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Autore: giambo    07/02/2012    8 recensioni
Un guerriero tormentato dai sensi di colpa.
Una cyborg incapace di lasciarsi alle spalle un passato di morte, dolore e follia.
Un mondo che cerca, dopo il Cell-Game, di ripartire.
Rabbia, dolore, sensi di colpa, amore, eros, follia.
Sono questi sentimenti che stanno provando gli eroi di questo mondo.
Sta a loro cercare un motivo per andare avanti e ricostruire questo mondo, oppure lasciarsi andare nell'oblio.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

 

“Eh????? Stai...stai dicendo sul serio Crilin???!!”

Muten fissava stralunato il suo allievo. Crilin era seduto sul divano della Kame House assieme a C18. Il terrestre teneva lo sguardo fisso a terra e si vedeva che era piuttosto imbarazzato. La cyborg, al contrario, era tranquilla e gelida come sempre.

Muten si sistemò gli occhiali da sole per prendere tempo. La notizia che aveva appena ricevuto l'aveva sorpreso. Il vecchio maestro di arti marziali pensò che, adesso, le aveva viste proprio tutte nella sua lunga vita.

“Ripeti un attimo ragazzo. Temo di non aver sentito bene.”

Crilin fece per aprire bocca, tuttavia fu anticipato da C18. L'androide era piuttosto seccata da quella faccenda che considerava un inutile perdita di tempo. Decisa a finire quella buffonata il prima possibile, la cyborg rispose in maniera non proprio gentile.

“Sei forse sordo per caso? Hai sentito benissimo. Il tuo allievo ed io stiamo insieme. Ti ci vuole tanto per capire un concetto così semplice?”

“C18!”, Crilin sembrò scandalizzato dall'atteggiamento assunto dalla cyborg. Ma alla bionda bastò una semplice occhiata per zittire il terrestre. Senza aggiungere altro, l'androide se ne andò in camera sua.

Quando sentì il rumore della porta chiudersi, Crilin sospirò e fece un sorriso di scuse al suo maestro. Quest'ultimo sembrava ancora piuttosto scosso dalla notizia appena ricevuta.

“La scusi Maestro. Diciamo che stamattina non è di buon umore.”

“Eh cosa? Ah sì! Sicuro! Nessun problema!” borbottò L'eremita della Tartaruga in tono distratto.

Calò nella stanza un silenzio piuttosto imbarazzante. Maestro ed allievo sembravano piuttosto riluttanti ad approfondire l'argomento. Alla fine fu Muten a riprendere il discorso da dove era stato interrotto.

“Beh...congratulazioni figliolo! Ho sempre sperato che ti decidessi di mettere su famiglia, ma devo dire che stavolta mi hai sorpreso.”

“F-famiglia??!” domandò sbigottito il piccolo guerriero. Un'espressione di puro terrore si dipinse sul suo volto.

“Beh? Perché no? Si vede lontano un miglio che ti piace da morire! Dovresti cominciare a farci qualche pensierino lo sai?”

Crilin non rispose. Sembrava caduto in una specie di trance. Il terrestre guardava sconvolto la parete davanti a se, ignorando totalmente tutto il resto. Muten, accorgendosi che il suo allievo era mentalmente andato in tilt, decise di svegliarlo.

“Oh?! Ci sei ancora?! Crilin svegliati!”

Crilin sussultò. Guardò con faccia stupita il suo maestro. Muten lo osservava sempre più perplesso.

“Crilin cosa c'è? Si può sapere cosa ti ha sconvolto?”

“N-niente.” balbettò il terrestre. “Va tutto bene.”

Muten non sembrava molto sicuro, tuttavia decise di non insistere. Crilin sospirò di sollievo, anche se, un pensiero andò a formarsi nella sua mente.

“Dopotutto...perché no?”

 

I mesi passavano. Ormai C18 si era ambientata perfettamente nella vita della Kame House. All'androide quella vita non dispiaceva. Era piacevole vivere in quella piccola oasi di pace. Era piacevole essere coccolata e trattata come una regina da Crilin. La cyborg si sentiva in pace con se stessa come mai prima d'ora le era capitato.

Il suo interesse per la vita di tutti i giorni aumentò. Osservava Crilin eseguire le faccende di casa con una curiosità che non le apparteneva. Arrivò addirittura a chiedergli di insegnarle un paio di piccoli lavoretti casalinghi. All'inizio Crilin era rimasto sbigottito da quella richiesta. Non aveva mai pensato che a C18 potesse interessarle imparare attività di quel genere. Nonostante la gioia per il cambiamento della sua ragazza, il terrestre si era rifiutato. Non voleva che C18 facesse quei lavori. Per lui sarebbe stato un indicibile disonore vederla abbassarsi a fare quelle semplici faccende domestiche. Ma la sua resistenza durò poco. C18 infatti aveva l'incredibile capacità di persuadere con le buone o con le cattive, più con le seconde che con le prime, le persone a fare quello che diceva lei. Ormai la cyborg aveva preso pieno possesso della vita della Kame House. Era lei che comandava. Crilin e Muten non avevano potuto far altro che accettare la nuova, incredibile, situazione che si era andata a creare.

 

I loro allenamenti continuarono come al solito. In quei mesi Crilin ebbe un ulteriore miglioramento. Ormai C18 per batterlo doveva affrontarlo al massimo della sua forza. I loro allenamenti erano diventati ormai, veri e propri scontri all'ultimo sangue.

Nonostante i suoi miglioramenti, il terrestre non era ancora riuscito a battere l'androide. Ci era andato vicino un paio di volte, ma C18 era una guerriera troppo esperta per farsi prendere dal panico in situazioni di difficoltà. Ogni volta che il piccolo guerriero era sicuro di avere la vittoria in pugno, l'androide tirava fuori un'abilità a combattere sensazionale. Contro una potenza di questo genere, Crilin era ancora impotente.

La loro vita continuò tranquillamente per altri tre mesi. Alzarsi all'alba, andare a combattere per tutta la mattina sulla loro isola, e decidere di giorno in giorno cosa fare nel pomeriggio. Crilin aveva come la sensazione di vivere dentro un sogno. Non sentiva minimamente la lontananza dei suoi amici, anche se, ogni tanto, i sensi di colpa per la morte di Goku tornavano violenti. Ma al piccolo guerriero bastava vedere C18 perché essi scomparissero. Per lei, Crilin avrebbe dato tutto quello che possedeva, anima compresa.

Ma, come in tutti i sogni, arriva sempre il momento del risveglio alla realtà. E non sempre è piacevole.

 

Era una mattina come tante altre alla Kame House. Muten si stava crogiolando sotto il sole, leggendo l'ultimo numero della sua personale rivista di fitness femminile. Ormai erano passati quattro mesi da quando C18 era venuta ad abitare alla Kame House. Così come era passato quasi un anno dalla fine del Cell-Game. La vita aveva ripreso il suo normale ritmo. Tutto sembrava andare bene.

Sembrava.

In quel momento un rumore improvviso ruppe la pace della piccola isola. Muten alzò, a malincuore, gli occhi dalla propria rivista per poter individuare la causa di quel rumore. Ciò che vide lo lasciò esterrefatto.

Un piccolo elicottero si avvicinava al Kame House. Era di colore blu scuro. I raggi del sole si infrangevano sulle sue parti metalliche dandogli l'aspetto di una palla infuocata. Sulla sua fiancata sinistra si poteva notare, in controluce, lo stemma della Capsule Corporation.

Quando l'elicottero atterrò, lo sportello si aprì. Da esso scesero, con grande sorpresa di Muten, Bulma, Iamko e Gohan.

Tutti e tre erano cambiati in quegli ultimi sei mesi. Bulma si era tagliata i capelli. La scienziata aveva adesso l'aspetto della donna matura che ormai era diventata. Sembrava che, con quel taglio, avesse deciso di ammettere che il tempo passa per tutti, lei compresa.

Iamko invece sembrava essere sempre il solito, anche se pure lui aveva cambiato acconciatura di capelli. Dal corto taglio a spazzola che aveva, il terrestre si era fatto crescere leggermente i capelli, lasciandoli lisci e lucenti. L'effetto non era sgradevole.

Gohan invece era rimasto uguale. A parte qualche centimetro in più di altezza, il piccolo sayan era rimasto il solito allegro ragazzino di sempre.

“Ehila Muten! Come ti va la vita?” esclamò allegramente Iamko salutando l'anziano maestro di arti marziali con una mano.

“Ma...ma cosa ci fate voi qui?” domandò L'eremita della Tartaruga ancora scosso da quell'improvviso arrivo.

Bulma si fece avanti con passo deciso. La scienziata aveva uno sguardo combattivo che preoccupò non poco l'anziano maestro.

“Te lo dico io perché siamo qua! Siamo venuti a riprenderci il nostro amico! Dov'è Crilin? Tu lo sai di sicuro dove si trova, quindi diccelo! Non ho alcuna intenzione di lasciarlo marcire in qualche angolo sperduto della Terra mentre si festeggia la nascita del secondogenito del suo migliore amico!”

Muten rimase sbalordito da quella notizia. Il vecchio eremita guardò Gohan in cerca di conferma. Quando quest'ultimo annuì con un sorriso raggiante, una grande gioia invase il cuore dell'anziano maestro.

“Ma...ma è fantastico! È un maschio o una femmina? E come si chiama?”

“Si chiama Goten.” rispose Gohan con evidente gioia nella voce. “Ed è uguale a papà! Sono come due gocce d'acqua!”

Muten aprì la bocca dallo stupore. Gli occhi dell'eremita si fecero lucidi dalla gioia.

“Sono...sono commosso! È...è veramente bellissimo!”

“Vorrai dire che sarebbe bellissimo!” dichiarò Bulma. La scienziata aveva un'espressione torva in volto. “Dicci dove si trova Crilin! Tu lo sai! Non puoi non saperlo! Quindi sputa il rospo!”

Muten esitò. In quel momento Crilin era ad allenarsi con C18. L'anziano maestro non era sicuro che dire la verità fosse la cosa più giusta da fare. Ma,alla fine, decise di raccontare tutto. Era tempo che Crilin uscisse dall'isolamento che si era creato attorno a se.

Annuì con fare sciocco per un paio di volte, quasi stesse cercando di riordinare i propri pensieri, quindi parlò.

“Crilin si sta allenando in un isola che non dista eccessivamente da qui. Se continuate ad andare verso est per circa un ora, dovreste riuscire a vederla subito. La si può notare per l'altopiano che si staglia al centro.”

Bulma e gli altri non chiesero ulteriori spiegazioni. Senza perdere tempo, la scienziata salì sul veicolo e lo accese, subito seguita dagli altri due. Meno di un minuto dopo, i tre amici erano già un puntino all'orizzonte.

Muten li osservò in silenzio fino a quando non scomparvero dalla sua vista. A quel punto l'anziano maestro di arti marziali ridacchiò.

“Oh! Cosa darei per poter vedere le loro facce quando lo raggiungeranno!”

E, continuando a ridacchiare, l'eremita ritornò alle sue letture altamente “istruttive”.

 

Crilin schivò velocemente di lato un pugno. Un istante dopo un calcio violentissimo lo centrò in pieno petto. Tuttavia, un secondo dopo, la sua immagine colpita scomparve, lasciando al suo posto solamente l'aria.

C18 sorrise. Il suo allievo aveva imparato piuttosto bene. L'androide si stava divertendo un mondo quel giorno ha combattere con lui. Il terrestre non l'aveva mai messa in difficoltà come in quel momento.

“Sei in gamba.” dichiarò rivolta al nulla. Un istante dopo un calcio puntò alla sua testa ma fu parato senza troppi problemi.

“Però sei ancora troppo prevedibile!” con uno scatto, la cyborg si girò e scagliò una raffica di ki-blast dove, secondo i suoi calcoli, si sarebbe dovuto trovare Crilin. Fu sorpresa di vedere che, il suo colpo, si diresse verso il mare senza incontrare nessun corpo a bloccare la sua corsa.

Un istante dopo un pugno violentissimo la colpì alla bocca dello stomaco. C18 accusò pesantemente il colpo. Un urlo, strozzato a fatica, le uscì dalle labbra, insieme ad un rivolo di sangue che colò con lentezza dall'angolo sinistro della sua bocca.

Crilin sorrise.

Un istante dopo l'androide si allontanò dal terrestre. Nonostante cercasse di non darlo a vedere, la cyborg era piuttosto sorpresa del colpo ricevuto.

“Non male.” si limitò a dichiarare con voce neutra pulendosi il rivolo di sangue. Doveva stare più attenta. Crilin era diventato più forte di quello che immaginava.

Il sorriso sulle labbra del piccolo guerriero si allungò.

“Ho avuto una buona maestra.”

C18 ricambiò con un ghigno feroce. Un istante dopo i due fidanzati si scontrarono di nuovo con violenza inaudita.

 

“Credete che riusciremo a convincerlo a tornare?”

La domanda di Iamko ruppe il silenzio che c'era all'interno dell'elicottero. Bulma, nonostante fosse impegnata a guidare l'elicottero, dichiarò subito con voce sicura.

“Certo! Perché pensi che ti abbia portato con me insieme a Gohan? Nel caso quello zuccone opponesse resistenza voi due lo caricherete di forza sull'elicottero. Non ho alcuna voglia di perdere un amico a causa di una stupida storia d'amore!”

“Scusa Bulma, ma non so se sia la cosa giusta da fare.” obbiettò il piccolo sayan.

“Sono d'accordo con Gohan. Come pensi che la prenderà Crilin? Come minimo ci odierà a morte.”

Le loro obbiezioni ebbero come effetto quello di scatenare l'irascibile scienziata. Sentendo quelle parole infatti, Bulma li aggredì con una violenza da far invidia ad un super sayan.

“E allora cosa dovremmo fare?! Dovremmo lasciare perdere e permettere a Crilin di rovinarsi l'esistenza a causa di un maledetto rottame ambulante?!! Crilin è mio amico, ed è stato come un fratello per Goku. Se lui non dovesse venire a sapere della nascita di tuo fratello Gohan, io non me lo perdonerei mai! Quindi non voglio sentire scuse chiaro?!”

“Aspetta!” fece Iamko all'improvviso, interropendo così la sfuriata dell'amica. Bulma, furiosa per essere stata interrotta, cominciò a perdere il controllo di se.

“Come osi interrompermi!!!! Io parlo di cose serie e tu mi dici di aspettare?!!! E che cosa poi?!”

“Bulma!!!” la voce di Gohan risuonò violentemente all'interno del veicolo. La scienziata, vedendo la faccia seria e concentrata del ragazzo, si zittì di colpo.

“Cosa succede? Avete sentito qualcosa?!”

Terrestre e sayan annuirono contemporaneamente. Tuttavia erano entrambi piuttosto perplessi.

“Ma non ha senso!” esclamò all'improvviso l'ex-fidanzato di Bulma.

“Che cosa non ha senso?” domandò subito quest'ultima. La sua rabbia era sparita subito appena aveva avuto sentore che qualcosa di strano stava accadendo.

“Io sto sentendo un aura gigantesca. Ma non può essere la sua! È troppo grande!”

“Sì, la sto sentendo anch'io.” fece Gohah. In quel momento il ragazzino sembrava dimostrare molti più anni di quelli che aveva. “Ho quasi paura. Vorrei sapere cosa diavolo sta accadendo.”

“R-ragazzi piantatela con gli scherzi! Si può sapere di chi diavolo state parlando?” domandò Bulma innervosita e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, piuttosto impaurita.

“Bulma.” la voce di Gohan era molto profonda. Nessuno in quel momento avrebbe detto che aveva solamente 12 anni. “L'aura che stiamo sentendo...è quella di Crilin.”

Gli occhi azzurri della scienziata si spalancarono di colpo. La sua faccia esprimeva paura e preoccupazione allo stesso tempo.

“Crilin?” dichiarò con un sussurro roco. “Ma questo cosa significa?”

“Guarda Bulma!”, la voce di Iamko era eccitata. Il guerriero stava indicando un punto davanti a loro. “Là c'è un isola! È da li che proviene l'aura di Crilin!”

Gli altri si girarono verso il punto indicato da Iamko. Il terrestre aveva visto giusto. Davanti a loro c'era un isola. Sembrava si stesse svolgendo un terribile combattimento. La terra tremava e si poteva sentire anche da quella distanza il rumore dei colpi.

I tre amici si scambiarono un'occhiata d'intesa. Tuttavia, per quanto fossero pronti a tutto, non lo furono per l'incredibile spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi.

 

La prima cosa che videro fu C18. I tre amici non credettero ai loro occhi. Cosa ci faceva là l'androide? Ma, se il loro stupore nel vedere la bella cyborg fu grande, quando videro il suo compagno di allenamenti rimasero a bocca aperta.

“Ma...ma quello chi diavolo è?!” chiese Iamko con gli occhi spalancati.

“Ma è Crilin!!!!” esclamò Gohan, felice di poter rivedere il suo caro amico.

“Cosa????!!!! Non...non è possibile!!” dichiarò Bulma con grande stupore.

In effetti la figura che stava combattendo con C18 era piuttosto diversa dal Crilin che conoscevano. Innanzitutto questo ragazzo aveva i capelli, inoltre i suoi lineamenti del viso erano più marcati di quelli del piccolo terrestre, questo significava che doveva avere molti più anni di Crilin. E infine, quel combattente riusciva a tenere testa a C18. E Crilin non sarebbe riuscito mai riuscito a tenere testa all'androide.

Improvvisamente, la cyborg sembrò essere in difficoltà. Incalzata dai colpi del terrestre, C18 portò una mano sopra la testa. Immediatamente si formò un cerchio di energia rotante color viola. Tuttavia la sua mossa fu inefficace. Il piccolo combattente riuscì a rompere la lama rotante con estrema facilità.

“Dai! Impegnati di più!” esclamò sorridendo. “Così mi annoio!”

Se i tre amici pensavano che l'androide si infuriasse rimasero delusi. A quella provocazione infatti, C18 sorrise. Fu un sorriso incredibilmente dolce e tenero. Così tenero che i tre compagni cominciarono a dubitare che quella donna fosse veramente C18.

Poi, improvvisamente e senza smettere di sorridere, l'androide scomparve. Un istante dopo il terrestre fu colpito al petto da un pugno potentissimo. Il guerriero sembrò accusare il colpo. Senza perdere tempo, C18 lo colpì ripetutamente con violenza inaudita, fino al colpo di grazia. Il piccolo combattente cadde al suolo senza più rialzarsi.

C18 osservò la figura a terra con espressione neutra. L'androide aveva portato le braccia al petto e fissava, con impazienza crescente, il corpo immobile del suo avversario.

“Cosa diavolo stai aspettando?!” domandò all'improvviso. “Alzati su!”

Niente. Nessun movimento. Sembrava che il combattente fosse svenuto o, peggio, morto.

“Ma cosa diavolo sta combinando quel nanerottolo?” borbottò la cyborg scendendo giù a controllare le condizioni di Crilin. “Se questo è uno scherzo giuro che gliela faccio pagare molto cara!”

Una volta arrivata vicino al corpo immobile del suo compagno, C18 si inginocchiò per controllarne le condizioni. Fu allora che Crilin si mosse.

Con un balzo improvviso, il terrestre si alzò, cadendo addosso a C18. Il suo peso fu sufficiente a sbilanciare la bionda che, sorpresa dalla mossa di lui, cadde a terra con il ragazzo sopra di lei.

“Presa!” esclamò il piccolo guerriero con gioia.

C18 serrò gli occhi. L'androide sembrava piuttosto arrabbiata.

“Cosa diavolo stai...” prima che la cyborg potesse finire di parlare, Crilin la baciò.

Tre paia di occhi, grandi come piattini da thè, osservarono l'androide rimanere immobile per un attimo. Poi, contrariamente ad ogni loro aspettativa, C18 ricambiò il bacio del terrestre. Quando si staccarono l'androide lo guardò con finta rabbia.

“Comunque hai giocato sporco!”

Crilin, sentendo quelle parole, sorrise.

“In battaglia non esistono regole!” dichiarò, copiando le parole di lei.

“Ah sì?” con uno scatto improvviso C18 invertì le posizioni. Ora era lei sopra di lui. Lo sguardo dell'androide era indecifrabile, ma Crilin ci vide la luce più bella del mondo. Quella della vita.

C18 cominciò a baciarlo. I loro baci si fecero più intensi e passionali. L'androide, ad un certo punto, gli tolse la maglia e cominciò a baciarli i pettorali. Crilin sospirava di piacere. Le sue mani cominciarono a tirare su delicatamente la maglietta di lei. C18 non reagì. Si limitò a continuare la sua precedente attività senza degnarlo di uno sguardo. Chiaro segno che aveva via libera.

I due erano pieni di passione. Lo volevano. Desideravano entrambi unirsi. Poi, ad un tratto, una voce si mise in mezzo.

“Crilin?! Cosa stai facendo?!”

Crilin e C18 si girarono di scatto. Davanti a loro c'erano Iamko, Bulma e Gohan che li fissavano con un immenso stupore stampato in faccia.

Immediatamente C18 si staccò dal terrestre. Per la prima volta da quando la conosceva, Crilin vide un leggero colore rosato imporporarle il viso. Senza dire una sola parola, l'androide si allontanò a grandi passi.

Tuttavia, una volta nascosta da un grande masso, la cyborg si fermò, mettendosi in ascolto. Tanto odiava essere spiata da qualcuno, tanto meno si faceva scrupoli nel farlo.

 

Crilin si rimise la maglia senza dire una parola. Onestamente non aveva la più pallida idea di cosa dire. Cosa avrebbe potuto dire poi? Quello che aveva appena fatto valeva più di mille parole.

I suoi tre amici si limitarono ad osservarlo in silenzio. Sembravano molto scossi nel vedere quanto era cambiato in quei mesi.

Passò un minuto. Poi cinque. Nessuno aveva ancora detto una sola parola. Il rumore della risacca del mare si notava con straordinaria intensità.

Poi, stanco di quel silenzio carico di tensione, Crilin parlò.

“Salve ragazzi!” dichiarò, cercando di dare alla sua voce un tono allegro. Inutile dire che fallì miseramente. Si vedeva lontano un miglio che era piuttosto imbarazzato.

Bulma parlò. La faccia della scienziata era rimasta fino a quel momento indecifrabile. Tuttavia, quando cominciò a parlare, il terrestre notò che l'amica era in preda ad una terribile collera.

“Salve ragazzi? È questo tutto quello che hai da dire? Dopo sei mesi, in cui te ne sei fregato altamente dei tuoi amici, il massimo che riesci a dire è salve ragazzi?!”

Crilin non rispose. Il guerriero sembrava profondamente immerso a studiare i lacci delle sue scarpe.

“Da quanto tempo va avanti questa storia?”

Crilin sollevò di scatto la testa. A parlare era stata di nuovo Bulma. La scienziata lo osservava con un espressione gelida in volto.

“Cosa?”

“Ti ho chiesto, da quanto va avanti questa storia?!”

Crilin provò a deglutire ma non ci riuscì. Al terrestre gli si era improvvisamente seccata la gola. Un terribile, schiacciante macigno cominciò a schiacciargli il petto. Il guerriero sapeva di cosa si trattava: erano i sensi di colpa. Li aveva dimenticati, abbandonati. Da quando aveva incontrato C18, il resto del mondo era scomparso.

“Da quattro mesi ormai.” sussurrò.

“Quattro mesi?! Quattro mesi in cui noi ci siamo preoccupati per te mentre tu eri a spassartela con la tua biondina metallica? Bell'amico che sei!”

“Ora basta!” dichiarò Crilin. Il suo viso era trasfigurato dalla rabbia. “Non osare chiamarla ancora in quel modo! E comunque non è andata come pensi tu! Voi...voi non sapete...non sapete nulla!”

“Oh davvero?” domandò in tono sarcastico Iamko. Il terrestre sembrava disgustato dal comportamento dell'amico. “Noi non sappiamo nulla? Mi sa che sei tu quello che non ha ben chiara la situazione!”

Crilin fulminò l'amico con un occhiataccia. Il guerriero sentì dentro di se crescere una collera tremenda. Potevano offenderlo, accusarlo, dargli anche dell'idiota. Ma non dovevano assolutamente permettersi di offendere C18. Questo il terrestre non glielo avrebbe permesso mai e poi mai.

“Cosa intendi? Spiegati!” sibilò con tono minaccioso.

Iamko si posizionò a gambe larghe davanti al piccolo guerriero. Il suo bel volto era trasfigurato da un ghigno.

“Scusami Crilin, mi dispiace dirlo, ma sei proprio un idiota! Cosa pensi di fare con una come lei? Hai presente cosa è?”

“Lo so benissimo! Non c'è bisogno che tu me lo dica!” dichiarò rabbiosamente il terrestre.

“Mi sa che invece il suo viso da bambola ti abbia confuso un po' le idee amico! Perché è questo che è lei: solamente una bambola! Graziosa finché vuoi ma pur sempre una bambola. Non mi credi? Aspetta di aprirle le gambe e poi vedrai che bella sorp...”

Iamko non pote finire la frase. C18, che infuriata stava per uscire per uccidere quel maledetto insolente, sentì dal suo nascondiglio la mascella del terrestre scricchiolare in maniera sinistra. Subito dopo un boato fece capire all'androide che quell'idiota era andato a sbattere contro la parete dell'altopiano.

Un flebile sorriso di perfidia si disegnò sulle labbra della bionda. Sapeva chi era stato a spaccare la faccia a Iamko al posto suo.

Sentendo definire la sua adorata C18 una bambola Crilin non ci aveva pensato due volte. Accecato dalla rabbia, il piccolo guerriero era scattato in avanti, cogliendo di sorpresa tutti. Il suo pugno colpì con terrificante potenza la mascella dell'amico.

“Crilin!!! Ma sei impazzito?!” domandò isterica Bulma.

Crilin tremava dalla rabbia. I suoi pensieri andavano al sogno che aveva fatto, su ciò che C18 gli aveva raccontato del suo passato. Come avevano osato offenderla in quel modo? Cosa ne sapevano quegli stupidi?

“Non. Osare. Mai. Più!!” ringhiò a fatica. Era talmente furioso che faceva fatica a muovere la mascella. “Voi. Non. Sapete. Niente! Niente!!”

Gohan, che fino a quel momento era stato zitto, decise di intervenire. Il piccolo sayan si avvicinò all'amico e gli posò una mano sulla spalla. A quel semplice contatto Crilin si tranquillizzò parzialmente. Il terrestre aveva ancora il respiro affannoso per la rabbia, ma almeno aveva smesso di tremare.

“Lascia stare Crilin! Non siamo venuti qui per litigare o per accusarti. Ti stavamo cercando per un motivo ben preciso.”

“E per cosa?” domandò il terrestre con voce neutra. Sembrava si fosse totalmente tranquillizzato. Ma dai suoi occhi si poteva capire che era ancora molto arrabbiato.

Un grande sorriso si disegnò sul volto del ragazzino.

“Ho un fratellino Crilin!”

Crilin lo guardò. La sua rabbia fu sostituita da un grandissimo stupore misto a gioia.

“Vuoi dire che è...è nato?” domandò con voce strozzata.

Gohan annuì. Si vedeva chiaramente che il piccolo sayan era al settimo cielo per la gioia.

“Si chiama Goten! È la sai una cosa? La mamma mi ha detto che è uguale identico a papà!”

“G-Gohan...” lacrime di gioia cominciarono a solcare gli occhi del terrestre. Era un miracolo. Il grande miracolo della vita. Preso da una gioia immensa, il piccolo guerriero abbracciò l'amico con forza.

“Ehi! Fai piano! Accidenti! Sei diventato parecchio più forte dall'ultima volta che ci siamo visti!”

Crilin annuì. Il sorriso sempre stampato sul volto.

“Tutto merito di C18. Credimi Gohan quando ti dico che è una combattente incredibile! Ho imparato un sacco di cose da lei in questi ultimi mesi!”

Gohan guardò con tenerezza l'amico. Sembrava proprio felice. Doveva essere molto importante per lui C18. Rendendosi conto che il piccolo guerriero si stava dilungando in tutti i suoi progressi, il sayan decise di interromperlo prima che ingranasse la quarta.

“Scusa Crilin se ti interrompo, ma siamo di fretta. Perché non me lo racconti stasera con calma? Sarò felice di ascoltarti.”

“S-stasera?” il sorriso del terrestre si attenuò. “Ma di cosa stai parlando?”

“Stasera si festeggerà a casa mia la nascita del fratello di Gohan.” dichiarò Bulma. La scienziata era appena andata a recuperare Iamko. Il terrestre era svenuto. Decisamente, era fuori allenamento.

“E ovviamente tu e C18 siete invitati.” concluse Gohan.

Crilin esitò. Al terrestre non gli sarebbe dispiaciuto rivedere i suoi amici. Tuttavia non era sicuro che C18 avesse voglia di andarci. Capendo il dubbio che lo tormentava, Bulma aggiunse.

“Senti...capisco che forse alla tua biondina non vada molto a genio di venire da noi. Penso tuttavia che dovresti venire. Manchi a tutti Crilin! E poi si tratta del figlio del tuo migliore amico. Non puoi non venire!”

Sentendo parlare di Goku, Crilin si incupì. I suoi sensi di colpa tornarono con violenza inaudita. Sopraffatto da essi, il terrestre diede il suo assenso a venire.

Un grande sorriso si stampò sulle facce dei suoi amici.

“Grazie! Ti aspettiamo alle 8.00 in punto! E vestiti bene mi raccomando!”e con quella frase di Bulma, il piccolo gruppo si congedò. Caricato sull'elicottero il povero Iamko, il piccolo sayan e la scienziata si alzarono in volo, dirigendosi verso la lontana Città dell'Ovest.

Una volta spariti all'orizzonte, Crilin sospirò, passandosi una mano sul volto. In un certo senso era felice che se ne fossero andati. Era stato strano, e anche piuttosto imbarazzante, rivedere i suoi amici dopo così tanti mesi di lontananza.

In quel momento C18 uscì da dove si era nascosta fino a quel momento. Quando la vide un sorriso amaro si disegnò sul volto del piccolo guerriero.

“Hai sentito tutto, non è vero?” chiese con tono dolce.

La cyborg non rispose. A passi decisi si diresse verso la spiaggia. Una volta arrivata, l'androide si sedette, stringendosi le ginocchia al petto, e cominciando a fissare il mare con sguardo vuoto.

Crilin la seguì. Una volta arrivato dietro di lei, il terrestre l'abbracciò cercando di trasmettere tutto l'amore e l'ammirazione che provava nei suoi confronti in quel gesto.

C18 non lo respinse, anche se non lo ricambiò neanche. L'androide rimase in silenzio per parecchio tempo. Poi, alla fine, si decise a parlare.

“Io non vengo.”

Crilin sospirò. Se lo aspettava quel rifiuto.

“Perché?” mormorò dolcemente.

“Perché sì!” la cyborg sembrava furiosa. Il terrestre capì che, fino a quel momento, la bionda aveva cercato di trattenersi dal distruggere tutto per sfogare la sua rabbia. Nonostante ciò, il terrestre non si diede per vinto.

L'abbracciò più forte. La reazione dell'androide non si fece attendere. Con un gesto secco, C18 si liberò.

“E lasciami!” borbottò infastidita.

Crilin sorrise. Nonostante il suo caratteraccio, il piccolo guerriero sapeva che all'androide non le dispiacevano le sue coccole. Non vinto, il terrestre si riavvicinò a lei.

“Fallo per me.” sussurrò cominciando a baciarle con dolcezza l'incavo morbido del suo collo.

Sotto il tocco delle sue labbra, la cyborg sembrò sciogliersi. La bionda inarcò il collo, trattenendo a stento un sospiro.

“Comunque la risposta rimane no!” fece con voce dura.

“Sicura?” mormorò il terrestre continuando a baciarla con dolcezza.

“Assolutamente!” rispose lei. Ma il suo tono era già meno sicuro di prima.

“E dai.” proseguì lui con voce dolce. I suoi baci cominciarono a farsi più arditi. Le sue labbra cominciarono a salire il collo di lei, in una ricerca lenta ma costante delle labbra dell'androide.

“Ti porto a negozi.” dichiarò lui. “Dopotutto, dobbiamo vestirci bene no?”

Sentendo quelle parole, la cyborg si girò di scatto. Nei suoi occhi azzurri il terrestre vide brillare una scintilla piuttosto inquietante.

Con un gesto secco, l'androide si liberò di Crilin, ponendo così fine ai suoi baci. Subito dopo C18 si alzò in piedi.

Crilin la fissò con sguardo incuriosito e perplesso. Il terrestre non aveva la più pallida idea di cosa passasse in quel momento per la testa della cyborg.

Senza dire una sola parola, l'androide si alzò in volo. Crilin sorrise vedendo che, la direzione presa da lei, era quella della Città dell'Ovest.

“Aspettami!” fece con tono divertito. Il piccolo guerriero era stupito. Era riuscito a spuntarla con la cyborg. Una cosa che non accadeva tutti i giorni.

Forse C18 stava veramente cambiando.

 

CONTINUA

 

Beh...stavolta non so cosa dire. Alleluia! Direte voi. Comunque devo dire (Sennò che gusto c'è ha commentare a fine capitolo?) che, se c'è una cosa che non mi piace di questo capitolo, è il fatto di aver fatto fare a Iamko la figura di quello che se le prende e basta! Poveretto. Un po' mi fa pena!

Aspetto, come al solito, i vostri commenti e, perché no!, anche dei consigli!

Un saluto!

  
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