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Autore: Klaineinlove    07/02/2012    7 recensioni
Kurt e Blaine a tredici anni diventano amici, ma una decisione, sofferta, di uno dei due, la loro amicizia si romperà. All’età di diciassette anni succederà qualcosa in un giorno speciale che porterà Kurt a mandare delle lettere(in segreto) a Blaine.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’amicizia tra Kurt e Blaine cominciò a svilupparsi velocemente.


Passavano tutta la giornata insieme, e la sera quando ognuno era ormai in camera sua, i due si affacciavano alle loro finestre che si fronteggiavano e continuavano a chiacchierare fino a quando gli occhi si chiudevano. Spesso però Kurt rimaneva a fissare Blaine nella sua camera mentre il ragazzo era al pc, ascoltava la musica o cominciava a ballare da solo in camera. E Kurt rideva, rideva così forte da portare la mani davanti alla bocca e le sue gote diventavano sempre più rosse, gli occhi sempre più lucidi e il cuore batteva sempre di più.

Incominciarono anche a fare dei pigiama party, come se stare tutto il giorno insieme non bastasse. Di solito si svolgevano a casa di Kurt perché c’erano solo lui e suo padre in casa mentre con Blaine c’era suo fratello che li disturbava.
Avevano fatto un solo pigiama party da Blaine e suo fratello li invitò a vedere un film Horror insieme a lui. Il risultato fu che Blaine dovette passare tutta la notte sveglio insieme a Kurt perché era rimasto terrorizzato dall’assassino protagonista del film.
Kurt riparò la bici di Blaine e Blaine ogni mattina lo aspettava fuori casa per andare insieme a scuola.
Ma era proprio nell’istituto che Kurt era più preoccupato. Gli stupidi bulletti che lo avevano preso in giro alle medie ed ora anche qui nelle scuole superiori, non volevano lasciarlo andare. Ma la cosa peggiore e che avevano preso di mira Blaine.
Quando arrivò l’ora di pranzo Kurt si sedette e aprì il suo sacchetto con dentro insalata, qualche frutto e un panino che suo padre gli aveva messo ma che sicuramente non avrebbe mangiato.
Sia lui che Blaine si rifiutavano di mangiare il cibo della mensa così preferivano portarsi il pranzo da casa.
Quando Kurt vide Blaine avvicinarsi e sedersi accanto a lui a mani vuote, cominciò a preoccuparsi.
“Dov’è il tuo pranzo?” domandò a Blaine che aveva un aria triste ma non abbattuta.
“Me l’hanno rubato” rispose il moro scrollando le spalle.
Kurt lo fissò sorpreso. Non sembrava arrabbiato, furente o semplicemente dispiaciuto. Blaine rimaneva estremamente tranquillo. Troppo tranquillo.
“Tieni ecco” Kurt allungò il suo panino “C’è il tacchino non so se ti piace. Non l’ho toccato giuro, il mio papà lo mette sempre nel sacchetto ma sa perfettamente che non lo mangio.”
Blaine allungò le mani sul sacchetto e lo prese. “Grazie Kurt, sei gentilissimo” gli disse prima di addentare il panino per poi sorridere.
Kurt si sentì sciogliere in quel sorriso. Sapeva che quei tipi se la prendevano con Blaine a causa sua e si sentiva terribilmente in colpa.
 
Ogni volta che i due ragazzi tornavano a casa, Kurt si intratteneva da Blaine. Insieme nei giorni avevano riordinato la camera del ragazzo a loro piacimento mentre ascoltavano la musica canticchiando allegramente.
A volte restavano chiusi tutto il giorno in camera chiedendo alla madre di Blaine di ordinare delle pizze. Kurt adorava quei momenti perché erano soli e nessuno li avrebbe presi in giro o rubato il pranzo.
Kurt adorava follemente Blaine. Non solo perché era un ragazzo incredibilmente bello per avere solo tredici anni ma perché era un ragazzo pieno di vita: non era mai triste, sprizzava energia da tutti i pori ed era terribilmente gentile con lui.
Kurt non chiedeva altro. Avere un amico con cui parlare, nonostante non riuscisse a confidare i suoi segreti. Se Kurt avrebbe dovuto dirgli un suo segreto, gli avrebbe sicuramente detto che aveva una cotta per lui.
Così l’aveva definita Burt quando Kurt durante la cena cominciò a parlare di Blaine. D’altronde Kurt non parlava d’altro.
“…e poi io e Blaine abbiamo preso le bici e abbiamo fatto una corsa, sono scivolato ma lui mi ha aiutato. E…papà Blaine mi ha insegnato anche un gioco con le carte, adesso te lo mostro”
E Burt stava li a fissare come il figlio con entusiasmo provava a fare quel gioco che però non gli veniva mai bene.
“Maledizione!Indovinavo tutte le carte di Blaine” si lamentò il figlio e Burt semplicemente pensò che l’amichetto di suo figlio fingeva solo per vederlo sorridere.
“Figliolo credo che tu ti sia preso una bella cotta per Blaine” disse poi Burt facendo immobilizzare Kurt.
Kurt aveva tredici anni sapeva cosa voler dire “una cotta” per qualcuno e soprattutto avevano già affrontato il fatto che lui fosse gay.
Kurt non aveva mai detto a nessuno di essere gay ma a scuola i ragazzi, soprattutto chi lo prendeva in giro, lo avevano intuito da soli. Si era sempre chiesto se Blaine avesse intuito qualcosa. Dirglielo era fuori questione, troppo imbarazzante. Ma forse Blaine lo aveva capito ma era troppo gentile da evitare il discorso per non farlo sentire a disagio.
 
Un giorno a scuola quasi scoppiò a piangere quando vide un ragazzo prendere Blaine per il colletto della camicia e sbatterlo con la schiena contro ad un armadietto per poi urlargli “dacci il tuo pranzo fidanzatina di Hummel”
Kurt guardò lontano la scena e scappò via. Si chiuse in bagno con le mani tremanti mentre stringeva la sua tracolla. Quando riuscì a riprendersi uscì fuori e trovò Blaine prendere le cose dal suo armadietto.
“A-andiamo a pranzo?” domandò Kurt non avendo il coraggio di chiedergli dove fosse il suo sacchetto. Sicuramente gli avrebbe regalato il suo di pranzo. Avrebbe regalato tutto a Blaine. Tutto.
Blaine esitò un istante e poi sorrise “Oh Kurt oggi non l’ho portato perché ho avuto problemi di stomaco tutta la notte ma posso tenerti comunque compagnia”
Un altro colpo al cuore, un altro dolore. Blaine stava mentendo per non farlo sentire a disagio; cosa che in realtà lo faceva sentire proprio così.
 
Inoltre Blaine il giovedì, quando Kurt teneva le lezioni di pianoforte, lo aspettava sul muretto della scuola. Non gli importava se pioveva, nevicava o faceva terribilmente caldo, Blaine era lì ad aspettarlo. Purtroppo però doveva pagare anche le conseguenze di quell’amicizia.
“Hey finocchio aspetti la tua principessa?” gli disse un bulletto che stava insieme al suo branco di amici.
Blaine solitamente restava in silenzio ma gli infastidiva che i ragazzi prendessero in giro il suo amico.
“Per favore non prendete in giro Kurt” gli disse quasi con un sussurro.
“Allora cosa dovremmo fare?” domandò uno di loro ridacchiando.
“Prendete in giro me, non basta? Vi do tutti i giorni il mio pranzo e potrei darvi anche dei soldi”
Propose quasi disperato Blaine facendo scoppiare a ridere tutti i ragazzi.
“Okay ci stiamo. Cominciamo da ora! Voglio i tuoi soldi”
Blaine sospirò e prese l’intera paghetta che sua madre gli aveva dato e gliela passò ai ragazzi.
In realtà aveva pregato la madre di dargli la paghetta anticipata perché voleva chiedere a Kurt di andare a prendere un gelato insieme.
I ragazzi se ne andarono e Blaine per la prima volta stava quasi per piangere ma appena vide Kurt uscire si rallegrò.
“Scusa per il ritardo” fece Kurt con affanno e Blaine ringraziò mentalmente il suo ritardo.
“Prendiamo il bus così torniamo prima” propose il ragazzo lasciando Blaine di sasso. Aveva dato i soldi ai ragazzi ed ora non aveva monete per pagare il biglietto.
“Che ne dici di farci una passeggiata? Abbiamo più tempo per chiacchierare e poi i bus puzzano”
Kurt ci pensò qualche istante e poi annuì.
 
Il giorno seguente a scuola per tutto il tempo che Kurt passò con Blaine i bulletti non li mirarono e Kurt fu tra il sorpreso,sollevato ma allo stesso tempo preoccupato. Ma quando si ritrovò solo, i due ragazzi non ci pensarono due volte a prenderlo e gettarlo nel bidone dei rifiuti.
“Il tuo amico ci ha detto che non dovevamo toccarti? Diglielo che i soldi e il suo pranzo non ci bastano!”
Fu quel momento che Kurt capì che ancora una volta il suo amico aveva cercato di difenderlo. Sbruffò pulendosi i vestiti e tirò su con il naso: non avrebbe fatto vedere agli altri la sua voglia di piangere.
Il sabato pomeriggio Kurt e Blaine presero le loro bici e andarono nel parco vicino ad un lago.
“Kurt sei lento, su vieni” Blaine corse velocemente poi frenò e si stese sull’erba fresca con il vento che scompigliava il suo ammasso di ricci e con Shane che gli leccava il volto.
Kurt ridacchio vedendo il volto disgustato di Blaine a causa della saliva del suo cane e poi lo raggiunse sull’erba.
“Ho trovato il mio migliore amico” disse improvvisamente Blaine sospirando con gli occhi chiusi. A Kurt si strinse il cuore, stava adorando Blaine più di quanto doveva.
“Mi piacerebbe entrare nella squadra di football, che ne pensi?”
“Sei serio?” domandò Kurt.
“Si, insomma sono bassino ma potrei fare il kiker. E’ un gioco che mi è sempre piaciuto.”
“Non lo so Blaine” gli rispose dubbioso Kurt. Il ragazzo si voltò per guardarlo bene negli occhi
“Lo so. Sei preoccupato per quei tipi che ci prendono di mira ogni tanto. Ma se entro in squadra con loro magari la smetteranno con me ed io riuscirò a farli smettere di infastidire te” Blaine si sistemò la manica della camicia e Kurt intravide un livido.
“Cosa ti sei fatto?” domandò alzandosi preoccupato per poi prendere il braccio di Blaine.
“Non è niente non ricordo nemmen-”
“Non mentirmi Blaine, sei mio amico” gli disse con tono deciso Kurt, l’altro sbruffò.
“Sono stati loro,volevano i miei soldi, ma non ne avevo”
Gli occhi di Kurt cominciarono ad oscurarsi per le lacrime “P-Perché non ne avevi?” si trovò a domandare sapendo già la risposta.
“Perché si sono già presi tutta la mia paghetta ieri e mamma me la darà solo sabato prossimo”
Per Kurt fu il massimo, scoppiò a piangere e Blaine si spaventò.
“Che succede Kurt non ti senti bene?” si trovò a chiedere preoccupato avvolgendo Kurt intorno alle sue spalle.
“E’ colpa mia, è colpa mia non è giusto”
Blaine ovviamente intuì cosa Kurt intendesse e gli prese il volto tra le mani.
“Non è colpa tua Kurt, davvero! Loro se la prendono con me perché non voglio suggerirgli i compiti in classe”
“Non è vero!” urlò Kurt cercando di asciugarsi le lacrime che scendevano copiose.
“Ti prego Kurt, non piangere” lo implorò Blaine con voce tremante e Kurt si fermò. Blaine stava già subendo troppo per causa sua, non poteva finire di ferirlo. Blaine lo strinse un po’ di più a se e sorrise.
Quando Kurt tornò a casa non cenò e non rimase a parlare con Blaine al di là della finestra ma rimase disteso sul pavimento a pensare.
Quei ragazzi stavano torturando troppo l’unico amico a cui Kurt voleva veramente bene e non poteva permettere a nessuno di toccarlo. Nessuno doveva toccare l’anima buona di Blaine.
Così Kurt, già in pigiama, uscì di casa e si avviò fino alla porta di Blaine. Fece un enorme sospiro e bussò.
“Kurt tesoro, va tutto bene?” domandò Melanie preoccupata dalla visione di Kurt pallido e in pigiama.
“Io dovrei parlare con Blaine”
Melanie non sorrise ma lo lasciò passare. Kurt salì le scale lentamente, come se si stesse dirigendo al patibolo. Bussò la porta di Blaine e sentì provenire un fracasso infernale. Istintivamente gli venne da sorridere perché sapeva che Blaine stava riordinando tutto per poi infilarsi sotto le coperte facendo credere alla madre che stesse dormendo; lui lo sapeva….lo guardava sempre.
“Si?” fece il moro con voce assonnata poco credibile e Kurt entrò lasciando fuori quel mezzo sorriso e ricordando per l’ultima volta quello che Blaine gli stava facendo.
“Hey Kurt, che succede?”
“Io non voglio essere più tuo amico” fece con tono deciso Kurt. Il sorriso sul volto di Blaine svanì.
“C-come?”
“Non voglio. Smettila di essere mio amico, smettila di aspettarmi la mattina o di pranzare con me. Smettila di seguirmi con la bici o di invitarmi a casa tua. Smettila di parlarmi” Kurt cercò di trattenere il nodo formato in gola e di non guardare gli occhi di Blaine. I meravigliosi occhi di Blaine.
“Perché mi dici questo Kurt?” domandò Blaine confuso sperando che l’amico stesse solo scherzando e che magari volesse fare un altro pigiama party con lui.
“Ho fatto qualcosa che non va? Se è così mi dispiace non volevo”
“Blaine tu non hai fatto nulla. Non voglio essere tuo amico okay? Devi solo starmi lontano.”
“Ma se è per la storia della squadra di football non ci entro se a te non sta bene”
Kurt si innervosì. Perché quel ragazzo doveva rendere le cose più difficili?
“Ti ho detto che non voglio essere tuo amico, perché sei così stupido?”
Kurt sperò con tutto il cuore che Blaine in quel momento lo stesse odiando, era molto meglio.
“Kurt ma io non voglio…non posso”

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Note: Okay avevo nel "genere" non ho inserito angst, ma comunque per iniziare la storia vera e propria dovevo scrivere
queste cose. Non pensate male di Kurt vuole solo proteggere Blaine.
Nel prossimo capitolo li vedremo ancora a quest'età(avevo bisogno di scrivere le reazioni e i comportamenti di Blaine) spero
non vi dispiaccia. Poi dal quarto capitolo in poi saranno diciassettenni.
Come sempre se volete, fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio e a presto. Klaineinlove

   
 
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