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Autore: Chambertin    05/02/2012    3 recensioni
● || Nuovo Personaggio | Dad!Dean | Dean Winchester x Nuovo Personaggio | What if? | Post!Season 2-3 | Incompiuta|| ●
Fosse stato per lui starebbe ancora in quell’albergo molto inglese, il Kensilgton Hotel, quello dove le cameriere ti servivano the di ogni gusto al posto del Wisky la sera alle undici. Ma non c’è neanche bisogno di dirlo, a Dean non gliene poteva fregare proprio niente del the.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Note della Castagna:
Bene dopo traslochi vari, recuperi di scuola, stage formativi e NEVE, eccomi qua tornata più in forma che mai (almeno spero...)
Quanto mi piace lasciare suspance? xD Forse troppo...
Questo capitolo è venuto fuori grazie all'aiuto della Colle (detta anche Relya Lestrange (; )
Un bacione :)



 

Neve. Neve. NEVE!
Aveva sentito urlare e sbraitare quella parola in tutti i modi possibili e inimmaginabili: chi sbalordito, chi disperato, chi eccitato.
E lei?
Non le dava fastidio, ma preferiva di certo la pioggia.
Stava seduta ad uno dei tavoli del bar, a sfogliare un libro preso dalla biblioteca della scuola e nel frattempo ascoltava frammenti di quella e di quell’altra conversazione.
«Maglia nuova? È sublime!» diceva una ragazza dai capelli rossicci ad un ragazzo moro che beveva tranquillamente da un bicchiere;
«Te l’ho detto! Sono stato a casa di Fher ieri sera!» si giustificava un altro studente con quella che presumibilmente era la fidanzata, o ex fidanzata, dipende dai punti di vista;
«Non riesco a capire queste equazioni, e domani c’è il compito!» una biondina insieme ad un’altra amica stavano discutendo di matematica col barista, come se lui potesse aiutarle davvero;
«Yoli! Grazie a Dio!» un ragazzo entrò di colpo nel bar, andando incontro alla ragazza in questione. Corse con così tanta foga che andò a sbattere contro la sedia che fino a pochi istanti prima era occupata da Shiny.
Si incamminò con la borsa a tracolla fuori dl bar, incurante di quello che le capitava intorno.
«Ehi, hai da accendere?» le chiese un ragazzo, basso, dai capelli corvini, e lei con un gesto della mano fece di no.
Nei pressi della bacheca scolastica notò parecchia confusione e ne dedusse due possibilità: erano uscite le classifiche delle squadre scolastiche sia sportive che scientifiche, oppure si stava organizzando l’ennesimo festino notturno.
Sesso, droga e rock ‘n roll.
Già, peccato che nell’ultimo fosse andata in coma una ragazza.
Entrò in aula di filosofia e si mise a sedere al suo solito posto.
«Ciao, Shiny!» lei rispose con un’alzata di sopracciglio e un mezzo sorriso, poi appoggiò il mento sul pugno e pensando a cosa avrebbe fatto l’ora dopo, aspettò che iniziasse quell’altra noiosissima lezione di filosofia.
«Spiegami cos’hai trovato di così difficile nel Mito della Caverna…» chiese l’insegnante ad un compagno di classe dalla fisionomia mediorientale, e questo abbassò lo sguardo.
«Vai al posto» gli disse lei con un sospiro.
«Shiny, vieni?»
«Ehm, scusi Signorina, ma devo proprio andare in bagno, sa… urgenze femminili…»
L’insegnante scosse la testa e lei uscì dall’aula, inarcando un sopracciglio.
Come poteva studiare con tutto quello che aveva da fare? Era già un miracolo se riusciva a non superare il limite di assenze.
Si avviò verso i bagni delle ragazze ma eccolo lì, spuntare da dietro un angolo, col suo bel faccino strafottente.
«Buongiorno, Buffy»
Quando pensi di aver toccato il fondo, puoi cominciare a scavare.
Huntor Darko, il bulletto-barra-fighetto dell’intera Lawrence High School. Huntor era il teppista ma non si sa come era anche il ragazzo più amato dalle ragazze – e anche dai ragazzi. Che strana creatura poteva mai essere?
Una sola: il classico figlio di papà.
Guardate un po’, quando si dice il caso, suo padre era colui che finanziava la scuola.
Chi avrebbe mai avuto il coraggio di dargli un brutto voto che potesse essere in una materia o in condotta? Chi avrebbe mai convocato i suoi genitori a causa di una rissa? Quale genitore sarebbe andato sotto casa del Presidente Tanator Darko per chiarire che il figlio non si era rotto il naso cadendo dalle scale?
Fin’ora nessuno.
E ora, Dio solo sa il perché, Huntor e la sua compagnia avevano cominciato a chiamarla Buffy, l’ammazza vampiri.
Non che le desse fastidio, all’età di dieci anni l’amava con tutta se stessa, ma ora era più figa lei.
«Senti, Huntor, te lo dico col cuore in mano, oggi sono troppo di buon umore per ridurti in gelatina» disse Shiny, sorridendo. Poco al di fuori della sua visuale c’era una ragazza dai capelli neri, con un trucco pesante sugli occhi che la faceva sembrare più adulta di quella che in realtà fosse.
«Oh… capisco…» fece allora lei, puntandole gli occhi addosso «devi fare bella figura davanti alla tua troietta»
Touché.
Il mezzo sorriso sul volto di Shiny scomparve in meno di due secondi, incassando un potente pugno in pieno zigomo.
«Puttana…!» imprecò allora riacquistando equilibrio, asciugandosi il sangue che le usciva dal taglio, mentre gli amichetti di lui se la ridevano.
«Come ti permetti…?» ruggì il ragazzo, fremente di rabbia.
«Come sei…» sembrò cercare la parola, ancora a testa china, con la mano su metà viso. «…permaloso!» la parola fu seguita da un altro pugno che questa volta fu vibrato da Shiny e andò a colpire il petto di Huntor, all’altezza dello sterno, facendogli mancare un paio di respiri.
Con un movimento della testa, Shiny, si portò indietro dei ciuffi di capelli biondi che le erano usciti dalla coda alta.
L’altro venne tirato su dai compagni e quando si riprese, almeno in parte, si avventò di carica contro la ragazza, atterrandola.
La lotta andò vanti per un paio di minuti, e intorno a loro si era venuta a formare una sorta di arena di studenti.
Shiny si sentiva tirare i capelli, e lei come fosse reazione di riflesso, tirava una ginocchiata nell’inguine di lui; quando si sentiva tirare i vestiti, ecco che puntualmente dava una gomitata nel costato; fu solo quando si sentì bloccare a terra che tirò una testata in pieno viso all’altro, facendolo indietreggiare, sanguinante.
«’mo figa!» esclamò uno studente nel mezzo dell’arena, poi silenzio. Si sentivano solo il respiro affannato di Shiny e i gemiti di dolore di Huntor.
«Shiny!» Elenoire arrivò facendosi largo fra gli altri studenti, per aiutare l’amica a rialzarsi.
«Lasciami!» protestò il ragazzo, divincolandosi dalla presa degli amici.
Shiny, sorretta da Elenoire, si allontanò, lasciandosi alle spalle ragazzi che commentavano a bassa voce l’accaduto o che piuttosto restavano zitti.
Fu solo quando la folla si diradò completamente che in un angolo sotto ad una scrivania si intravide un leggero luccichio.

   
 
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