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Autore: YouStinkOfBlue    05/02/2012    4 recensioni
Zayn era sempre nei miei pensieri, i suoi occhi, il suo sorriso.. La sua voce mi aveva attraversato il cuore, ma è rimasta intrappolata in qualche vena.
Scattai qualche fotografia, quando incontrai un cucciolo di labrador.
-Che musetto..- Sussurrai dolcemente. Mi accovacciai e iniziai ad accarezzarlo, quando qualcuno inciampò nel mio corpo ingombrante.
-Aiho!-esclamai toccandomi il fianco colpito-Cazzo, che male!- Continuai ad esclamare, naturalmente in italiano.
Mi girai e vidi quattro ragazzi incappucciati vicino ad un altro che era a terra, quello che era inciampato in me.
All’inizio mi spaventai, poi mi avvicinai piano.
Appena li guardai in viso i miei occhi si spalancarono.
-Oh porca carota!- sussurrai. Forse non mi capivano, ma meglio così.
Sapevo parlare bene l’inglese, ma in quel momento mi usciva solo litaliano.
Mi avvicinai piano e quando il biondino si avvicinò e mi toccò il braccio, lo fissai.
-Ehi, tutto bene?- mi chiese guardandomi negli occhi. Quegli occhini blu mi incantavano, mi facevano diventare matta.
-Ni.. Niall?!- sussurrai balbettando.
Mi sentivo mancare, la testa girava e la vista iniziava ad offuscarsi.
-Oh carotina mia..-sussurrai prima di svenire. In poco tempo tutti e cinque testa di carota erano intorno a me, preoccupati.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Driiiiiiiinnn*
La sveglia suonò e interruppe il mio dolce sogno: Harry, Zayn, Louis, Niall e Liam che giocavano nel giardino di casa mia, sporcandosi di fango. Erano tenerissimi. Anche se non avevo nessun contatto con loro (nel sogno), riuscivo lo stesso a sorridere come un ebete, sperando fosse vero. Purtroppo sapevo benissimo che non era possibile, così mi accontentavo dei sogni e delle mie fantasie.
La maggior parte delle fans hanno un preferito, ma io li consideravo simili. Non mi azzardanvo nemmeno a dire “uguali” perché non lo sono minimamente. Ognuno di loro mi dava un emozione diversa, ognuno di loro mi colpiva in modo diverso, a ognuno di loro riservavo dei sentimenti diversi.
La sveglia continuò a suonare, tartassando le mio povere orecchie. Presi il cuscino e lo sistemai sulla mia testa, cercando di non sentire quel suono fastidioso. Sospirai e decisi di svegliarmi, spegnendo quell’aggeggio infernale.
Mi alzai piano, stiracchiandomi, infilando i piedi ghiacciati nelle morbide pantofole leopardate in bianco e nero.
Uscii dalla mia stanza e scesi in cucina, con l’intento di fare colazione. Appena vidi i miei, nella stessa stanza, a litigare, mi bloccai e sbuffai. Mi misi a quattro zampe e iniziai a gattonare verso il frigorifero, rotolando qualche volta, per evitare i loro sguardi. Mi alzai con un salto e mi guardai intorno, come per controllare il territorio.Ero parecchio buffa. Una diciottenne che fa queste cose non è normale.
Aprii il frigo e presi il latte e un barattolo di marmellata, poi delle fette biscottate e una tazza rosa con una faccina assonnata raffigurata sopra.
Andai in soggiorno, come se fossi un ninja, per evitare le cose lanciate dai quei due fessi che io chiamavo “mamma” e “papà”. Iniziai a fare colazione, quando notai che erano già le 9.00. Spalancai gli occhi e corsi in cucina, posando tutto sul lavello.
-Scusa, mà!- urlai a mia madre che mi guardava confusa.
Sarei dovuta partire alle 10.00 per Londra. Avevo compiuto da poco 18 anni e mio zio mi aveva regalato quel fantastico viaggio.
Naturalmente dovevo andare ad alloggiare da lui, ma la cosa non mi infastidiva affatto.
Corsi in bagno e mi feci una doccia veloce, per poi andarmi a vestire. Non badavo tanto ai vestiti, ma all’acconciatura sì. Avevo una capigliatura abbastanza folta. Sembravo un leone in qualsiasi momento della giornata.
Aprii l’armadio e presi jeans neri attillati, intimo, calze, felpa dei One Direction con scritto dietro “Vas Happeninn!” e delle Timberland. Sembravano scarponi per la campagna, sì, ma mi piacevano molto.
Mi vestii in un batter d’occhio e andai con calma in bagno. Mi pettinai i lunghi capelli bruni e li sistemai in una coda di cavallo, per poi prendere le varie trousse che mi regalavano ad ogni compleanno. Sinceramente?! Preferivo qualche giochino da bambino invece di tutte queste trousse.
Ero una ragazza molto.. sportiva, ma infantile. No, aspettate… avevo un comportamento maturo, o quasi, ma mi comportavo come se fossi ancora una bambina.. A volte pregavo mio padre di comprarmi una bambola o un peluche, ma finivamo sempre col scoppiare a ridere.
Una mia passione, oltre l’ossessione per i 1D, erano i peluche. La mia camera era invasa da peluche, di ogni genere.
Ok, lasciamo perdere le mie passioni, sono poco importanti.
Mi truccai leggermente. Era arrivato il momento del mascara: un momento delicato. Passai da un occhio all’altro, quando mio fratello bussò violentemente alla porta.
-Marta! Esci! Stai da ttre ore là dentro, caspiterina!- esclamò.
Sobbalzai e rovinai tutto il trucco dell’occhio destro.
-Porca carota!- esclamai, aprendo la porta del bagno. Mio fratello appena mi vide scoppiò a ridere e, io, con una faccia imbronciata, gli chiusi la porta in faccia e tornai a truccarmi.
Finalmente finii e uscii dal bagno con aria soddisfatta.
Presi le mie valigie e il biglietto, sistemai tutta la roba nelle tasche dei jeans aderenti e salutai con un abbraccio tutti quanti. Arruffai i capelli al mio fratellino Mattia ed uscii di casa.
Mi diressi all’aereoporto con un taxi.
Una volta arrivata feci tutto il giro dell’imbarcazione, per poi sedermi al mio posto sull’aereo.

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Passai tutto il viaggio a dormire, sognando quei cinque testa di carota, e una volta atterrati mi stiracchiai, alzandomi.
Scesi dall’aereo e andai a prendere le mie valigie, per poi cercare con lo sguardo mio zio.
Appena lo vidi gli andai incontro, con le braccia aperte. Lo abbracciai forte, per poi seguirlo in macchina.
Durante il tragitto aereoporto-casa, parlammo dei miei ultimi anni al liceo, dei ragazzi, DEL ragazzo, delle amiche e di mamma e papà.
Mentre parlavamo mi arrivò un messaggio da uno dei compagni di scuola: “L’esame della maturità si terrà a Londra!! *-*”. Un sorriso si allargò sulle mie labbra e informai subito mio zio, per poi chiamare mamma. Per fortuna avevo portato i libri.
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Entrammo in casa, una volta arrivati, e salutai tutti con un mega abbraccio. Posai le valigie nella camera degli ospiti e poi scesi dagli altri. Ero entusiasta di stare lì, volevo vedere tutto, ma da sola.
-Ragazzi.. Se non vi dispiace vorrei andare a visitare un po’ il centro di Londra. Farò qualche foto..- dissi loro, mostrandogli la mia Canon 1000D, ricevuta come regalo al mio 17esimo compleanno.
Annuirono e uscii di casa.
Mentre camminavo per le strade della cità subito mi vennero in mente loro: i One Direction, ma soprattutto uno: Zayn.
Ok, ho mentito.. Non è che preferisco uno in particolare, ma.. se dovrei scegliere sceglierei Zayn o Liam. Si, erano i miei preferiti.. All’inizio cercavo di fare la “brava ragazza” ma proprio non ci riesco.
Zayn era sempre nei miei pensieri, i suoi occhi, il suo sorriso.. La sua voce mi aveva attraversato il cuore, ma è rimasta intrappolata in qualche vena.
Scattai qualche fotografia, quando incontrai un cucciolo di labrador.
-Che musetto..- Sussurrai dolcemente. Mi accovacciai e iniziai ad accarezzarlo, quando qualcuno inciampò nel mio corpo ingombrante.
-Aiho!-esclamai toccandomi il fianco colpito-Cazzo, che male!- Continuai ad esclamare, naturalmente in italiano.
Mi girai e vidi quattro ragazzi incappucciati vicino ad un altro che era a terra, quello che era inciampato in me.
All’inizio mi spaventai, poi mi avvicinai piano.
Appena li guardai in viso i miei occhi si spalancarono.
-Oh porca carota!- sussurrai. Forse non mi capivano, ma meglio così.
Sapevo parlare bene l’inglese, ma in quel momento mi usciva solo litaliano.
Mi avvicinai piano e quando il biondino si avvicinò e mi toccò il braccio, lo fissai.
-Ehi, tutto bene?- mi chiese guardandomi negli occhi. Quegli occhini blu mi incantavano, mi facevano diventare matta.
-Ni.. Niall?!- sussurrai balbettando.
Mi sentivo mancare, la testa girava e la vista iniziava ad offuscarsi.
-Oh carotina mia..-sussurrai prima di svenire. In poco tempo tutti e cinque testa di carota erano intorno a me, preoccupati.
Era un sogno o la realtà?

  
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