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Autore: Iuvenia    08/02/2012    2 recensioni
Teresa si ritrova ad affrontare una realtà diversa da ciò che si aspettava. In una nuova scuola, inizierà una nuova vita, con nuovi amici e scoprirà cosa significa amare ed essere amati... ma specialmente scoprirà cosa significa essere odiati.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                capitolo 1
Le luci del sole penetrano tra le tende della mia stanza, svegliandomi. Sono le 6 del mattino e manca ancora un'ora all'inizio della scuola. Sarei andata in un collegio scelto dai miei genitori per il mio futuro! Mi hanno inscritta senza neanche chiedermi un parere, come hanno fatto per mia sorella Clair, la quale è maggiore di me di un anno e studia in Italia. Ci vediamo solo a Natale e a Pasqua, l'estate rimane lì perché i nostri genitori non vogliono averla tra i piedi e lo stesso riguarda me. Lavorano molto e per loro sono più importanti i soldi che la nostra felicità ecco perché preferiscono farci vivere in una scuola in tal modo da non disturbarli nei loro affari. Io mi chiamo Teresa ed ho 15 anni, sono alta 1.75 ho i capelli biondi e sono lunghi fino alla vita. I miei occhi sono blu scuro con delle sfumature azzurre. Mia sorella invece è più alta di me, direi 1.80 ha i capelli corvini e lunghi fino alla vita, i suoi occhi sono scuri, direi neri che però al sole prendono sfumature violacee. Io e lei siamo molto simili sia fisicamente che caratterialmente, quando eravamo piccole nostra madre ci raccontava sempre che anticamente esistevano due dee dell'amore gemelle che si chiamavano Teresa e Clair, ecco perché decise di chiamarci così! Ho anche provato a cercare su internet riguardo ad esse ma non ho mai trovato nessuna informazione. Mi alzo e mi dirigo verso l'armadio da cui tiro fuori gli unici vesti che ci sono: un corpetto nero in pizzo e dei jeans scuri attillati. Adoro i colori scuri e quasi tutti i miei indumenti sono neri o blu. Vado in bagno e mi faccio una doccia veloce, mi trucco mettendomi solo la matita e il rossetto di un rosso acceso. I capelli li lego in una coda da cavallo alta lasciandomi due ciocche ai lati del viso. Prendo la collana e gli orecchini che avevo lasciato la sera scorsa sul lavandino e me li metto. Gli orecchini sono lunghi e mi toccano le spalle, la collana e in oro bianco con un ciondolo a croce. Esco dal bagno e vado ad infilarmi le scarpe, poi mi siedo sul letto e inizio ad osservare con malinconia la stanza ormai vuota con la strana impressione che non l'avrei più rivista. Bussano alla porta:                                                                                                                                          
-Signorina, i suoi genitori l'aspettano in macchina per andare-                                                                      
-Arrivo-                                                                                                                                                                              
Mi alzo e scendo di sotto dove tutti i camerieri della casa mi stanno aspettando per salutarmi. Li abbraccio e in particolar modo Giuditta, la balia che si prendeva cura di me quando ero piccola. Lei mi ha dato l'affetto che i miei genitori non hanno saputo darmi dopo un periodo di crisi, o meglio, che non hanno voluto darmi. Entro in macchina dove entrambi stavano parlando di affari al telefono, mio padre fa un cenno al guidatore di partire. Mi avrebbero portato fino all' aeroporto e da li mi sarei imbarcata per andare in California dove mi aspettava un'insegnante della mia scuola. Il viaggio dura mezz'ora visto che New York non è molto lontana. Arrivati davanti l'aeroporto scendo dall'auto seguita dai miei genitori:                                                                                                                                                
-Fa la brava, ci vediamo a Natale- Dice mia madre abbracciandomi e mio padre mi dà un bacio sulla fronte. Mi porgono la valigia e mi accompagnano fino alle scale mobili dove ci salutiamo un'ultima volta e se ne vanno lasciandomi lì. Mi dirigo verso la porta di imbarco dove già ci sono molte persone che stanno entrando nell'aereo e anche io mi unisco a loro. Controllo nella mia borsa se ci sono i documenti e il biglietto e mentre cerco alla rinfusa trovo una mia foto: ci siamo io e Claire assieme e tutto il personale della casa! Guardando bene questa foto mi rendo conto che con i miei genitori non ne ho una, neanche di quando ero nata. Sono così assorta nei pensieri che neanche mi accorgo che è il mio turno. Porgo all'hostess i documenti col biglietto ed entro nel pullman fuori dall’ edificio nel quale mi siedo agli ultimi posti aspettando che ci siano tutti. Il sole è forte è sono costretta a mettermi gli occhiali da sole. Li tiro fuori osservando la costodia con malinconia,me li aveva regalati mia sorella per il mio quindicesimo compleanno. Li metto e inizio a guardarmi un po’ intorno: ci sono poche persone sedute davanti a me, ma già in lontananza se ne scorgono altre che stanno per arrivare, dai finestrini si possono vedere le piste d'atterraggio e di partenza degli aerei e alcuni di essi che stavano decollando. Tutto questo, la mia partenza, la nuova scuola, sembra tutto irreale come un sogno che cancellerò svegliandomi, ma questo risveglio non avverrà mai... non avverrà perché una parte di me è contenta di andarsene da quella casa che neanche così si poteva definire visto che molte volte mi sembrava di essere un'estranea a tutto e a tutti!                                                       
Il pullman parte e si dirige verso un aereo bianco con una striscia verde al centro. Delle enormi scale sono già collegate con l'entrata del veicolo e tutti i passeggeri si apprestano ad entrarvi per prendere posto. Salgo anche io con loro ma lo rimpiango subito visto che tutti mi spingono e mi acciaccano i piedi senza neanche scusarsi. Un'hostess con una gonna stretta gialla e una camicetta color panna controlla tutti i passaporti e ci fa entrare a gruppi di 5 per non creare confusione all'interno. Infine arrivo anche io a sedermi verso i primi posti all'entrata accanto al finestrino. Le porte si chiudono ed è un signore all'altoparlante che ci da il benvenuto:      
-Buon giorno a tutti i passeggeri, vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia di voli, vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza finché non vi sarà detto di slacciarle. Il viaggio durerà 30 minuti o 40 al massimo. Non vi sono previste turbolenze quindi il volo sarà tranquillo. Tra pochi minuti alcune hostess passeranno con dei carrelli con cibi, riviste, gioielli o profumi. Vi ringraziamo ancora buon viaggio-                                                                  
Ci allacciamo tutti le cinture mentre l'aereo si sta muovendo e si dirige verso la pista di partenza nella quale accelera e si solleva da terra. Pian piano ci alziamo finché non ci troviamo tra le nuvole, in basso si vedono i grattaceli di New York e le macchine che fanno su e giù per le strade della città. E' uno spettacolo mozzafiato, sembra una città in miniatura fatta di lego, peccato che non posso fare delle foto. Intanto passano i carrelli con le cose da mangiare, non avendo fatto colazione mi prendo un caffè macchiato e una ciambella che divoro in pochi minuti, poi tiro fuori dalla borsa un libro per passare il tempo.

Intanto in Italia:
-Clair, svegliati dormigliona, è tardi e tra mezz'ora inizia la cerimonia per l'apertura della scuola> Urla la mia amica dal bagno. Mi alzo e guardo l'orologio rendendomi conto che è veramente molto tardi così corro in bagno per farmi una doccia veloce. Alicia è in accappatoio e si sta guardando allo specchio:
-Smettila di ammirarti, sei carina come sempre!- Lei si gira facendomi un sorriso soddisfatto ed esce dalla stanza. Alicia è la mia migliore amica, ci siamo conosciute al mio arrivo nel collegio. E' di media statura, con i capelli ricci, rossi e gli occhi verdi.
Adora la moda e i suoi scaffali sono pieni di riviste di sfilate. Qualche volta scrive anche qualche libro che solo io leggo e le storie sono sempre romantiche e strappalacrime. Entro sotto la doccia e il getto dell'acqua calda mi fa passare il sonno che avevo. E' rilassante stare sotto a quel flusso d'acqua se non fosse per la mia amica che dall'altra stanza sbraita peggio dei professori. Esco e mi infilo l'accappatoio dirigendomi in camera, Alicia e sul letto con le braccia incrociate che mi aspetta.
-Dai non voglio fare tardi! Oggi è il primo giorno e devo assolutamente vedere come sono vestite tutte le ragazze della scuola!-
-Si si eccomi!-
-Mettiti la gonna viola e il top fucsia così siamo vestite allo stesso modo su!-
-Si capo, ai suoi ordini!-
Mi infilo la gonna con le calze nere e la maglietta, infine mi dirigo in bagno e mi asciugo i capelli col diffusore, mi metto degli orecchini a cerchio neri e una collana con un teschio.
-Ti ho portato gli stivali e ti ho messo nella borsa i quaderni e i libri-
-Grazie, sei un angelo-
-Lo so-
Le prendo gli stivali dalle mani e le do un bacio, me li infilo e finalmente usciamo dal dormitorio. All'entrata ci sono molti ragazzi che si dirigono in palestra. Mi sembra ancora ieri quando sono arrivata in questa scuola, quando ancora non sapevo niente dei poteri e quando l'ho scoperto è stato difficile nasconderlo per un anno a Teresa. Ma sono certa che capirà, perché io e lei, come dice nostra madre, siamo gemelle… 

Angolo della scrittrice
Sera a tutti, ho pensato di pubblicare questa storia, che ho finito già da un pò, per avere un parere sul modo in cui è scritta e sulla trama quindi accetto qualsiasi consiglio e critica, dico subito che è al tempo presente, tempo con cui io non vado molto d'accordo, ma l'ho fatto per cimentarmici e per migliorare. Spero comunque che possa piacervi, buonanotte a tutti ^^
  
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