Anime & Manga > Le situazioni di lui e lei/Karekano
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Autore: Ila    09/04/2004    0 recensioni
Cosa succede se qualcuno si interessa a Yukino? Come la prenderà Arima? E lei?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XXVI – LA RIUNIONE

- Una riunione dal prof. Kawashima?
- Già… parrebbe proprio così… – disse nervosa lei. Non aveva certo dimenticato la gelosia di Arima. – Non ti preoccupare però: è solo una riunione. Se mi vuoi bene, devi anche fidarti di me, lo capisci?
- Sì, certo! Naturalmente. – abbozzò malamente un sorriso il ragazzo. – Ma è ovvio, mi fido di te. – e per dare più forza alle sue parole si avvicinò ancora per darle un altro bacio.
Si sentì un colpo di tosse provenire da casa Miyazawa.
- Bentornati! – esclamò ridendo allegramente Tsukino.
- Ah! Ehm… Ciao!!! – risposero in coro i due, colti sul fatto.
Ben presto quasi tutta la famiglia Miyazawa se ne stava lì fuori a sorridere e a darsi piccole gomitate d’intesa nel vedere che Arima e Yukino erano tornati insieme. Il papà cominciava a rassegnarsi, dopotutto la sua primogenita non era un’allocca, perlomeno aveva sempre buongusto in generale e, quindi, anche in fatto di uomini. Sempre meglio che niente, sarebbe potuta andare molto peggio!

Quella sera Yukino soppesava ancora le parole del suo fidanzato. “Dice che si fida di me… non so se è veramente maturato a tal punto… per quanto mi sforzi non penso che per lui non ci sia alcun problema al pensiero che, seppur assieme a tanti altri, rivedrò Kekesai… Poverino… Povero senpai… Devo averlo fatto soffrire molto… Non mi sono comportata bene con lui: si potrebbe dire che l’ho usato per uscire dalla mia crisi personale con Arima e poi, quando mi sono accorta che non avrebbe funzionato, l’ho mollato in quattro e quattr’otto! Fortuna che è un ragazzo forte, molto sicuro di sé. Gli passerà in fretta. … Credo.”
Si rigirò nel lenzuolo. “Arima deve capire una buona volta che se anche mi capita di incontrare qualcuno, di chiacchierarci insieme magari, ciò non significa che lo amo di meno. Kami sama! Deve avere almeno quel minimo di autostima e di fiducia in me! Spero tanto che in questo periodo che siamo stati separati, sia cresciuto in questo senso… Però questo pomeriggio non mi sembrava molto convinto…”

Asaba riguardava quella semplice lettera che aveva fra le mani. Una riunione dal prof. Kawashima. Ci sarebbe stata anche Rika, sicuramente. E finalmente l’avrebbe rivista! Non era passato molto, in verità, dal loro ultimo incontro, però a lui sembrava un’eternità. Ormai si era abituato a poterla contemplare tranquillamente per diverse ore in settimana e adesso… era cominciata l’estate. Di solito lui adorava questa stagione: ragazze bionde, more, rosse con degli shorts inesistenti, delle gonne svolazzanti che lo facevano sospirare e, ancor di più la possibilità di andare al mare! Ah! Si poteva abbronzare mentre ci provava con tutte le ragazze in costume da bagno!!! Attualmente però questi pensieri lo facevano solo sorridere. Non gli interessava più di tanto la cosa. Sì, si era sempre divertito l’estate. Niente compiti (in realtà c’erano, ma lui se ne strafregava!) e tante ragazze. Ma quest’anno ne voleva una… una sola. E, guardacaso, era quell’unica che non gli si filava… Sì, okay, non era l’unica che non gli si filava…
Era contento di avere un’occasione per vederla. Se chiudeva gli occhi riusciva sempre a ricreare l’immagine di quella fanciulla dai capelli nocciola e quell’espressione dolcissima… Per quanto ne avesse fatto abbondante scorta durante l’ultimo periodo al club, non voleva certo perdere occasione per ricontemplarla! Sì, era proprio felice che il prof. Kawashima avesse avuto quest’idea… una bella riunione era quello che ci voleva! Chi l’avrebbe mai detto? Lui che odiava la scuola, ora era proprio contento di ritornarci a lezioni concluse.

Non si erano più rincontrati tutti insieme dopo la recita. Il prof. Kawashima li aspettava nel suo studio.
Tsubasa, Rika ed Aya arrivarono per prime insieme. La prima era, come al solito, un po’ assente, mentre le altre due chiacchieravano. O meglio: Aya tentava di indagare e Rika continuava a cambiare argomento.
Due minuti prima dell’ora dell’appuntamento arrivarono anche Tsubaki e Tonami, il quale ultimo sembrava essere stato costretto a presentarsi anche questa volta.
- Che bisogno c’era? Si tratta di una riunione, una semplice riunione e io non ho più voglia di far parte di questo club. Ho fatto o no quello che mi era stato chiesto? E allora basta adesso... – sembrava essere passato pian piano alle implorazioni Tonami.
- Ma dai! Sei il solito asociale! Kami sama! Ti aspetto qui fuori, non scappo mica! Hai tanto di quel tempo che potresti metterne insieme tre club e, invece, per una minima partecipazione ad uno solo fai tante storie!
- Hm… Preferirei fare pallavolo con te… – sussurrò avvicinandosi all’atletica ragazza per strapparle un bacio.
Aya li stava guardando divertita e indispettita allo stesso tempo.
- Vi ricordo che siete in un luogo pubblico… – esclamò la scrittrice con tono di rimprovero.
I due interpellati si staccarono a malavoglia.
D’un tratto l’attenzione di tutti fu calamitata da una coppia che si stava avvicinando. La ragazza non la conosceva nessuno, ma lui… lui… non era forse Kekesai? E cos’aveva fatto? Si era rasato i capelli… E… ad occhio si sarebbe detto che si era pure fatto crescere un pochino la barba… Non era così? Si avvicinarono lentamente. Lui teneva il suo braccio attorno al collo di lei con nonchalance, come se l’avesse appoggiato ad una sedia. Ma chi era quella? Cominciò ad essere chiaro a tutti che lui non facesse più coppia con Yukino… soprattutto a causa dell’atteggiamento di quella ragazza dai lunghi capelli corvini, la quale portava una camiciola bianca aderente e parecchio aperta lasciando, senza imbarazzo, intravedere l’incrocio dei seni; una gonna che chiamarla tale era eccessivo, perché era quasi insussistente. Il tutto per richiamare l’attenzione su di sé ancor di più, come se ce ne fosse stato bisogno, visto che sbavava in modo assurdo dietro al senpai.
Rimasero tutti sbalorditi, anche Yukino, Arima ed Asaba che nel frattempo erano arrivati alle spalle dei loro amici.
- Ebbene, pare che ci siamo tutti! Possiamo anche entrare allora! – esclamò la ragazza dai capelli scarlatti tentando di tagliare la tensione che sembrava essere calata su tutto il gruppo.
- D’accordo! – rispose subito l’amico superabbronzato.
- Noi vi aspettiamo qui. – dissero Tsubaki e Arima.
Gli occhi di tutti, nonostante l’invito a presentarsi dal prof. Kawashima, erano ancora puntati su Kekesai e su quella vistosa ragazza.
Lei gli mise una mano sul petto con eccessiva confidenza e disse con tono smieloso che lo avrebbe aspettato lì anche lei.
- Non serve, non ti preoccupare Hiri.
- Io sono Seyna – corrugò la fronte per un istante la ragazza – e comunque mi fa piacere aspettarti.
- Sì, scusa Seyla, ma ci vediamo stasera. – le rispose come se si fosse ormai scocciato di quella tortura e non sapesse più come togliersela di dosso.
La lasciò lì senza tanti convenevoli, che lei avrebbe indubbiamente gradito, vista la faccia che fece al vederselo scappare via come se lei non esistesse nemmeno.
Kekesai passò accanto ad Arima prima di entrare.
- Vedi di non farla soffrire più, baka. Io, di mio, non ci metto più il becco, ma tu vedi di non comportarti come un ragazzino insicuro, capito?
Il ragazzo con i ciuffi scuri lo guardò come se si fosse trattato di un marziano, poi sorrise debolmente.
- Capito.

Quando il club di teatro al completo si fu presentato dal prof. Kawashima, questi cominciò a parlare.
- Benvenuti ragazzi! – li salutò aggiustandosi gli occhiali sul naso. – Vi ho chiamato qui innanzitutto per farvi i complimenti da parte mia e di tutto il corpo insegnante per la riuscita della vostra recita. Non mi è stato possibile farlo subito a causa della scomparsa di un paio di voi…
Indugiò nell’osservare i due fondatori del club.
- Comunque sia – continuò – volevo anche chiedervi sin da subito le vostre intenzioni per l’anno prossimo. Già quest’anno siete rimasti esclusi dall’assegnazione di fondi, visto che avete deciso tardi di mettere su questo circolo. Spero non vogliate commettere lo stesso errore e preferirete fare subito domanda. Mi seccherebbe trovarmi di nuovo nella situazione di non potervi aiutare come vorrei.
Seguì un lungo istante di silenzio, poi cominciò un brusio. Tutti stavano confabulando fra loro sulla possibilità di continuare il club, soprattutto visti gli sviluppi amorosi che c’erano stati negli ultimi tempi.
Rika si scoprì nel sbirciare quasi furtivamente più volte Asaba, il quale non smetteva mai di osservarla con aria molto soave. Non capiva perché i propri occhi tendessero a spostarsi su di lui contro la sua stessa volontà e la sua mente sembrava riempita di lui. Era solo un amico, niente di più. Un amico. E allora perché continuava a pensare a lui?

- La ringrazio infinitamente per l’attenzione che ci dedica, professor Kawashima. Allo stato dei fatti però non sono sicura che si procederà anche l’anno prossimo con il club. Ecco, credo che dovremmo ancora parlarne fra di noi. – rispose Yukino.
- E allora parlatene. Vi ho convocati apposta.
Si guardarono gli uni gli altri. Così, su due piedi, erano pochi quelli che conoscevano già la propria opinione. Fra questi il primo era senz’ombra di dubbio Tonami.
- Io non ripeterò l’esperienza. – disse con tono cinico-ironico il ragazzo.
- Per me non sarebbe male… – disse Asaba, che in cuor suo approvava ogni possibilità che gli dava una speranza di poter rivedere spesso, e senza inventarsi scuse idiote, la dolce Rika.
- Io non lo so… avevo messo in cantiere altri progetti – rispose con tono da superdonna impegnata la scrittrice.
- E’ stata una bella esperienza – risuonò leggiadra la voce melodiosa della piccola sarta – Però senza Aya suppongo non sia possibile andare avanti. – il suo tono sembrava ora dispiaciuto, lasciava intendere che le sarebbe mancato quel club e che sarebbe stata grata a chiunque le avesse fornito la possibilità di continuarlo.
- Credo che per me sarà del tutto impensabile. – disse risoluto Kekesai – E’ stato un onore averla come prof. di sostegno. – Si alzò in piedi e abbassò leggermente il capo in segno di rispetto, prima di andarsene via sotto gli occhi stralunati di tutti.
Il brusio si era improvvisamente arrestato. Dopo un momento di riflessione fu di nuovo Yukino a prendere la parola.
- Temo che non se ne farà niente. Mi dispiace professor Kawashima, comunque condivido le parole del mio senpai: è stato un piacere poter contare su di lei.
Dopo aver salutato il prof. uscirono tutti e ognuno tornò ad andare sulla propria strada, chi più chi meno felice.
Asaba continuava a sospirare, percorrendo la via con i suoi migliori amici.
- Si può sapere che hai? – gli domandò ad un tratto la ragazza dagli occhi di rubino.
- Sigh…
Arima lo guardò non trattenendo molto un risolino. Era troppo divertente vedere che anche quel bonzo aveva un cuore sotto sotto!
- Non lo indovini? – esclamò rivolto alla sua fidanzata.
- Aha!!!! Ci avevo visto giusto allora… Ma tu non avevi detto che, in fondo, non t’importava più di tanto???
- Sob… – emise un altro lamento Asaba.
Arima e Yukino si guardarono l’un l’altro. Che potevano farci?
- Non passavi tutte le estati al mare tu? – ricominciò a parlare la ragazza.
- Sì, ma ora non c’è più gusto…
I due fidanzati assunsero un’aria seria. Era veramente innamorato! Irrimediabilmente a quanto pareva! Riuscivano a stento a crederci, nonostante fosse da un bel po’ di tempo che ne avevano il sospetto. E anche un po’ di conferme.
- Sob… Non la rivedrò per un paio di mesi… Forse avrei dovuto tentare di nuovo di chiederle di uscire, però… Sigh… Non mi risponde mai…
- Mai… Gliel’hai chiesto due volte poi! Non ti immagini quante volte avevo detto a Yukino che la amavo prima di sapere che cosa provasse nei miei confronti!
- Davvero? – li guardò alternativamente il super-abbronzato sorpreso.
- Davvero, certo! Credevi forse che io mi concedessi facilmente? – rispose Yukino con tono ironico da ragazza molto richiesta, qualità che in effetti possedeva al tempo. Nessuno conosceva il suo vero carattere e tutti la ammiravano indiscriminatamente.
- Quindi… – proseguì Asaba mentre la speranza si riaccendeva in lui – secondo voi dovrei provarci ancora?
- Hm… Sì, può darsi… – Yukino non voleva illuderlo troppo, non aveva la minima idea di come Rika considerasse Asaba, anche se era probabile che la sua reputazione lo avesse rovinato… Avrebbe dovuto sondare il territorio prima …

Yukino e Arima si apprestarono a tornare verso casa Miyazawa finalmente soli, avendo sganciato Asaba con una scusa.
- Io e te siamo tornati insieme da poco e quello lì se ne sta sempre in mezzo… – esclamò con aria seccata il ragazzo dai ciuffi scuri.
- Ma dai! Poverino, mi ha fatto tanta pena…
- Pena? In parte sì, okay, però se l’è ben cercata! Ha passato anni a consolidare la sua fama di dongiovanni e ora ha quello che ha voluto.
- Che duro che sei!
- Scusa… – addolcì il tono cingendole la vita – Era solo che avevo tanta voglia di abbracciarti…
- Hm… così va molto meglio! – sorrise felice la ragazza dai capelli scarlatti, ricambiando l’abbraccio. – Però mi dispiace per lui…
- Ma la vuoi smettere di pensare ad Asaba? – Arima si avvicinò all’orecchio della ragazza e sussurrò – Sabato e domenica i miei non ci sono… – con un tono più che incline alle insinuazioni.
Yukino diventò subito rossa. Arima le schioccò un bacio sull’orecchio appena finito di parlare, procurandole un fastidioso fischio perdurante.
- Accidenti che male!!! – esclamò portandosi una mano all’orecchio ‘infortunato’ la ragazza dai capelli scarlatti e tentando di non dare a vedere troppo il suo imbarazzo…
“Che voleva dire Arima con quella frase??? Kami sama… che significa che non ci sono i suoi???” Un gocciolone di sudore freddo si posò sulla tempia della ragazza.

Rika ed Aya tornavano insieme nel loro quartiere.
- Che effetto ti ha fatto rivederlo? – indagava la scrittrice.
- Ma hai visto com’è cambiato Kekesai?
“Mi ha fregato di nuovo… è diventata una maestra nello sviare i discorsi…” pensava Aya abbassando le palpebre e guardando di sbieco l’amica.
- Sì, ho notato che si è comportato in modo strano… Un po’ difficile non notarlo, a dire il vero. Credo che la separazione da Yukino lo abbia turbato molto. Ci dev’essere rimasto proprio male.
- Già. Lui era sul serio innamorato di lei…
- Sì, ma hai visto quella tizia??? Sbavava in un modo assurdo!
- Aya… ma come parli?
- Perché? Non sbavava forse???
- Sì… decisamente… – dovette ammettere la dolce sarta.
- Avevo paura di scivolare sulla sua scia! – ironizzò ancora Aya.
Camminarono un po’ in silenzio.
- Sembrava molto freddo… non avrei detto che un ragazzo come lui potesse soffrire così tanto per essere stato lasciato… Perché, è ovvio, è stato lasciato: ora Yukino sta di nuovo con Arima! Dev’essere per quello che se n’erano andati via di soppiatto il giorno della recita… – ricominciò a parlare la scrittrice.
- Sì… decisamente sembrava glaciale… ‘del tutto impensabile’ ha detto riguardo alla sua eventuale partecipazione di nuovo al club… – sospirò Rika, che invece avrebbe gradito continuare l’esperienza di teatro… Ormai sarebbe stata l’unica scusa per vedere Asaba senza sbilanciarsi troppo! Tutti le chiedevano di lei ed Asaba, ma… come poteva dire qualcosa? L’avrebbero presa in giro in eterno se avessero saputo che lei era innamorata di quel dongiovanni. “Perché? Ne sono innamorata?” si stupì con le sue stesse parole affiorate alla mente con la stessa delicatezza di un petalo che si trova a galleggiare sul limitare dell’acqua di un calmo lago.

Casa Miyazawa, primo pomeriggio, squilla il telefono.
- Sì?
- Ciao Yukino! Che stavi facendo di bello?
- Arima! Mah! Veramente stavo leggendo una rivista, niente di che…
- Pronta per stasera? – chiese con tono super-malizioso il ragazzo dai ciuffi scuri.
Yukino si sentì improvvisamente le guance bruciare, mentre tutto il sangue vi era affluito facendogliene assumere il colore. L’adrenalina le saliva velocemente dalle gambe per impadronirsi di tutto il corpo.
- Ehm… Pronta???
- Hm… – sembrava divertirsi un mondo Arima dall’altro capo del filo.
- Beh… sì… – rispose la ragazza, mentre il suo imbarazzo sembrava non aver la più minima intenzione di scemare. Nemmeno un po’.
- Allora vieni da me per le otto e mezza, ok?
- Ma… non mi vieni nemmeno a prendere? Almeno potresti venirmi incontro!
- Hm… no, preferisco accoglierti direttamente qui a casa… – Arima non intendeva dismettere il suo tono provocante.
- Va-va bene… Alle otto e mezza…
Yukino non aveva fatto altro che pensare a quelle parole di Soichiro, da quando le aveva sentite. Insomma… non sarebbe certo stata la prima volta che si trovava in intimità con lui… Beh, in fondo sarebbe stata solo la seconda con lui, mica chissà che! Era agitata. Le uniche due volte che aveva fatto l’amore era successo tutto all’improvviso, che quasi non se n’era resa conto. Ora, invece era tutto premeditato. E non voleva certo opporsi, però… però la trepidazione di quei momenti era insostenibile!!! E come avrebbe dovuto prepararsi??? Che cosa si aspettava Arima? Pizzi e cose sexy??? Yukino si mise le mani nei capelli: che doveva fare??? Kami sama: era sul serio tutta in subbuglio! Non aveva mai pensato che Arima si sarebbe fatto così ardito in poco tempo! Va bene che loro si conoscevano da molto tempo, però… però non era da lui comportarsi così… o no? Ripensandoci, Arima aveva espresso il desiderio, o meglio, si era detto sicuro che avrebbero fatto l’amore anche quando stavano assieme molto tempo addietro. Quindi, era da lui. Ciò però non la faceva calmare molto… Sapere ora e luogo ed essere ‘sicura’ di non volersi tirare indietro era inquietante, per quanto allo stesso tempo stupendo.
Un tocco leggero leggero sulla spalla la fece sobbalzare vistosamente.
- AAAAHHHH! MA CHE SEI MATTA????? – sgridò furiosamente sua sorella Kano.
- Accidenti come siamo tesi… Ha ha! – rideva sguaiatamente la piccola – E’ bastato poco per farti spaventare!!! Ha ha!
Yukino la guardava decisamente male.
- Quand’è che ti deciderai a crescere????
- E tu cos’hai? – rideva ancora Kano.
- Io? Ehm… niente! Sei stata tu che mi hai fatto uno scherzo idiota da bambini… – arricciò la bocca in una smorfia dopo un attimo di esitazione.
- Sì, sì… – la sorellina diede segno di non bersi per niente quella scusa, ma di non voler indagare oltre.
La ragazza dai capelli scarlatti andò nella propria stanza, aprì l’armadio e si mise in contemplazione. Dopo un po’, visto che non otteneva nessun risultato, si sedette: aveva capito, infatti, che sarebbe stata una cosa lunga…
“Vorrei vestirmi carina per Arima… Lui cosa si aspetterà che mi metta???”. Fece un colpo di tosse dettato dal nervosismo allo stato puro. Un piacevole dolore le proveniva dal ventre.
Dopo tre quarti d’ora era proprio stufa: cosa ci faceva lì, seduta in terra a guardare un armadio??? Si alzò, chiuse gli occhi e prese la prima cosa che le capitò. Era quel vestito azzurro con i fiorellini rossi che ormai le ricordava irrimediabilmente Kekesai. “No… non posso indossare questo…”. Lo rimise a posto e prese un abito lì a fianco: uno fra lo sportivo e l’elegante, così non si sarebbe sbagliata. Poi andò in bagno e raccolse i capelli in una semplice trecciolina.
- Okay… Ora vado! Ciao! – salutò con voce apparentemente normale, ma che lei sentiva essere tremolante.
- Torna presto! – le gridò dietro il padre.
- Hm. – annuì prima di uscire. Non lo poteva negare: era ancora agitata. Non c’era niente da fare a questo proposito, forse nemmeno con un potente calmante si sarebbe rilassata.

Arrivò a casa di Arima alle otto e mezzo precise, aveva davvero spaccato il minuto! Suonò titubante il campanello. Per strada si era rasserenata un po’, però ora era lì… Sorrise pensando a quanto il suo comportamento fosse infantile e a quanto desiderava essere stretta fra le braccia di Arima.
In quel momento stesso lui le aprì la porta ricambiandole subito il sorriso.
- Avanti!
Entrò e andarono subito in soggiorno. Dire che Yukino spalancò gli occhi è un puro eufemismo.
- Ma che succede stasera?
Lui inclinò la testa di lato come se non si aspettasse quella reazione.
- Che c’è che non va? – le chiese innocentemente.
Lei indicò con un gesto ampio il soggiorno intero.
- Ma non avevi detto che i tuoi non c’erano questa sera?
- E, infatti, non ci sono. – corrugò la fronte lui, facendo finta di non capire il motivo della sorpresa di Yukino.
- E… e allora perché patatine, pop corn, bibite varie??? – si portò un ditino sulla tempia come per scacciare un prurito improvviso e insistente che l’aveva colpita proprio in quell’attimo.
- Ah! Quelle! – esclamò come se fosse caduto dalle nuvole Arima – Stasera c’è una festa qui. Gli altri ci raggiungeranno alle nove circa.
Yukino lo guardò come se avesse parlato in arabo e lei non avesse quindi compreso una parola che fosse una.
- Sì, ho deciso di organizzare una festa.
- Ah. Motivo?
- Così. So che ti piace stare in compagnia e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vedere gli amici ora che la scuola è finita. … Ho sbagliato?
- Ehm… No… No, no. Non hai sbagliato, sono io che ho sbagliato… Ecco… Io… Io avevo capito un’altra cosa… – abbassò la testa per l’imbarazzo.
- Che avevi capito? – inclinò di nuovo il capo di lato.
Lei ora guardò in alto come se sul soffitto ci fossero degli affreschi da ammirare e in cui cercare un punto più bello degli altri per poter cambiare agevolmente argomento.
- Ehm…. E’ già tutto pronto? C’è qualcosa in cui ti posso aiutare?
- No, è già tutto okay. Mi puoi aiutare solo in una cosa… – le disse abbracciandola stretta da dietro.
- Sarebbe?
- Ricambiare l’abbraccio, no? Mica hai diritto solo tu alle coccole!

Asaba era stranamente in anticipo e fu il primo a interrompere il momento di affetto dei due ragazzi.
Sorrideva come uno scemo al pensiero di rivedere Rika, tanto che gli altri due non potevano fare a meno di essere contagiati dalla sua allegria.
- Hai portato un gioco da tavola?
- Sì, certo! Purché io possa fare coppia con
- Non andare avanti: sappiamo già! Non è difficile indovinare… – gli troncò la frase velocemente Arima.
Nel giro di dieci minuti arrivarono anche Tsubaki con Tonami, Aya e Rika.
- Allora, cominciamo a giocare? – si fregò le mani Asaba avvicinandosi alla dolce ragazza dai capelli nocciola.
- Ehm. No, manca ancora qualcuno.
- Ah, Tsubasa! – il super-abbronzato si batté una mano sulla fronte come a darsi dello stupido per non averci pensato prima.
- No. Lei non potrà venire, è già partita per una vacanza con la sua famiglia.
- Ah.
Senza che nessuno arrivasse a formulare la domanda che sorgeva spontanea in tutti, il padrone di casa era andato ad aprire la porta, poiché nel frattempo era squillato il campanello. Rimasero tutti in silenzio, curiosi di sapere chi era che doveva arrivare alla festa oltre a loro.
Con somma sorpresa di tutti si trattava di Kekesai.
Lo guardarono come se gli fossero cresciute delle antenne fosforescenti sulla testa. Nessuno disse una parola.
- Questa è Ni… – guardò la ragazza che era con lui, accorgendosi che di nuovo non ricordava il nome di chi aveva portato con sé e chiedendole un aiuto con lo sguardo.
- Nibiki. Io sono Nibiki. – spalancò un sorriso all’indirizzo di tutti.
- Bene, ora ci siamo tutti! – esclamò gioioso Arima – Accomodatevi, la festa si può cominciare!
Contrariamente alle aspettative di Asaba, Aya fece coppia con Rika, lasciandolo ancora una volta a bocca asciutta. Lui le si sedette di fronte, almeno poteva continuare ad ammirarla, no? Che almeno questo gli fosse concesso, Kami sama!
Un po’ per distrazione, un po’ per la sua sfortuna ai giochi, il biondo ex donnaiolo perdeva sempre. A vincere era la coppia Tsubaki – Tonami, capitanata dalla prima che sbraitava qua e là e teneva il suo consorte a bacchetta. Era lei a tirare il dado, a decidere le mosse e a fare qualsiasi altra cosa ci fosse da fare. Tonami la guardava un po’ storto, ma lasciava correre.

Yukino ancora non si era ripresa dalla improvvisata che le aveva preparato Arima. Già non si aspettava una festa quella sera, il fatto che lui avesse invitato anche il senpai l’aveva messa proprio in subbuglio. Continuava a guardare il suo Arima con occhi pieni di ammirazione, ora riusciva veramente a credere che fosse cambiato, che avesse davvero superato le sue stupide crisi di gelosia. Tanto più che Kekesai si vedeva sempre in giro in compagnia femminile, anche se ogni volta da una ragazza diversa.
Con lei però non si era mai comportato così come stava facendo con quella Nibiki. Con lei era stato dolce, premuroso ecc… Ora sembrava un pezzo di ghiaccio. Se non lo avesse conosciuto prima avrebbe detto che era uno stronzo. “Gli ho fatto questo?” si chiese.

Il senpai, di tanto in tanto, osservava la coppia Yukino – Arima. Perlomeno poteva dire che era maturato un po’ quel ragazzino insicuro che aveva conosciuto qualche mese addietro. Non era che una magra consolazione, però doveva accontentarsi di questo. In tutta la serata non degnò di molti sguardi la ragazza che era con lui, di cui aveva già dimenticato di nuovo anche il nome. Possibile che la sua memoria non riuscisse ad arrivare nemmeno fin lì negli ultimi giorni? Stava ancora soffrendo. Vedere Yukino con quel ragazzo dai ciuffi scuri non gli faceva certo piacere e non migliorava la situazione, ma aveva promesso che non si sarebbe più impicciato dei fatti loro. Se era lì era solo perché Arima aveva insistito molto e perché, in fondo, desiderava rivedere Yukino e sincerarsi che stesse bene. Probabilmente da quel giorno non l’avrebbe più rivista, anzi avrebbe cercato di fare in modo di non incontrarla nemmeno più: aveva già patito abbastanza. “Ah! Ora mi ricordo… dev’essere qualcosa che comincia con N… Dunque… Na… No… Nibiki! Sì… deve chiamarsi Nibiki…” pensò guardando la ragazza con cui stava facendo coppia per quella sera. Ne aveva viste talmente tante dalla rottura con Yukino, che si poteva anche comprendere che non si ricordasse i loro nomi, per quello che gliene interessava!
- Okay Nibiki! – sorrise notando che l’aveva davvero indovinato il nome di quella ragazza – Direi che possiamo anche andare, hm?
- Sì, volentieri! – era tutta contenta lei, che per la prima volta era stata degnata di un pochino d’attenzione dal suo accompagnatore.
Se ne andarono osservati da tutti.
Yukino sorrideva compiaciuta all’indirizzo di Arima.
- Grazie… – gli sussurrò – Sono contenta che finalmente tu abbia capito che amo solo te!
- Lo spero! – rispose lui felice di essere riuscito nel suo intento, anche se doveva ammettere che gli era costato più di qualche sforzo.

Sembrava che la serata fosse già giunta al termine e che tutti volessero seguire l’esempio di Kekesai e sgattaiolare via.
Asaba guardava con occhi sornioni e la bocca semiaperta la dolce Rika. Non osava dir nulla, anche se moriva dalla voglia di stare ancora un po’ in sua compagnia.
Un amichevole pacca sulla schiena lo colpì in pieno.
- Yukino, che ti salta in mente? – si girò furioso.
- Su… dai… – se la rideva lei – chiediglielo…
- Che cosa???
- Se la puoi accompagnare a casa, no? Aspetta che ti distraggo Aya…
La ragazza dai capelli scarlatti strizzò l’occhio con fare complice ad Asaba e si avviò verso la sua missione.
- Lo sai che mia sorella Kano ha apprezzato tantissimo il copione che hai scritto per la recita?
- Ah, davvero? – si lasciava volentieri lusingare la scrittrice.
- Sì, e pensa che non fa altro che domandarmi se stai già scrivendo qualcos’altro… Non vede l’ora di leggere qualcosa di tuo: sei senz’ombra di dubbio la sua scrittrice preferita!
- Sul serio?
- Hm. – sorrideva soddisfatta Yukino.

Asaba non si era lasciato sfuggire l’occasione. Non era mai stato timido con le ragazze, però ora cominciava a diventarlo: l’atteggiamento di Rika non era mai stato incoraggiante nei suoi confronti…
- Ehm… Rika? – cercò di attirare la sua attenzione.
- Sì?
- Io mi chiedevo se… ti va se ti accompagno a casa?
Come sempre non sapeva che rispondere. Certo non poteva negare che ultimamente pensava sempre più spesso a lui. Tsubaki la stava guardando come se stesse raccomandando ad un bambino di comportarsi bene.
Dopo un breve silenzio che stava sconfortando ancora una volta il super-abbronzato, si decise a rispondere.
- Perché no? Se non allunghi troppo la strada passando dal mio quartiere…
- Ma certo che no! Ci passerei comunque! – mentì poco credibilmente Asaba, felicemente sorpreso dall’andamento delle cose.
Gongolava visibilmente mentre salutava gli altri amici pronto in quattro e quattr’otto ad andarsene. Poi ci ripensò, in effetti Rika non era stata più incoraggiante del solito. Probabilmente aveva solo ceduto dietro le sue insistenze… ‘se non allunghi troppo la strada…’ non era decisamente un invito…
S’incamminarono silenziosamente. Asaba continuava a credere di non valere niente agli occhi della ragazza e perciò non osava parlare; lei, dal canto suo, non era mai stata una gran chiacchierona. Più andavano avanti più la distanza fra di loro aumentava anche fisicamente e la tristezza si prendeva un largo spazio nel cuore del biondo.
Rika non si sarebbe mai innamorata di lui, pensava.
Arrivarono in troppo poco tempo sotto casa di Rika.
- Quindi abiti qui… – lasciava trasparire tutta la sua tristezza il ragazzo.
- Già…
- Bene… allora vado, buonanotte! – abbozzò un impacciato sorriso Asaba.
Si stava già voltando per andarsene via, quando sentì una mano leggera appoggiarsi sul suo braccio. Si rigirò in direzione della ragazza e la guardò. Non sapeva dire se lei, avendo capito cosa lui provasse nei suoi confronti, stesse per offrirgli la sua pietà o cosa. Lo guardava con i suoi grandi occhi nocciola scintillanti. Lui continuava a fissare le sue iridi cercando, ma non trovando, una risposta alle sue domande.
D’improvviso Rika si innalzò sulla punta dei suoi piccoli piedini e si avvicinò al viso di Asaba, mentre lui attonito non muoveva un muscolo.
Asaba non riusciva a credere alle sue stesse labbra: stava baciando Rika??? Stava baciando Rika!!!

Ma la serata a casa Arima non era ancora conclusa sul serio…
- Allora, prima non mi hai risposto… cos’avevi capito come programma di stasera? – domandò Arima con tono nuovamente malizioso.
- Mah! Niente di importante… – giocò a fare la finta tonta Yukino.
- Ah… beh, peccato… Perché, sai… se tu avessi indovinato…
- Sì… – cominciò a fare la maliziosa anche lei, portandosi a circa mezzo centimetro dalle labbra di Soichiro.
- Beh, ci sarebbe stata una ricompensa… – continuò il ragazzo senza aumentare o accorciare le distanze fra loro due.
- La cosa si fa interessante… Mi son sempre piaciuti i premi… – sentiva già il calore della vicinanza del suo lui, che la inebriava.
- Allora indovina…
Yukino a questo punto preferì rispondere assaggiando le labbra del suo amato Arima, che rispose con un caldo bacio, mentre la faceva scendere con lui tenendola in un affettuoso, ma non solo, abbraccio.

FINE
END
ENDE
FIN



Come promesso, arrivano anche le mie considerazioni su Arima e Kekesai. Dunque, l’idea di questa ff non è che mi sia nata in qualche modo, era spontanea espressione di quello che mi suggeriva l’anime ed è indubitabile che nelle ultime puntate Arima fosse quasi sempre scuro in volto e parecchio inquietante come personaggio. All’inizio pensavo che avrebbero semplicemente avuto una piccola crisi, poi … boh! E’ successo che Yukino si sia messa con Kekesai e, a dir la verità, mi pareva che stessero proprio bene insieme. ^_^ L’anime era ormai finito da un po’, ma un giorno, per un caso fortuito, ho ritrovato su una videocassetta una vecchia puntata dell’anime, in cui Arima mi era piaciuto molto e di qui la virata di Yukino verso Arima… che io avrei preferito evitare, ma lei si ricordava tutti i bei momenti con lui e… cavoli: ha voluto tornarci insieme! Che ci potevo fare io? Sta di fatto che se io fossi stata in lei non lo avrei fatto, Kekesai era di gran lunga più interessante dal mio punto di vista (a me piacciono i ragazzi sicuri!) anche se ammetto che il senpai ha un pochino esagerato con quel ‘famoso’ bacio alla recita. E’ proprio per questo, per la mia innata preferenza verso Kekesai, che le scene romantiche fra Yukino e Arima non potevano riuscirmi bene, proprio perché erano contro la mia natura. Che ci volete fare?
Quanto al l’idea di tenermelo io il senpai… beh… oltre al fatto che mi sarebbe utile per il mio bonsai (che avrebbe forse qualche possibilità in più di sopravvivere… sob… fra un mese potrò dire definitivamente se ha gradito il rinvaso), aggiungerei un semplice :P
Bene, vi ringrazio di essere arrivati fin qui e… forse ci risentiremo più avanti per un sequel, di cui come vi ho già accennato nel forum, mi son già state proposte le idee. (chi l’avrebbe mai detto????) Vi conviene dirlo subito se vi fa schifo vederlo anche solo fra le nuove ff: siete ancora in tempo! Baci a tutti!
  
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