Ogni qualvolta un nuovo prigioniero giungeva, si teneva una cerimonia di arrivo a cui tutti i detenuti erano presenti.
Fu così che quella mattina, Mello, si ritrovò a dover farsi fretta durante la  colazione a base di barrette di cioccolato, cosa che lo irritò alquanto.
Erano tutti riuniti in auditorium, seduti (o accucciati a seconda) su scomode sedie, piuttosto economiche, quando, scortati da alcune guardie (leggasi: esercito), i due nuovi entrarono.
Calò il silenzio.
Sembravano normali, a dispetto del file, eccetto il fatto che si muovevano in stile gemelli dei cartoni.
 La loro presentazione, se presentazione si può chiamare, costituì in una squadrata generale a tutti i presenti, e a un sospiro.
Wammy, però, era deciso a far di tutto per costringerli a non auto-isolarsi come al solito, e per questo, domandò loro, sapendo di irritarli ma fregandosene, di presentarsi in maniera più esauriente.
Loro inizialmente lo fulminarono con lo sguardo, ma alla fine, alzando gli occhi al cielo,  si accinsero a parlare.
“Ciao…” dissero contemporaneamente poco convinti.
Quasi tutti alzarono un sopracciglio, o assunsero comunque un’espressione fra lo stupore e lo scherno.
 
“Io sono Beyond Birthday”
“Io sono Joanna Strawberry”
Alla metà delle persone venne in mente il team rocket dei Pokemon, l’altra si chiese che diamine di cognomi avessero quei due.
“…”
Wammy li guardò con fare incoraggiante, e fece un cenno con la testa invitandoli a continuare.
“Siamo due assassini” dissero infine, con fare annoiato.
Wammy si portò le mani alla testa, scoraggiato, e molti dei presenti sgranarono gli occhi.
A un tratto, entrambi puntarono gli occhi contro Near, con un odio molto…. Molto… molto!
E il povero ragazzo si nascose dietro la scatola del suo puzzle bianco.
Wammy intuì prontamente la situazione e cercò di distrarre i due, con un vasetto provvidenziale di marmellata di fragole.
Lo lanciò loro, e due mani si protesero a prenderlo.
“Ha!” esclamarono gioiosi, guadagnandosi una serie di occhiatacce.
“Emmm” dissero poi rendendosi conto di ciò che avevano fatto.
“Bene, bene, davvero molto simpatici, veh? Oh beh.. andate ora… o meglio… GUARDIE! Scortateli nelle loro camere! E voi… venite, seguitemi, e vi mostro le vostre, ok? Bene, bene!!!”
“Non sono separate… vero?”
“Emmm no!”
E fu così, che quella strana cerimonia, si concluse.
Poco dopo, Cleo, stava andando in camera di Matt per una partita a Need for Speed, quando riconobbe la bianca figura di Near, in un angolo, leggermente perplesso, con davanti i due nuovi in piedi che lo guardavano con un sorrisino sadico, scrocchiandosi le dita.
“Oh cavolo…” mormorò, avvicinandosi e parandosi davanti a lui.
“Ma che fate, si può sapere?”
I due si strinsero nelle spalle e dissero all’unisono:
“Lo picchiamo, no?”
“Emm… ma non dovete farlo!”
“Perché no?”
“Perché si???”
“Perché si!”
“Oooh… basta! Mi state confondendo voi due! ”
“Era il nostro scopo… ora te ne vai e ci lasci picchiare il nanerottolo albino in pace?”
“Ma anche no!”
“Oppure si”
“La volete smettere?!”
“Di fare cosa?”
“Lo sapete!”
“No, sul serio!”
“Oooh… mi fate venire il mal di testa! Il punto è… andate via e lasciate Near in pace!”
“No”
“Si!”
La ragazza disse: “Dai, Beyond… mi sto annoiando… ho voglia di picchiare qualcuno… ”
“Si anche io, ma… non so, questa ragazza è carina, non ho voglia di romperle il naso!”
E Cleo, un po’ scioccata: “Ma-ma-ma.. MA!”
“Zitta tu!”
“Ehi!”
“Dicevamo… ti va di picchiare qualcun altro?”
“… mmmh… tipo te?”
“Tanto vinco io”
“Seee… certo…”
“Scommettiamo?”
“Aha!”
Cogliendo al volo quell’occasione, Cleo e Near erano decisamente scappati.