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Autore: Merope    15/09/2006    2 recensioni
I due ragazzi si diressero nella Sala Grande e presero posto proprio nel momento in cui Silente iniziava a parlare. “Cari ragazzi, dopo gli ultimi recenti avvenimenti, ho il piacere di annunciare che…” ma venne interrotto dal portone che si apriva. Entrarono circa dieci uomini, vestiti con smoking neri da Babbani e con dei cappelli in testa. Uno di loro aveva una maschera che impediva il suo riconoscimento. Gli uomini si fermarono al centro della Sala. Quello con la maschera parlò.
“Bene bene bene… Albus Silente… Sei ancora preside, vecchio?” esclamò sprezzante.
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non solo Voldemort può
Avvertimenti: Ho scritto questa storia qualcosa come cinque anni fa. Non l'ho modificata molto perchè mi piaceva tenerla così com'era, intatta, quindi probabilmente non sarà il massimo per quanto riguarda la sintassi e la grammatica.
E' una storiella un po' crudele, anche se in finale assolutamente comica.
Enjoy!

Non solo Voldemort può

 

“Harry! Harry!” era Hermione.

“Che succede?”

“I professori e gli studenti sono tutti nella Sala Grande! Manchi solo tu! Silente deve dare un annuncio importante. Vieni!”

I due ragazzi si diressero nella Sala Grande e presero posto proprio nel momento in cui Silente iniziava a parlare.

“Cari ragazzi, dopo gli ultimi recenti avvenimenti, ho il piacere di annunciare che…” ma venne interrotto dal portone che si apriva. Entrarono circa dieci uomini, vestiti con smoking neri da Babbani e con dei cappelli in testa. Uno di loro aveva una maschera che impediva il suo riconoscimento. Gli uomini si fermarono al centro della Sala. Quello con la maschera parlò.

“Bene bene bene… Albus Silente… Sei ancora preside, vecchio?” esclamò sprezzante.

“Non so chi lei sia, né cosa voglia, ma sicuramente non è stato invitato.” Rispose Silente con garbo.

L’uomo sogghignò.

“Non ho bisogno di un invito per entrare. Non nutro molta simpatia nei tuoi confronti, vecchio… e ora… dovrò porre fine alla tua esistenza…” tirò fuori una pistola Babbana e sparò, colpendo il preside in piena fronte. Egli cadde a terra senza vita. Istintivamente i professori tirarono fuori le bacchette e scagliarono delle maledizioni sull’uomo , al quale bastò alzare una mano perché non avessero effetto.

“Non potete farmi niente. Sono troppo forte”

Avanzò fino al tavolo dei professori, che si scansarono ai suoi lati, impauriti.

Con un gesto della mano l’uomo fece sparire tutti i tavoli e le sedie e fece comparire una grossa pedana, sulla quale lui e i suoi uomini salirono.

“Chi sei? Che cosa vuoi?” domandò il diciassettenne Harry Potter.

“Chi sono io non importa.” Rispose l’uomo, “cosa voglio lo scoprirete fra poco… Harry Potter, finalmente ci rincontriamo… Era tanto che volevo vedere la tua brutta faccia…”
Harry impugnò la bacchetta con rabbia.

“Non ti servirà quella.” Disse lui, e Harry fece qualche passo avanti. “Cosa c’è, Potter? Ti sei offeso? Come siamo suscettibili… Vediamo se riesco a calmare i tuoi bollenti spiriti.”

Alzò la mano, mormorò qualcosa di incomprensibile e diversi studenti accanto ad Harry, tra cui Ron, si accasciarono a terra senza vita.

“No!”  urlò il Bambino Sopravvissuto gettandosi sugli amici, “che cosa gli hai fatto?”

L’uomo rise, una risata lunga, fredda, crudele.

“Ma non l’hai ancora capito, Potter? Oppure quando ti ha inferto quella cicatrice il Signore Oscuro si è preso anche il tuo cervello? Ti conviene non farmi arrabbiare, Potter, altrimenti non so quali potrebbero essere le conseguenze…”

“Va bene… cosa vuoi?” esclamò Harry.

“Uhm… per ora non lo so… sono molto indeciso fra questo…” alzò la mano sinistra, schioccò le dita e i professori presero a contorcersi per terra urlando dal dolore, “… e questo…” alzò l’altra mano e apparve sotto i piedi degli studenti un campo di sabbia recintato; l’uomo schioccò nuovamente le dita ed apparvero cinque enormi troll.

“Hahahaahahahah!” l’uomo schioccò di nuovo le dita ed apparve una poltrona, sulla quale si sedette, “ora mi godo lo spettacolo…”

Dopo che i Troll ebbero ucciso circa un centinaio di studenti, l’uomo alzò la mano e tutto si dissolse.

Harry Potter, ferito ed insanguinato, lo guardò con odio.

“Vuoi farci uccidere tutti, eh?” urlò.

“Sì… credo che questa sia nella lista delle cose da fare… ma il tuo comportamento continua a non piacermi, Potter.” Schioccò le dita due volte ed apparvero delle spade, che lui ed i suoi uomini impugnarono.

“Come vedi, Potter, è molto facile per me avere quello che voglio.” Si rigirò la spada fra le mani, “non mi sei simpatico, ragazzo, è ora di smetterla con te… Mi sono stufato di vederti vivo,” disse tendendo la spada, pronto a lanciarla. I suoi uomini lo imitarono.

“Correte!” gridò Harry, e gli studenti, presi dal panico, iniziarono a correre ed agitarsi per tutta la sala. L’uomo lanciò la spada e prese Harry in pieno petto, scagliandolo indietro in modo che la spada si conficcasse nella porta.

“E voi? Siete ancora vivi?” domandò con una risata rivolto agli altri studenti. Schioccò le dita e quelli si accasciarono tutti al suolo. Ora gli unici esseri viventi in quella Sala erano gli uomini vestiti di nero.

“Non ne potevo più…” mormorò il capo. Si tolse la maschera ed uscirono dal castello. Apparvero diverse scope volanti, sulle quali salirono ed iniziarono a volare, per poi scomparire verso l’orizzonte.

Oliver Baston aveva appena sterminato Hogwarts.

Tratto da un mio sogno

  
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