Videogiochi > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Master Fantasy    05/02/2012    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction. Riprende i personaggi del gioco "La Pucelle: Tactics", ma con avvenimenti di base diversi.
Priere, giovane ragazza 16enne, insieme al fratello Culotte, 18enne, decide di diventare una Cacciademoni e i due si dirigono al convento di Le Chantàl per essere ammessi.
Entrambi sperano così di poter cercare indizi sulla scomparsa dei loro genitori in un assalto avvenuto circa 6 anni prima.
Ma i due scopriranno che essere un Cacciademoni porta ad una strada da cui non è più possibile tornare indietro e che comporta anche grossi rischi e responsabilità...
PS: Oltre ai generi sotto elencati, aggiungerei anche drammatico e introspettivo, con un pizzico di OC dato che a fianco dei personaggi e luoghi del gioco, ce ne sono alcuni (pochi) totalmente inventati da me. Infine, ogni capitolo sarà composto da 3 sottocapitoli.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



GIURAMENTO NELL’OSCURITÁ


Tutte le storie classiche iniziano con “C’era una volta”, questa inizia invece nell’oscurità più nera, un luogo temuto dai suoi stessi abitanti e dove nessun essere umano o angelo ha mai messo piede. Solo i demoni si trovano a proprio agio nell’oscurità da loro creata, e dalla quale ricevono un influsso malefico che li sprona a fare sempre di peggio.

Il paesaggio è brullo, avvolto da nubi oscure, il cammino è intervallato da varie lanterne accese da un fuoco fatuo azzurrino che non si spegne mai, perenne nella sua attività di bruciare fino alla fine dei tempi. Il bagliore che emana rende il paesaggio ancora più cupo e sinistro.

In quello che sembra essere una specie di crocevia, molti demoni si dirigono verso un lugubre e tetro castello dalle forme maligne, arcuate e irregolari, alcuni anche piuttosto di fretta, come ad esempio due demoni piccoli e tozzi, uno di colore verde e l’altro color porpora.

-Puff, sbrigati impiastro, o faremo tardi alla riunione demoniaca! Se facciamo arrabbiare Lord Zenon la punizione per il nostro ritardo sarà tremenda!-

-Pant…lo so. E non è il solo ad avere una figura autorevole lì dentro- disse l’altro indicando il castello -Non vedo davvero come ne usciremmo, se si arrabbiassero anche gli altri!-

-Non farmici pensare, che è meglio. Piuttosto, sbrighiamoci, la discussione sta per cominciare!-

I due demoni arrivarono in una specie di spiazzo davanti al castello, ed entrarono di corsa attraverso il portone spalancato. Dai corridoi si sentiva un lontano, ma forte eco di una voce possente, segno che la riunione era appena iniziata. Essi arrivarono appena in tempo su una delle balconate assegnate al pubblico, per poter assistere al dibattito.

Sembrava di essere in un cortile dentro il castello, anzi, gli spalti e le balconate davano l’impressione di trovarsi in una specie di enorme stadio o arena semicircolare, al centro del quale, sospese a mezz’aria a un livello più basso, si trovavano vari tavoli a cui sedevano i rispettosi membri del Parlamento demoniaco, posti di fronte a un enorme tavolo più in alto, su cui si vedevano distinte 3 ombre.

Dovevano essere personalità particolarmente forti e autorevoli, e così era infatti: erano le sagome dei 3 re oscuri, ognuno dei quali aveva una parte del regno dell’oscurità.

Sul lato non occupato dal pubblico, c’era un grande varco che fungeva quasi da megaschermo, in cui si vedevano varie città del mondo umano distrutte o date alle fiamme, mentre la gente scappava impaurita e spesso inseguita da vari soldati demoni.

Anche al Parlamento c’erano molti soldati demoni sull’attenti, pronti per partire verso qualche altra città del mondo umano.
Alcuni di essi, a un cenno di uno dei 3 re oscuri, si alzarono in volo e attraversarono un varco, più piccolo, comparso sopra il tavolo dei re stessi.

Contemporaneamente sul megaschermo comparve un piccolo scorcio di una nuova città, mentre veniva presa d’assalto dai soldati demoni che avevano appena attraversato il varco.
I due demoni guardarono con profondo timore i 3 re oscuri. Non erano gli unici a farlo. Sembrava che quelle tre importanti personalità fossero in attesa di qualcosa.

Uno di loro, finalmente ruppe quel silenzio inquietante. La sua voce risuonò in tutto il cortile come una pugnalata.

-Carissimi sudditi, e autorevoli parlamentari, questa non è una normale seduta parlamentare. Vi abbiamo convocati qui per discutere di un’importante questione. Una questione che sicuramente non tarderà ad arrivare!-

Poco dopo, infatti, in alcuni varchi si videro delle strane persone in abito clericale o in tenuta elegante, che combattevano contro i demoni inviati nei varchi, con armi sacre di ogni tipo, come aste, pistole a forma di croce, spade, fruste, e persino con la magia.

-Eccoli. Signori, le nostre missioni di sterminio e attrazione all’oscurità sono sempre filate lisce nel corso dei millenni. Neppure gli angeli hanno potuto ostacolare la nostra avanzata nel mondo umano, e noi demoni finora abbiamo spadroneggiato per l’universo. Ma sembra che gli umani abbiano trovato delle contromisure contro di noi. Questi individui che osano contrastare la nostra potenza sono chiamati “Cacciademoni” dagli umani, e rappresentano la loro unica e patetica speranza per tenerci lontani!-

Uno degli altri due re parlò a sua volta, con voce divertita e seccata allo stesso tempo.

-Eheheheh, patetici, patetici! Ah, se avessi 5.000 anni di meno gliela farei vedere, a quei bifolchi da quattro soldi! Io…-

Fu però fermato dal terzo re, che alzò una mano come segno di smetterla. Il primo re proseguì.

-Signori, non è certo una novità, questa. Nonostante i provvedimenti che noi tutti abbiamo preso durante la nostra prima riunione, svoltasi 1500 anni fa, e che io stesso ho applicato sul mondo umano, sembra che questa piaga sia tutt’altro che destinata al termine. Ne continuano a spuntare di nuovi, uno dopo l’altro, interferendo con le nostre attività. Ora, io in questa sede propongo un intervento ponderato e mirato per porre fine alla seccatura rappresentata da questi cosiddetti “Cacciademoni”. Chiedo che la mia proposta passi ai voti di noi 3 Re Oscuri!-

Subito si alzò un brusìo tra gli spettatori, sempre più forte. Ognuno si scambiava le sue opinioni, piuttosto concordanti, sulla necessità di un intervento per preservare la loro specie e le loro attività losche nel mondo umano.
Il re più anziano era totalmente in disaccordo con la proposta, per il semplice fatto che a proporla non era stato lui.

-Cosa vuole fare Zenon? Cosa spera di ottenere in questo modo, eh? Mi sembra chiaro, che vuole ambire al ruolo di re supremo tra noi 3!- pensò.

Il brusìo tra la folla continuò finchè non fu Rudolph, il terzo re, a placare gli animi.

-Calma, signori e parlamentari, ora avverrà il voto dei 3 re oscuri! Un attimo di attenzione a tutti voi!-

Uno dei parlamentari salì sul tavolo dei 3 re, con in mano una pergamena, e la lesse ad alta voce.

-Date le circostanze e la crescente emergenza rappresentata da un gruppo di umani chiamati tra loro stessi “Cacciademoni”, il parlamento acconsente alla proposta di voto richiesta da Lord Zenon, secondo re oscuro della Tavola dei 3 Re Oscuri. Che la votazione abbia inizio. Chi volesse votare a favore alzi ora la mano!-

Furono in due ad alzare la mano: Lord Zenon e Lord Rudolph. Il secondo, Aster, restò di stucco.

-Rudolph, anche tu? Ma come…?-

-Non ci trovo nulla di strano, sono d’accordo con la proposta di Zenon e anch’io voglio proteggere la nostra specie da ogni pericolo che possa rappresentare la razza umana, anche a nome degli interessi di tutti i demoni. Tu piuttosto, perché non voti a favore della tua specie? O forse la nostra sopravvivenza differisce dai tuoi interessi, Aster?- rispose questi, beffardo, l’espressione divertita.

-Assolutamente no! E poi basterebbe l’intervento di uno solo di noi per radere al suolo l’intero mondo umano…-

-Lo sappiamo! Ma il nostro scopo non è mica distruggere il mondo umano. Vogliamo solo punire gli umani ribelli. O è questo uno dei tuoi scopi o interessi?-

Aster digrignò i denti per qualche istante, visibilmente arrabbiato. Alla fine alzò anche lui la mano.

-E va bene, fate come volete!-

-Ottimo!- rise Rudolph soddisfatto. Ma era Zenon ad esserlo più di tutti.

-Allora è deciso! I re oscuri si ritirano per decidere che tipo di intervento è necessario adoperare nei confronti dei “Cacciademoni”. Io, Lord Zenon, e i qui presenti Lord Rudolph e Lord Aster, giuriamo di fare ogni cosa in nostro potere pur di riuscire a debellare i Cacciademoni! La riunione si chiude qui!-


ATTENTI A PRIERE!


Tempo dopo, in un bosco verde e rigoglioso, su un sentiero si intravedono due persone: una ragazza abbastanza alta, dai lunghi capelli rossi, occhi marroni, un pesante zaino arancione pieno di cose che strabordano dalle tasche, un maglione blu, dei pantaloncini marroni, dei calzini bianchi, degli scarponi grigi e, diciamocelo, un seno prosperoso.

L’altra figura, più bassa, è un ragazzino con anch’egli dei capelli rossi (corti), occhi marroni, un cappellino blu, un maglioncino verde, dei pantaloncini grigi, uno zainetto azzurro non così pieno come quello della ragazza, delle scarpe marroni e dei calzini corti blu.

Entrambi camminavano per il bosco, diretti verso una meta sconosciuta.

Il piccoletto si guardava attorno, seguendo con lo sguardo prima delle libellule, poi una coppia di uccellini che si rincorrevano, infine uno scoiattolo su un albero con una ghianda tra le zampe, rimasto immobile ad osservare i due giovani viaggiatori.

La ragazza procedeva a passo spedito, sicura di se, e con un sorriso stampato in faccia, non accorgendosi mai di andare troppo avanti e di lasciare il piccoletto indietro, lamentandosi ogni volta che se ne accorgeva.

-Allora, Culotte, ti decidi ad aumentare l’andatura? Di questo passo non arriveremo al villaggio di Couscous prima di sera!-

-Oh? Si, sorellina, eccomi! Stavo guardando quello scoiattolo. Che carino con quella ghianda tra le zampe. L’hai visto anche tu?-

-Si, si certo- fece lei, seccata -Uff, e per favore, quando arriviamo puoi evitare di far notare che nonostante io sia molto più alta di te, tu sia più grande di me di 2 anni?-

-Uh? E perché? Sarebbe inutile, tanto lo scoprirebbero subito dopo!-

-Ehm…si, ma finchè non lo scoprono preferirei mantenere una parvenza un po’ più grandicella!!!!- urlò lei.

-Va-va bene…se proprio insisti...- fece il fratello, stranito.

Fratello e sorella ripresero a camminare nel bosco, finchè il primo non chiese:

-Sorella, ti…ti manca molto casa?-

Subito la ragazza assunse un volto malinconico -Si…moltissimo! Ma come mai questa domanda, qui e adesso?-

-Oh, nulla, stavo ripensando a quella notte, a come sarebbe stata la nostra vita adesso, se il nostro villaggio non fosse stato raso al suolo…-

Entrambi ora sembravano davvero tristissimi.

-Povero caro, chissà come stai soffrendo, fratellone? Tsk, ma chi sono io per chiederlo? In fondo, anch’io sto ancora soffrendo da morire. Tutti e due portiamo questo pesante fardello dietro, insieme a quelli che sono riusciti a sopravvivere a quella notte e a fuggire, come noi!- pensò la ragazza.

Ritornò con la mente a quella notte. Il loro villaggio era stato attaccato dai demoni, e quasi tutti gli edifici erano ormai semidistrutti e dati alle fiamme.
Dappertutto si sentivano urla di donne e pianti di bambini, comprese varie esplosioni. I demoni ne approfittarono per fare razzie e uccidere ogni umano che gli passava davanti.

Fu un vero e proprio massacro.

In mezzo alla gente che fuggiva, si trovavano anche Priere e Culotte, il secondo tenuto in braccio dalla sorella.

-Waaaaah, waaaaah!!!-

-Non piangere, fratello…non piangere!!- gli supplicava Priere, anche lei con le lacrime agli occhi.

-Voglio tornare indietroooo!-

-Anch’io, ma hai sentito cosa ci hanno detto mamma e papà, dobbiamo scappare e metterci al riparo! Quando tutto questo sarà finito, torneremo a cercarli. Hanno detto che si salveranno, deve per forza essere così!-

Tra esplosioni, fiamme e gente che scappava terrorizzata inseguita da vari demoni, i due, ai tempi poco più che bambini, continuavano a correre, senza una meta precisa.


Nonostante almeno lei cercasse di mantenere la calma, Priere era in preda al panico come, e forse più, del fratello.
Le lacrime agli occhi, unite al fumo e alla cenere presente nell’aria, le arrossavano gli occhi e non le facevano vedere bene cosa aveva di fronte.

Continuò a correre quasi alla cieca, finchè non si accorse di essere inseguita da un demone.
A quel punto iniziò a correre a più non posso, gridando aiuto con tutto il fiato che aveva in corpo.
Improvvisamente però, inciampò, e sia lei che il fratello finirono per terra. Il demone era ormai sopra di loro, pronto ad eliminarli.
Priere e Culotte chiusero gli occhi e urlarono, mentre aspettavano il colpo finale, che però non arrivò. Si sentirono invece alcuni spari.

Quando i due riaprirono gli occhi, videro davanti a loro una figura diversa.

Un ragazzino con una lunga tunica verde acqua e un paio di pistole gemelle a forma di croce, dai capelli arancioni a punta e sguardo deciso si parò davanti a loro e aveva fatto fuori il demone in 2 colpi.

-State bene, voi due?- chiese il ragazzo.

-S-sì…- fece cenno Priere.

Fece appena in tempo a dirlo che il ragazzo si accorse di altri demoni che li avevano puntati e su cui si stavano dirigendo in picchiata.

Con una freddezza fuori dal comune si esibì in varie acrobazie, e ad ognuno di essi sparò due colpi, uno in fronte e uno al cuore, con precisione quasi chirurgica.
Non appena ricevettero i colpi, i demoni si dissolsero nell’aria, tra urla strazianti che si aggiungevano a quelle già disperate della gente in fuga.
Quando per il momento sembrarono non esserci più demoni nelle vicinanze, anche lui si tranquillizzò.

-Dovete andarvene di qui, svelti. Questo villaggio ormai è divenuto un inferno. Fuggite, e se avete bisogno cercate i monasteri, le chiese e i conventi! Ma non fatevi prendere!-

-M-ma tu chi sei?-

-Io? Il mio nome è…-

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------


-Sorella! Sorella! Guarda! Finalmente siamo arrivati al villaggio di Couscous!-

Priere si destò di soprassalto dai suoi pensieri: -Eh? Cosa?-

-Sorellina, siamo arrivati! C’è qualcosa che non va?-

-Come? Ah, no-no, ero solo un po’ sovrappensiero, eheheheh- Priere rise imbarazzata.

Dopodichè guardo anche lei il villaggio che si stendeva in una specie di conca in mezzo alle colline.
In mezzo a quel silenzio, le parve di sentire dei rumori, quasi come dei rombi in lontananza. Si girò attorno, ma non vide nulla.
Non c’era traccia nemmeno di nuvoloni temporaleschi, anzi, il cielo era sereno e senza neanche una nuvola.

-Priere. Tutto bene?-

-Si, stai tranquillo. Mi era sembrato di sentire dei rumori, ma forse me li sarò immaginati…-

I due si diressero quindi verso il piccolo villaggio di Couscous. Tutte le case erano fatte in legno e pietra, e l’allegria che si respirava in quel posto certamente metteva chiunque di buonumore. Una cosa che i due fratelli notarono è che gli abitanti del villaggio sembravano molto religiosi: c’era una croce su ogni porta, finestra, persino sui vestiti che portavano addosso. Sicuramente era perché godevano della protezione del convento di Le Chantàl, dove appunto i due erano diretti.

-Uffa, ho le gambe a pezzi, non ce la faccio più! Che ne dici se prima di andare a quel convento ci fermiamo da qualche parte? Ho fame e sonno!-

-Si, sono d’accordo. Nel frattempo io mi farò un giro per il villagg…ehi!-

Priere stava tirando Culotte dietro di se, a tutta birra verso un ristorante dove c’erano leccornie di tutti i tipi.

-Aaaah! Dopo, dopo, ora devo mettere qualcosa sotto i denti!- disse, con espressione da maniaca sanguinaria, e con la bava che le colava dalla bocca.

-Oh, cielo!- esclamò il fratello, rassegnato.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


-Ecco a lei, signorina. E anche a te, giovanotto- disse un cameriere mentre portava i piatti al tavolo di Priere e Culotte.

-Buon appetito! Pancia mia, fatti capanna!- disse Priere, tutta contenta, di fronte ai vari piatti pieni di pietanze di fronte a lei.

-Bu-buon appetito!- Culotte non era per niente entusiasmato, e anzi, la vedeva male per il loro portafogli.

-Cerca di non abbuffarti come al solito e…-

Ma la ragazza ci stava già dando dentro, e divorava i piatti con una velocità incredibile.

-Come non detto!- finì il fratello, che alla vista di quella divoratrice della sorella faceva fatica a mangiare, così come tutti i clienti, che la fissavano increduli.

-Aaah, che figuraccia!- pensò Culotte.

Dopo pochi minuti, Priere aveva già ripulito tutti i piatti davanti a sé.

-Cameriere, voglio altre 5 porzioni di risotto allo champignon, 3 di vitello,  4 cosciotti arrosto, della polenta e anche un po’ di quel tiramisù che ho visto in vetrina!-

-S-si, subito…come vuole!- anche i camerieri erano imbarazzati.

Pochi minuti dopo, Priere si stava già arrabbiando per il ritardo dei camerieri.

-Allora, arrivano questi piatti, o no?-

-U-un attimo di pazienza…sono quasi pronti…-

-Uff, sbrigatevi, ho ancora fame!- il volto di Priere era a dir poco spaventoso in questi frangenti.

-Sorella, cerca di calmarti, per favore. Ci stanno osservando tutti. Non è così che dovresti farti conoscere, in questo villaggio!-

-Umpf, che ci guardino pure! Non temo nulla e nessuno! E se qualcuno ha qualcosa da ridire, beh, che me lo venga a dire dritto in faccia, su, forza!- ribadì la ragazza, mentre qualche cliente se ne stava già andando, pagando in anticipo alla cassa.

-Ohi ohi, qui finisce veramente male!- pensò Culotte.


MADRE PAPILLON


-Ah, che bella mangiata! Buurrpp!- esclamò Priere felice, tastandosi la pancia ormai piena.

-Non credo che saremo di nuovo i benvenuti in quel ristorante, se la prossima volta farai ancora di testa tua. Per colpa della tua voracità, abbiamo finito tutti i risparmi. Non ci è rimasto un centesimo nel portafogli!-

-Su, dai, non fare il piagnucolone adesso, solo perché abbiamo mangiato qualche piatto di troppo?-

-Abbiamo? Qualche piatto di troppo? Ma se ti sei ripulita ben 20 piatti, tutti da sola!-

Priere canticchiava e fischiettava allegramente, ignorandolo completamente.

-Ma mi stai ascoltando? Ehi! Uff…è inutile, quando pensa così solo a sé stessa è insopportabile!-

I due non ci misero molto ad arrivare al convento, avendo chiesto la strada in precedenza ad un abitante del villaggio.
Esso si trovava quasi in cima a una delle collinette che circondavano il villaggio. Bisognava solo attraversare un breve tratto di boschetto.
Alla fine i due fratelli sbucarono proprio in uno spiazzo, di fronte alla chiesetta, di stile gotico e lievemente diroccata.

-Così…ci siamo, finalmente!-

-Questo è il convento di Le Chantàl!-

-Ci siamo preparati tantissimo per questo giorno, non è vero, Culotte?-

-Già!-

-Ricordati che da ora in poi, tu sei il fratellino, e io la sorellona!- fece Priere, quasi di soppiatto.

-Ma…e va bene, come vuoi…- rispose il fratello, rassegnato.

I due si avvicinarono all’ingresso.

-Ma…non c’è nessuno?- chiese Priere.

-No, qualcuno c’è, a giudicare dalle voci!- notò Culotte. Infatti varie voci, quasi come fosse un coro, provenivano dall’interno.

-Forse stanno facendo una messa, o stanno provando dei canti!-

-Uhm…dalle voci, direi che questo non è il coro dei benedettini. Questa è gente comune. Deve essere in corso una messa!- puntualizzò Culotte.

-Beh, entriamo e vediamo che succede!-

-Aspetta, sei sicura di voler entrare adesso? Magari disturbiamo!-

-Ma che assurdità vai dicendo? Ci siediamo da qualche parte come persone normali, aspettiamo la fine della messa e poi cerchiamo un modo per parlare alla superiora, com’è che si chiamava…Madre Papiaan, no…Papullion, nemmeno…uhm…-

-Papillon!- fece Culotte, l’espressione un po’ giu di chi si aspetta un’imminente figuraccia.

-Si…quello che è, insomma! Dai, entriamo!-

I due aprirono il portone in legno, che fece un cigolìo infernale, comunque coperto dall’eco delle voci della gente, unite in coro a cantare un cantico sacro. Fecero il segno della croce bagnandosi prima le dita nell’acquasanta, poi cercarono un posto dove sedersi.

-…neellaa caaaasaaa del Signooooooreeeeeeee…-

-Che bella chiesa, vero?-

-Come, sorella? Non sento, c’è troppo rumore!-

-Ho detto: che bella chiesa!- ribadì Priere, un po’ più forte, ma cercando di non esagerare con la voce.

-Ah, si, è davvero bella. Riesci a vedere se magari sul davanti ci sono un paio di posti?-

-…osaaaaaannaaaa nell’aaaaaallto dei cieeeeeeeliiiiiiii…-

Priere scrutò verso i primi posti, ma era difficile dire se ci fossero posti liberi, dato che la gente era tutta in piedi.

-Non so dirlo con certezza, andiamo e vediamo, al limite restiamo in piedi!-

Fortunatamente per loro, riuscirono a trovare due posti proprio tra le prime file di panche. Si sedettero, insieme al resto della gente, dato che il canto era finito.

Una donna anziana, con il classico abito da suora,  dai lineamenti ruvidi e lievemente deformati dall’età, si recò dal lato sinistro dov’era seduta vicino ai benedettini fino all’altare, su cui era aperto un libro, si schiarì la voce, si fece il segno della croce come tutti quanti, e iniziò a leggerlo.

-…Dal Vangelo secondo Mateus…-

La sua voce, seppure malferma, era molto calma, pacata e avvolgente. Metteva a proprio agio l’interlocutore, chiunque fosse stato. Questo Priere e Culotte lo capirono subito.
La messa durò altri 15 minuti, il tempo di leggere una parabola dal vangelo, fare la cerimonia dei calici, la comunione e infine il saluto finale.

-…Bene, figlioli, anche per oggi è tutto. La prossima messa si terrà tra un paio di giorni, sempre alle 3 in punto del pomeriggio. Rendiamo tutti grazie a Dio, che il suo spirito sia con voi. Ora andate in pace, amen!-

-Amen!-

Detto questo, tutti si alzarono. La maggior parte delle persone se ne andò via direttamente, altri rimasero a pregare davanti alla statua della Dea Pitreene o del Dio Faradas , altri ancora si recarono negli appositi spazi riservati per le confessioni, dove altri sacerdoti ascoltavano e rimettevano i peccati  in nome di Dio.
Priere e Culotte decisero di pregare a loro volta e di aspettare finchè nel convento non fossero rimasti altri che loro due, l’anziana suora (che aveva tutta l’aria di essere la superiora) e ovviamente tutto il personale religioso appartenente al convento.

Non dovettero aspettare molto, solo altri 10 minuti, poi dovettero muoversi, dato che la suora stessa se ne stava tornando nelle sue stanze.

-Ci scusi, aspetti un secondo…-

L’anziana suora si fermò e scrutò i due giovani -Sì, figlioli? C’è qualcosa che posso fare per voi due?-

-Veramente si, ma preferirei parlare con lei in privato, se possibile!-

-Capisco. Scusatemi un momento, allora. Ho una piccola questione da sbrigare. Se intanto volete attendermi qui altri 2 minuti…-

-Oh, ma certo, non si preoccupi!- fece Priere, sorridente.

I due ragazzi tornarono a sedersi sulla panca in prima fila. Nel frattempo, la gente che era rimasta lì uscì, finchè non rimasero solo loro due e i sacerdoti.
In quello stesso momento tornò l’anziana suora.

-Fratelli, scusatemi un momento. Sareste così gentili da lasciarmi sola con questi due ragazzini? Da ciò che ho capito dovremmo discutere di una cosa in privato!-

I sacerdoti e i benedettini annuirono e se ne andarono immediatamente. La suora prese una sedia e si sedette proprio di fronte ai due fratelli.

-Ecco fatto, ora siamo soli. Di che cosa volevi parlarmi, cara?-

-Beh…non c’era bisogno che mandaste via anche gli altri sacerdoti-

-No? Eppure mi hai detto tu che volevi rimanere in privato!- fece la suora, sorridente.

-Si, ma…vabbè, lasciamo perdere- Priere si alzò in piedi, e prendendo per mano Culotte, incitò anche lui a fare lo stesso, e si inchinarono -Mi presento: il mio nome è Priere, ho 16 anni, e questo è mio fratello minore, Culotte, di 13 anni. Veniamo da quello che una volta era conosciuto come…il villaggio Paprika! Lei è la superiora di questo convento, Madre, uhm….Pap…?-

-Madre Papillon!- fece Culotte, sempre più rassegnato all'idea di un'imminente figuraccia.

-Uhm…il villaggio Paprika…si, ho presente. E comunque si, sono io. Piacere di conoscervi, Priere, Culotte!- rispose la suora, sorridente, stringendo la mano ai due giovani.

-Ecco…vorremmo farle una richiesta un po’…particolare!-

Madre Papillon inarcò un sopracciglio: sembrò intuire l’imminente richiesta, ma fece finta di niente.

Priere assunse un’espressione seria, poi proseguì -Noi abbiamo studiato per 5 anni alla scuola religiosa di Haqquer. Ci siamo dedicati alla religione, alla storia, e più o meno a tutte le varie materie che si insegnano in una scuola normale. Ma ci siamo dedicati anche…all’arte dei Cacciademoni. Sappiamo che ogni convento in segreto ha dei Cacciademoni, e siamo a conoscenza anche della particolare fama che ha questo convento a tal proposito. Perciò, siamo qui a chiederle…di prenderci come suoi allievi Cacciademoni!-

La superiora scrutò per bene il viso di Priere: la ragazza era titubante, sebbene cercasse di apparire decisa e sicura. Poi si spostò sul volto di Culotte, sicuramente migliore sul profilo della fermezza, sebbene anche in lui si notasse un filo di tremore e insicurezza. Tornò poi ad osservare Priere.

-Uhm…posso sapere perché volete diventare Cacciademoni, se è lecito?-

-Beh…il nostro villaggio è stato distrutto dai demoni in passato. Da allora non abbiamo più saputo nulla dei nostri genitori. Perciò, come Cacciademoni, vogliamo saperne più di quanto potremmo riuscirci informandoci come persone comuni!-

Culotte guardò la sorella con stupore: nemmeno lui sarebbe riuscito a dare risposta migliore di questa. Anzi, forse lui avrebbe ammesso che il motivo principale che li spingeva, o almeno per lui, fosse una probabile vendetta.
La superiora li scrutò ancora per qualche istante. Culotte sembrò notare sul suo volto per un brevissimo istante un sorriso.

-Uhm…è raro da queste parti avere richieste del genere. Certo, non siete stati i primi, però è vero che due Cacciademoni in più ci farebbero comodo. Tuttavia, questa è una zona tranquilla, e di demoni qui se ne sono sempre visti pochi. Pur pochi che siamo, finora siamo sempre bastati. Uhm…-

A Priere e Culotte venne un groppo in gola per l’attesa della risposta.

-Inoltre dovrei anche sentire il parere degli altri Cacciademoni. Fosse solo per me, potrei anche farvi restare, uhm…-

I due ragazzi iniziavano a sudare freddo. La superiora passeggiò avanti e indietro pensierosa.

-Cosa fare? Cosa fare?-

Sembrava che la suora fosse ben conscia del disagio interiore dei due giovani, e pareva divertirsi a farli soffrire. Pensiero che sfiorò anche i due ragazzini. Alla fine si decise.

-Ho trovato: per ora non credo si possa fare altro!-

Priere e Culotte erano sull’attenti, come se a parlare ora fosse un soldato.

-In qualità di superiora del convento Le Chantal, io, Madre Papillon, deciderò se prendervi o meno come allievi Cacciademoni a una condizione: che uno di voi due scelto a caso da me superi una, diciamo…prova d’accesso!-
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Master Fantasy