Indolore.
Camera 109 del solito ospedale che ormai conosceva a memoria i nostri militari preferiti; Roy Mustang, ormai cieco, condivideva la stanza con la sua guardia del corpo perché, a detta di lui, se lei non c'era riusciva a percepirne l'assenza.
-Colonnello,- Chiese Riza sedendosi sul letto e appoggiandosi al muro -Come si sente oggi?-
Lui non rispose e si perse in uno dei suoi soliti pensieri; Hawkeye si alzò e si mise a sedere lì vicino. Per richiamare la sua attenzione schioccò le dita vicino al suo orecchio e lo costrinse , per così dire, a guardarla; Roy rimase per un attimo sorpreso e poi riuscì a sentire lo sguardo di Riza essere incatenato al suo viso.
-Scusami, ero distratto. Come vanno le tue ferite?-
La ragazza si allontanò e alzo gli occhi al cielo disperata.
-Non credo che la gravità di una ferita possa cambiare da minuto a minuto.- Disse lei digrignando i denti: non c'era attimo in cui il suo superiore non la sommergesse di preoccupazioni e di attenzioni, era un po' snervante.
-Cosa mi avevi chiesto prima? E poi da dove viene questo profumo?-
Riza arrossì di colpo e disse semplicemente che c'erano alcune rose nella stanza: non era una bugia ma quello che non aveva specificato (appositamente) era che i fiori erano, in primo luogo, per lei; più di una ventina di avvenenti uomini glieli avevano spediti per mirare ad una semplice attenzione da parte sua.
Naturalmente Riza non se ne curava, che le poteva interessare sapendo che sarebbe stata solo un'inutile perdita di tempo?
-Le ho chiesto come stava lei, signore.-
Roy sbuffò e si girò su un fianco, dandole le spalle.
-Non credo sia essenziale ma comunque io sto bene. Sei tu quella che ha rischiato grosso, davvero troppo.-
La cecchina sbuffò di nuovo e fece per andarsene indignata ma fu fermata dal colonnello che, senza sapere dove fosse, la prese per una mano, istintivamente.
-Non ti allontanare, per favore. Senti una cosa: lo so che sono apprensivo, che sto esagerando e che non vorresti tutte queste attenzioni. Però...- Si sollevò leggermente e cercò con una mano il collo fasciato di lei -Questo è un altro segno indelebile che hai per colpa mia; sono sicuro che non è stato indolore e non puoi negar...-
-Colonnello, adesso basta o dovrò ricorrere all'armeria, non so se comprende. Mettiamo in chiaro delle cose: primo, è possibile che il segno non rimanga così vistosamente come lei pensa, mi ha informato il medico; secondo, non è stata colpa sua e non deve lasciare che questi pensieri si insinuino nella sua mente; terzo...Beh, è vero, non è stato per nulla indolore: è stato lancinante, un dolore così tremendo non lo auguro a nessuno; ma io non lo rimpiango.
Non voglio più sentirla parlare in questo modo e adesso veda di riposarsi, è tardi.-
Finito di parlare si alzò dal letto per tornare indietro ma lui la supplicò di restare ancora lì con lui e la ragazza lo accontentò.
-Riza...- sussurrò lui prima di addormentarsi -Ti prego, non lasciarmi al buio...-
Lei si riscosse e lo guardò dormire beato tra le braccia di Morfeo; dopo poco lo seguì accoccolandosi vicino: le aveva chiesto di non lasciarlo solo, dopotutto.