Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Shainareth    16/09/2006    2 recensioni
I pensieri di un pirata contro il governo inglese.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PIRATI

 

 

Il sangue incrostava le mie mani, il fumo delle cannonate che avevano distrutto la parte meridionale della città mi oscurava la vista, mentre l’odore di bruciato e la spaventosa visione dei caduti in battaglia che venivano portati via a mucchi sui carri, mi procuravano lunghi brividi di gelo ed uno schiacciante groppo allo stomaco.

   Pirati. Ero uno di loro, e fra i più temuti, a quel tempo.

   Ah, quanto si sbagliano quei soldatini in alta uniforme, le parrucche ben inamidate, i volti truccati come fossero gran dame. S’impicchino tutti, quei maledetti farabutti che saccheggiano, uccidono, violano la legge in ogni suo aspetto!, sembrano gridare ogni volta che si fa il nostro nome.

   Eppure, miei cari soldati, non siamo più meschini di voi. Inorridite, inorridite pure dinanzi a questa mia affermazione, ma io non cambierò opinione: siamo simili. Tutti uguali, anzi. Solo, noi abbiamo il coraggio delle nostre azioni, e per quanto queste possano apparirvi inumane, sappiate che non siete gli unici a provare orrore.

   Voi però siete protetti da Sua Maestà, noi ci proteggiamo da soli. Reietti, scarti, rifiuti del bel mondo civile solo per aver desiderato, noi poveri morti di fame, il vostro danaro, quell’oro che trabocca, inutilizzato, dalle vostre ville, dai vostri castelli: siamo stati prigionieri, deportati dalla vostra amata Inghilterra, abbiamo perso tutto. Tutto, fuorché la speranza di vivere.

   E ci siamo arrangiati, fra una colonizzazione e l’altra, liberati e poi ancora scacciati, ne siamo usciti a testa alta benché, a noi, nessuno ci voglia più. Abbiamo messo su una grossa comunità, abitiamo in un’isola della quale mai vi diremo la rotta, abbiamo mogli e figli che ci attendo a casa. Una casa nostra, ormai, dalla quale voi non avete più alcun diritto di scacciarci.

   È per coloro che ci aspettano laggiù che deprediamo navi e porti, per avere di che vivere; e ancora per soddisfare la nostra sete di vendetta, certo. Sia giusto o sbagliato, non spetta a noi dirlo. Ma che non vi salti in mente di dire che noi pirati non abbiamo leggi o senso di giustizia: siamo molto più civili di voi, ve lo possiamo garantire. Noi non siamo subordinati a nessuno, siamo un’unica famiglia, dividiamo tutto, e non abbiamo bisogno di trovarci amanti, perchè le nostre mogli sono più donne delle vostre, schiave, come voi, della bella vita.

   Sensi di colpa? Non crediate che non ne proviamo neanche uno. Ma ci stiamo prendendo la nostra rivincita: nessuno più ci porterà via ciò che è nostro, nessuno più ci strapperà all’affetto dei nostri cari, nessuno più avrà l’onore di essere messi in gabbia come lo siete voi - perchè, sappiatelo, non tutte le prigioni sono fatte di sbarre e mura.

   La nostra libertà è sacra, e la nostra bandiera è nera come il nostro cuore: deluso dalla vita, da coloro che appartengono alla nostra stessa razza umana.

 

Inorridite, inorridite pure dinanzi a questa affermazione.

 

Noi pirati valiamo più di voi.

 

Noi pirati crediamo nella nostra giustizia, perchè la vostra non può chiamarsi tale.

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth