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Autore: Lenni    05/02/2012    3 recensioni
Nella vita le persone vanno e vengono. Alcune arrivano senza una ragione e restano per tutto il tempo che vogliono. Altre volte, se sei particolarmente fortunato, alcune ritornano anche. Ma possono anche andarsene senza un motivo preciso, senza preavviso e senza spiegazioni.
Questa è la storia di Clara e Luca. Due ragazzi che sbagliano, soffrono, amano e sbagliano ancora. Queste sono le loro vite, episodi a distanza di anni gli uni dagli altri, con un unico filo conduttore il loro strano, complicato, maledetto Amore.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- L'Amore
Conta.


Luca Severini. 24 anni. Futuro padre.
Avrei dovuto scriverci questo sulla carta d'identità. 
-Signore, si calmi ... - quell'infermiera sarebbe potuta benissimo essere mia madre e mi dava del lei, oltre che del signore -Sua moglie è in travaglio, non c'è niente di cui ... -
-Non è mia moglie!- sbottai per l'agitazione, girando in tondo per l'ennesima volta intorno alle solite stupide piastrelle immacolate.
-Oh, mi scusi- certo, si scusava quella, mentre si controllava lo smalto scrostato sulle unghie finte! -In ogni caso, la sua compagna ... -
-Non è nemmeno la mia compagna!- ok, mi stavo incazzando. Perchè non poteva lasciarmi logorare il fegato in santa pace? No, doveva continuare con quella tiritera del travaglio giusto per farmi imbestialire ancora di più!
Merda, non si poteva neanche fumare negli ospedali!
-Quindi la signorina è sua sorella?- 
-Mia sorella?!-
L'infermiera mi guardò, con quegli orridi occhi truccati male circondati da rughe di grasso e vecchiaia. Poi alzò le spalle e tornò a controllare lo smalto.
-Stavo solo chiedendo, signore-
Buttati. Completamente buttati nel cesso gli stipendi per quella vecchia megera.

Sembrava un film dell'orrore. Quell'arpia gettava degli strilli che in confronto Maria Callas non era che un trombone con il mal di gola. Le infermiere si alternavano sudate, portando con sé asciugamani e tanta -tanta- pazienza. Alcune ridevano, ripensando ai loro primi figli, altre si legavano nuovamente i capelli, scuotendo le teste contrariate. Evidentemente non erano proprio d'accordo con quello che dicevano le mamme colleghe. Le più giovani, invece, tremavano al pensiero di passare la stessa sorte. Erano comunque più vecchie di lei. Aveva 23 anni e nel giro di qualche ora sarebbe diventata mamma.
Una ragazza dai capelli rossi e ricci, malamente appuntati sulla nuca, mi chiamò con due dita. Il suo viso paffuto spuntava dalla porta socchiusa e io, come un cadetto dell'esercito richiamato all'ordine, le corsi vicino obbediente con un invidiabile passo di marcia. Mi avrebbe sicuramente fatto tenente il capo, se mi avesse visto.
-Ti vuole- mi disse, spingendomi dentro -Ma occhio, le donne incinte sono alquanto ... irrascibili. Occhio a quello che dici, in sintesi-
Le sorrisi, temendo il peggio. -Non ti preoccupare- la rassicurai -Con lei il travaglio è una bazzecola. Starle accanto tutti i giorni, quella si che è guerra-
La rossa non prese il sarcasmo, ma mi rifilò un sorrisetto piuttosto stronzo, tornando ad affiancare il dottore.
-Questa è una di quelle affermazioni che ti sconsiglio-
-Afferrato capo-
-Porcadiquellamaialatroiaschifosabagasciamessaapecoraeinculatadaquellostronzofigliodiputtanaleccacazzopezzodimerda!-
La rossa notò il mio sgomento. Mi diede una pacca e sorrise, meno stronza.
-In bocca al lupo amico!-

Trovare la propria donna a gambe divaricate e senza mutande davanti ad un altro uomo non è esattamente la sensazione più gratificante di questo mondo. Se poi quell'uomo è più vecchio di te, ha la barba che sognavi da adolescente e invita la suddetta ragazza nel letto a spingere più forte, ecco, nemmeno quello è molto divertente.
Devo dire che il mestiere del ginecologo mi affascinava.
Lei si voltò con uno sguardo assatanato. -Giuro che ti uccido. Se ne esco viva ti uccido-
Mi avvicinai con lo stesso entuasiasmo con cui mi sarei gettato nudo nelle fauci di un tricheco digiuno. 
-Via, Clara ... perchè mi dovresti uccidere? Cosa ho fatto di male?-
-Non so? Forse non metterti il preservativo, che dici?-
Arrossi e il ginecologo si prese la soddisfazione di una grassa risata, prima di invitarla a spingere più forte.
-Spingere? Spingere? Ma cosa credi che stia facendo? Una partita a scacchi?!- sibilò allora Clara, affondando le unghie rosicchiate nel mio braccio.
Il dottore sorrise. -E' completamente dilatata signorina. Adesso tocca a lei-
L'infermiera dai capelli rossi, intanto, cercava di aiutarla, forte del suo sesto senso femminile.
-Dai Clara, respira profondamente ... ecco, si, brava, proprio così- Clara obbediva docilmente alla voce dolce della ragazza -Dai, tra poco sarà tutto finito e poi c'è il tuo ragazzo qui, che ti aiuta ... - 
-Non è il mio ragazzo!- sbottò sudata, con le lacrime agli occhi. Si morse incazzata il labbro, meditando probabilmente il modo in cui tagliarmelo a fettine non appena tutta quella tortura sarebbe finita. 
Le sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzato. L'infermiera rise.
-Come ti chiami?- mi chiese.
-Luca-
-Perfetto- accarezzò la fronte di Clara e ricominciò a parlare -Su piccola, c'è qui Luca ad aiutarti, forza, non farmi fare brutta figura ... -
Oh, finalmente! Luca e Clara, che c'era di così difficile di capire?
Il dottore interruppe i miei viaggi mentali e gli affanni della mia Clara. -Sa signorina, vedo la testa-

Una bambina. Una bellissima bambina. 
Davvero l'avevamo fatto noi quell'esserino così minuscolo e rosso? Non riuscivo a crederci.
-Luca?- la Rossa mi chiamò, sempre con due dita -Adesso puoi entrare-
-Io ... grazie!- l'abbracciai, incapace di parlare e lei rise. 
-Via, ragazzo ... - poteva essere mia sorella maggiore e mi chiamava ragazzo! -Basta con questi sentimentalismi, tua figlia ti aspetta!-
Prima di entrare mi voltai e le sorrisi. -Tu sei ... ?-
-Adele-
-Bene- entrai e non riuscivo a togliermi il sorriso dalla faccia -Grazie Adele-

Eccole lì, le donne della mia vita. Mi avvicinai e Clara sorrise, senza staccare gli occhi da quell'ammasso di ossicini che teneva appoggiato sul petto.
-Penso che non ti ucciderò ... - sussurrò, mentre mi sedevo sul letto accanto a lei -Voglio che lei ti veda prima che tu assomigli ad un ammasso informe di gelatina ... -
Risi e lei si appoggiò a me, continuando a guardare la piccola.
-E' bellissima- mormorai, sfiorandola.
Avevo paura di romperla ... 
-Ci credo- rise dolcemente -Assomiglia a me!-
-Sempre modesta, eh?-
-Sempre!-
Risi anch'io, accarezzandole i capelli. 
-Come la chiamiamo?-
Lei attorcigliò il naso, colta in flagrante. 
-In effetti non ci avevo pensato-
-Io ho un'idea-
Staccò gli occhi dalla bambina per puntarli verso di me. Era uno sforzo lodevole.
-Sarebbe?-
-Miriam-
Avete presente la felicità? Quella felicità folle e muta che non riesci ad esprimere a parole per quanto forte sia? 
Fu quello che vidi nei suoi occhi: felicità assoluta sciolta in lacrime sottili.
-Miriam- mi guardò e poi guardò lei -Ciao tesoro. Io sono la mamma. E questo stronzo qua che mi fa sempre piangere è papà. Bel tipo vero?-
-Ci puoi contare piccola- diedi un buffo a mia figlia e lei si mosse nel sonno -Infatti assomigli tutta a me-
Adele, dietro alla porta socchiusa, ci guardava e sorrideva.


-FiNE-
 

Angolo dell'Autrice
Gran finale signore, un po' demenziale ma spero soddisfacente. Nel caso, vi dovrete accontentare :) 

Allora, intanto facciamo un po' di ringraziamenti:
- 27 recensioni } Lulu_Rouges / Ice in Glasgow
- 5 preferite } AntonBill / Esha / marzo2000 / sara99 / Whatshername_
- 3 ricordate } ELPOTTER / incubuslife / xxStellina92xx
- 7 seguite } Ice in Glasgow / anda_ / SmileYou / Lulu_Rouges / LadyGiulia / KairixSora / Giorgia ___

Vi ripeto inoltre il discorso del seguito: sarebbe strutturato come questa fic, con sfasature temporali che si rifaranno (nel caso) all'età di Miriam. Sono però richieste recensioni e soprattutto, sufficienti (minimo 5). 

Grazie. Grazie davvero. E' stato bellissimo ed il merito è vostro <3
Alla prossima !
.Piccia.

  
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