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Autore: Dark Moon    05/02/2012    16 recensioni
"-Mi odi?- che domande.
-Ti odio con la stessa intensità con cui ti ho amato.- senza nemmeno dargli tempo di parlare ancora, mi voltai e con Nikolai ritornai nel locale."
Damon è ritornato a Mystic Falls, è ritornato nella vita di Angel, ma niente di quello che trova è come l'aveva lasciato: Angel è cambiata e sembra odiare tutto ciò che in passato aveva amato. In un mondo dove i vampiri non sono gli unici essere sovrannaturali, saprà Damon riconquistare Angel? Se aggiungiamo, poi, un bellissimo demone dagli occhi rossi...la storia si complica...
Sequel di Mi appartieni. E' necessario leggere la storia precedente per capire questa!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13: The winner is...

 

 

 

 

 

 

 

Quella situazione era decisamente e dannatamente sbagliata, oltre che alquanto strana.

Il mio sfidante non poteva essere davvero Damon, a meno che io non ero stata catapultata in un universo parallelo senza nemmeno accorgermene.

Ero ancora impalata al mio posto, fissando Damon a bocca aperta, che, dal canto suo, aveva quel suo solito ghigno stampato sulla faccia.

Si era appogiato alla gabbia, con le braccia incrociate e l'aria di chi la sapeva lunga.

Qualcosa in tutta quella situazione non quadrava.

Mi voltai e cercai Marcus con lo sguardo.

E lui...se la rideva di gusto!

Stava tramando qualcosa e tutto se in tutto ciò c'entrava Damon, non mi faceva sperare nulla di buono.

Perché aveva deciso di massacrarmi all'arena?

Perché era questo il suo obbiettivo, no? Altrimenti perché sarebbe dovuto venire?

...Perché voleva farmi del male?

Riportai di nuovo lo sguardo su Damon, completamente a suo agio e sicuro di uscire vincitore da tutta quella situazione.

-Perché mi hai fatto venire qui? Perchè vuoi massacrarmi?- dissi, dando voce ai miei dubbi.

-Chi ha detto che voglio massacrarti? Non rovinerei mai quel bel visino che ti ritrovi, angioletto.-

Odiavo quel nomignolo.

Prima amavo quando mi chiamava in quel modo, prima amavo ogni cosa di lui, ma adesso...quel soprannome serviva solo a ricordarmi tutto quello che avevo perso.

Lui e la mia umanità.

Quel nomignolo serviva solo a mettermi di fronte alla realtà: io ero un mostro.

-E allora cosa vuoi da me?-

-Hn. Non mi piace ripetere le cose, sai?- fece ironico, staccandosi dalla gabbia.

Inarcai le sopracciglia.

Le ipotisi erano due.

O era ubriaco o era impazzito.

O entrambe le cose.

-Vuoi sfidarmi? Bene.- mi misi in posizione d'attacco, aspettando solo che la campana di inizio incontro suonasse.

Lui, però, rimase immobile, con le braccia lungo i fianchi e l'aria tranquilla.

-Dimmi la verità, quante volte hai immaginato me al posto delle persone che massacravi qui? Quante volte hai desiderato sfogarti per tutto quello che stavi passando?-

Mi rimisi in posizione "normale". Cosa stava dicendo?

Damon lesse la confusione nei miei occhi, per cui si mise in posizione d'attacco, con un ghigno stampato sulla faccia. -Avanti. E' arrivato il tuo momento. Uccidimi se ci riesci.-

Ma cosa...?

Quel vampiro era decisamente fuori di testa e mi stava decisamente mettendo in tentazione.

Non riuscivo a capirlo, non ero MAI riuscita a capire quali pensieri vorticassero nella sua testa.

-Forza!- mi urlò contro. -Non fare la vigliacca come sempre! Combatti con me se ne hai il coraggio o vuoi dirmi che sei rimasta la stessa ragazzina debole?!-

Strinsi i pugni dalla rabbia.

Ma cosa voleva ancora da me?

-Avanti! Fammi vedere chi sei, angioletto. O il tuo amore ti rende ancora una volta inutile? Forza!- mi urlava ancora contro.

Dopo quelle parole, la rabbia invase il mio corpo.

Ero completamente accecata dalla rabbia.

Scattai in avanti, dandogli un pugno così forte da farlo finire contro la rete.

Lo afferrai per la nuca e feci scontrare violentemente la sua testa con il mio ginocchio.

Damon non reagiva.

Lo afferrai per la gola e gli inchiodai la testa alla rete.

Mi spuntarono i canini e ormai non riuscivo più a controllare la rabbia.

Io non ero più debole. Mi ero trasformata in un mostro per non esserlo.

Lo lanciai dall'altro lato del ring e in meno di due secondi io fui su di lui, con un pugno in aria, pronto a colpirlo.

Ma qualcosa mi fermò.

Damon mi guardava, con il sangue che gli usciva dalle labbra e dalle tempie.

E...ed era tranquillo.

Si limitava a guardarmi come aveva fatto poco prima, senza reagire, senza provare a difendersi.

Era inerme sotto di me, come se volesse tutto quello.

-Cazzo! Sei soggiocato?!- mi sembrava l'unica spiegazione plausibile.

-Assolutamente no.-

-Allora che senso ha sfidarmi e poi non reagire?!-

-Io non ho mai detto che volevo farti del male, ma solo quante volte avevi immaginato me al posto delle persone con cui combattevi.-

Aggrottai le sopracciglia. -Non capisco.-

-Io...io non ho mai avuto l'intenzione di combattere con te, ma solo che tu lo facessi con me. Volevo che tu mi massacrassi, volevo che rigettassi all'esterno tutto il tuo odio e il tuo rancore.-

-Tu volevi...-

-Volevo farti sfogare.- terminò lui per me. -Volevo che dopo cinque anni mi prendessi a pugni e mi riducessi in fin di vita. Volevo che tutto il tuo dolore si riversasse all'esterno.-

Scossi la testa confusa e mi spostai, sedendomi al suo fianco. Anche Damon si alzò a sedere.

Tutto quello era assurdo.

Voleva farsi massacrare da me, senza muovere un muscolo, per farmi sfogare per tutto quello che avevo sopportato in quei cinque anni, ma...

-Perché?- chiesi confusa.

-Perché per un nano secondo volevo farti stare bene.-

La semplicità con cui lo disse fu disarmante e di certo io non mi aspettavo quella risposta.

Ancora una volta, Damon mi aveva spiazzato.

-Non ha senso tutto questo.- dissi, mettendomi in piedi e poco dopo fui seguita da lui. -Non mi piace combattere contro chi rimane completamente inerme. Non mi piacciono questi tipi di vittorie.-

-Per me non è mai stato un combattimento.-

-Beh, se vuoi fare davvero qualcosa per me, fai sul serio. Non farmi sentire ancora una volta inutile e debole.-

-Non pensavo quello che ho detto. Mi serviva solo per far uscire la tua rabbia.-

Lo afferrai per la gola e lo spinsi contro la rete. -Combatti sul serio, se vuoi aiutarmi.-

Non capivo perchè gli stavo dicendo quello, ma probabilmente lui era riuscito a capire una cosa che avevo tralasciato anche io: avevo bisogno di scontrarmi con lui all'arena.

Ma dovevo farlo sul serio.

-Io non picchio le donne, men che meno te.- affermò lui, tranquillo e sicuro.

-Sei tu quello debole.-

-Probabile, ma lo sai, non faccio niente per niente.-

-Cosa significa?-

-Facciamo una cosa.- disse, strattonandomi, per farmi mollare la presa. -Un patto. Se vinci tu, io uscirò completamente dalla tua vita...-

-Ok. Ma se vinci tu?-

-Beh, se vinco io, sabato tu passerai tutta la giornata con me, sottostando alle mie regole.- fece, con un ghigno.

Spalancai la bocca, tanto che temevo che la mascella toccasse terra.

O uscire completamente dalla mia vita o un appuntamento? Erano queste le alternative?!

-Io non ho nessuna intenzione di uscire con te.- dissi, incrociando le braccia.

-Bene, questa risposta significa che non hai preso minimamente in considerazione di farmi uscire completamente dalla tua vita.- rispose, con un ghigno.

Se avessi potuto, gli avrei strappato il cuore dal petto.

Un attimo!

Era proprio questo lo scopo del combattimento, no?

Potevo farlo!

Gnignai, l'avrei massacrato.

-Deduco che accetti.- fece lui, per nulla preoccupato.

-Accetto.- dissi sicura, tanto sarei stata io a vincere.

Il sorriso sparì subito dal volto di Damon, che si lanciò contro di me.

Io fui pronta a parare il colpo, ma Damon era molto forte, ma soprattutto molto furbo, infatti fece una finta con la destra, per poi colpirmi con la mano sinistra.

Caddi, non facendomi troppo male.

-Ma non avevi detto che non picchiavi le donne?- feci ironica.

-Non è nel mio codice, ma la posta in gioco questa volta è alta.-

-Lo è sempre stata, Damon, alta, intendo.- mi alzai di scatto e mi lanciai verso di lui, riuscendo a colpirlo con un forte pugno.

Stavo per colpirlo di nuovo, ma lui riuscì a parare il colpo e mi lanciò dall'altro lato della gabbia.

Mi rialzai subito e cominciò una velocissima sequenza di calci e pugni tra di noi

Da questo scontro uscii io vincitrice: con un calcio riuscii ad atterrare Damon.

Mi misi a cavalcioni su di lui, con i canini sfoderati.

-Beh, se era questa la tua intenzione, potevi dirlo dall'inizio. Ti avrei accontentato.- disse lui, con un ghigno.

-Uscirai così distrutto da qui che ti passerà anche la voglia di ridere.- sibilai, a un paio di centimetri da lui.

Damon mi afferrò per le spalle, ribaltando le posizioni.

Adesso lui era sopra di me e i nostri corpi aderivano del tutto.

Lui mi teneva i pugni fermi sopra la testa, i nostri bacini si scontravano e le labbra erano a millimetri di distanza.

Sentivo il suo respiro su di me.

-Mi sa che questa era una tua intenzione, non la mia.-

-Beh, almeno io non lo nascondo, ho il coraggio di ammetterlo.- mi rispose ironico.

-Togliti di dosso!- sibilai, strattonandolo, ma con scarsi risultati.

-Ti arrendi?-

-Nemmeno morta!-

-Allora temo di non potermi spostare.- disse, con il suo solito ghignò.

Lo odiavo! lo odiavo!

Cominciai a dimenarmi e Damon, ridendo, si allontanò da me.

Ricominciammo di nuovo a combattere, ma vedevo che Damon non faceva del suo meglio al 100%.

-Avanti, vampiro, combatti davvero!- gli urlai contro.

-Lo sto facendo.-

Ma io lo sapevo che non era vero.

Scattai di nuovo, gli diedi un pugno e lui ne diede uno a me.

Questo andò avanti, finchè Damon non mi afferrò per la gola e mi alzò un po' da terra.

Non stringeva la presa, ma mi guardava serio.

-Arrenditi. Esci con me. Paura? Temi di non riuscire a controllarti?-

-Già, ma non nel senso che intendi tu, finirei per ucciderti.-

-Beh, se perdo stasera, il finale non sarà poi così diverso.- affermò serio.

Lo guardai, aggrottando le sopracciglia.

Lasciarmi andare per sempre era come morire?

-L'hai già fatto una volta, non ti risulterà difficile.- dissi, riuscendo a liberarmi dalla presa.

-Arrenditi.- disse solo Damon, atono, senza rispondermi.

-Mai!- mi alzai velocemente e mi lanciai contro di lui.

Ricominciammo di nuovo. Avevo dimenticato quanto Damon fosse forte e quanto non stesse usando tutta la sua forza.

Stavo combattendo con lui, quando mi bloccai all'improvviso.

Oh, cazzo...

Oh Cazzo!!

Mi sedetti a terra, portandomi una mano alla testa.

Mi voltai a guardare Marcus, che si era avvicinato alla rete.

Stavo per avere una crisi.

Di fronte a mille persone.

Senza Nikolai.

-Angel...-

Alzai gli occhi e lo guardai supplichevole.

-Due parole.-

Possibile che anche in quella situazione gli iportavano solo i suoi scopi?!

-Mi...arrendo.- sussurrai, guardando Marcus.

Per quanto fossi orgogliosa, non potevo trasformarmi lì dentro.

-Bene.-

Si avvicinò a me, mi afferrò per le braccia, tirandomi su, per poi uscire dall'arena.

Adesso avevo due problemi.

La trasformazione e l'appuntamento con Damon.

 

 

 

 

 

Salveeeeee!

Eh beh…alla fine combattono u.u

Lei gli da del filo da torcere, ma alla fine è costretta ad arrendersi…

Quindi…non perdetevi il prossimo capitolo perché sti due usciranno insieme!

Ahuhuahuahau >.<

Non mi dilungo troppo qui, finirei con l’annoiarvi troppo, come mio solito XD

Volevo solo dirvi che non so se potrò scrivere e quindi aggiornare per la prossima settimana, perché ho una settimana scolastica così impegnativa che mi viene la depressione solo a pensarci…

Vi ringrazio davvero tutte dal profondo del cuore e ci tenevo a precisare che grazie a voi il gruppo su fb è un qualcosa di magico! Davvero grazie!

Adesso vado davvero!

Vi adoro!

Bacii

 

   
 
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