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Autore: Back To Vegas Skies    05/02/2012    3 recensioni
Gabe e Alex ignoravano completamente la loro esistenza, sempre circondati da decine di ragazzi adoranti che avrebbero fatto di tutto pur di essere ammessi nella loro ristrettissima cerchia, di cui facevano parte solo pochi e selezionati fortunati, riscuotendo l’invidia dell’intero istituto. Sì, perché Gabe Saporta, simpatico e divertente, Alex Greenwald, bello e brillante, Travis McCoy, l’ombra di Gabe e gay dichiarato, Dallon Weekes, che con quegli occhioni blu riusciva ad ammansire le folle, e Brendon Urie, il più piccolo del gruppo, erano i ragazzi più popolari del St. Patrick e chiunque aveva almeno una volta desiderato essere loro amico, per poter essere al centro dell’attenzione di tutta la scuola. Ma William e Ryan non avevano intenzione di entrare nel loro gruppo, si limitavano ad osservarli da lontano, sperando che, prima o poi, si sarebbero accorti di loro.
[The Academy Is...,Cobra Starship,Pete Wentz,Travis McCoy,Panic!At The Disco, Alex Greenwald,The Cab]
Storia scritta a quattro mani da me e Annabells, nata così all'improvviso e vista crescere a dismisura sotto i nostri occhi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, Panic at the Disco, The Academy Is
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15

Hey baby, do you see me because I'm staring at you?
Hey baby, I want you.

 
Il preside si alzò durante la colazione del lunedì, attirando immediatamente su di sé l’attenzione di tutti i presenti. Bene, era arrivato il momento di un nuovo lavaggio del cervello per le sue pecorelle.
- Buongiorno, allievi del St. Patrick. Spero per voi che le lezioni stiano procedendo nel modo migliore possibile.
Nessuno rispose, così continuò.
- Come quasi tutti voi ben sapete, si avvicina Halloween e, come ogni anno, si terrà un party, gentilmente organizzato dall’egregio professor Smith - dicendolo si girò verso di lui con un sorriso accattivante, ma lo beccò a fissare con aria assente verso uno dei tavoli degli studenti - e dal professor Balckinton. Chiunque voglia iscriversi al comitato organizzativo è pregato di lasciare una propria firma in bacheca e presentarsi questo pomeriggio alle tre nell’ufficio di Greta.
Il silenzio regnava nella sala e solo i nuovi arrivati sembravano eccitati dalla notizia.
- Bene. Sapete anche che ci sono delle regole da rispettare. Sì, anche per lei, signor Greenwald, è inutile che sbuffa. Niente alcolici, niente fumo e a mezzanotte e un minuto dovrete essere tutti nelle vostre camere.
Il ragazzino, quel Deleon, che lo importunava continuamente, pendeva dalle sue labbra come se stesse pronunciando chissà quale formula magica.
- Potrete invitare chiunque volete, ammesso che anche queste persone lascino l’istituto entro mezzanotte. Chiaro, signor Saporta? Stavolta verrò personalmente a controllare sotto il suo letto.
Stranamente il ragazzo, che era una delle sue spine nel fianco da quando aveva messo piede in quella scuola, era seduto silenziosamente, con la testa poggiata su una mano e si limitò ad annuire, evitando di fare uno dei suoi soliti commentini sarcastici.
Il preside si meravigliò, probabilmente gli era successo qualcosa. Ma lui era troppo un gradino al di sopra dei suoi allievi per preoccuparsene. Inoltre, cominciava a preoccuparsi seriamente per Spencer. Era troppo allegro, troppo sorridente in quegli ultimi tempi. Era quasi convinto che vedesse qualcuno. Ma chi? Smith non lasciava quasi mai la scuola, se non per motivi necessari, e Pete dubitava avesse potuto conoscere qualcuno durante il suo giorno libero mensile. E poi, adesso che ci pensava, quel mese era addirittura restato a scuola. Quindi la ragione della sua felicità andava cercata all’interno dell’Istituto… Che fosse Jon? Nah, Walker era sempre troppo occupato a fare musica o a girare intorno allo stesso preside per potersi interessare a Smith. Uhm… Allora l’unica risposta era… uno studente? Cercò di allontanare questo pensiero, ma davvero, sembrava l’unica spiegazione plausibile. Anche perché sapeva come funzionavano queste cose. Anche lui, all’università, si era portato a letto un suo professore per “sistemare” un po’ i suoi voti. Sorrise al ricordo dei vecchi tempi, poi guardò verso i tavoli degli allievi, cercando qualcuno dall’espressione colpevole. Ma tutto ciò che vide furono solo facce assonnate da lunedì mattina. L’unica soluzione era tenere d’occhio Smith.
 
Tom odiava essere quello nuovo, specialmente se era quello nuovo tra le matricole. Infatti, causa problemi famigliari, non era potuto partire da Chicago prima dell'inizio della terza settimana di scuola. Almeno, si disse, aveva avuto modo di fare amicizia con il suo compagno di stanza, Sean e altri due ragazzi: Ryan j e Max. E se con loro era riuscito a scambiare qualche parola, non era riuscito a fare lo stesso con lo stupendo, meraviglioso, Dallon Weekes. Ci aveva provato a parlare qualche volta, ma il ragazzo era sempre in compagnia di qualcuno e il fatto che lui fosse goffo e timido non aiutava nella faccenda.
Più volte gli aveva chiesto un’informazione e con suo immenso piacere aveva avuto anche una risposta simpatica, a conferma del fatto che il ragazzo non era solo bello ma non gli mancavano certo la simpatia e l'educazione. Più di quello però, non era riuscito ad ottenere, date le sue scarse doti da seduttore. Il problema stava anche -e soprattutto- nel fatto che non aveva la minima idea di come farsi notare. La prima volta che Dallon gli aveva rivolto la parola, per indicargli la classe di Biologia, non era neanche riuscito a dirgli “grazie”. In più, il fatto che quella scuola fosse piena di bei ragazzi lo demoralizzava, primo fra tutti Alex, il miglior amico del soggetto in questione. Perché doveva essersi preso una cotta per il ragazzo più bello e corteggiato della scuola? Si sentiva il protagonista di un film scadente… peccato che per lui non ci sarebbe stato alcun colpo di scena.
 
- Alex mi aiuteresti con quelle scatole, per favore?- chiese Greta, con la sua solita espressione dolce e gentile.
- Certo, non voglio mica che si dica che la cavalleria è morta! - rispose affabile a sua volta, mentre sentiva qualcuno sbuffare.
Qualcuno che sicuramente rispondeva al nome di Dallon. Il ragazzo era stato strano ultimamente, Alex non riusciva a capire cosa non andasse con l'amico. Negli ultimi giorni era stato scostante e irritabile, comportamenti non proprio da lui. L'unica cosa a cui poteva pensare che avesse causato tutto ciò era stata la sua frequentazione con Greta. Si sentiva come diviso in due, nonostante volesse seriamente Greta, non voleva e non poteva rinunciare al suo più grande amico. Anche perché non voleva e non era quel tipo di persona che una volta entrata in una relazione sparisce. E poi, a dirla tutta, era presto per parlare di una relazione, non conosceva bene Greta, era ancora pieno di tutte le sue fantasie sulla ragazza. Per quello che ne sapeva, sotto l'aspetto di Cenerentola poteva esserci la strega di Biancaneve. Già una volta, era stato con una ragazza che sembrava carina e delicata quando in realtà si era rivelata  una vipera, doveva solo ringraziare Z, la sua amica che l'aveva aiutato a scaricarla senza temere le sue ire.
Una volta che le scatole furono messe al loro posto, entrarono nella stanza il professor Smith e Blackinton, che avevano il dovere di controllare e coordinare il procedimento dei preparativi. Si andò a sedere accanto al suo amico, mentre Greta sedeva la suo fianco, attendendo l'inizio della riunione in cui si sarebbe deciso più o meno tutto.
A cominciare- con poca sorpresa generale- era stato Ryland, noto per l'entusiasmo messo nell'organizzare le feste. Smith, dall'altra parte, sembrava che volesse essere altrove  e… poteva essere un succhiotto quello che aveva sul collo?
Ridacchiando, cercando di non dare nell'occhio, diede un piccola gomitata a Dallon per attirare la sua attenzione. Quando l'altro, infastidito, si girò nella sua direzione gli indicò il collo del professore. In risposta ebbe solo un sorriso compiaciuto e saccente, non proprio il tipo di risposta su cui contava.
-Quindi?- si limitò a rispondergli, a tono basso, mentre Ryland continuava a spiegare il significato pagano della festa a Greta e Spencer.
- E' un succhiotto!- disse con enfasi, come se questo bastasse a spiegare il tutto.
- Oh, davvero? Non l'avrei mai detto.
Il ragazzo non rispose più, dato che Smith gli fece una domanda e tra un’idea e un'altra si dimenticò momentaneamente di tutto. A parte di come Greta gli sorridesse.

Darren era nervoso. Nervoso perché le voci che gli erano giunte all’orecchio sul conto dell’uomo che stava per incontrare era discordanti. Se i suoi professori gli avevano caldamente raccomandato quella scuola, i suoi coetanei che l’avevano frequentata si facevano una bella risata ogni volta che lui gli nominava il preside Wentz. Sapeva che era un uomo rigido e ligio al dovere, ma non ne era molto sicuro. Comunque, ormai era lì e sarebbe stata una stupidaggine tornare indietro. Gli serviva solo qualche mese di pratica come tirocinante e poi sarebbe potuto diventare un professore a tutti gli effetti, come aveva sempre desiderato. E poi, era inutile che continuava a girarci intorno, aveva scelto quella scuola solo perché era un College maschile, il che significava ragazzi, il che significava che avrebbe potuto rimorchiare un giorno sì e l’altro pure. Sorrise a questa prospettiva ed entrò nello studio. Ad attenderlo, nell’ufficio, però, non c’era il preside, bensì una bella ragazza bionda, dall’espressione dolce, che lo salutò con un sorriso.
- Darren Robinson? - chiese lei, continuando a sorridere. Lui annuì e le porse la mano.
- Io sono Greta, la segretaria del professor Wentz. Arriverà a minuti, può aspettarlo qui, per piacere?
- Oh, sì, certo, non si preoccupi - la rassicurò lui e lei, con un altro sorriso, lasciò la camera.
L’ufficio era ordinato, pieno di libri e scaffali. Al muro c’erano appesi diversi quadri, tra i quali spiccava il ritratto di un giovane uomo con i capelli scuri e un sorriso smagliante. Chissà chi era… forse suo figlio... Comunque, sperava che il preside non avrebbe fatto problemi, perché, davvero, entrando aveva già adocchiato qualcuno di interessante…
- Buongiorno, signor Robinson, scusi per il ritardo.
Il ragazzo, o meglio, l’uomo della foto gli sorrise mentre attraversava l’ufficio e prendeva posto dietro la scrivania, prima di allungargli la mano e stringergliela.
Wow. Darren non si aspettava fosse così giovane!
- A quanto ho capito lei ha bisogno di qualche mese di tirocinio, giusto?
- Sì, signore - rispose, porgendogli il suo fascicolo.
- Mh, ottimi voti, laureato l’anno scorso… Per me può iniziare anche subito! E chi sa, un bel ragazzo come lei potrebbe anche trovare un posto fisso qui… - il preside gli sorrise, prima di restituirgli i fogli.
Darren non rispose. Il preside stava per caso… flirtando con lui?
- Benvenuto al St. Patrick - aggiunse l’uomo, prima di stringergli la mano di nuovo e sorridergli sensuale.
 
Ryan non era un grande fastaiolo, tantomeno un grande amante dell'alcol- per ovvi motivi- per cui l'idea di andare alla festa non gli faceva fare i salti di gioia. Specialmente visto il fatto che quell'anno non avrebbe avuto Will al suo fianco, dato che all’amico era toccato andarci con Travis.
Avrebbe potuto chiedere benissimo a Brendon, ci aveva pensato diverse volte, ma aveva preferito evitare. Stare intorno al ragazzo- che equivaleva a molto tempo- lo rendeva agitato, come se non sapesse comportarsi o peggio ancora come se camminasse su un campo minato. Il motivo? Non voleva fare la figura dell'idiota e tantomeno quella del cinico senza cuore. Voleva che Brendon vedesse più di quello che vedevano gli altri, almeno quanto bastasse per avere un rapporto civile. Ma la sua famosa incapacità sociale aveva la meglio, ogni singola volta.
La soluzione- o il piano B- a tutto ciò rispondeva al nome di Ian. Il piano era semplice: lui a Ian sarebbero andati insieme, così che la presenza del più piccolo vicino a Spencer sarebbe stata in parte giustificata e lui evitava di avere un Brendon scodinzolante in mezzo ai piedi. Semplice e vantaggioso non solo per lui: il piano perfetto.
Non dovette cercare nemmeno Ian, poiché come al solito era nella sua stanza a fare dio solo sà cosa con Brendon, anche se quel giorno c'era anche Cash. Non appena entrò, i ragazzi guardarono nella sua direzione.
- Ian posso parlati un attimo?- chiese senza perdersi in discorsi inutili e senza badare all'espressione curiosa di Brendon o a quella sarcastica di Cash.
- Si, certo, vuoi andare fuori?- gli chiese il più piccolo.
- Si, sarebbe meglio... Ti aspetto.
Ryan fece per uscire ma, ovviamente, Brendon non aveva gradito di essere stato palesemente ignorato.
- Ry! Sono riuscito a rubare, ok , a prendere in prestito al nuovo ragazzo il dvd di Factory Girl, ti va di vederlo stasera? Certo so che è un film da ragazze, ma pur sempre meglio di niente, no?
Ryan cercò di non dirgli che era il suo film preferito e si limitò ad annuire, così da evitare di dire qualsiasi cosa che lo avesse messo in imbarazzo. Poi Ian si alzò e si uscirono dalla stanza. Ryan iniziò subito.
- Credo sia arrivata l'ora di parlare... Forse ti sono arrivate voci sul fatto che io e Spencer siamo legati da una forte amicizia. Beh, questo non è esattamente vero - disse facendo una pausa e osservando il più piccolo, che si era accigliato, prima di continuare - Spencer per me è più di un amico... È un fratello. Questo comporta che devo chiederti che intenzioni hai con lui. Sta rischiando molto per stare con te e non sto alludendo a niente, voglio solo assicurarmi che è in buone mani. Sembri un bravo ragazzo Crawford, ma fagli del male e te ne pentirai. Potrei essere gracile ma ti posso assicurare che oltre ad essere vendicativo posso essere anche particolarmente sadico.
Ian, che inizialmente sembrava impaurito, si riprese, non lasciandosi intimorire.
- Apprezzo il discorso, ma davvero, non ci sono rischi del genere. Mi piace, Ryan, Spencer mi piace davvero e l'ultima cosa che voglio è che qualcosa rovini tutto.
Ryan annui, prima di parlare, questa volta in maniera meno seria.
-Bene, detto questo, noi stiamo per andare alla festa insieme. Tranquillo, non ci voglio provare con te, ma se la gente crede che siamo amici non penserà che è così strano che tu e Spencer passiate del tempo insieme.
- Ma… non preferiresti andarci con qualcun'altro?
- Tipo?
- Che so, Brendon?
Ian disse questo con aria ovvia e le sopracciglia alzate. Era così evidente che iniziava ad interessargli il ragazzo?
 
Mancavano due giorni alla festa, quando Gabe capì che non voleva che Vicky lo raggiungesse. Perciò, per evitare di averla intorno ed evitare che notasse il suo calo d'umore, pensò di chiamarla per dirgli che non sarebbe andato alla festa e che non aveva voglia di festeggiare.
Doveva trovare solo una scusa convincente o almeno abbastanza convincente da non farla insospettire, specialmente perchè riconosceva che nelle ultime settimane non si era comportato esattamente come al solito.
 Ci aveva pensato su parecchio prima di decidere quale scusa usare, non era bravo in questo.
La chiamata era durata un’ora prima che Gabe gli dicesse della festa, aveva voluto addolcire la ragazza prima di dirglielo.
Vicky sembrava averla presa bene, nel senso che aveva trovato possibile il fatto che i ragazzi non volevano fidanzate -e simili- durante quella festa. Però era più una facciata, quelle poche volte che Vicky si era mostrata accondiscendente erano sempre stati casini, era come cercare di nascondere un cadavere sotto un tappeto. Era solo facciata, anche perché, dopo aver acconsentito, gli aveva chiesto se la stava tradendo, se c'era un'altra ragazza... Diretta, senza peli sulla lingua: semplicemente Vicky, si era innamorato di lei anche per questo.
Gabe non ebbe difficoltà a mentire, con sua sorpresa, anche perché in effetti non l'aveva tradita e tantomeno c'era una ragazza al centro dei suoi pensieri.
Cercò di rassicurarla, gli disse che l'amava più volte prima che la ragazza sembrasse quantomeno convinta o almeno rassicurata. Contrariamente a lui, che si sentiva come se qualcuno gli avesse tirato un calcio nello stomaco. Il senso di colpa era qualcosa a cui non era abituato e temeva che non si sarebbe mai adattato. Ma del resto cosa poteva fare? Non poteva obbligare Will ad amarlo e spezzare il cuore di Travis e tantomeno poteva lasciare Vicky così. L'amava, a modo suo, erano tre anni che stavano insieme e per uno come lui non era poco, era un record. Sarebbe stato uno scemo a rinunciare a lei per un pugno di stupidi sentimenti.
Una volta finita la chiamata andò a chiudersi in bagno, sperando che l’acqua bollente avesse potuto aiutarlo a rilassarsi - anche se sarebbe solo voluto annegare. Quando la sua vita era diventata una seria tv per ragazzini emo?
 
 
 


* * *
Well, eccoci qui!
Grazie 5436454698mila a chi ha letto <3

Per chi non li conoscesse, Tom Conrad è lui ->  http://cdn.buzznet.com/assets/users16/justlikestars/default/tom-conrad--large-msg-118461593141.jpg (ex membro dei The Academy Is… e attuale chitarrista dei The Empires, ed è stupendo <3)
Invece Darren Robinson (aka Nasino Bello aka marito di Ros) è lui -> http://blogs.phoenixnewtimes.com/uponsun/darren.jpg (è il chitarrista dei Phantom Planet, che Ros e Anna hanno reso gay tanto per divertimento LOL)
Bene, speriamo che il capitolo vi sia piaciuto! Fateci sapere cosa ne pensate :3
 
A domenica <3
 
P.P.S. La festa di Halloween sarà qualcosa di EPICO. Succederà DI TUTTO. Vi abbiamo avvisate :3  
P.S. Avete visto il Gabilliam? Sì? GHVGHJVHG. 
   
 
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