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Autore: Katara Hira    07/02/2012    2 recensioni
Una storia che parla di 6 nuovi dei del monte olimpo! Questi sono figli due semidei e ciò fa di loro dei completo. Sono tutti e sei delle specie di orfani e devono sconfiggere il dio Ares che si è impadronito dell'olimpo sconfiggendo e pietrificando i loro nonni dei, e i loro genitori semidei. Nelle loro date di nascita sono presenti numeri primi che li identificano.
spero vi piaccia i personaggi hanno caratteristiche diverse che spesso entrano in contrasto ma con l'arrivo della protagonista, Ludmilla, il gruppo diventerà molto più unito fino ad un finale inaspettato!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VOGLIO SAPERE I POTERI!

 
Daphne stava correndo per i corridoi di quel palazzo che ancora non conosceva nel disperato tentativo dei trovare il punto di raccolta dell’esercito
-solo questo ci mancava- pensò- fare ritardo alla prima missione dopo che ci si è impegnati tanto per arrivarci-
Ogni tanto chiedeva a qualche satiro un’informazione sulla strada ma proseguiva correttamente per un po’ e poi si perdeva nuovamente. Dopo altri cinque minuti finalmente incrociò il suo migliore amico maschio che aveva incontrato  in quel breve periodo di permanenza.
-ehi Daph, non trovi la strada?-
-si, me la puoi indicare tu?-
-oh, certo. Ti accompagno, anch’io faccio parte dell’esercito lo sai?-
-no, non ne ero al corrente-
-si sono un semidio e in questa missione i semidei possono essere necessari, d’altronde la decapitazione di Medusa avvenne per mano di Perseo, figlio di Zeus come me.-
-tu sei il figlio di Zeus, wow!- poi Daphne rifletté su quest’ultima informazione- quindi sei una specie di zio di Sibilo-
-si una specie, ma ti consiglierei di non fidarti troppo di lui. In questi ultimi tempi ha un’aria sospetta…-
Daphne guardò il suo amico con aria perplessa. Perché avrebbe dovuto avere dei sospetti su Sibilo? L’unica cosa che voleva era sconfiggere Ares e liberare suo nonno. O forse era solo una messa in scena per mascherare le sue vere intenzioni.
-ecco siamo arrivati-
Finalmente si poteva rivedere la luce. Quelle gallerie buie erano un tormento. Nel punto di raccolta ormai tutto l’esercito era posizionato e al loro arrivo li fissarono con sguardi di rimprovero.
-Daphne, Solimo… finalmente siete arrivati, vi eravate persi per caso?- domandò Sibilo con un tono canzonatorio rivolto a suo zio.
Daphne, che non voleva far prendere la colpa a Solimo che l’aveva solo aiutata a ritrovare l’uscita, disse- è tutta colpa mia, non mi riesco ancora ad orientare e…-
-Se non sbaglio anche lui era in ritardo, in caso contrario il vostro incontro non sarebbe mai avvenuto- questo Daphne non l’aveva considerato.- e se non sbaglio- continuò Sibilo- lui il castello lo conosce bene-
Solimo che non sapeva cosa rispondere abbassò la testa. Perché Sibilo si comportava sempre in quel modo, perché provava gusto nel far star male le persone? Si comportava come se…come se fosse lui il cattivo. Daphne spalancò gli occhi. Forse Solimo aveva ragione, forse il nipote di Zeus in realtà era alleato con Ares e li stava conducendo tutti quanti in una trappola. Ma come dirlo alle sue amiche. Come dirlo a Delphina soprattutto. –non lo dirò- decise- la soluzione più saggia è aspettare. Forse i miei sospetti sono infondati, ma intanto è meglio tenere sott’occhio il nostro capo.
-benissimo!- continuò poi Sibilo- visto che non abbiamo tempo da perdere proporrei di teletrasportarci li in fretta. Xeni puoi procedere-
Xeni annuì con la testa e poi Daphne iniziò a vedere tutte le immagini deformate fino a che tutti i colori si mischiarono fino a ricomporsi in una nuova immagine. Davanti a lei ora si estendeva una collina con infondo una grotta. Tutti gli alberi erano morti e gli unici animali che abitavano quel posto desolato erano i corvi. Tutto il resto carcasse e ancora carcasse.
L’esercito si avvicinò alla grotta e più procedevano più si faceva forte il suono di un telaio all’opera che veniva intervallato da uno ZAC deciso. Il cuore di Daphne batteva a mille. Tutti gli altri si guardavano intorno spaventati. Xeni le si avvicinò- tieniti pronta- disse stringendo forte la sua spada di lapislazzuli- le Gorgoni potrebbero uscire da un momento all’altro-
Daphne annuì e strinse a sua volta, forte, la spada. Stavano per entrare, ancora un altro passo e….
-carne fresca Enio- disse una voce di vecchietta all’interno della caverna
L’esercito si immobilizzò. -Hai ragione- rispose un’altra voce simile alla precedente – su Deino, vai ad aprire-
Dei passi si mossero nella loro direzione e ad un certo punto la vecchia più brutta che Daphne avesse mai visto le si parò davanti. Non aveva nessun dente in bocca e i suoi bulbi oculari erano vuoti.- entrate, entrate vi stavamo aspettando- alitò la vecchietta, che si doveva chiamare Deino, in faccia a Electre. Quella poveretta, per poco non vomitò; da quella bocca uscì un odore nauseante che sembrava provenire da una fogna. Era un misto di sudiciume e carne in decomposizione.
L’esercito avanzò all’interno della grotta.- salve a tutti- li salutò la vecchietta che aveva parlato per prima- io sono Penfredo, lei è mia sorella Enio- disse indicando la seconda- e lei è Deino. Noi siamo le Graie!-
Sibilo si schiarì la voce- noi siamo venuti per…-
-lo conosciamo il motivo della vostra visita!- rispose aspramente Enio –volete sapere i poteri della nipote di Afrodite, beh…siete degli illusi non vi diremo proprio un bel niente- e fece una linguaccia facendo intravedere la sua arcata dentaria composta da un unico dente.
Delphina prese coraggio- vi prego dobbiamo conoscere i poteri…-
-NO- risposero in coro le tre sorelle
-e invece SI!- continuò Sibilo afferrando per la tunica sudicia Penfredo, l’unica con un occhio
-le nostre bocche saranno cucite…-
-Tanto meglio- borbottò Electre ripensando all’alitata in faccia che aveva ricevuto
Xeni e Nymphodora senza farsi notare si avvicinarono a Daphne. Nymphodora mise una mano sulla spalla di quest’ultima e delle parole cominciarono a rimbombare nella testa di Daphne, mentre Delphina e Sibilo stavano ancore litigando con le Graie- Xeni ha visto nel futuro- Nymphodora le stava parlando con la mente- ha visto che Penfredo tra un po’ si libererà dalla stretta di Sibilo e ci darà le spalle per qualche secondo. Tu dovrai essere veloce e colpire la testa di Penfredo con uno schiaffo così da farle schizzare fuori l’occhio. Xeni sarà posizionata nella parte verso cui l’occhio volerà e lo afferrerà al volo, solo allora le potremo minacciare e farci dire i tuoi poteri. D’accordo?- Daphne annuì e iniziò a prendere posizione aspettando il segno di Xeni che intanto si era posizionata dalla parte opposta.
-VOGLIO SAPERE I POTERI!- sbraitò Sibilo minacciando Penfredo con la spada di Diamante.
Questa in risposta gli alitò in faccia e il nipote di Zeus fu costretto a portarsi le mani al naso e lasciare la presa sulla vecchia. Stava per arrivare il segnale e Daphne si guardò in torno per cercare Solimo e avere un po’ d’incoraggiamento, ma in mezzo a tutta quella folla non riuscì ad individuarlo. Xeni fece il segnale e Daphne scattò in avanti e colpì la testa di Penfredo. L’occhio schizzò e Xeni lo prese al volo come se stessero giocando a baseball.
Penfredo e le altre due gridarono- AHHHHHHHHH! MALEDETTI. RIDATECI IL NOSTRO OCCHIO, VOGLIAMO IL NOSTRO AMATO OCCHIO. SIAMO CIECHEEEEEE!-
-fate silenzio!-ordinò Sibilo- diteci i poteri e vi ridaremo l’occhio-
-NO- risposero nuovamente in coro le Graie
-Ah, fate le testarde, beh il vostro occhio farà un brutta fine-
-non ci spaventate! Non proferiremo parola-
-Forse dovremmo chiederglielo con le buone?- disse Daphne rivolta a Sibilo- per piacere ho bisogno di scoprire i miei poteri per poter sconfiggere Ares e ricostruire l’Olimpo-
-Sconfiggere Ares ha detto. Ahahahahahah.- la sbeffeggiarono quelle
-lo so che sarà difficile ma…-
-noi non ci riferivamo alla difficoltà dell’impresa!-
-ok… ma ho bisogno di quei poteri. Anche per far ritornare la luce su questa collina…-
-ahahahahah niente luce grazie. Questa collina è sempre stata così!-
-ma gli alberi, gli animali?- domando Nymphodora
- la loro morte è opera nostra. Siamo noi che decidiamo quanto lunga deve essere la vita di ogni persona, animale o pianta e per esercitarci usiamo le forme di vita presenti su questa collina-
-ma è terribile!-continuò Nymphodora
-basta con le chiacchiere! Diteci quei poteri o lancio questo dannato occhio- Xeni fece per lanciarlo ma le Graie la fermarono
-ok ve lo diremo ma poi ridateci il nostro occhio- Xeni acconsentì.
Enio cominciò a recitare- nella nipote di Afrodite, gli dei tutti i loro poteri hanno conferito.-
-o quasi tutti gli dei a dir la verità- continuò Deino
-se li userà con saggezza il successo è garantito- enunciò Penfredo
-E potrà trionfare la bontà!- conclusero tutte insieme
Tutti i poteri degli dei o quasi tutti? Che significava? Poteva fare le stesse cose delle sue amiche o…
-prendi brutta strega!- e Xeni lanciò l’occhio a Enio che lo prese al volo.
Una volta rimesso al suo posto guardò l’esercito minacciosa e ad un certo punto iniziarono a gridare in coro- Stenio! Euriale! Correte! Degli intrusi ci stanno minacciando! Venite a salvarci!-
Solimo che era ricomparso al fianco di Daphne la prese per un braccio e gridò all’esercito- RITIRATAAAAAAA! STANNO CHIAMANDO LE GORGONI!-
Tutti in preda al panico si affrettarono ad uscire dalla grotta ma ad un certo punto un urlo di terrore si levò alto. Tutti si volsero a guardare…i tre centauri dell’ultima fila erano rimasti pietrificati. La speranza li aveva abbandonati, erano in trappola.
  
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