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Autore: Anthy_    05/02/2012    1 recensioni
[Dedicato ad Angel Shinigami]
Le lanciai un sorriso e mi sedetti accanto a lei, sbirciando incuriosita la sua lettura: un fumetto, mi dissi, un fumetto che si legge al contrario.  
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia amica otaku.

[Dedicato ad Angel Shinigami.

Grazie Anna-chan, grazie per l’amicizia che mi hai donato.]

 

Poche ore prima aveva piovuto, un tipico acquazzone primaverile.

Le foglie degli alberi -che accompagnavano il vialetto- si erano impregnate di gocce d’acqua e nell’aria di quel fresco pomeriggio d’aprile, aleggiava una


tiepida umidità, che pizzicava le gote e odorava di muschio selvatico.

Uno spiffero di vento mi scompigliò dispettoso i capelli corvini, accarezzandomi brusco il collo. Mi strinsi nel cappotto e cercai di affrettare il passo.

Non avrei mai voluto prendermi un raffreddore -o qualche grado di febbre- e dato che odiavo soffiarmi il naso, non volevo affatto ritrovarmi con uno


sgradevole e amaro catarro in gola. Così, riuscii a raggiungere la mia meta in poco più di cinque minuti.

L’edificio della biblioteca pubblica si stagliava dinanzi a me, con le sue larghe pareti intonacate di bianco e la sua enorme porta di legno scuro, che pareva


quasi fissarmi con occhi che non avrei saputo immaginare. Pulii le suole delle All Star sullo zerbino ed entrai con un cigolio della porta.

Mi apparvero i sette imponenti scaffali, ognuno contenenti chissà quanti libri, di cui il numero non avrei mai capito, forse un milione, o due.

Al bancone del ritiro libri, l’anziana signora ritirò il mio Piccole donne.

Dovevo finire di ripassare scienze per una prossima, temibile verifica, così mi affrettai a cercare un tavolo libero e fu in quella ricerca che la incontrai.

In completo silenzio stava seduta a un tavolo, con il polso e la mano chiusa a pugno a sostenere il capo -dai buffi riccioli castani-, chino a leggere.

Gli occhi marron chiaro seguivano concentrati e interessati ogni nuova parola. Avvertì la mia presenza e alzò il capo per squadrare la mia figura.

La osservai un istante. L’ho già vista, mi dissi, pur non ricordandomi dove; poi, tutto mi piombò davanti agl’occhi in un recente ricordo: Annarita!

Una mia compagna del corso scolastico di arte, abile pittrice e disegnatrice. Anche lei sembrò riconoscermi e parlò per prima: -Ehi ciao, sai chi sono?-

Le lanciai un sorriso e mi sedetti accanto a lei, sbirciando incuriosita la sua lettura: un fumetto, mi dissi, un fumetto che si legge al contrario.

L’altra lo passò nelle mie mani e lo sfogliai, mentre l’altra continuava: -Ora che ci penso, ci siamo già conosciute in quinta elementare, a Cesenatico.-

E in quel momento, tutto nella mia mente si compose ad immagine: quella piccola e buffa ragazzina senza apparecchio era lei!

Me ne meravigliai e restituii la lettura alla proprietaria, che chiese: -Sto leggendo Full Metal Alchemist, lo leggevamo insieme. Leggi ancora manga?-

Un lieve rossore m’imporporò leggermente le guance. Dovevo ammetterlo, dopo la gita scolastica a Cesenatico mi ero dimenticata dei manga.

Vergognosamente, mi ripetei in mente che mi ero anche dimenticata di lei. A salvarmi da quella domanda, ci fu sua madre, che sbucò accanto a noi.

-Annarita, dobbiamo andare.- le disse, mentre la figlia ritirava il libro nella borsa e con uno sbuffo si dirigeva con lei verso l’uscita della biblioteca.


Prima di varcare la soglia, mi sussurrò: -Domani... una risposta!-

 

***

 

Appoggiai la scatola dei pennelli sul tavolo, mentre la vedevo arrivare in lontananza.

Allegramente, scambiava qualche parola con un’amica. Feci un lungo respiro e per farmi forza, strinsi le mani in due pugni saldi.

Salutata l’amica, si diresse verso la porta dell’aula del laboratorio di arte e arrivata, si piazzò davanti a me, il viso dipinto in un sorriso raggiante.

-Ciao,- iniziò, giocherellando con un mio pennello. Aspettai la fatidica domanda: -Allora, nuovi disegni?- che non fu quella che mi aspettai.

La fissai leggermente confusa e in quel momento, sbucò accanto a noi la professoressa di arte, che ci fissò con il solito sorriso da simpaticona.

-Annarita, ti ho finalmente trovata!- esclamò, poi continuò, accingendosi ad uscire dal laboratorio: -Gli altri hanno già cominciato, manchi solo tu.-

La vidi lanciarmi un sorriso. Quando fui sicura che non mi vedesse, sospirai sollevata, pur sapendo che quella domanda sarebbe arrivata molto presto.

 

Un’ora e sedici minuti dopo.

 

Vidi una mano svolazzarmi davanti agl’occhi e agitarsi a destra e sinistra.

Mi girai verso la mia amica Sofia, che mi domandò: -Ehi, stai bene?- non attese una mia risposta, perché continuò: -Non devi farne una tragedia, sono sicura


che è comprensibile e capirà che ti sei dimenticata dei manga.-

La squadrai stranita. Come aveva fatto a sapere di quella storia? Poi, capii tutto e mi preparai a una bella botta in testa al mio amico Simone.

-Dovresti dirle la verità, in queste situazioni dicono che è sempre la cosa migliore da fare.- mi suggerì, seppur io esitassi a seguire quel consiglio.

-Suvvia, fatti forza!- cercò di rincuorarmi -Ho sentito dire che quella lì è di una gentilezza straordinaria e sa capire sempre gli sbagli degl’altri.-

Così, salutai con un sincero sorriso Sofia e mi ritrovai a cercare quell’altra, trovandola intenta a disegnare, seduta su un gradino delle scale.

Mi avvicinai silenziosamente e mi sedetti accanto a lei, ammirando il suo disegno, che riconobbi dopo qualche sforzo: Edward di Full Metal Alchemist.

Finito il disegno, aggiunse un “per una grande amica - W i manga:)”, lo piegò per bene quattro volte e me lo consegnò, con mio grande stupore.

Lo strinsi tra le mani e le rivolsi un sincero “grazie”, poi, cercai di dirle la verità: -Annarita, ti ricordi che mi avevi detto di darti una risposta?- lei annuì


lievemente -Ecco, io mi sono dimenticata dei manga. Mi dispiace.-

Lei sorrise e non si scompose a quella domanda, disse solo: -Grazie per avermi per detto la verità, però, i manga ti piacciono ancora, vero?-

Ovvio! Era ovvio che mi piacevano ancora e che da quel momento avrei cercato di leggere qualcosa, così risposi: -Sì, ovviamente!-

La vidi allargare il sorriso. -Allora, potremo incontrarci per leggerli insieme e disegnare manga!- esclamò, con la mia completa approvazione.

La campanella annunciò la fine dell’intervallo. Spiccò un balzo dalle scale e atterrò sul pavimento, mi salutò agitando un braccio in aria a dire “ciao”.

Sì, lo sapevo, quella ragazzina era piuttosto buffa e sapevo che anche la nostra amicizia sarebbe stata buffa, d’altronde, ne ero molto contenta.

In cima alla scale, che portavano alla mia classe, trovai la mia amica Giorgia, che mi domandò curiosa: -Ma chi è quella pazza che ti ha salutato?-

 

-Be', lei è... la mia amica otaku.-

 

 

[my chocolate] N.d.a.

Ecco Anna-chan, anche se ti ho fatto aspettare e aspettare, finalmente ho pubblicato la storia!

Spero ti sia piaciuta perchè c'ho messo il cuore a farlo, capito?

Ti voglio bene,

Choco :)

 


 

  
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