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Autore: TrollFace    06/02/2012    2 recensioni
Salve a tutti, siamo Kappinias e Ari_92 :D
In un momento di sclero totale abbiamo iniziato a scrivere questa long a quattro mani e ora, con questo account che dice tutto, abbiamo avuto il coraggio di pubblicare questa cosa...
E se Kurt e Blaine vivessero entrambi a New York ma non si fossero mai incontrati?
Uno scontro accidentale a Central Park potrebbe cambiare le loro vite, ma sanno davvero tutto l'uno dell'altro?
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"Gli dico il mio nome, e lo invito a prendere un caffè.
Prima che possa fermarlo mi dice come si chiama: Kurt.
Non voglio saperlo. Non voglio dare un nome ai ragazzi con cui vado a letto: in un certo senso sarebbe come se mi rimanessero addosso, e io non li voglio ricordare."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera ^^
Con un po' di ritardo, ma eccoci con il quinto capitolo, ancora dal punto di vista di Kurt...
Breve riepilogo: Kurt e Blaine si sono rivisti, e come c'era da aspettarsi non hanno saputo resistere così hanno pensato bene di farlo in un'aula deserta dell'università :D
Kurt pone la domanda fatidica: ci rivedremo? E crede alla risposta di Blaine, povero ragazzo ingenuo :(
Ok, non aggiungiamo altro e vi lasciamo alla lettura, e grazie a tutte le amabili persone che seguono e recensiscono la storia, siete fantastici *___
*







“Ci rivedremo?” mi sorride, mentre mi guarda rimettermi la camicetta.
I suoi occhi bruciano sulla mia pelle, sembrano voler imprimere nella memoria ogni singolo dettaglio.
Non devi ricordarmi Blaine, puoi avermi quando vuoi, lo sai bene.
Oggi è stato bellissimo con te, e potrebbe esserlo anche domani, e il giorno seguente.
Siamo felici insieme, non fuggire ancora una volta.
 
Vorrei dirgli tutte quelle cose, ma so che potrei impaurirlo.
Perché continui a scappare? Non so niente di te. Chi sei veramente?
Tutte domande che aleggiano nell’aria, ma che non ho il coraggio di rivolgergli.
“Sì, ci rivedremo presto.”
 C’è un sorriso tirato sulle sue labbra, ma io voglio credere a quella semplice affermazione: ne ho bisogno per non impazzire.
Ho ancora il suo profumo addosso, tutta la stanza è impregnata dell’odore dei nostri corpi a contatto.
Abbiamo fatto l’amore per la seconda volta, ed è stato anche meglio della prima.
Mi sfiora una guancia e mi stampa un casto bacio sulla fronte.
“Ciao, Kurt.” Non ho neanche il tempo di replicare, ed è già scomparso nel corridoio gremito di gente.
Quello non sembrava un arrivederci, aveva il tono amaro di un addio…
Ma no, hai detto che ci rivedremo, ed io ti aspetterò.
Mi fido di te.
Perché poi, davvero non lo so. Sei uno stronzo, e dopo aver fatto sesso la prima volta sei scomparso nel nulla.
Che cosa cambia adesso?
Non scopi mai uno stesso ragazzo due volte: me l’hai sussurrato all’orecchio come per mettere le cose in chiaro, o magari farmi sentire un’eccezione importante, prima di iniziare a baciarmi il collo, e poi scendere sempre più in basso…
Non ti sono indifferente, potevo sentirlo dall’urgenza con cui mi spingevi sul tavolo, per poi quasi strapparmi la camicetta di dosso.
Come se non ci fosse tempo per noi, se non quel momento, in quell’aula deserta.
Possiamo averne quanti ne vuoi, di attimi perfetti come quelli.
Dipende solo da te. Io dipendo solo da te.
Sei entrato nelle mie vene come una droga, dalla quale non posso e non voglio disintossicarmi.
Ogni secondo che passo con te è magico, e ogni altra cosa perde significato al confronto.
 
Mi guardo intorno: l’aula adesso è piena, decine di studenti si affrettano verso i banchi per occupare i posti migliori.
Non li ho neanche sentiti entrare, e ora fisso intontito Rachel, che è proprio davanti a me e mi lancia un’occhiata curiosa.
Ah, già. L’ho lasciata a quel corso assurdo, dopo essermi reso ridicolo di fronte a tutta la classe e aver sfidato il professore.
Mi esamina con attenzione, e vedo la curiosità trasformarsi in sorpresa.
Evidentemente il mio aspetto le ha chiarito molti dubbi: la mia bellissima camicetta a quadri è tutta stropicciata, i capelli arruffati hanno perso ogni minima traccia di gel e devo avere sicuramente un’espressione ancora imbambolata sul volto.
“Ommioddio Kurt! Hai l’aria di uno che si è appena divertito parecchio…”
 Mi strizza un occhio e mi da un colpetto in segno d’intesa, mentre cerca di trattenere una risatina.
“Rachel, ti prego non dire niente in giro..” Le lancio uno sguardo supplichevole.
“Ehi, per chi mi hai preso? Questo è un piccolo segreto fra noi due!” Mi sorride: le sue intenzioni sembrano buone.
Certo, non che quelle parole mi siano di troppo conforto.
Rachel, dopo Holly, e la più chiacchierona di tutta la facoltà, non per niente quelle due sono tanto amiche.
Un brivido mi percorre la schiena alla sola remota possibilità che quell’oca di Holly possa venire a conoscenza di tutto.
Non voglio che l’intera università pensi che sia uno facile, che va con il primo che incontra per strada.
Io non sono così, ho solo fatto del sesso fantastico con un semisconosciuto in un’aula deserta, ma questo non significa niente.
E se Matt lo venisse a scoprire? Cosa penserebbe di me?
Ne sarebbe distrutto, e forse non mi rivolgerebbe più la parola.
Non voglio perdere il mio dolce Matt, sarebbe davvero troppo. Lui è la mia roccia, il posto sicuro in cui rifugiarmi quando tutto va male.
E ho paura, ho il terrore che Blaine possa farmi soffrire di nuovo.
La voce squillante di Rachel mi riporta alla realtà.
“Allora è proprio vero che sei diventato un cattivo ragazzo… e dai racconta tutto!”
“TI dirò solo una cosa: è stato bellissimo.” Mi appoggio a lei e la stritolo con un abbraccio.
“Grazie amica mia, senza di te non sarei mai andato a quello stupido corso!”
Ovviamente non si accontenta di una risposta tanto criptica, e nel giro di una lezione riesce a tirarmi fuori molto più di quanto avrei voluto su quell’ora passata con Blaine.
Sembra soddisfatta di vedermi sorridere dopo tanto tempo.
 
 
Sono passati due giorni e siamo di nuovo al corso di arti drammatiche.
Neanche a dirlo, non riesco a concentrarmi.
Mi guardo intorno, e ogni cosa mi ricorda di noi.
Se sapesse cosa abbiamo fatto su quella scrivania Mr. Tanner non la toccherebbe con tanta confidenza.
Sorrido a questo pensiero, mentre osservo la mano del professore che scorre sul tavolo.
E’ da più di quarantotto ore che non lo vedo, dove cavolo è finito?
In facoltà non è venuto, o almeno non alle lezioni che frequento io.
Me l’ha promesso, ci rivedremo, e allora perché sembra essere sparito di nuovo?
Forse ha solo bisogno di tempo.
In fondo io non so niente di lui, non ho idea di chi sia veramente.
Conosce dove abito, e so che mi verrà a cercare, prima o poi.
Devo solo avere la pazienza di aspettarlo.
 
 
 
E’ ufficiale: Blaine è un fottutissimo stronzo.
Sono passate ben due settimane dall’ultima volta che l’ho visto, ed io mi sono illuso per tutto questo tempo che potesse davvero tornare da me.
Sono stupido e ingenuo.
Come ho creduto di potermi fidare di un tipo del genere?
L’ho inquadrato, fin dal primo momento, ma ho deciso di buttarmi lo stesso tra le sue braccia.
E’ uno di quei ricchi rampolli di famiglia che frequentano l’università così, tanto per.
Probabilmente i suoi hanno già programmato la sua vita, e tutto ciò che dovrà fare sarà seguire le orme del padre e condurre un’esistenza tranquilla, nello sfarzo di qualche grande villa o, chissà, di un enorme appartamento nel cuore di Manhattan.
Che tristezza.
Ci vuole coraggio per vivere, e ti stai accontentando di sopravvivere.
Non so niente di te ma questo l’ho capito subito:l’ho letto nella profondità dei tuoi occhi, che di tanto in tanto sembrano vuoti, come persi nel nulla.
Hai paura Blaine, l’ho so nello sguardo sfuggente di quando sei scappato, lasciandomi solo nell’aula deserta.
Hai il terrore di poterti legare a qualcuno, ma non riesco a capirne il motivo.
Cosa t’impedisce di amarmi, quale forza ti trascina lontano da me ogni volta che m’illudo di averti afferrato?
 
 
Solita scena: ormai si ripete quasi ogni giorno, e sempre con lo stesso copione.
Ecco Matt che mi rincorre per i corridoi affollati, e finalmente mi raggiunge.
Inizia a parlarmi con quel tono affettuoso che gli riesce così bene, e cerca di dialogare con me.
Io il più delle volte mi limito a sorridergli e annuire, anche se non ho idea di cosa mi stia dicendo,
Ma oggi è diverso, tutto questo deve cambiare.
E’ passato un mese, e da allora Blaine lo vedo solo nei miei sogni, e anche nei miei incubi.
E’ ovunque, tranne che nel mondo reale.
Non ho più fatto l’amore da allora, o con lui o niente, ho pensato ogni volta.
Ma non tornerà, questo ormai è piuttosto ovvio, e non ho intenzione di aspettarlo ancora.
Matt, come al solito, mi chiede di passare del tempo con lui.
Perché no? Negli ultimi tempi usciamo molto insieme: le ore trascorse con lui sono le uniche in cui riesca a essere meno triste.
Non parliamo molto, ma è bello sapere di averlo vicino a me, pronto a tutto pur di rendermi felice.
Non sa che solo Blaine potrebbe.
Comunque è un ragazzo davvero paziente, e non mi fa nessuna pressione.
So bene che vorrebbe molto di più dei semplici baci sulla guancia che riesce a rubarmi, ma non mi chiede mai niente, non si azzarda neanche a baciarmi in bocca.
Ora mi sta invitando a cena a casa sua, ed io accetto.
E’ davvero un bravo cuoco, e forse stasera potrei lasciarmi andare, concedermi di nuovo a lui, come quando stavamo insieme.
Chissà: potrebbe persino piacermi, magari potrà servire a dimenticare Blaine. Lui sarà andato a letto con tutta New York in queste settimane, perché io dovrei passare le mie giornate aggrappato all’assurda speranza che torni da me?
“Allora ti aspetto!” Mi saluta con un gesto della mano.
Il suo viso è raggiante mentre lo guardo allontanarsi, e per una frazione di secondo quella gioia riesce a contagiarmi. Sì, devo andare avanti.
Voglio provarci, voglio avere la forza di voltare pagina una volta per tutte.
Prepara le candele profumate Matt, questa notte non faremo fatica a smaltire l’ottima cena che mi preparerai…
 
   
 
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