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Autore: laolga    06/02/2012    2 recensioni
ci provo, ci provo con molta fatica e spero con qualche successo. C'entra qualcosa con un viaggio? è solo una serie di pensieri e trami intrecciati senza logica?
chi ci capisce qualcosa è un genio, e Tchaikowskij era gay.
amen
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Viaggio di ordinaria follia

 

Lo sai, tu, com'è morto Tchaikowskij?

Il bambino strabuzzò gli occhi e fece di no con la testa.

In realtà avrei preferito dormire, sparire nel buio, ma gli spaghetti al ragù della cena mi erano rimasti sullo stomaco... Buonissimi e tutto, si capisce, ma un po' pesanti.

Così, seduta al buio con la musica, pensavo, non riuscivo a non farlo, e la voce della vecchiaccia mi rimbombava nelle orecchie: Eppure, piccino mio, Tchaikowskij non era mica un tipo qualsiasi, sai? Era famoso, molto famoso!

Al bambino quella donnaccia non piaceva, era brutta e sdentata, e quando gli parlava lo spaventava anche più della bufera che infuriava appena fuori il porticato.

Ma, davvero, mi conveniva dormire: all'alba sarebbe partito il treno, e ancora mi mancavano delle cose da fare.

Cambiai traccia: Strauss, Don Juan. Meraviglioso, dico davvero. Vorrei tanto che la gente la ascoltasse, questa musica, giusto per rendersi conto di quante belle cose ha creato l'uomo.

L'uomo è un genio, una bestia dotata di pollice opponibile e quindi potente -fatale conseguenza negata alle nostre antenate scimmie, è un animale intelligente, insomma, ma forse non abbastanza da rendersi conto che tutte le stronzate che teme e studia, come la cultura in genere, sono sue creazioni, suoi magnifici esperimenti, e non forze divine che lo comandano dall'alto. Ma se la sapienza, la logica, il vero, l'irreale, il nulla e il tutto sono parte dell'uomo, allora l'uomo è Dio.

Latte intero… latte intero… latte scremato… latte parzialmente scremato. Eccolo.
Presi il tetrapak, e mi girai verso la commessa.

- Quanto viene questo?
- Qual è il codice a barre?, chiese lei, sfiorando i tasti del registratore di cassa con le lunghe unghie ricostruite, o forse soltanto incollate.

Alzai le spalle: non lo vedevo e non mi andava di cercarlo.

- Fa niente, non lo prendo. Ci sono delle barrette dietetiche?

- Se non le vedi lì, no.

Il supermarket h-24 era proprio sotto casa mia e scesi così, in pigiama e babbucce, quelle che mi aveva fatto la baba, la mia nonna serba, baba-jaga, baba-roga.

La mendicante di piazza Duomo era una baba-roga, e il bimbetto la odiava; voleva scappare e raggiungere il papà, il suo grande papà. Corse nella pioggia e si tappò le orecchie per non sentire i tuoni e le grida del vento, ma la pioggia era troppo fitta e l'auto non lo riuscì a vedere.

-Se vuoi ci sono degli snack al cioccolato...

Guardai nella direzione che mi indicava la commessa e storsi il naso.

- No, non prendo niente, grazie.

Troppi pensieri, però, mi affollavano la mente, e non c'era verso di metterli a tacere... come quella teoria sulle comparse, persone che non esistono veramente ma che appaiono nella vita dei viventi per illuderli di non essere soli. Ogni volta che mi vedevo di fronte un passante di dubbia esistenza, nel traffico delle vie pedonali come nella calca delle metrò, lo seguivo con lo sguardo aspettandomi di vederlo sparire da un momento all'altro, ma era tutto programmato affinché io non scoprissi nulla e non c'era modo di provare l'irrealtà delle persone.

Per dirla breve ero fregata.

Ma, ahimè, non ci si può perdere dietro riflessioni impossibili, non ci si può dilungare sul superfluo!

Calvino lo diceva, infatti, che la chiave era la brevitas, a me sempre ostile e nemica....brevitas, concinnitas e inconcinnitas, Cicerone e Sallustio, latino, lingua morta, liceo Classico, cultura, elitarismo, solitudine, depressione, farmaco, tossico-dipendenza, amen.

Uscii di casa -questa volta vestita- e mi diressi alla stazione.

Un'auto rossa fiammante era ferma davanti a piazza Duomo, la pioggia aveva lavato via il sangue del bambino e l'accalcarsi dei curiosi aveva strappato le strisce gialle della polizia.

Era passato di lì anche il papà, il suo grande papà, ma essendo uno che s'impressionava con poco aveva preferito non guardare, era passato oltre, e ancora non aveva ricevuto la telefonata rivelatrice, ancora non sapeva che si trattava di suo figlio.

Timbrai il biglietto e salii sul treno: partivo, finalmente.

Una vecchia sdentata, seduta poco lontano, mi fece un cenno con la mano.

- Non ho soldi, mi spiace, dissi, però ho degli snack al cioccolato, una barretta dietetica e del latte parzialmente scremato, se vuole.

Mi avvicinai mostrando il bottino alla stracciona, che sfoggiava un sorriso tutto gengive.

Quanto sei brutta, baba-roga.

Il cibo era finito, il lettore musicale era scarico, gli spaghetti al ragù oramai non erano più di un ricordo lontano, la brevitas si era allungata, le scimmie hanno brutti piedi e Dio era morto indeciso se l'uomo esistesse veramente o non fosse piuttosto una comparsa, un'illusione della sua solitudine; finalmente la mia fermata.

Salutai la mendicante e controllai il cartello della stazione, anche se non avevo dubbi: Tchaikowskij era morto bollito nella sua vasca da bagno e io ero arrivata nella realtà.

   
 
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