Sarah
MacKenzie sorrise, mentre sfilava le chiavi dalla
serratura, entrando nel suo appartamento. Aveva sentito una voce
maschile
provenire dal bagno: lui era già arrivato e stava canticchiando sotto
la
doccia.
Aveva fatto
più tardi del previsto. Uscita dall’ufficio, con un taxi era andata a
ritirare
l’auto dal meccanico. Una settimana prima un guasto ai freni l’aveva
costretta
a portarla ad aggiustare. Fortunatamente si era accorta del problema
mentre
stava andando piano: era riuscita a sterzare e non aveva tamponato
nessuno.
Rabbrividì all’idea di cosa sarebbe potuto succedere, se solo il guasto
si
fosse verificato in un momento in cui stava andando a maggior
velocità. Quella sera anche il meccanico aveva confermato
d’aver
trovato strano quel guasto. L’auto era relativamente nuova e in ottimo
stato.
Inoltre lei stessa era una maniaca dei controlli: l’ultimo risaliva
appena a
tre mesi prima. Tuttavia non aveva saputo dirle altro. Se sospettava
una
manomissione, certamente il lavoro era stato fatto in maniera accurata,
in modo
tale da non lasciare traccia. Impossibile, quindi, accertarlo. Andare
alla
polizia non sarebbe servito a nulla: sapeva quanto fossero necessarie
prove
concrete perché le forze dell’ordine prendessero in considerazione
l’ipotesi di
un attentato alla sua vita.
Magari era stato davvero un caso. Doveva trattarsi di un
caso! Del resto chi avrebbe potuto avere l’intenzione di farle del male
di
proposito? Decise di non pensarci più: meglio gustarsi la serata
piacevole che
l’attendeva, anziché continuare a tormentarsi con quelle supposizioni.
Posò la
cartella da lavoro, si sfilò velocemente le scarpe
e si diresse verso la camera per spogliarsi. Voleva raggiungerlo al più
presto!
Una bella doccia con l’uomo che stava canticchiando oltre la porta era
proprio
quello che le ci voleva, dopo la giornata appena trascorsa in
ufficio. Era stata dura con l’ammiraglio. Non sarebbe stato
facile,
nei prossimi giorni, a meno che… Doveva riflettere
attentamente su come risolvere la situazione, per
evitare di incappare ancora nelle ire di Chegwidden, altrimenti poteva
dire
addio alla sua carriera al Jag.
Accidenti! Le
cose, così, non potevano andare avanti!
Ora, però,
non aveva nessun’intenzione di pensare anche a
come risolvere i problemi che aveva in ufficio. Al momento voleva
concedersi
una bella doccia rilassante… e non solo!
Un capogiro
le fece perdere l’equilibrio…
Cosa le stava
succedendo? Altre due volte, nel corso
dell’ultima settimana, le era capitato d’avere questi improvvisi
giramenti di
testa. Forse si trattava solo di stress causato dalla tensione in
ufficio e
dalle preoccupazioni per la faccenda dell’auto… Si sedette,
fece un profondo respiro e cercò di calmare
l’ansia. Domani avrebbe fatto un salto dalla sua dottoressa, per capire
cosa
non andava. Aveva sempre avuto una salute di ferro... Strani, questi
giramenti.
L’unico problema che, fin da ragazza, aveva avuto quando era sotto
tensione,
era il suo ciclo che ritardava. Aveva
imparato a convivere con il problema, anche su suggerimento della sua
ginecologa. La dottoressa le aveva spiegato che spesso, il corpo,
reagisce in
maniera strana allo stress della mente. In alcune persone fa venire
l’ulcera,
altre soffrono d’emicranie terribili, altre ancora hanno ritardi.
Bhè... ora
andava molto meglio! Doveva trattarsi proprio di stress, se
dopo
pochi respiri lenti e profondi immediatamente la situazione era
migliorata.
Non aveva davvero motivo di preoccuparsi.
La voce
nell’altra stanza continuava nel suo monologo
musicale. Era ora di raggiungerlo!
Prestando
attenzione a non fare rumore, entrò di soppiatto
in bagno. Aspirò immediatamente il profumo maschile che vi aleggiava e
si sentì
subito meglio. Poi, attraverso il vetro appannato della doccia, vide il
suo
corpo e sentì un calore invaderla completamente. Non si trattava del
caldo del
vapore… e neppure derivava dal capogiro di poco prima. Era inutile:
ogni volta
che posava gli occhi su di lui, reagiva come una ragazzina!
Aprì la porta
della doccia e gli sfiorò la schiena con la
mano. Pur avendola sentita, non si voltò immediatamente. Lei capì che
desiderava che lo raggiungesse. Allora entrò sotto il getto d’acqua
calda e gli
si avvicinò, cingendolo da dietro, e posando le labbra sui suoi
muscoli. Lentamente lui si voltò tra le sue braccia, la
strinse a
sé e le cercò le labbra. Sarah rispose a quel bacio, come ad ogni altro
che lui
le dava.
La cena
avrebbe atteso ancora un po’…