Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: HelixDeath    08/02/2012    5 recensioni
Denise parte per andare a vivere in California. E' sola,senza nessuno e in questo caso si dimostrerà un pò approfittatrice con un ragazzo che invece viene incuriosito da lei,nel vederla spaesata e in difficoltà.Brian si trova di fronte un muro di diffidenza,ma nello stesso tempo Denise sa come lasciarsi andare mantenendo sempre le sue,sfidando il ragazzo ad abbattere questo muro tanto forte quanto debole.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Freddo.
Questa era la prima cosa che aveva pensato appena scese dal taxi.
Denise non credeva che potesse fare così tanto freddo in California.
Era appena arrivata dopo un lungo viaggio dall’Italia. Il tassista scaricò le sue valige avanti la sua nuova casa e le lasciò nel vialetto aspettando la sua ricompensa.

-Fanno 15 dollari-disse il tassista
-Ecco a lei..grazie mille-
-A lei.Buona permanenza in California!-

Un lieve sorriso si manifestò sulle labbra della ragazza,un leggero sorriso che incorniciava il suo viso pallido e le scocche rosse.
Vide il taxi allontanarsi per poi ritornare a lei.
Si trovava avanti due valige enormi e due più piccole da portare in casa.
Ma non aveva le chiavi e il proprietario era in ritardo.
Si sedette su una delle valige più grandi in attesa che le venissero recapitate le sue chiavi di casa.
La gonna nera che le copriva metà coscia,gli stivali neri di pelle e il giubbino anch’esso di pelle nera,le davano un’aria da dura che veniva però smentita dallo sguardo un po’ meno sicuro del suo vestiario.
Ogni tanto passava qualche macchina,e ogni tanto c’era anche qualcuno che passeggiava.
La sua attenzione si fermò su di un cagnolino bianco dall’altra parte della strada,che veniva portato a spasso dal padrone il quale forse,stava perdendo la pazienza poiché il cagnolino si fermava ad ogni palo o cespuglio.
La scena la fece sorridere,ma il suo sorriso fu interrotto dall’arrivo di Kevin,il proprietario di casa.

-Tu devi essere Denise,giusto?-
-Si,sono io,piacere-
-Scusa per il ritardo,ma sembra che le persone per uscire con la macchina aspettino il freddo-
-A quanto pare,anche dall’altra parte dell’oceano,le cose non sembrano cambiare molto-
-Anche da te succede?-
-Si..sopratutto se poi piove-
-Non ne parliamo!Beh allora,queste sono le chiavi,per qualunque problema,hai il mio numero. Ora devo scappare a lavoro.Buona permanenza!-
-Grazie mille-

POV Denise
Finalmente avevo le chiavi di casa,altri cinque minuti fuori e mi sarei congelata.
Ora il problema è portare queste valige dentro.
Le lascio lungo il vialetto e mi dirigo verso la porta per aprirla.
Apro e ad accogliermi c’è un salotto e più in là una cucina non esageratamente grande.
Tutto sommato mi sembra carina e accogliente. Accendo la luce,ma il primo pensiero è accendere il riscaldamento.
Con grande sorpresa noto che vi è un piccolo caminetto,ma senza legna mi sarà difficile accenderlo.
Una volta accese tutte le luci e anche il riscaldamento,mi soffermo un po’ nel mezzo del salone.
Ormai ci sono. Sono qui,lontana migliaia di chilometri da casa. Non riesco ancora a crederci.
Mi avvicino al camino e noto che vi è della legna al suo interno e anche nella cassetta al suo fianco.
Ottimo. Stasera almeno mi sentirò meno sola.
Mi dirigo verso la porta d’ingresso per portare dentro le valige e noto una figura con un cappello nero,un cappotto e degli occhiali scuri da sole all’inizio del vialetto.
Dopo un po’ al suo seguito vedo lo stesso cagnolino di prima. Sorrido.
Prendo le due valige più piccole e inizio a portarle dentro,mentre mi giro per andare a prendere le altre due valige,la figura maschile vestita di nero,mi porge una delle due valige.
Rimango un po’ perplessa nel riconoscere quel sorriso.

-Hey accidenti quanto pesano queste valige..donne..portate l’intero armadio quando partite-
-Beh..io..grazie,ma sai com’è,se decido di andare a vivere dall’altra parte del mondo,come minimo porto tutto l’armadio-
-A quanto pare allora,sei l’unica donna che fa eccezione-
-In che senso scusa?-
-Nel senso che tu hai portato con te l’intero armadio perché ti sei trasferita,non perché parti per una settimana-
-*ahahah* beh,può darsi..comunque grazie per avermi aiutato a portare dentro le valige-
-Di nulla..ti ho vista un po’ spaesata e in difficoltà e ho pensato che magari una mano non l’avresti rifiutata-
-In effetti,hai pensato bene-
-Piacere,mi chiamo Brian-
-Denise..posso offrirti qualcosa per sdebitarmi dell’aiuto?-
-Ti direi di si,se non fosse per il fatto che sei appena arrivata e forse,non hai nulla da offrirmi-
-Beh,questo è vero,ma ho visto che ci sono dei locali in fondo alla strada-
-Si ci sono,ma non posso entrare con un cane-
-Sarà per la prossima volta allora-
-Ok..grazie ancora-
-Alla prossima-

Chiusi la porta non prima di averlo guardato allontanarsi. Si era voltato per farmi un sorriso e un cenno con la mano e a quel punto,ho creduto davvero di morire.
Non pensavo che incontrare Brian Haner Jr., il chitarrista che ho sempre adorato,fosse poi così “facile”.
Non mi aspettavo la reazione che ho avuto ma una tipo “oddio mio non ci posso credere!” saltando e urlando come una cretina.
Ben venga il mio autocontrollo a questo punto.
Mi ritrovavo sorridente,avvolta da una stupidità quasi euforica,a testimonianza del fatto che io,di autocontrollo,non ne ho poi tanto.
Ho fatto un giro per le stanze della casa per vedere se il riscaldamento funzionava e intanto avevo collegato il telefono alla tv e messo la musica a palla.
Dopo aver scelto una tra le tre stanze da letto,vi ci portai le valige il che fu un’impresa a dir poco ardua dato dovevo salire al piano superiore.
Scesi nuovamente giù e uscì fuori nel giardino che circondava la casa. Notai che vi era una seconda entrata sul retro,dove si trovava anche un garage.
Sul lato della casa invece,con molta gioia,notai dei pezzi di legna per il fuoco,il che mi rallegrò.
Rientrai in casa e optai per andare a fare una doccia.
Preparai tutto per la doccia e mi diressi in bagno.
Dopo circa venti minuti sentì bussare alla porta. Non nego che sentì il cuore fermarsi di un battito per poi iniziare a battere più forte. Avevo un po’ paura,lo ammetto.
Presi l’asciugamano e velocemente me lo avvolsi attorno e nello stesso momento,mi maledicevo per non aver preso l’accappatoio.
Mi precipitai giù mentre le orme d’acqua tracciavano il percorso dal bagno alla porta.
Notai che non c’era uno spioncino.

-Chi è?-
-Ti ho dato abbastanza tempo per andare fare spesa e offrirmi qualcosa?-

Oh cazzo. Cosa diavolo..

-Hey ci sei?-
-Ehm..si..-
-Bene..posso entrare o hai intenzione di lasciarmi fuori?-
-Ecco vedi io..non sono uscita a fare la spesa-
-Ok,immaginavo dato la musica ad alto volume,ma posso ugualmente entrare?sai com’è..fa un po’ freddo qui fuori-

Ok ora ero fregata..o aprivo,o aprivo.

-Scusami,ma ero sotto la doccia,prego accomodati io torno subito-

Il suo sguardo imbambolato non faceva nient’altro che mettermi ancora di più in imbarazzo

-Beh..che c’è?Vuoi restare tutto il tempo sull’uscio?Io avrei leggermente più freddo di te,quindi che ne dici di entrare?-
-Eh?come?scusa..hai ragione-
-Accomodati pure,torno subito-

Feci una corsa con la speranza di non scivolare e dopo dieci minuti ero asciutta e vestita.
Tornando verso il salone,sentivo lo scoppiettare della legna e con mia grande sorpresa,notai che Brian aveva acceso il fuoco.

-Non sapevo sapessi accendere il fuoco-
-Spero non ti dispiaccia-
-No,affatto..l’avrei acceso io-
-Brava..ma dimmi,Denise,di dove sei?-
-Sono Italiana-
-Bella l’Italia,belli anche voi Italiani-

Mi sorrideva e mi guardava,per quanto io cercassi di reggere il suo sguardo,mi veniva alquanto difficile farlo a lungo.

-Beh,che dici se ora andiamo a bere qualcosa?Non mi sembra tu abbia il cane-
-No,l’ho portato a casa,credo che ora possiamo andare-

Si alzò e mi tese la mano.
Prima di prendergli la mano mi concessi il lusso di squadrarlo un po’.
Il jeans non troppo stretto negli anfibi neri,la solita maglia con scollo a V,un maglione nero di lana al di sopra e un cappotto né lungo né corto.
Alzò il sopracciglio e quando me ne accorsi sentì le guance diventare improvvisamente calde.
Allungai la mia mano verso la sua,la prese e con un po’ troppa forza mi fece alzare andando a sbattergli quasi in petto.

-Hey..-
-Scusa,non credevo fossi così delicata data la tua stretta di mano decisa-
-Vabbè,comunque..dove andiamo?-
-No,tu dove mi porti-
-Ma io non conosco niente di questo posto,potrei portarti al più banale starbuck’s che sta dietro l’angolo-
-Ben venga il banale starbuck’s che sta dietro l’angolo allora-
-Ma io vorrei una birra-
-Uhm..ragazza..mi farai impazzire. Andiamo,ti porto in un posto dove c’è della buona birra-

A quella frase lo guardai in modo strano.
C’era qualcosa che non mi quadrava. Il perché di questo suo avvicinamento ad esempio,era una di quelle cose che non capivo. Ma ben venga e non perché è Brian Haner alias Synyster Gates, ma perché non conoscendo nessuno una specie di punto di riferimento mi farà comunque comodo.
Uscita fuori,sul vialetto notai una macchina nera.

-E’ tua questa?-
-Si è mia..cos’è..non ti piace?-
-Non è per quello,ma..-
-Ma?-
-Ascolta..non mi conosci,mentre io per quanto ti possa sembrare strano qualcosa di te la so,così come so che c’è qualcosa che ti lega ad un’altra persona e quel qualcosa è forse il matrimonio,quindi,non capisco perché tutto questo-

Sul suo viso si formò una strana smorfia seguita da un sorriso.
Cazzo..questo ragazzo ha un sorriso per ogni cosa.

-Vedi Denise,non sempre c’è un perché..ci sono cose che si fanno perché ti va di farle,perché qualcosa ti spinge a farle. Non c’è nessun secondo fine,ti va e basta. Cos’è..sei diffidente?-
-Molto..-
-Andiamo bene..vorrà dire che combatterò per farti cambiare idea-
-Tutta questa sicurezza da dove esce Haner?-
-Hey..non ti ho mai detto il mio cognome-
-Ti ho detto che io qualcosa di te lo so..Elwin-
-Hey..stai giocando sporco..non ad armi pari-
-Non si può in questo frangente-
-Però stai salendo in macchina-
-Brian vedi..ci sono cose che si fanno perché le si vogliono fare,senza un perché o un secondo fine-
-Credevo ci sarebbe voluto più tempo-
-Ce ne vorrà molto più di quanto tu non creda..credimi-
-E allora perché quel discorso?-
-Perché qui sono sola..e sono sincera,ma un punto di riferimento come te non mi farebbe male-
-Approfittatrice-
-Forse..-sorrisi

Ricambiò il sorriso e mise in moto.




   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: HelixDeath