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Autore: LauriElphaba e Ferao    07/02/2012    4 recensioni
Ogni anno, prima di Natale, Luna scrive una lettera a sua madre.
Per non dimenticarla.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Sotto lo sguardo di Hariel
 
 
 
- Papà?
- Sì, tesoro mio?
Nove anni, un solo genitore. La bambina si avvicinò cautamente al padre.
- Rivedrò mai la mamma? - chiese in un sussurro. - Oppure è… sparita per sempre?
Il padre fece una smorfia, ma si costrinse a trasformarla in un sorriso dolce.
- No, Luna, non è sparita. La rivedrai.
- Ne sei sicuro?
- Certo. L’importante però è che non ti dimentichi mai di lei.
La bambina spalancò gli occhi, colpita.
- Mai?
- Mai - confermò l’uomo. - Pensala ogni volta che puoi.
Tornò a guardare le pagine del libro che aveva davanti, senza riuscire a leggerle davvero.
- Papà?
L’uomo alzò di nuovo gli occhi. - Sì?
- Si festeggia il Natale, lì dov’è adesso?
Cosa rispondere a una domanda del genere? Col cuore ridotto a dolore puro l’uomo balbettò qualcosa.
- … forse. Sì. Credo… credo di sì.
- Allora sarà meglio farle gli auguri. Non pensi?
Xenophilius aprì la bocca, ma non trovò una frase con cui replicare. Luna, però, non ne aveva bisogno; era già corsa via, in camera sua, decisa a non perdere altro tempo.
Natale si avvicinava, e non aveva ancora fatto gli auguri alla sua mamma.
 
 
 
 
 
23 dicembre 1990
Cara mamma,
come stai? Qui fa freddissimo, ma papà ha catturato un sacco di Fuochi Fatui e così siamo riusciti a riscaldare un po’ la casa. Non nevica, ma piove forte, e qualche volta l’acqua entra dentro lo studio di papà. Lui è contento, dice che così gli Arumicoli Striati verranno a farci il nido e lui riuscirà ad avere più idee per il giornale.
Sai, gli manchi tanto.
 
 
 
Seduto in cucina, alla sola luce dei Fuochi Fatui che tanto divertivano Luna, Xenophilius si chiedeva se avesse fatto la cosa giusta. Spingere Luna a scrivere ad Hariel... come se fosse ancora fra di loro, quando la sua stessa, notevole immaginazione spesso non era abbastanza da fargli sentire la moglie vicina. E Luna? L'aveva dotata di sogni sufficienti ad una tale illusione? O fra qualche anno lo avrebbe rimproverato di averla tenuta lontana dalla realtà, di averla cresciuta fuori da un mondo violento e ingiusto?
Senza neanche rendersene conto, si lasciò sfuggire un sospiro di sconforto: oh, Hariel sì che avrebbe saputo qual era la cosa giusta da fare...
 
 
 
Dopo che hai avuto l’incidente si è sentito tanto, tanto triste. Anch’io ero triste, e così lui faceva finta di stare bene per “tirarmi su”. Si dice così, vero? “Tirare su” qualcuno.
Io, però, lo vedevo che era triste. Allora facevo anch’io finta di stare meglio, e così nessuno di noi due soffriva troppo.
Oh, comunque papà ha imparato a cucinare benissimo, sai? Ti ricordi quando non sapeva fare nemmeno un infuso di Radigorda?
 
 
 
E non solo questo. Hariel sapeva perfettamente cosa piaceva a Luna, quali erano i suoi giochi preferiti, cosa mangiava e cosa no, i nomi dei fiori che coltivavano insieme in giardino... lui, da solo, sarebbe mai stato abbastanza?
 
 
 
Beh, adesso è bravissimo. Ti piacerebbe tantissimo assaggiare quello che prepara.
Non so che giorno sia, lì dove sei tu (papà mi ha detto che ci sono posti, nel mondo, in cui le ore e i giorni sono diversi dai nostri. Non è incredibile?) ma qui da noi è quasi Natale, quindi volevo farti tanti auguri.
Sarebbe tanto bello stare con te anche quest’anno. Non è che potresti venirci a trovare? Basterebbe anche per poco tempo.
 
 
 
Chissà cosa si sarebbe aspettata Luna, adesso? Una risposta? Dal “meraviglioso posto” in cui si trovava la mamma?
Forse sarebbe stato meglio avvertirla... dirle la verità... ma era quasi Natale, ed era sembrata così felice,  quel pomeriggio, a caccia di Plimpi Ghiottoni nel laghetto mezzo congelato... no, non voleva vederla triste. Anche se probabilmente lo era ancora. A volte.
Come lui.
 
 
 
Papà è ancora triste, a volte. E anch’io. Anche se facciamo finta di no.
Ti voglio tanto bene
Luna
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
23 dicembre 1995
Cara mamma,
tutto bene? Spero che lì da te non faccia freddo come qui.
 
 
 
Un'altra vigilia di Natale. Si erano divertiti molto. Avevano finito di comprare i regali a Diagon Alley – Luna aveva adorato il nuovo, piccolo binocolo che le aveva preso per osservare i Nargilli da vicino – poi si erano fermati a mangiare al Paiolo Magico e di nuovo a casa, stanchi e con le guance arrossate ma felici, mano nella mano. Xeno adorava prendere sua figlia per mano, era sempre come accompagnarla verso qualcosa di nuovo, era il loro gesto preferito.
E poi ecco. Si era chiusa in camera. Come tutti gli anni. Certo, mezz'ora al massimo e sarebbe tornata da lui per una cioccolata calda, ma nel frattempo... troppo spazio per i pensieri.
Si chiese cosa le stesse scrivendo. Se Hariel in qualche modo potesse leggerlo davvero...
 
 
 
Penso che prima o poi ti scriverò una lettera in primavera, così potrò dirti che fa caldo e che le piante fuori sono fiorite. Papà è sempre bravo ad occuparsi del giardino, non lascia mai le tue Prugne Dirigibili senz’acqua.
Mi piacerebbe tanto aiutarlo, come quando ero piccola.
 
 
 
... Se sua moglie potesse vedere com'era cresciuta la loro bambina, o se per lei Luna fosse rimasta ferma a quando aveva nove anni, coi capelli corti corti e quei lineamenti dolcissimi. Sperò che potesse.  Che avesse la possibilità di essere fiera quanto lui della ragazzina che un tempo li aiutava in giardino. Così intelligente. Così creativa.
“Sì,” si disse con una piccola fitta in gola. “Spero proprio che la veda. Anzi, deve essere così.”
 
 
 
Ricordi che l’ultima volta ti avevo scritto che nessuno voleva stare con me, a scuola? Beh, adesso è cambiato qualcosa: ho conosciuto tante persone. Ti avevo parlato di Harry Potter, vero? Mi sembra di averlo fatto l’anno scorso, e anche quello prima. Insomma, è grazie a lui che adesso ho qualcosa di simile a degli amici.
Non sei contenta? Io sì, e tanto! Non credevo che avrei trovato persone così!
 
 
 
La testa china come in una timida preghiera, sperò che la vedesse anche coi suoi amici, la loro Luna sempre tanto sola. Con Harry Potter, addirittura! Certo, sarebbe stato curioso di vederli anche lui, questi amici. Avrebbe potuto organizzare una cena per tutti loro! Le Radigorde stavano crescendo proprio bene, ne sarebbe venuta fuori una zuppa deliziosa!
Ma qualcosa si offuscò di nuovo tra i suoi pensieri ingarbugliati.
No. Probabilmente non sarebbe stata deliziosa. E una cena per gli amici era il genere di cose che dovrebbero fare le mamme, no? Non i papà...
 
 
 
Comunque, anche questo Natale non ci sarai. Non puoi proprio provare a tornare?
Papà dice che una volta morti non si può tornare indietro, che è così da sempre. Però… magari si sbaglia, no?
Anche quando diceva che la radice di belladonna può curare i brufoli sbagliava, quindi può darsi che si sbagli anche su questo.
Per una volta, sarebbe bello che si sbagliasse.
(Ma questo non dirglielo, per favore.)
 
 
 
I papà avevano altri compiti. Come mettere le figlie davanti alla realtà del fatto che non avrebbero mai rivisto la mamma, mai più. Per una volta sarebbe stato bello, se si fosse sbagliato. Non che non sbagliasse mai. Anzi. Ma stavolta sarebbe stato... meraviglioso.
Così meraviglioso che, poco prima di tornare alla realtà, Xeno si ritrovò a sperarlo sul serio, con tutto se stesso, assaporando con un'intensità quasi dolorosa l'immagine di cosa sarebbe tornato ad essere il loro mondo, a quel punto.
 
 
 
Se puoi, torna, per favore. Altrimenti non ti preoccupare: ti voglio tanto bene lo stesso.
Buon Natale, mamma.
La tua
Luna
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
23 dicembre 1997
 
Non poteva essere quasi Natale. Luna non era nella sua cameretta a scrivere alla mamma, Xeno non stava preparando la loro solita cioccolata calda. Non era Natale.
Dov'era la sua bambina? Cosa le stavano facendo? Niente più Hariel prima e ora...niente più Luna?
Non era Natale. Era una tortura. Senza respiro. Senza speranze.
Solo terrore.
 
 
 
Mamma,
non so se potrò spedirti la lettera, quest’anno. Mi dispiace anche perché non sto usando la solita pergamena, quella verde acqua. So che preferisci quel colore al giallo, ma non ho trovato altro qui dove sono.
Spero che tu non abbia deciso di tornare quest’anno, perché davvero non sarebbe il caso. Non ti piacerebbe quello che troveresti.
 
 
 
Ebbene, Luna aveva chiesto ogni anno ad Hariel di tornare, o no? Dov'era? Perché non veniva ad aiutarli? Perché li aveva lasciati soli? Non le importava di loro? Perché non poteva tornare, chi l'aveva deciso? E perché, perché, perché davanti all'impotenza più totale era così facile sperare nell'onnipotenza dei morti?
 
 
 
Non sono a casa, adesso: sono in un luogo freddo e scuro, ma ancora non ho capito cosa sia. Ricordi il signor Olivander, il fabbricante di bacchette? È qui con me, è lui ad avermi dato la pergamena e la penna. È un brav’uomo, ma lo maltrattano di continuo; lui dice che lo “interrogano”.
Ha paura che possano “interrogare” anche me, ma io non ne ho: non so nemmeno chi siano le persone che mi hanno portata via, che cosa dovrei dirgli?
La pergamena è quasi finita, quindi scusami se vado in fretta. Questo è il primo Natale che papà passa senza di me, e temo che sarà più infelice che mai. Prima ho detto che è meglio se non torni proprio quest’anno, ma forse per lui sarebbe bello. Non potresti farlo, mamma? Per lui?
 
 
 
E se anche lei fosse tornata, cosa avrebbe potuto dirle? Che aveva lasciato che rapissero la sua bambina, il suo unico tesoro, l'essere per cui ancora valeva la pena di vivere o di tornare dal mondo dei morti? “No” pensò, vergognandosi di se stesso con tutta la sua forza.
“Non tornare.”
 
 
 
Io non sono sola, ma lui sì. Per favore.
Se decidi di tornare, abbraccialo da parte mia, digli che mi dispiace di non essere con lui e fagli tanti auguri di buon Natale. Grazie.
Oh, e tanti auguri anche a te, mamma.
L.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
23 dicembre 2007
Cara mamma,
eccomi di nuovo qui, come ogni anno. Spero che Rolf non si accorga che sto usando il suo inchiostro di melagrana, ci tiene moltissimo!
Sai, è successa una cosa meravigliosa: da un mese sono mamma anch’io, di due gemelli!
 
 
 
Xeno si infilò il mantello da viaggio azzurro con un solo gesto, quasi un passo di danza. Si sentiva più giovane di almeno quindici anni... ed era un nonno! Se non era un controsenso su cui scervellarsi questo...! Ma decise che avrebbe rimandato le sue elucubrazioni a dopo. Dopo aver visto i suoi nipotini per la terza volta, per esempio. Dopo aver salutato Rolf e abbracciato Luna come se avesse avuto ancora nove anni... una mamma! Che cosa surreale!
Dopo, molto dopo...  almeno il tempo che gli ci sarebbe voluto per godersi tutta quella felicità, l'unica vera felicità, quella improbabile degli scampati.
 
 
 
Non avrei mai pensato che fosse così strano, è molto più incredibile di qualsiasi altra cosa sia successa nella mia vita. Sarebbe bello averti qui, adesso, e chiederti come si fa ad essere mamma.
(Anche se posso sempre chiederlo a papà. In fondo, se l’è sempre cavata più che bene. Che ne pensi?)
 
 
 
Chissà che tipo di mamma sarebbe stata sua figlia, chissà se avrebbe preso gli atteggiamenti che tanto lo commuovevano in Hariel, i primi tempi... quel chinarsi sulla culla canticchiando in qualche strana lingua perduta, per esempio. Aveva insegnato quella canzoncina a Luna, dopo la morte di Hariel...magari se la ricordava ancora...e magari, pensandoci, non era stato così male come papà!
Avrebbe potuto non essere male neanche come nonno, adesso ne era certo!
E quanto a Luna, lei era in buone, buonissime mani.
Tra le braccia di Rolf.
 
 
 
Ti dicevo però di Rolf. L’anno scorso ha visto il mio biglietto per te e mi ha chiesto cos’era; gli ho spiegato tutto, e lui è rimasto un po’ sconvolto.
Non mi ha più fatto domande, comunque, ma a me sarebbe piaciuto che me le facesse: gli avrei risposto che non posso fare a meno di scriverti, anche se so che non leggi le mie lettere e non tornerai mai indietro.
Anche adesso che lo so, non riesco a smettere di farti gli auguri di Natale. Buffo, no?
Ora devo andare, i bambini iniziano ad aver fame.
 
 
 
Tra i gridolini di gioia dei gemelli.
 
 
 
Ti piacerebbero tanto, sai? Uno dei due ha lo stesso naso di papà, o almeno così dice lui; e l’altro ha una voglia di Corumildo al centro della schiena, quindi non si ammalerà mai di raffreddore.
Spero che tu sia felice come lo sono io, ovunque ti trovi. E spero anche che tu, in qualche modo, sappia che ti penso sempre.
 
 
 
Sotto lo sguardo di Hariel...
 
 
 
Buon Natale, mamma.
La tua felicissima
Luna











Note:

La ff è stata scritta per la sfida "Corvonero vs. Grifondoro" della gara di Quidditch di HPQuiz. La sfida prevedeva come tema le lettere di auguri natalizi che Luna potrebbe scrivere a sua madre.
Noi ci abbiamo aggiunto Xeno, perché è un padre meraviglioso e ci piace tanto.

Le lettere sono scritte in divrsi periodi e diverse età di Luna (1990, quando ha nove anni e ha da poco perso la madre; 1995, quando è entrata nell'Esercito di Silente; 1997, quando è prigioniera a Villa Malfoy; 2007, sposata e con due bambini), e questo incide sullo stile con cui sono state scritte le lettere: si va da uno più infantile a uno più posato ma sempre (speriamo) "lunesco".
Il nome della mamma di Luna, Hariel, è stato bellamente inventato: secondo non è chiaro quale religione (non il cristianesimo, ndFera), sarebbe il nome dell'angelo custode portatore di fortuna. Ci sembrava fosse il più adatto alla madre di Luna ^^
Non abbiamo idea di cosa siano gli Arumicoli Striati, e rimane tuttora un mistero la vera natura del Corumildo.
Grazie di aver letto,
Lau&Fera
  
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