiolo e delicatamente mi aprì la bocca  posandomi sulla lingua quel legume.
“masticalo”
Mi suggerì, io obbedii  e lo masticai lentamente, era duro, ma ce la feci, infine lo ingoiai…un momento! Sentii le energie tornare rapidamente e spalancai gli occhi, la sensazione di bruciore o il male al braccio sparirono in un istante. Lo fissai basita e lui mi rivolse un sorriso sincero, uno dei miei preferiti che mi riempiva il cuore di felicità.
Non ci pensai due volte, mi chinai velocemente in avanti e le mie labbra si posarono sulle sue,erano calde e morbide, dopo un primo momento di stupore anche lui si lasciò rapire e mi posò le mani sulle guance.
sentivo la sua presenza..il suo corpo e il mio si muovevano in sincronia come se fossimo due calamite mi avvicinai di più a lui e gli posai le mani sul petto, sul suo cuore puro e pieno d’amore.
Era uno dei baci più belli che avessi mai dato e ricevuto, con un leggero crescendo, che declinavano dolcemente fino a che i nostri sguardi non si catturavano di nuovo. Le nostre labbra si scostarono le une dalle altre ma non smettemmo di guardarci, di comunicare senza il bisogno delle parole, la mia mano si mise a scorrere sul suo collo fino ad arrivare alla sua testa, infilai le dita nei suoi capelli e mi aggrappai a lui.
“ti amo”
Sussurrai a fior di labbra, poi fu lui a riavvicinare il suo viso al mio, ci scambiammo un’altro bacio, più rapido di quello di prima, ma comunque molto dolce.
“anche io Bra”
Sussurrò, e lo sapevo. Ne avevo la certezza assoluta, come se quelle parole fossero state scritte nella pietra per rimanerci fino alla fine dei tempi, indelebili.
   
 
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