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Autore: pikaendpichu98    05/02/2012    3 recensioni
Ciao a tutti , sono tornata con il 1 cappy di una nuova f.f (pokèshipping). E se due dei nostri amici fossero i prescelti di una leggenda? E se entrasse in scena un altro nemico? Ho destato la vostra curiosità? spero proprio di si, se vi và leggete e recensite!
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo quella voce.
Quella voce così tremendamente familiare lo stava chiamando.
Chi era?
Perché non poteva vederla?
Tutto intorno a lui era bianco, vuoto.
Poi improvvisamente nero.
E poi di nuovo bianco.
Bianco e nero.
Nero e bianco.
Due entità che si fondevano in una cosa sola.
Due opposti che si inseguono in una danza infinita.
“Perché vuoi combattermi?”
La danza si fece sempre più sfrenata, fino a creare un immenso vortice che stava risucchiando Ash.
“Non combattere Ash”
 
Di scatto Ash si alzò a sedere sul letto, completamente sudato e spaesato.
Era come se il suo corpo fosse tutto intorpidito.
Provò a creare una fiammella dalla mano, ma da essa fuoriuscì appena qualche scintilla, sembrava che lo spirito della Sfera Rossa fosse in qualche modo sopito, che fosse colpa del sogno?
Un violento bussare alla porta lo riscosse dai suoi pensieri, era Max
–Ash forza. Devi prepararti, stiamo per partire- già, tra poco la navetta del Team Magma sarebbe partita per raggiungere il luogo  stabilito da Cyrus per la creazione del nuovo mondo.
Quello era il giorno in cui il destino dei due prescelti avrebbe dovuto compiersi.
Ash uscì dalla sua camera e raggiunse Max –Finalmente il grande giorno è arrivato, ragazzo. Finalmente potrai annientare il tuo peggior nemico-
Ma Ash non ascoltava una sola parola, nella sua mente risuonava quella frase “Perché vuoi combattermi?”.  Possibile che la voce del suo sogno fosse quella del suo avversario?
Max e il corvino passarono per il corridoio che conduceva alla sala comandi della navetta.
Paul era lì, e quando Ash gli passò di fianco, testa bassa e sguardo vuoto,  gli bastò meno di un secondo per leggere il suo stato d’animo e constatare che la Sfera Rossa si stava facendo sopraffare dalla forza di volontà del ragazzo, lui aveva un inconscio bisogno fisico di quella ragazza, la stessa che gli parlava nei suoi sogni, e nel suo corpo era in corso una battaglia tra la sua vera anima e il suo elemento.
Lo guardò negli occhi.
Non erano più arancioni.
Ma a questo poteva facilmente porre rimedio: la Sfera aveva solo bisogno di essere risvegliata e soprattutto motivata.
Così Paul senza preavviso si scagliò contro Ash sbattendolo al muro e tenendolo per il collo.
Il ragazzo più grande si avvicinò all’orecchio di Ash che cercava in tutti i modi di levarsi quella mano dalla gola, se non fosse stato un dominatore sicuramente sarebbe già morto
–Hai intenzione di farti battere in questo modo!? Se ti lasci sopraffare così da un moccioso qualsiasi non sei degno del nome che porti-
Paul non si riferiva ad Ash, bensì all’elemento del fuoco.  
Poiché il fuoco è l’elemento più facilmente irritabile bastò una minima provocazione per far si che esso riprendesse con violenza il controllo della mente di Ash.
Ash sentì delle ritmiche pulsazioni alle tempie che aumentavano di frequenza e contemporaneamente di  intensità.
Non capiva più niente, il sangue gli pulsava in tutto il corpo specialmente nella testa, il dolore stava diventando insopportabile.
Cercava di tenersi la testa con le mani ma la stretta di Paul glielo impediva, non riusciva a fare altro che agitare il capo ad occhi chiusi. Tentava di liberarsi ma ogni movimento che cercava di fare veniva sopraffatto dal dolore, le pulsazioni ormai divenute così frequenti da sembrarne una sola, riuscivano a mozzargli il respiro.
Ad un certo punto però si interruppero.
Ash riaprì gli occhi, il dolore era cessato, e il silenzio piombò nel corridoio.
Ma non sarebbe durato a lungo.
Improvvisamente un’altra fitta gli attraversò le tempie, un dolore inimmaginabile, indescrivibile.
Come se qualcosa lo stesse corrodendo dall’interno, come se qualcosa volesse… dominarlo.
Gli occhi del ragazzo di accesero e con un grido liberò una vampata incandescente che inglobò lo stesso Paul, una potenza che Ash non aveva mai raggiunto, tale da far indietreggiare perfino il più forte dominatore di tutto il Team Galassia.
Era il Fuoco a dominarlo.
Appena Paul allentò di poco la stretta Ash lo colpì con un pugno infuocato al petto, il ragazzo incassò il colpo e sbatté al muro opposto, allora Ash ne approfittò per colpirlo con una potente fiammata.
Quando essa si esaurì nella parete si era formato un profondo buco, ma di Paul nessuna traccia.
Ash rimase stupito, ma non fece in tempo a voltare il capo che il suo avversario gli sferrò un potente calcio alle spalle –Quella era solo un’illusione. Vedi di non esaltarti troppo, ragazzino-
Il corvino in preda all’ira impostagli dal suo elemento si scagliò a velocità supersonica contro Paul per sferrare un pugno, ma agilmente Paul si abbassò il necessario da schivarlo e, sfruttando la velocità di Ash, lo colpì con una fortissima gomitata su un nervo.
Ash gridò di dolore e cadde a terra, con i muscoli praticamente paralizzati.
Paul restò fermo a guardarlo dall’alto.
Stava cercando di rialzarsi, nonostante fosse ferito in tutto il corpo.
“Certo che è proprio testardo, quel ragazzino.”
Delle lacrime solcarono il viso del prescelto.
La sua era frustrazione, frustrazione per la sconfitta, ma non quella che stava subendo adesso,  frustrazione per il fatto di non poter essere se stesso, perché doveva sopportare una autentica possessione.
Paul notò qualcosa di strano nei suoi occhi, erano di colore diverso. L’occhio da cui provenivano quelle lacrime era del suo colore naturale, mentre quello indenne non era arancione, ma rosso acceso.
Non stava subendo solo una possessione, ma la sua mente, il suo corpo erano il campo di battaglia che vedeva la sua anima e il Fuoco scontrarsi in una guerra spietata.
E in quel momento il Fuoco aveva vinto la prima battaglia.
-Lottare non ti servirà a niente. Perché non capisci che opporti ti farà solo più male? Perché non accetti il tuo destino?-
Ash alzò lo sguardo, scrutò Paul per qualche secondo, si asciugò l’occhio e con estrema fatica e dolore si alzò in piedi
–Perché questo non è il mio destino-
Quelle parole penetrarono nella mente di Paul e vi si impressero a fuoco. Non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura ma la sconfinata forza di volontà di quel ragazzino riusciva davvero a impressionarlo.
Il ragazzo tornò sui suoi passi senza proferir parola –Uff… e che palle Paul, dovevo portare il ragazzo nella cabina comandi senza un graffio. Era un ordine di Cyrus, l’unico posto dove potrei portarlo adesso è in infermeria!- disse scocciato Max, ma Paul continuò per la  sua strada senza neanche degnarlo di uno sguardo, mentre Ash si accasciava di nuovo a terra privo di sensi.
Ma neanche Paul poteva immaginare che quella fosse la minima parte del potere della Sfera Rossa.
In quel momento il Fuoco aveva preso il controllo solo della mente del Prescelto, quella era solo la prima vittoria che l’elemento si era conquistato.
Era stata vinta soltanto una battaglia,  l’esito di quella guerra tanto spietata e crudele era ancora tutto da scrivere.
 
 
 
 
 
Paul proseguiva la sua strada, quel giorno non doveva allenare prescelti, reclute o cose varie, poteva girovagare indisturbato per la navetta finche non fosse ripartita, almeno fin quando sarebbe riuscito a starsene con le mani in mano, non era il tipo di ragazzo che ama cazzeggiare.
Lui non sprecava mai tempo da cui avrebbe potuto ricavare un allenamento.
Ma quel giorno nella sua mente si agitava una moltitudine di pensieri che non gli avrebbe comunque lasciato fare nulla che richiedesse un minimo di concentrazione.
Non riusciva a darsi pace, non riusciva davvero a capire perché il prescelto del fuoco volesse sottrarsi a quel potere immenso che gli veniva offerto su un piatto d’argento, insomma a cosa gli servivano quell’altra ragazzina, i suoi amici e tutto il resto, quando poteva avere un potere sconfinato.
Dopotutto non gli importava un gran che, il suo unico obiettivo era diventare il più forte.
E lo avrebbe dimostrato sconfiggendo entrambi i prescelti.
La parte di leggenda riguardante gli Eroi, quella che Cyrus non conosceva, diceva che gli Eroi avrebbero dovuto far placare i prescelti e a far uscire l’odio dai essi, ma ciò che neanche gli Eroi sapevano  è che per far placare i prescelti avrebbero dovuto combatterci contro, per far sì che si difendessero a vicenda e che in questo modo i poteri delle rispettive Sfere svanissero.
Lui avrebbe colto quell’occasione, qualche minuto dopo dell’inizio della battaglia tra gli Eroi e i prescelti sarebbe subentrato lui, mettendo fuori combattimento gli Eroi e sconfiggendo da solo sia Ash che Misty.
Non gli importava se il piano del Team Galassia avesse avuto successo o meno, in caso di insuccesso quel branco di incapaci non avrebbe in alcun modo potuto sconfiggerlo, ma soprattutto a lui non importava un bel niente dei loro scopi, si era unito a loro solo per rafforzarsi, non avrebbe esitato ad ucciderli se necessario.
Si chiuse a chiave nella sua stanza, buia come sempre.
C’era un problema però, gli Eroi non avrebbero in alcun modo potuto sapere che il giorno scelto da Cyrus fosse proprio quello e tanto meno dove si sarebbe consumata la battaglia.
Avrebbe dovuto inevitabilmente trasmettere dei dati a quella ragazzina.
Sbuffò, la cosa lo seccava. E non ne capiva neanche il motivo, dopotutto non stava facendo nulla di strano, cercava solo di assicurarsi in tutti i modi lo scontro con i prescelti.
Si sedette sul letto, chiuse gli occhi e si concentrò a fondo.
 
 
 
 
Intanto gli Eroi si stavano allenando, anzi Brock stava ripetendo per l’ennesima volta le regole che a volte non venivano rispettate dai due combattenti
-Allora- sbuffò –Come dovreste già sapere le regole sono queste: la lotta deve avvenire seriamente, non potete mettervi a prendervi in giro! Non è permesso tirare sassi, sedie, pali della luce o altro, dovete combattere solo con il vostro corpo, Gary sei pregato di non fare battute riguardo a questa frase!- Gary sghignazzò –Io ti ammazzo!- sibilò tra i denti Lucinda –e poi, per l’ennesima volta, supplico Lucinda di non colpire sotto la cintura e Gary di non colpire, ehm… sopra… la … cintura-
Mentre Gary era a terra piegato in due e rideva senza ritegno e Lucinda gli urlava i peggio insulti completamente rossa in viso, Brock cercava di richiamarli all’ordine diventando viola per lo sforzo immane per cercare di non ridere e rimanere serio. Ad un tratto però,  Lucinda fu sopraffatta da un dolore lacerante alle tempie. Cercò in tutti i modi di non gridare serrando i denti e stringendo i pugni fino a farsi uscire il sangue, mentre nella sua mente scorrevano delle immagini.
Ciò che le veniva mostrato era la navetta del Team Galassia e subito dopo la vetta del Monte Corona, poi sentì una voce
“Ragazzina vedi di sbrigarti, oggi i prescelti combatteranno e se tu e i tuoi amichetti non ci sarete vi converrà traslocare in un altro pianeta”.  La telepatia finì.
-Lucinda, che hai? Hai gli occhi lucidi- chiese Gary alzandosi e ritornando di botto serio
-Ehi ragazzi, che succede qui?- chiese Oak attirato dagli schiamazzi e pronto a fare ai tre una bella predica –Io… io so dov’è diretto il Team Galassia-
-Che cosa!?- esclamarono tutti insieme –E come lo sai?- chiese sospettoso il Professore –ecco, non lo so.. ad un tratto ho visto la navicella e il Monte Corona-   -mh….. qualcuno ti ha contattata per telepatia…. Hai sentito una voce che hai riconosciuto?-  -… no-  -… Non saprei, potrebbe essere una trappola-  -…. No professore, sono sicura che sia vero-  -E come puoi dirlo?-  -…..- 
-Io credo che dovremmo tentare- disse Gary –Ma nipote, non sappiamo neanche  chi abbia inviato a Lucinda quest’informazione. Potrebbe essere qualcuno dei nemici che sta cercando di ostacolarci-
Gary volse lo sguardo verso Lucinda   -Perché sei così sicura di quello che hai visto?-  -..Io..- stavolta l’avevano messa alle strette, non poteva certo dire tutto di quel ragazzo del Team Galassia
-…Io lo sento, ne sono certa-  Gary e Brock guardarono Oak -…mh… d’accordo, anche se non sono particolarmente convinto.-   -perfetto allora! Lucinda sai anche quando il Team Galassia andrà sul Monte Corona?-  chiese Gary – sì, ehm… oggi-  -E come te lo hanno fatto capire?- chiese il Professore ancora con mille sospetti -… mi è comparsa davanti la data- rispose sperando con tutta se stessa che si bevessero quell’altra bugia.
-mh… bene, direi di sbrigarci allora-  -Ma professore, come ci arriviamo sul Monte Corona da Kanto?- chiese Brock –Tranquillo ragazzo, ci ho già pensato, useremo i Pidgeot, così se l’informazione che ci hanno dato si rivelerà una farsa saremo abbastanza veloci da raggiungere qualsiasi altro luogo-  -Ma scusi, non sarebbe più veloce andare con un aereo?- chiese Lucinda
-No, carissima Lulù, perché si dà il caso che un Pidgeot possa raggiungere la velocità di Mach 2 e inoltre è sicuramente più sicuro affidarsi ad un Pidgeot  che ad un aereo che  in caso di attacco non può muoversi velocemente- rispose Gary con il suo fare da saputello -… sgrunt .. secchione!- gli rispose Lucinda mentre Gary sghignazzava soddisfatto.
Oak fischiò così forte da far prendere un colpo a Brock e immediatamente quattro stupendi esemplari di Pidgeot atterrarono vicino a loro. –Wow- esclamò Lucinda, che non aveva mai visto un Pokemon del genere da vicino –Sono fantastici!- -Eh, eh! Questo è il fascino dei Pokemon della regione di Kanto!- disse orgoglioso Brock.
-Avanti vediamo di sbrigarci- disse il Professore saltando agilmente in groppa al rapace e salutandolo con una pacca affettuosa. I tre ragazzi ci misero qualche minuto per riuscire a salire mentre Oak scuoteva la testa borbottando –Ah, le generazioni d’oggi. son capaci solo ad accendere computer!-
Brock e Gary erano saliti, mancava solo Lucinda che a causa della sua lieve goffaggine non riusciva a tirarsi su. Un piccolo ghigno sadico comparve sul volto di Gary che sussurrò qualcosa al suo Pokemon i cui occhi ebbero un guizzo di approvazione. Il suo Pidgeot si alzò in volo silenziosamente. Brock trattenne un risolino, aveva già intuito le intenzioni dell’amico.
Il Pokemon si allontanò un poco e poi intraprese un volo a tutta velocità verso Lucinda che, per la silenziosità del volatile, non si accorse di nulla.
Quando Gary fu poco distante da lei gridò –Attenta Lulù!!-  -Ahhhhhhh!!!!!- Lucinda spaventata a morte spiccò un balzo altissimo e andò a finire proprio sulla groppa del suo Pokemon aggrappandosi forte alle sue piume. Il Pidgeot di Gary passò a pochi centimetri da quello della blu e lo spostamento dell’aria lo fece tentennare un poco.
-Ah sì, Gary? Adesso te la faccio vedere io!- detto questo afferrò la cresta del suo Pidgeot a mo di redini –Andiamo Pidgeot! Riduciamo in polvere quel pallone gonfiato!-
il Pokemon ansioso di gareggiare, si levò in volo ruggendo mentre il suo rivale lo attendeva nel cielo azzurro con aria di sfida.
Iniziò presto un acchiapparello aereo tra risate e scherzi, al quale fu presto richiesta la partecipazione di Brock.
Oak finiva di prendere l’occorrente per il viaggio, che ripose nei marsupi di una sella, che poi legò al dorso del suo Pokemon.
L’uomo alzò lo sguardo verso gli Eroi che giocavano nel cielo. Era contento che avessero preso bene il loro compito, ma purtroppo dovette raggiungerli e dirgli di ricomporsi, dovevano sbrigarsi.
Quindi i ragazzi, guidati dal professore, intrapresero il loro viaggio verso il Monte Corona.
 
 
 
 
 
Intanto nella navicella del Team Idro era in corso l’ultimo allenamento prima del combattimento leggendario.
Misty era circondata da combattenti, i più forti di tutto il Team, che non le davano un secondo, un istante neanche per pensare.
Attaccare e schivare.
Schivare e risparmiare energie.
Lanciare colpi precisi che non vadano a vuoto.
Ma soprattutto non farsi uccidere.
Improvvisamente fu colpita da un calcio potentissimo sul fianco. Non riusciva quasi a muoversi e non aveva la possibilità di usare la tecnica curativa, così si limitò ad evitare i colpi e ad allontanarsi il più possibile ma un pugno nello stomaco la fece cadere a terra.
-Avanti Misty, non dirmi che è questo il modo in cui combatterai durante lo scontro con il prescelto!? Vuoi forse dirmi che ti lascerai sopraffare così da quel moccioso?-
Disse Ivan per stuzzicarla, ma le sue parole non ebbero l’effetto sperato, Misty continuava solo ad incassare colpi.
-Ora basta ragazzina! Adesso tu  combatterai contro di me! Uno scontro per la vita, o forse hai paura di morire?-
I combattenti si fermarono e Misty ebbe qualche secondo di tregua.
Un silenzio invase il campo di battaglia, interrotto solo dal respiro affaticato e irregolare della ragazza e dai passi di Ivan, che scendeva lentamente nel campo di battaglia.
L’uomo si mise in posizione da combattimento.
Misty non riusciva a capire cosa le stesse succedendo, non riusciva a combattere, non riusciva a pensare. Era come se l’elemento dell’acqua avesse perso la sua freddezza e avesse permesso alla vera Misty di restare cosciente, di riemergere dall’oscurità per poter vedere solo una fioca luce.
La sua anima si era risvegliata e ora stava lottando contro la possessione della Sfera Blu.
Ma il suo corpo stava pagando le conseguenze di quella guerra.
I suoi riflessi erano minimi, il suo potere debole.
Un pensiero attraversò la mente della ragazza.
 
Blu.
Tutto era blu, azzurro, celeste.
Misty vedeva davanti a sé delle persone.
Erano i suoi amici, e in mezzo a loro, lui.
Il suo volto era indefinito, come negli altri sogni.
Una risata maligna invase quel luogo misterioso, non veniva da un punto preciso. Sembrava che la stessa aria fosse composta da quel suono.
Misty sentiva l’istinto di correre verso quelle persone sorridenti che la chiamavano, soprattutto verso di lui.
Gli era così vicina,  poteva quasi sfiorarlo, ma prima che riuscisse nel suo intento un’onda gigantesca si abbatte su di lei strappandola da tutto ciò che desiderava, sommergendola, soffocandola, dominandola.
 
Poteva essere il suo sogno la causa di tutto.
Ma in quel momento la Sfera Blu le impose di non pensarci.
Misty lanciò contro Ivan una bolla d’acqua che lo intrappolò mentre lei usava la tecnica curativa su di se, ma con un gesto della mano Ivan polverizzò il vortice acquatico e corse verso la ragazza, che in quel momento era completamente vulnerabile  (per capirci è un po’ come l’attacco sintesi: una volta usato la difesa di chi usa l’attacco scende di molto) .
Misty si sforzava di completare in tempo la tecnica ma prima che potesse farcela Ivan la colpì in pieno con un calcio.
La ragazza rovinò al suolo, e prima che se ne rendesse conto il capo del Team Idro le aveva assestato un pugno su un fianco.
La prescelta era a terra, immobile.
Mentre era a terra quasi ferita a morte un rumore riempì le orecchie di Misty. Sembrava il suono della risacca delle onde del mare. Le sembrava di vederle, le onde aumentavano di grandezza e di frequenza e contemporaneamente il chiasso causato dal suono della risacca diventava sempre più forte e più insostenibile.
Fin quando l’onda la travolse.
Ivan le si avvicinò e le tastò il polso ma ritirò subito la mano, era ghiacciata, così fredda da sembrare bollente.
Improvvisamente il terreno sotto i suoi piedi vibrò e successivamente udì degli strani rumori provenienti dal sottosuolo. Nell’istante in cui capì cosa stesse succedendo fu investito da tre potenti getti d’acqua bollente che sgorgarono dal pavimento creando un’enorme crepa.
I getti d’acqua scaraventarono Ivan dall’altra parte del campo di battaglia, completamente ustionato.
Misty era ancora a terra, quando un’aura blu notte la avvolse.
Lentamente si alzò da terra ancora con gli occhi chiusi; quando fu in piedi li aprì.
Erano diventati di un azzurro così abbagliante da sembrare bianchi.
Misty fissò intensamente Ivan e alzò un braccio nella sua direzione.
Sotto lo sguardo allucinato dei presenti il braccio di Misty prese a scomporsi lentamente in acqua.
Lingue azzurre si avviluppavano sul suo braccio prendendo la forma di serpenti d’acqua, draghi, demoni, mostri marini.
Il groviglio di bestie dagli occhi scintillanti, si allungò verso Ivan così rapidamente che lui quasi non si accorse che le creature lo avevano immobilizzato, stringendogli le gambe e le braccia.
Mentre Ivan si contorceva per il dolore e le reclute e i combattenti cercavano di liberarlo, gli esseri liquidi si erano completamente distaccati dal corpo della loro padrona, permettendo al suo braccio di tornare come prima.
Misty si voltò incamminandosi verso l’uscita della navetta.
La Sfera Blu aveva preso il controllo sulla sua mente, in modo freddo, crudele e spietato, com’è del resto la vera natura dell’elemento dell’acqua : non ti lascia scampo, nessuna via di fuga.
Ti travolge, ti sommerge, ti toglie ogni speranza.
Ti costringe ad arrenderti, mentre vedi la luce del sole farsi sempre più lontano.
Ti trascina nei suoi abissi dandoti subito la consapevolezza di stare scivolando tra le sue tenebre, di non poter fare altro se non accettare il tuo destino, senza ribellarti, senza lottare.
Mentre il fuoco cerca lo scontro, la battaglia, la lotta.
Pur di averla ti lascia una minuscola speranza.
Ti lascia vedere la salvezza attraverso le sue fiamme, ti lascia credere che riuscirai a sopraffarlo, che riuscirai a liberarti dalle sue lingue di fuoco che ti avvolgono.
 Ti lascerà aggrappare disperatamente al miraggio del filo sottilissimo che credi potrebbe trarti in salvo.
E quando inizi a lottare con tutte le tue forze comincerà lentamente a consumare quel filo, a incenerire la tua speranza, e quando la tua unica via di salvezza svanirà davanti ai tuoi occhi e la disperazione si farà strada nel tuo cuore, ti inghiottirà in un attimo,
senza pietà.
Misty si circondò di una spirale d’acqua che prese la forma di un drago acquatico, che la proteggeva da chiunque le intralciasse il cammino senza che lei dovesse dargli ordini.
Il corridoio che portava all’uscita era stracolmo di reclute e combattenti che l’assalivano uno dopo l’altro, ma la creatura di Misty era scattante e instancabile, non c’era colpo che penetrasse nella barriera difensiva della ragazza.
Entro pochi secondi l’esercito che si era interposto tra lei e il suo obiettivo era a terra con l’acqua nei polmoni e ferito dalle zanne del drago, aguzze e taglienti come scogli.
Misty guardò negli occhi sfavillanti il suo servitore che senza bisogno di un comando si scagliò ruggendo contro la porta, che volò giù in basso.
Il drago tornò subito dalla sua padrona, che tese il braccio per farlo ritornare dentro al suo corpo.
Una volta che Misty lo ebbe assorbito completamente si diresse verso l’uscita.
La navetta che si trovò di fronte era quella del Team Galassia e dietro di questa quella del Team Magma, da cui percepiva la presenza del suo avversario.
La navetta del Team Galassia era distante a occhio una cinquantina di metri e Misty constatò che sarebbe stato troppo rischioso saltare, quindi appoggiò le mani sul bordo del pavimento e lentamente l’acqua si dispose in modo da formare un ponte.
Ma essendo il suo assetto precario Misty posò le mani sull’acqua e del ghiaccio cominciò a formarsi sull’acqua, congelandola.
Il congelamento del ponte richiese alcuni minuti e un’abbondante quantità di energia.
Quando ebbe finito lo attraversò agilmente, ma quando stava per raggiungere l’altra estremità del ponte una turbolenza scosse la navetta del Team Galassia.
Delle crepe si originarono dalla sponda opposta del ponte sgretolandolo e dirigendosi a gran velocità verso Misty.
Misty continuò la sua corsa aspettando fino al momento in cui le crepe la raggiunsero per saltare.
Dopo un vuoto di almeno dieci metri la ragazza atterrò pesantemente sull’altra sponda del collegamento da lei creato, per poi girarsi e vederlo cadere nel vuoto.
La prescelta si stava per voltare, ma prima di farlo completamente avvertì la presenza di qualcun altro.
Si girò lentamente e si trovò davanti Paul.
Come pensava, Ivan aveva dato l’allarme.
Paul la osservò attentamente e gli bastò un attimo per capire che la Sfera Blu si era imposta su di lei.
I suoi occhi si illuminarono e provò a leggerle l’anima, ma l’aura che vide non era come quella che aveva visto in Ash : angosciata, confusa e divisa in due.
Quella di Misty non riusciva a leggerla, era inviolabile per lui.
L’aura di Misty gli appariva nera come l’oscurità e blu come la notte.
Ad un certo punto l’aura della prescelta si espanse emanando un vento gelato come nessun’altro.
Paul non si scansò ma tese il braccio in avanti per fermare l’aria gelida con il potere psichico.
Tuttavia, anche se rallentata da Paul, la raffica non si fermava.
Misty mosse le dita con un movimento fluido, e il suolo sotto i piedi di Paul cominciò a diventare bagnato. In un attimo il ragazzo capì, Misty aveva intenzione di distrarlo con dei getti d’acqua per colpirlo frontalmente.
Sentiva che l’acqua l’avrebbe travolto da un momento all’altro, se avesse schivato quei getti perdendo il controllo che aveva sul vento gelato sarebbe stato comunque colpito da quest’ultimo.
Sentì un rumore dal basso e l’acqua che cominciava a premere sotto i suoi piedi, così ebbe un’idea.
I getti scaturirono dal suolo e grazie alla loro potenza Paul riuscì a levarsi in alto sfruttandola a suo vantaggio; una frazione di secondo dopo nel punto in cui si trovava fino a pochi momenti fa l’aria gelida colpì il vuoto.
Paul saltò giù dalle colonne liquide e Misty ne approfittò per lanciargli una sfera di energia completamente ghiacciata, ma prima che lo raggiungesse il dominatore si circondò di un’aura nera .
Prima che la sfera lo colpisse Paul mise le braccia avanti e la sfera si fermò, poi muovendo le mani la scagliò in direzione del suo avversario. 
Ma un’istante prima che il suo stesso attacco la colpisse Misty evocò uno scudo acquatico che la protesse dall’impatto.
I due avversari si ritrovarono di nuovo faccia a faccia.
Ma la figura di Paul cominciò gradualmente a farsi sempre più sfocata, tanto che Misty ebbe non poche difficoltà a tenerlo d’occhio.
Il corpo del ragazzo stava svanendo poco a poco fin quando di lui rimasero solo gli occhi viola scintillanti.
Ma poi anche quelli si fecero sempre più chiari fino a svanire.
Il buio più profondo soggiogò ogni centimetro dello spazio circostante e Misty si trovò da sola con la percezione di una presenza malvagia alle spalle.
Misty si girò di scatto e fu allora che lo vide.
Alla vista di quel viso il suo cuore perse un battito, i suoi occhi ebbero un fremito, come se per un secondo la vera Misty fosse riemersa dalle tenebre per potersi perdere in quegli occhi arancioni, per permettere alla sua coscienza di collegare quel viso ai suoi sogni.
Per un secondo il dominio della Sfera Blu vacillò.
Ma non riuscì a imporsi di nuovo con tanta facilità sulla prescelta, lei voleva sapere.
Voleva sapere perché non riusciva a vedere il volto del ragazzo dei suoi sogni, voleva sapere perché sentiva che fosse il suo stesso nemico, voleva sapere perché sentiva una sensazione di vuoto nel petto e perché era certa che solo lui potesse riempirlo.
Paul vide il tremore dell’anima della ragazza, voleva giocare con lei, voleva vedere lo scudo di ghiaccio in cui il suo elemento l’aveva intrappolata consumarsi un poco, voleva mettere alla prova il suo potere.
Il prescelto del fuoco si mosse verso Misty, un ghigno malvagio gli increspava il volto.
Una volta che la raggiunse  le sussurrò in un orecchio   –lottare non ti servirà a niente. Opporti al tuo potere ti farà solo più male. Il tuo destino è stato già segnato, e non puoi fare nulla per cambiarlo.-  prese a girarle attorno lentamente  -credi che ribellandoti otterrai qualcosa? Credi che riuscirai a dominare il tuo elemento? Povera illusa. Tu sai che non riuscirai mai più a tornare come prima, sai che resterai per sempre la pedina del tuo elemento, non riavrai mai più indietro la tua vita, di te resterà solo un’anima confinata nelle tenebre e un corpo che non ti apparterrà più. Tu sai tutto questo ma non vuoi accettarlo.  Perché hai una minuscola speranza a cui ti stai aggrappando con tutte le forze. Tu credi che scoprire se io sono il ragazzo che vedi  nei tuoi sogni colmerà il vuoto che hai nel cuore. Allora ti svelerò un segreto : quel vuoto non sarà mai riempito.
Perché io non avrò pietà, sarò io a sconfiggerti, sarò io a vederti sanguinare implorandomi di risparmiarti,
sarò soltanto io ad ucciderti.-
la figura del prescelto si rendeva sempre più impercepibile davanti agli occhi di Misty, fino a svanire del tutto, mentre intorno a lei l’oscurità si stava ritirando in un unico punto lasciando che i raggi del sole rischiarassero di nuovo il suo volto.
Nel punto in cui il buio si era ritirato comparve Paul, il punto esatto in cui si era apparentemente dileguato.
Misty gli dava ancora le spalle. Tutte le sue certezze, tutte le sue speranze le erano crollate addosso in poco più di un minuto, si sentiva malissimo, in quel  momento non ricordava più il motivo che la stava spingendo a lottare, perché si sarebbe dovuta battere se poi alla fine sarebbe stata sconfitta?
Era venuto il momento per la Sfera Blu di coprire con la sua ombra la vera Misty.
La prescelta si voltò e puntò gli occhi sul suo avversario, non erano spaventati o confusi, ne colmi d’ira,
erano semplicemente freddi.
Misty scagliò velocemente un raggio ghiacciato verso i le gambe di Paul ma lui riuscì per un pelo a schivarlo con un balzo, così Misty si preparò a lanciargli un potente getto d’acqua ma mentre lo stava creando Paul la colpì con una sfera di energia.
La ragazza incassò il colpo e precipitò giù dalla navetta.
Paul si avvicinò al bordo  della navetta sbuffando, cercando di intravedere la sagoma di Misty, pronto a usare i poteri psichici per riportarla su.
 Mentre si sporgeva, però una folata d’aria gelida gli scompigliò i capelli e gli portò alle orecchie un ruggito ribelle che gli fece vibrare la cassa toracica.
Vide qualcosa scintillare negli abissi del mare, uno scintillio che gli sembrava si stesse avvicinando. E infatti, a pochi centimetri dalla navetta del Team Galassia sfrecciò un enorme dragone alato composto unicamente da molecole d’acqua, con artigli e squame di ghiaccio e zanne grandi come scogli.
-attacca- disse Misty, e il suo servitore si scaraventò contro Paul, liberando scintille di ghiaccio ad ogni battito delle ali liquide.
Paul mosse il braccio nella direzione del drago per fermarlo con il potere psichico ma quello se ne liberò con un forte colpo delle ali.
Così Paul capì che non sarebbe riuscito a sconfiggere quella creatura se avesse continuato a giocare.
Ma dopo tutto il gioco è bello quando dura poco.
Allora aspettò che il dragone fosse abbastanza vicino per scivolare sotto di lui e, senza dargli il tempo di girarsi, colpì Misty alle spalle con un potente raggio di colore viola.
Quando la colpì le procurò non poche ferite, ma ciò che lo stupì fu che anche il dragone guaì di dolore, nonostante non lo avesse sfiorato.
Quindi provò a lanciare una sfera d’energia al dragone, col risultato di farlo atterrare e di vedere Misty abbassare il capo e tenersi la spalla, il punto dove aveva provocato la ferita al drago.
Ebbe la conferma di ciò che pensava : Misty e tutte le creature che riusciva a plasmare erano collegate da una connessione fisica e mentale, Misty poteva guidarle anche senza parlare, ma se uno dei due era colpito, veniva ferito anche l’altro.
Così Paul colpì violentemente gli arti del drago con delle sfere d’energia provocando pesanti danni a Misty.
La prescelta capì che Paul aveva appreso il suo punto debole quindi ordinò mentalmente al dragone di andarsene. Il servitore obbedì subito gettandosi nell’acqua e fondendosi con essa.
Nonostante Paul l’avesse ferita gravemente, Misty si scagliò contro di lui generando una lama d’acqua.
Paul, allora sfrecciò nella direzione di Misty.
Alla distanza giusta la ragazza tentò un colpo con la lama, ma con uno scatto fulmineo il dominatore le si avvicinò ancora di più, e prima che potesse colpirlo, le bloccò i polsi.
La prescelta intuì l’attacco di Paul, così cercò di creare delle spirali d’acqua che la proteggessero, ma non ce l’avrebbe fatta.
Infatti il ragazzo, con le labbra piegate in un ghigno crudele, sprigionò dalle mani un energia di un colore viola scuro che attraverso i polsi entrò nel corpo di Misty, succhiandole fino all’ultima energia, trasferendole tutte nel corpo di Paul, mentre la ragazza gridava per il dolore.
Dopo qualche secondo Paul lasciò la presa sui polsi di Misty e si allontanò di qualche passo indietro, mentre lei cadeva a terra priva di sensi.
Il ragazzo la osservò per qualche secondo, per poi teletrasportarla nella navetta del Team Idro.
Il dominatore si voltò verso l’orizzonte sospirando.
Il sole stava tramontando dietro la cima del Monte Corona.


Ecomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!
scusate, scusate, scusate,scusate,scusate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
chiedo umilmente perdono per il colossale ritardo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
vabbe almeno è un cap più lungo degli altri, giusto? *prega che non suoni il campanello*
insomma qua il nostro caro Paul sta diventando uno psicologo più che un dominatore!!
ci manca solo una scena nel combattimento finale in cui chiede a Ash e Misty di sedersi sul lettino!
comunque tutta la colpa attribuitela ai compiti e alla mancanza di ispirazione che deriva dai compiti ^-^
ringrazio per le recensioni:

 vegeta princess98
al prossimo cappy !!

  
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