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Autore: Alexandra_ph    05/02/2012    1 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Fly with me ed è stato scritto nella primavera del 2003.
A quei tempi la mia ispirazione procedeva in direzione diversa rispetto alle puntate della 7a stagione che stavano trasmettendo (forse perchè erano puntate ben poco shipper...) e così ne venne fuori una "storia parallela", che seguì la sua strada...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Capitolo 3


Sarah MacKenzie sorrise, mentre sfilava le chiavi dalla serratura, entrando nel suo appartamento. Aveva sentito una voce maschile provenire dal bagno: lui era già arrivato e stava canticchiando sotto la doccia.

Aveva fatto più tardi del previsto. Uscita dall’ufficio, con un taxi era andata a ritirare l’auto dal meccanico. Una settimana prima un guasto ai freni l’aveva costretta a portarla ad aggiustare. Fortunatamente si era accorta del problema mentre stava andando piano: era riuscita a sterzare e non aveva tamponato nessuno. Rabbrividì all’idea di cosa sarebbe potuto succedere, se solo il guasto si fosse verificato in un momento in cui stava andando a maggior velocità. Quella sera anche il meccanico aveva confermato d’aver trovato strano quel guasto. L’auto era relativamente nuova e in ottimo stato. Inoltre lei stessa era una maniaca dei controlli: l’ultimo risaliva appena a tre mesi prima. Tuttavia non aveva saputo dirle altro. Se sospettava una manomissione, certamente il lavoro era stato fatto in maniera accurata, in modo tale da non lasciare traccia. Impossibile, quindi, accertarlo. Andare alla polizia non sarebbe servito a nulla: sapeva quanto fossero necessarie prove concrete perché le forze dell’ordine prendessero in considerazione l’ipotesi di un attentato alla sua vita. 
Magari era stato davvero un caso. Doveva trattarsi di un caso! Del resto chi avrebbe potuto avere l’intenzione di farle del male di proposito? Decise di non pensarci più: meglio gustarsi la serata piacevole che l’attendeva, anziché continuare a tormentarsi con quelle supposizioni.

Posò la cartella da lavoro, si sfilò velocemente le scarpe e si diresse verso la camera per spogliarsi. Voleva raggiungerlo al più presto! Una bella doccia con l’uomo che stava canticchiando oltre la porta era proprio quello che le ci voleva, dopo la giornata appena trascorsa in ufficio. Era stata dura con l’ammiraglio. Non sarebbe stato facile, nei prossimi giorni, a meno che… Doveva riflettere attentamente su come risolvere la situazione, per evitare di incappare ancora nelle ire di Chegwidden, altrimenti poteva dire addio alla sua carriera al Jag.

Accidenti! Le cose, così, non potevano andare avanti!

Ora, però, non aveva nessun’intenzione di pensare anche a come risolvere i problemi che aveva in ufficio. Al momento voleva concedersi una bella doccia rilassante… e non solo!

Un capogiro le fece perdere l’equilibrio…

Cosa le stava succedendo? Altre due volte, nel corso dell’ultima settimana, le era capitato d’avere questi improvvisi giramenti di testa. Forse si trattava solo di stress causato dalla tensione in ufficio e dalle preoccupazioni per la faccenda dell’auto… Si sedette, fece un profondo respiro e cercò di calmare l’ansia. Domani avrebbe fatto un salto dalla sua dottoressa, per capire cosa non andava. Aveva sempre avuto una salute di ferro... Strani, questi giramenti. L’unico problema che, fin da ragazza, aveva avuto quando era sotto tensione, era il suo ciclo che ritardava.  Aveva imparato a convivere con il problema, anche su suggerimento della sua ginecologa. La dottoressa le aveva spiegato che spesso, il corpo, reagisce in maniera strana allo stress della mente. In alcune persone fa venire l’ulcera, altre soffrono d’emicranie terribili, altre ancora hanno ritardi.

Bhè... ora andava molto meglio! Doveva trattarsi proprio di stress, se dopo pochi respiri lenti e profondi immediatamente la situazione era migliorata. Non aveva davvero motivo di preoccuparsi.

La voce nell’altra stanza continuava nel suo monologo musicale. Era ora di raggiungerlo!

Prestando attenzione a non fare rumore, entrò di soppiatto in bagno. Aspirò immediatamente il profumo maschile che vi aleggiava e si sentì subito meglio. Poi, attraverso il vetro appannato della doccia, vide il suo corpo e sentì un calore invaderla completamente. Non si trattava del caldo del vapore… e neppure derivava dal capogiro di poco prima. Era inutile: ogni volta che posava gli occhi su di lui, reagiva come una ragazzina!

Aprì la porta della doccia e gli sfiorò la schiena con la mano. Pur avendola sentita, non si voltò immediatamente. Lei capì che desiderava che lo raggiungesse. Allora entrò sotto il getto d’acqua calda e gli si avvicinò, cingendolo da dietro, e posando le labbra sui suoi muscoli. Lentamente lui si voltò tra le sue braccia, la strinse a sé e le cercò le labbra. Sarah rispose a quel bacio, come ad ogni altro che lui le dava.

La cena avrebbe atteso ancora un po’…

 


  
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