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Autore: Heavenly    07/02/2012    5 recensioni
E se... Percy, il figlio di Poseidone, non fosse figlio unico? Se qualcun'altro arrivasse e si rivelasse per quel che è in realtà?
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"Non è possibile. Tu... tu..."
Guardai il simbolo verde che volteggiava sopra il suo capo. E non potei crederci.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi preparano a morire.

 

 

Correvo, correvo più che potevo.

Dovevo scappare, da tutto e da tutti: dalla mia vita, dai miei amici, dalla mia famiglia…

Ma poi mi accorgevo di stare con i piedi nel cemento armato, e di non riuscire a muovermi.

E una buia figura avanzava, e io mi sentivo lasciare il mio corpo…

 

Mi svegliai di soprassalto, sudata dopo aver fatto l'ennesimo incubo di quella notte. 

Respirai a fondo cercando di calmarmi, e mi misi una mano sul cuore.

Sembrava stesse facendo un incontro di box, da quanto forte vibrava.

Incrocia le gambe e mi presi tra le mani il viso.

Lo avrete capito anche voi, immagino: io, una Figlia di Poseidone.

Sorrisi: avevo sempre desiderato esserlo, e ora nei miei sogni fuggivo dal mio destino.

Coerenza, mode-on.

Ripensai a quello che era accaduto la sera prima; dopo che il tridente era apparso sulla mia testa, Percy aveva assunto un'espressione tanto intelligente quanto quella di un opossum a cui mostri un MP3.

Io avevo cercato appoggio da Chirone, pur sapendo quello che era appena accaduto. Quando rivolsi lo sguardo intorno a me, si erano inchinati tutti.

«Ave, Hilary Grandess, figlia del dio del mare.» 

La frase di Chirone mi echeggiava ancora nelle orecchie.

«Tutto a posto?» sentii borbottare, alle mie spalle.

Mi voltai, e vidi che Percy si era tirato su a sedere sul letto, stropicciandosi gli occhi.

«Ah-ah. Tutto a posto.» sorrisi, cercando di rassicurarlo.

«Ok. Allora torniamo a dormire.» disse, prima di sprofondare nuovamente nel cuscino.

Annuii, e mi distesi sulle coperte, ma non chiusi gli occhi.

L'indomani, sarei dovuta andare sull'Olimpo, e la cosa non prometteva nulla di buono.

Dopo che ero stata riconosciuta, era successo un putiferio: grandi lampi avevano squarciato il cielo, e la terra aveva tremato.

Tutti avevano preso uno spavento tremendo, perché erano corsi ognuno alle proprie case, sperando di mettersi al riparo.

Io invece ero rimasta piantata al mio posto, incapace di muovermi o di proferire parola.

Quando tutto si era riassestato, poi, la gente era uscita impaurita dalle case, e aveva continuato a fissarmi; fino a quando era arrivato Chirone, che mi aveva accompagnato nella capanna.

Chiusi gli occhi: non volevo nessun altro ricordo, bello o brutto che fosse; volevo solo addormentarmi per quel che restava della notte, e svegliarmi rinvigorita.

Mi girai di lato, verso il letto di Percy; mi sorpresi e sbarrai gli occhi quando vidi che mi guardava. 

«Ci stavo pensando. Non sarò una cima, ma a conti fatti a noi figli di Poseidone piace dormire, e non ci svegliamo facilmente.» disse, con sguardo curioso.

«Quindi» disse, con sguardo misto tra il severo e il divertito, quando io non risposi «prova a mentirmi un'altra volta e ti diseredo.»

«Oh, mi scusi, fratello onnipotente!» risi, e lui si unì a me.

«Buonanotte, fratellone.» gli augurai, quando finimmo.

«Buonanotte sorellina.» disse lui.

Mi accoccolai meglio, e venni avvolta presto dalle braccia di Morfeo.

 

***

 

«Hilary, sveglia.» mi sentii scuotere il braccio.

«Mgh…» mugugnai.

«In quanto tuo fratello ora potrei farti una doccia istantanea, se non ti alzi, lo sai?» chiese Percy.

«Uff, e va bene.» mi tirai su dal letto, e un'emicrania improvvisa mi attanagliò la testa.

E io avrei dovuto affrontare una dozzina e più di Dei in quello stato? 

«Coraggio, è un giorno importante! Magari da oggi sarò di nuovo figlio unico!» disse Percy, stuzzicandomi.

«Ah, ah. Volermi morta non è il migliore dei modi per iniziare una giornata, non trovi?» domandai sarcastica.

«Mm, sì. Su, vestiti, che andiamo a fare colazione!» mi incitò, e uscì fuori dalla casa.

Sospirai, presi dei pantaloncini corti -era settembre inoltrato, ma faceva ancora un gran caldo- e mi accorsi che ai piedi del letto avevo una maglietta arancione fiammante.

La afferrai con mani tremanti, per poi indossarla in fretta e furia e precipitarmi fuori.

«Come sto, eh? Come sto?» tartassai Percy, saltandogli addosso.

«Ehi, calma! Stai bene, sì! Vogliamo andare?» chiese, massaggiandosi la testa.

«Oh sì!» annuii con vigore, gli afferrai il polso e marciai fino al padiglione immacolato, dove già qualche ragazzo stava facendo colazione.

Appena arrivammo, tutti si voltarono a guardarci.

Salutai tutti con la mano, con aria da finta ingenua.

Alcuni ridacchiarono, compreso un certo fratello di mia conoscenza.

Ci sedemmo al nostro tavolo, finalmente occupato da due persone. Il cibo comparve subito, e presi a mangiare il mio croissant allegramente.

«Non sembri per niente nervosa.» mi disse Percy, sorseggiando il suo succo d'arancia.

«In questo momento no. E lo sarò fino a quando, più o meno, non saremo sull'Olimpo, diciamo!» ribattei io.

«Guardala come un quiz a risposta multipla. O decidono di ucciderti, o decidono di spedirti nel Tartaro, o di segregarti da qualche parte.» Percy alzò le spalle.

«L'aiuto del pubblico qui in America non ce lo avete proprio?» chiesi, divertita.

 

***

 

«Percy, Hilary!» 

Ci sentimmo chiamare da una voce familiare.

Smettemmo di fare esercizio con la spada e ci voltammo, per vedere Chirone galoppare verso di noi.

«Vi ho trovati. Allora, tutti e due pronti per oggi?» chiese, con un sorriso; peccato che sembrasse volesse dire "Se morite non è colpa mia!".

«C-come, anche io devo venire?!» esclamò Percy.

«Ovvio Testa d'Alghe. Chi mi fa da supporto morale sennò?» chiesi innocentemente.

Emise un suono misto tra uno sbuffo e un'opposizione, ma non disse nulla.

«Comunque, Hilary… Devi lasciarli parlare. Non provare nemmeno a starnutire se non ti danno il permesso; e non te lo daranno, credimi.» disse Chirone, in modo molto incoraggiante.

«Ma non voglio finire fulminata senza nemmeno avere detto la mia!» protestai, accaldandomi.

«Hilary.» Chirone mi puntò un dito contro «Fai come ti ho detto. Niente obiezioni.» 

«Io… E va bene. Mi adeguo alle regole…» concessi, alzando gli occhi al cielo.

«Lo spero per voi. Si partirà stasera, alle sette. Puntuali!» 

«Ok, a dopo!» salutò Percy, e Chirone galoppò via.

Io ripresi la mia spada in mano e iniziai a colpire forte un povero manichino che mi era capitato sotto mano.

«Woh, calma sorellina!» esclamò Percy, fermandomi il braccio in aria.

Sbuffai e misi giù la spada, incrociando le braccia e guardandolo corrucciata.

«Faresti meglio a seguire quello che ti ha detto Chirone, o i guai saranno ancora più grossi.» sospirò, raccogliendo la mia spada.

«Uhm-uhm.» mugolai, guardandolo andare a mettere via l'arma.

Avrei dovuto dirgli che avevo tenuto le dite incrociate qualche secondo prima?

 

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CHIEDO PERDONOOOOOO!
Non sono morta a quanto pare, solo non riuscivo ad andare avanti!
E in più il capitolo fa schifo. Ma è solo un capitolo connettore. Il prossimo sarà BOOM BABY!, promesso.
Devo scappare, sono sempre di fretta >.<
A presto con il prossimo, 
Heav.

  
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