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Autore: ViolApple    07/02/2012    1 recensioni
Dopo la morte del suo caro amico David, April decide di scrivergli una lettera che sa che non potrà mai spedire e che lui non potrà mai ricevere.
Piccolo estratto dalla mia storia.
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro il mio David,
Come vedi ti scrivo, e tu meglio di chiunque altro sai che quando April Smith scrive deve avere un motivo. Il mio è farti sapere che veglierai il mio cuore, per sempre accanto, come hai vecchi tempi.

È sempre stato chiaro a tutti quanto fossimo diversi e quanto sarebbero state diverse le strade percorse, ed era proprio in quei giorni che echeggiava tutta la mia furia.

E comunque anche qui, le quattro del mattino, portano l’angoscia del restare soli e non ci posso fare niente se adesso mi appaiono momenti in cui siamo  stati vicini. Di quello che abbiamo passato, ne ridi, con quello che abbiamo passato, sorridi nella foto.
Caro il mio David, questa lettera ti arriva… A dirla tutta, non so dove ti arriverà.  Forse in un paese piccolo, dove ammirerai l’uomo che si distrugge da solo, dove le persone più importanti sono marce dentro, dove il più modesto non è considerato parte della scala sociale. La gente ne parla molto, ma una volta raggiunto il gradino più alto, dove si arriva? Si cade giù. E se ci si ferma anche solo un attimo a pensare alla gente che abbiamo ferito, che abbiamo abbandonato, ci renderemmo conto che al termine della caduta, non ci sarà nessuno a prenderci al volo. Nessuno. Sarà allora che capiremo cosa significa sentirsi soli; soli per quello che si è visto, soli per quello che abbiamo fatto, soli durante la caduta verso un baratro oscuro, profondo e desolato.
Quando si perdono persone come te, ci si rende conto di chi ci circonda.
I falsi, che si dimostrano amici solo quando li fa comodo e appena commetti qualcosa di sbagliato ti sputano dietro. Gli approfittatori, chiedono favori, prestiti mai saldati, regali mai ricambiati e quando ti trovi in difficoltà ti rinfacciano quella volta che non hai potuto aiutarli perché ti avevano già prosciugato il conto in banca. E poi, ci sono quelle persone per le quali daresti un braccio e loro farebbero lo stesso per te, solo che una volta che la lama è affondata nella carne e tu attendi che queste persone facciano lo stesso, loro, si tirano indietro. E tu resti lì, a sanguinare, chiedendoti perché tutti ti stanno abbandonando.
Ma allora, se neanche la fiducia può aiutarci, come riconoscere gli amici veri? Quelli che sanguinerebbero con te? Te lo dico io. Sono quelle persone che pensano a te per come sei, che ti accettano nonostante i difetti e le virtù, accettano di vivere con te le insidie della vita, ti tengono la mano quando hai paura e senti una scarica di affetto al tocco delle mani e pensi che neanche se il mondo cascasse in quel preciso istante potrebbe accaderti qualcosa. Nella società di oggi o sei il numero uno o sei il più grande cesso, ti danno il tempo di scegliere. Ma io dico, preferirei un giorno da grande cesso insieme ad amici veri che una vita intera da numero uno, con falsi e approfittatori.
Allora ascoltami, è importante. Ascolta le mie parole, immagina di essere l’acqua che scorre, il calore che scalda, immagina che i veri amici, quando sono insieme, formino la melodia più bella e dolce che ci sia. Ascoltati diventare il battito del tuo cuore.
Ma caro il mio David è già mattina, e mi devo svegliare.
Anche la più corta delle vite viene vissuta. Troverò il modo di andare avanti, troverò amici che mi facciano sentire speciale proprio come hai fatto tu. Aiuterò una persone triste a tirarsi su e la inviterò a guardare l’immenso orizzonte che le si parerà davanti, sosterrò chi avrà bisogno di aiuto, terrò la mano a che ne necessiterà…
Caro il mio David è il momento dei saluti, se ne avessimo parlato avremmo riso delle mie fantasticherie sul mondo reale, per poi capire, un giorno, che avevo ragione.
So che ho esagerato con il mio sfogo, ma sappiamo entrambi che l’uomo sbaglia spesso misura e come ti dicevo, sono le quattro del mattino, forse abbiamo capito davvero cosa significa essere umani.




Ho preso spunto da una canzone di Ligabue. Spero vi piaccia!!
  
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