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Autore: Alexandra_ph    05/02/2012    1 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Fly with me ed è stato scritto nella primavera del 2003.
A quei tempi la mia ispirazione procedeva in direzione diversa rispetto alle puntate della 7a stagione che stavano trasmettendo (forse perchè erano puntate ben poco shipper...) e così ne venne fuori una "storia parallela", che seguì la sua strada...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Una vendetta crudele

Capitolo 12


Se non gli fosse servito per avere altre informazioni, avrebbe strozzato Webb in quel preciso istante, con le sue stesse mani, provandoci anche gusto!

“Perché non me lo hai detto prima?” chiese con rabbia.

“E’ successo quando eri in ospedale” rispose Clayton Webb, con suo solito fare tranquillo, anche se avvertiva già le mani di Rabb attorno al proprio collo.

“E dopo?” grido Harm “perché diavolo non ti sei degnato di dirmelo dopo?”

“In quei giorni soffrivi d’amnesia e non potevi sopportare notizie che avrebbero potuto ritardare il tuo processo di guarigione…” cercò di spiegare Webb.

Ma Harm lo interruppe come una furia: “Ti ho chiesto perché dopo non mi hai detto nulla!”

Clayton non si scompose e proseguì nel suo resoconto, apparentemente per nulla turbato dall’odio che leggeva negli occhi del capitano Rabb.

Per lui, quell’uomo, era uno stimolo continuo.

Harmon Rabb e Clayton Webb si assomigliavano in molte cose, pur essendo, all’apparenza, diversi sia nell’aspetto, sia nel carattere: entrambi molto intelligenti e acuti, pronti all’azione e rapidissimi nel prendere decisioni. Ma, mentre Webb era sempre calmo ed enigmatico, il capitano Rabb, se fatto arrabbiare, diventava una furia e non lo nascondeva. Si rispettavano a vicenda, anche se Harm non sopportava quando Clayton lo coinvolgeva, a volte a sua insaputa, nelle sue operazioni top-secret della CIA, e Webb impazziva ogni volta che Rabb agiva di testa sua, senza seguire i suoi ordini.

“Pensavamo di riuscire a catturarlo di nuovo, prima che tu ti riprendessi e venissi a saperlo. Anzi, eravamo convinti che cercasse di ucciderti mentre eri in ospedale. Per questo motivo avevo ordinato che ci fosse sempre qualcuno a tenerti d’occhio…” disse Clayton.

“Quindi mi hai usato come esca?” chiese, duro, Harm.

Clayton sorrise, enigmatico come sempre. Non riusciva mai ad imbrogliarlo. Harm scopriva sempre quando cercava di nascondergli qualcosa. Se non fosse stato per quel suo carattere impulsivo e poco incline ai compromessi, sarebbe stato un magnifico agente segreto! Possedeva un intuito infallibile, che sempre lo traeva d’impaccio, a dispetto della sua natura, che, invece, lo cacciava spesso nei guai.

“Diciamo che lo potevi essere, sì. Ma non si è fatto vivo. Allora abbiamo pensato che avesse placato la rabbia nei tuoi confronti e avesse preferito dileguarsi, magari andandosene all’estero, per non correre il rischio di finire di nuovo dietro alle sbarre. Non immaginavo che potesse cercarti ancora. Sei sicuro che si tratti di lui? Mi hai detto che hai saputo che Mac ha aiutato un vecchietto ad andare in ospedale, ma non c’è mai arrivata. Magari è un pazzo qualunque…” disse Clayton.

“Dimentichi che Clark Palmer è un mago nei travestimenti. Una volta mi ha rapito, ha usato la mia faccia per crearsi una maschera che lo facesse assomigliare in tutto e per tutto al sottoscritto e poi ha preso il mio posto in tribunale, riuscendo a beffare persino l’ammiraglio” gli ricordò Harm.

“Inoltre non c’è nessuno che mi odi quanto lui! Non ho mai ben capito perché ce l’abbia sempre avuta con me, fin dalla prima volta… Quell’uomo ha una vera fissazione nei miei confronti! Ora ha rapito Mac…” continuò con ansia.

Clayton lo guardò di sottecchi: Harm era troppo turbato, per essere solo in ansia per la sua collega. Ci doveva essere sotto qualcos’altro. La sua mente di spia cominciò a lavorare.

“Perché mai ha rapito Mac se è te che vuole?” chiese.

“Perché sa quanto tengo a lei… lo ha fatto per arrivare a me” rispose Harm, sicuro.

“E quanto tieni a lei?” chiese dubbioso Clayton. Sapeva dell’amicizia che legava quei due, ma rapire una collega, per arrivare ad Harm…

“E’ la mia migliore amica, lo sai, Clay! E’ la mia partner sul lavoro… Palmer lo sa e l’ha rapita per questo” rispose Harm, cercando di minimizzare la sua ansia per Sarah. Se Clayton avesse solo immaginato il vero legame che c’era tra loro due, avrebbe fatto di tutto per tenerlo all’oscuro di qualunque notizia, pur di non averlo tra i piedi. Non avrebbe mai sopportato di avere alle calcagna un innamorato angosciato per la sorte della sua donna e di suo figlio nelle mani di uno psicopatico. Cercò di non pensare a quel bambino che ancora non conosceva, ma non ci riuscì. Era in ansia da morire per Sarah e per la creatura che portava in grembo.

“D’accordo, allora. Cerchèrò d’indagare. Proveremo a mettere sotto controllo il tuo telefono a casa e in ufficio per tentare di rintracciare la telefonata. Ma tu fammi subito sapere se si fa ancora vivo…” disse Webb. Poi chiese: ”L’ammiraglio sa già di Mac?”

“Non ancora… glielo dirò appena torno in ufficio” rispose Harm, prima di aprire la porta e uscire dall’ufficio di Clayton Webb.

 

  
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