Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
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Autore: GiuliaVengeance    06/02/2012    3 recensioni
Dal capitolo 6:
“Ti prometto che questa sarà la vacanza più bella della tua vita,esattamente come la mia. Due anni fa,quando arrivai ad Huntington Beach, sentii che questo sarebbe stato il mio posto,questa la mia gente,questa la mia vita. Fu una sensazione bellissima. In effetti non mi sbagliavo, questa città ha veramente qualcosa di magico. Poi incontrai loro,i miei idoli di sempre e lì capii che non la avrei più lasciata. È il mio sogno, Bee. Mi sembra di essere la protagonista di un film,è tutto così meraviglioso qui. Per questo ho voluto che anche tu vivessi quello che sto vivendo io,conoscendoti,sapevo che sarebbe stato il regalo più bello che tu potessi ricevere. Poi beh,Lui è veramente tutto ciò di cui ho bisogno, non sono mai stata così felice. Spero che anche tu lo sarai,un giorno. Magari sempre con qualcuno della band.” E concluse il filosofico discorso con una delle sue battutine sarcastiche,non ne poteva fare a meno. Beth trovò intenso quel pensiero,a parte l’ultima frase che la lasciò in sospeso con quello che voleva rispondere; guardò sconsolata la bionda che nel frattempo beveva un sorso di the,nascondendo un sorriso malizioso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This feelings can’t be right
 

 

 




H 07.34 - Italia
  

«Oddio che stanchezza»  sospirò Beth appena aperta la porta di casa sua. Le dolevano le gambe, sentiva come le ossa pesare e i muscoli indolenziti, si sentiva la pelle sporca,aveva respirato tanto di quello smog,in quel momento aveva voglia solo di buttarsi sul letto e dormire. Doveva ammettere che un po’ le era mancata quella casa,era sempre la sua dolce dimora,anche se in California era stata benissimo. Accese tutte le luci,come per far intendere che era tornata e subito si fiondò in bagno per sciacquarsi via la fatica e andare finalmente a riposarsi. La doccia era il suo momento preferito del giorno,in cui ti rilassi e fai un resoconto di quello che ti è successo; mezz’ora-quaranta minuti minimo ce li impiegava sempre,non era mai riuscita a metterci di meno. Quella doccia fu più particolare delle altre,pensare che proprio la mattina prima si trovava dall’altra parte del mondo,le si strinse lo stomaco. In un attimo le passò davanti tutta la vacanza,dal primo incontro con i ragazzi,alle splendide giornate -e nottate- passate in spiaggia,alle serate nei locali,al giorno del compleanno di Matt,alla notte in cui dormì con Brian,all’addio. Ma ormai era in Italia,doveva portare quei fottuti esami e ricevere un fottuto pezzo di carta,prova della sua cultura,fondamentale per la sua vita. Era praticamente quasi convinta che l’America sarebbe rimasta solo un ricordo, uno di quei ricordi che quando ci pensi ti spunta fuori un sorriso e che speri di rivivere. Uscì dalla doccia e si asciugò,quando le venne un flash: lo sguardo di Brian all’aeroporto.  Provò esattamente le stesse emozioni,le lacrime che volevano fuoriuscire,il peso sullo stomaco,la pesantezza dell’aria stessa che respirava. Meglio andare a dormire,và.
Suonò la sveglia alle dodici,se non l’avesse impostata avrebbe continuato a dormire ininterrottamente ma doveva andare a pranzo dai suoi,erano mesi che non li vedeva,non solo da quando era partita,da prima. Non aveva minimamente voglia di ascoltare le mille domande della madre,sopportare le occhiatacce invidiose della sorella più piccola,dover raccontare per forza tutto. L’unico motivo per cui ci andava era il papà: lui non era il solito papà, quello superprotettivo,strageloso,rigido.. Si preoccupava per le figlie,sì, le controllava,gli poneva dei limiti ma si impegnava anche a capirle ed aiutarle quando ce ne era bisogno.
Suonò il campanello di casa preparando un sorriso falsissimo da mostrare appena le avrebbero aperto la porta.
Fortunatamente aprì il padre: «Oooh la mia creatura!» Esclamò abbracciandola.
«Papà!» fece altrettanto prima di entrare. La madre stava finendo di apparecchiare,la sorella si stava asciugando i capelli. «Tesoro!» la prima la guardò con gli occhi che le brillavano e la strinse in un caloroso abbraccio,la seconda la abbracciò ma si vedeva che non era tanto entusiasta. Non erano mai andate totalmente d’accordo,la più piccola era sempre stata acida e scorbutica,ogni genere di approccio risultava un’impresa con lei. Un rapporto strano per essere due sorelle femmine con soli sette anni di differenza.
 «Vieni qua,vicino a papà tuo» la invitò il signor Crescentini,battendo con la mano sul posto vuoto del divano. Lei fece come richiesto e poggiò le gambe su quelle del babbo. «Allora? Come è stata questa vacanza? Ti sei abbronzata,eh?» le domandò ammiccando.
«Eh papà,parliamo della California, lì è impossibile non abbronzarsi» rispose abbandonando la testa sullo schienale.
«Mh,e dimmi un po’,chi sono questi tipi che hai conosciuto?» aggiunse sospettoso.
«Gli Avenged Sevenfold,sono una band,papà. Li ho conosciuti perché uno di loro è il fidanzato di Chris,sono fantastici» spiegò,sognante.
«Sì,ho capito! Quelli tutti tatuati che ti piacevano tanto!»
«Esatto tesoro!» si intromise la Signora,dalla sala da pranzo.
«Sorellina! Ma non mi hai portato niente?» squittì Melania,tornando dal bagno.
«Ehm.. Sì!» tirò fuori degli shorts azzurrini mezzi strappati e una canottiera della Syn Gates Clothing che possedeva anche lei.
«Waaa! Meraviglia! Graziee!» parve soddisfatta. Quando si trattava di regali era sempre allegra,pimpante,sorridente, esattamente il contrario della sorella.
Automaticamente,senza volerlo,il pensiero di Bee volò su Brian, facendole assumere un’espressione assente.


04.27 a.m – Casa Haner

Brian era sveglio. La sera prima si era ubriacato insieme agli altri e si era portato a letto una tipa senza neanche essersene reso conto e adesso ce l’aveva sul letto,accanto a lui,nuda. Nemmeno si ricordava,doveva aver bevuto proprio tanto. Si stiracchiò silenziosamente e cercò nella sua mente qualche indizio che lo riportasse alla notte precedente. L’unica cosa che le venne in mente fu la partenza di Bee,quei suoi meravigliosi occhi verdi pieni di lacrime,la sua infinita dolcezza. Non avrebbe voluto andare a letto con una qualsiasi quella sera ma essendo ubriaco fradicio nemmeno se ne era accorto. In quel momento avrebbe voluto Beth a salvarlo,come quella volta in spiaggia in qui si finse la sua fidanzata per allontanare una tipa inopportuna..

*Bee e Brì si stavano sciacquando dalla sabbia prima di andare a bere qualcosa al bar lì vicino ma vennero interrotti da una ragazza alquanto civettuola,avvicinatasi a loro dopo aver riconosciuto Synyster.
«SYN!» urlò questa, alzandosi sulle punte per salutarlo.
«Ciao!» rispose cortesemente l’altro,senza però ricordare il nome della tizia.
«Da quanto tempo! Saranno.. due anni?» continuò la cosa tutta truccata e ingioiellata nonostante fosse sulla spiaggia a prendere il sole.
«Eh.. boh» fece lui,cercando qualcosa con cui distrarsi o una scusa per mollare lì la bionda.
Beth si accorse del disagio di Brian e gli diede un pizzicotto su un fianco,per capire se avesse bisogno di aiuto; lui la guardò con sguardo supplicatorio e lei si fece avanti:
«Ciao.. piacere Beth,la ragazza di Brian»
La Barbie rimase immobile dopo quell’affermazione,sembrò aprire la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse,nei suoi occhi si poteva intravedere disperazione.
«Natalie,una delle tante di Brian» disse poi stizzita,presentandosi a sua volta.
Brì alzò lo sguardo su di lei,quella frase conteneva contemporaneamente rabbia e frustrazione.
«È stato bello rivederti,Brì» salutò acida sempre la bionda,andandosene.
Il chitarrista alzò le spalle in segno di resa e mise un braccio intorno alla vita della ragazza,per poi dirigersi verso il tanto atteso bar.*

A quel pensiero spuntò sul suo volto un sorriso,già le mancava quella moretta tanto dolce e simpatica. Gli venne in mente anche quando gli spalmò l’olio sulla schiena per la prima volta,quando la sorprese a ballare,quando gli curò le ferite causate da quel gigante la sera del compleanno di Matt. Strano come quella ragazza fosse riuscita a scavare un solco così profondo in così poco tempo,lui non si era mai fatto fregare per così poco,eppure adesso,con una rossa vicino,stava pensando proprio a lei.




Note della scrittrice:

Boh,non mi convince per niente ù.ù dai,sopportatemi un altro po' che poi viene il bello ;D Grazie infinite alle belle ragazzuole che recensiscono,vi adoro *-* <3
Tanti baci,
Giuli :P




  
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