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Autore: dragon_queen    06/02/2012    2 recensioni
Chi della mia generazione non ha sognato di sentirsi un Power Ranger???? Ebbene, ho inventato questa storia perchè in qualche modo ne sono stata sempre stata affascinata.
[Premetto che nelle battaglie ho saltato la parte con il Megazord perchè l'ho sempre trovata troppo noiosa, ma per il resto mi sono mantenuta abbastanza vicina al prototipo di Power Ranger]
Vorrei sapere cosa ne pensate, sono curiosa...Recensite...:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Accidenti quanta gente- pensava Alex, mentre attraversava il cortile della scuola, diretta verso il suo armadietto.

-E per niente socievole- si diceva, guardandosi intorno, ricevendo solo sguardi maligni e diffidenti.

So sentiva quasi divertita, consolandosi con il fatto che in quel posto, conoscendo il padre, non ci sarebbe rimasta a lungo.

Finalmente giunse al suo armadietto. Tirò fuori dalla tasca il foglietto con la combinazione che le aveva dato la segretaria. Lo compose, tose il lucchetto, ma la maniglia non si sbloccava. Iniziò a maledire quel giorno. L'inizio non prometteva niente di buono.

-Vuoi una mano?-

Si voltò.

All'armadietto accanto al suo stava una ragazza con capelli corti biondi chiarissimi e gli occhi color del ghiaccio, che le sorrideva.

-Grazie- le rispose.

L'altra si mise davanti al suo armadietto e gli diede un piccolo colpo all'anta. La maniglia si sbloccò.

-Sai, l'anno scorso era il mio. Basta usare un po' di gentilezza-

-Me lo ricorderò- rispose Alex.

-Sei nuova vero? Piacere, io mi chiamo Alison- e le tese la mano.

-Io sono Alex- rispose l'altra, stringendogliela.

-Hai bisogno di una mano per raggiungere l'aula? Che lezione hai adesso?-

-Dovrei avere storia- disse Alex, consultando il solito foglietto.

-Che coincidenza, anch'io. Dai che ci andiamo insieme e detto ciò si avviò verso la classe.

Arrivò l'ora di pranzo e Alison ed Alex si incamminarono verso la mensa. Si erano già raccontante molte cose l'una dell'altra, come se fossero state amiche da sempre.

-E così tuo padre è un collezionista di reperti antichi? Deve averne una collezione fantastica-

Alex ci pensò un attimo.

-Se vuoi puoi venirla a vedere, così studiamo insieme. Io e mio padre abbiamo preso una villetta poco lontano da qui-

-Davvero? Ne sarei felice- rispose l'amica sorridendo.

-Allora è deciso. Per oggi pomeriggio può andare?-

-Certamente-

-Ciao Alison- disse una voce.

Le due ragazze si voltarono: a parlare era stato un ragazzo con gli occhiali, i capelli rossi e gli occhi verdi.

-Ciao Jake- lo salutò lei.

Poi riprese:

-Vieni a sederti con noi che ti presento la mia nuova amica. Lei è Alex-

 

Le lezioni terminarono e Alex salutò Alison e Jake per dirigersi verso una lussuosa macchina che l'aspettava poco lontano dall'uscita di scuola. Persò di essere abbastanza soddisfatta di quel primo giorno, nonostante si fosse imbattuta in un gruppetto alquanto particolare, il quale l'aveva decisamente snobbata e trattata in un modo che non si poteva definire un granchè educato.

Quando arrivò all'auto, le venne ad aprire lo sportello l'autista, probabilmente ingaggiato dalla compagnia di ricerche che aveva contattato suo padre per il ritrovamento di uno strano reperto.

-Salve- disse lei.

-Salve. Sono qui per accompagnarla agli studi di ricerca dove suo padre la sta aspettando-

-D'accordo, andiamo-

In poco più di un quarto d'ora giunsero all'edificio prestabilito. Era un grande complesso fatto di vetro, al cui interno si poteva distinguere un vero e proprio museo. Il cartello sulla porta d'entrata diceva CHIUSO.

Ad aprirle le porte arrivò il padre.

-Ciao tesoro- la salutò.

-Ciao papà. Come mai mi hai fatto venire qui?-

-Volevo mostrarti il reperto che da tanto cercavo. Vedrai, ti piacerà-

Alex seguì suo padre sino al sottosuolo del museo, dove era stato allestito un vero e proprio laboratorio.

-Aspetta- le disse il padre e si avvicinò ad una lunga cassa, piena di paglia per imballaggio.

Da lì tirò fuori un lungo bastone rivestito d'oro, con un complicato intreccio sulla cima con incastonata una strana pietra, trasparente e per nulla consumata. Su tutta la lunghezza del bastone erano incise degli strani simboli, i quali sembravano lettere.

-Guarda- le disse l'uomo e glielo porse.

-Fai attenzione, è molto antico, più di quanto pensi- concluse e si voltò per sistemare alcune carte.

La ragazza lo prese con delicatezza e iniziò a guardarlo. All'improvviso fu come se le lettere e la pietra si illuminassero, come se reagissero a qualcosa.

Alex sgranò gli occhi, poi scosse la testa, come se volesse scacciare quella visione.

-Stai male?- le domandò il padre.

-No no, è solo un po' di mal di testa. Senti papà, mi servirebbe un telefono perchè ho invitato due compagni a vedere la tua collezione a casa e dovrei avvertirli di venire un po' più tardi-

-Oh, si si, fai pure. Il telefono è nella stanza qui accanto-

-Grazie- gli rispose e gli riconsegnò il manufatto.

L'uomo, con cura, lo rimise nella cassa.

Alex entrò nella stanzina adiacente e accostò la porta. Compose il numero di Alison, ma fu come se la linea fosse interrotta. Provò allora con quello di Jake, ma successe lo stesso.

Non riusciva a capire. Avrebbe chiesto al padre. Stava per uscire dalla stanza quando un'esplosione scosse la terra.

La ragazza uscì e notò che nel muro del laboratorio si era formato un enorme buco. Un gran polverone se era alzato nella stanza. Suo padre era in ginocchio ed aveva una ferita alla fronte, ma per fortuna non era niente di grave.

-Papà!!- lo chiamò.

-Alex- rispose debolmente lui.

-Stai bene? Ma che cosa è successo?-

Dall'oscurità del buco si udirono passi, un numero considerevole. Dal buio uscirono saltellando e dimenandosi degli esseri con le fattezze quasi umane, ma che assomigliavano a dei mostri, dei piccoli demoni.

Dietro a quell'orda di creature si fece avanti un essere quasi del tutto umano, ma che portava la maschera di un lupo sul volto, sulla fronte spiccava un corno grigio e un'armatura nera con striature argento ne fasciava il corpo. Al fianco due singolari spade.

-Toc, toc...- fece con voce profonda.

Poi continuò:

-Hellax, prendeteli!!-

All'ordine di quello sconosciuto, le creature si mossero rapide e in un attimo Alex sentì bloccare le braccia. Anche suo padre era stato preso.

Sarcastica disse:

-Questo è decisamente una pessima giornata-

  
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