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Autore: debby_9716    07/02/2012    0 recensioni
Passiamo giorni e giorni a tormentarci con un sacco di "se". "e se avessi negato?" "e se lo avessi baciato". Diciamo che non ci importa delle persone e di ciò che pensano. Ma è veramente così? Una semplice commedia, raccontata da due punti di vista, uno maschile e uno femminile, dove spero possiate fantasticare o almeno provarci.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva addosso una camicia bianca che risaltava i suoi muscoli. C'era un po' di vento che scombinava i suoi capelli.
-Ciao Alex-
Come previsto mi portò al "Blue".
-E quindi sei un dottore?- dissi prendendo un boccone.
-Un tirocinante di chirurgia.-
Mi trovai catapultata in un momento di imabrazzo. Come potevo scambiare un dottore per un chirurgo? Però era pur sempre un dottore. Quello che so su quell'ambiente l'ho imparato guardandomi "Grey's Anatomy", quindi potevo affermare che sapevo poco o nulla.
-Scusa- sussurai.
-Tu di cosa ti occupi?-
-Io lavoro nella direzione del giornale "Elle", ma non sono una giornalista. Cioè, sono più una segretaria al momento, ma ho appena ricevuto l'incarico di scrivere il mio primo articolo.- dissi soddisfatta.
-Quindi se dovessi comprare un numero della rivista troverei il tuo articolo?-
-Magari. Non è detto, anzi la percentuale che lo pubblichino è bassa. Serve a vedere di cosa sono capace, più o meno-
Mi resi conto che la direttrice mi aveva ingannato. Aveva ragione la donna che era intervenuta, obiettando di scrivere un articolo già rinominato. Era una prova. Nulla di reale.
Ero stata stupida a crederci.
-Ah.- disse -Peccato. Mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di tuo.-
Sorrisi e bevvi un sorso di vino.

ALEX

Scoprii che avevamo molte cose in comune, una delle quali erano i "Coldplay" di cui parlammo per tutto il tragitto che percoremmo per le strade illuminate da lampioni.
In generale, avevamo gli stessi gusti musicali, ma non avevo mai incontrato una persona appassionata dei Coldplay almeno quanto me. Conosceva tutto proprio come me. Mi immersi in una conversazione che non volevo avesse fine. Agli occhi degli altri sarei sembrato un ossessionato, ma non ai suoi. "Sei una persona da stimare, solo per questo motivo", mi aveva detto. Aveva un angolo "coldplay", ovvero un piccolo angolo della sua camera che dedicava interamente ai loro cd, poster e quant'altro.
Dissi che possedevo il vinile del nuovo album. Lei non mi credette.
-Non ci credo.- esclamò in modo buffo e si aggiustò i capelli dietro l'orecchio.
-Giuro. Ce l'ho in vinile. L'ho preso, non solo perchè è un pezzo da collezione, ma anche perchè mia nonna possiede un mangia-dischi da antiquariato e lo vorrei provare-
-Dio, io non l'ho mai visto. Deve essere una cosa stupenda.- esclamò meravigliata con il più bel sorriso che illuminava la sera.
Potevo invitarla a casa per mostrarglielo, ma non sarebbe stata una buona idea. Al primo appuntamento nessuna ragazza sana di mente salirebbe a casa del ragazzo. Invitarla a casa sarebbe stato un invito diretto a passare la notte con me e non volevo sembrare quel tipo di ragazzo, non con lei. Cancellai tutti i miei pensieri, tenendo in mente che un giorno l'avrei invitata e gli avrei mostrato quel disco di cui andavo fiero e meravigliato almeno quanto lei.
La sera, purtroppo, finì prima del previsto. La riaccompagnai a casa e mentre la tentazione di avvicinare le mie labbra alle sue si alimentava, cercavo di tenere a bada i miei sogni su di lei. Mi avvicinai a lei per baciarla, ma lei non venne attirata dalle mie labbra. Le promisi che ci sarebbe stato un secondo appuntamento. Lei mi disse che l'indomani mi avrebbe chiamato. La guardai, imbambolato, aprire la porta, si girò, mi sorrise e ricambiai con un sorriso ancora più grande. Accesi l'automobile e iniziai ad andare verso casa. Per il viaggio di ritorno non feci altro che pensare a lei. possedeva un corpo che avrebbe spiazzato qualsiasi uomo in circolazione e ciò sarebbe stata la fonte dei miei pensieri più perversi su di lei. L'attesa di rivedere quel sorriso era impaziente. Era la cosa più bella di quel semplice viso. Notai anche che, a differenza delle altre donne che vedevo in giro, si era truccata poco o comunque in modo leggero. Sorrideva sempre. Sorrisi. Mi toccai gli occhi, stanco e liberai la mente. L'indomani, domenica, sarei dovuto ritornare al lavoro, ma per fortuna avevo un turno di soli 4 ore.
Ogni volta che arrivavo a casa ero sempre più compiaciuto della scelta che avevo preso.
Un appartamento che avrebbe potuto ospitare un massimo di due o tre persone, ma che mi concedeva più autonomia. Un arredamento moderno che avevo scelto personalmente.
Mi sbottonai la camicia, presi dalla mensola un liquore e ne versai due gocce in un bicchiere. Mi sedetti e mi sembrò per una frazione di secondi di sentire il suo profumo. Bevvi chiudendo gli occhi.
E' da tempo che una ragazza non mi faceva diventare così carino. Dopo quella sera, Savannah si piazzò dentro la mia testa e da lì non ne uscì più.

  
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