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Autore: _Her_    08/02/2012    11 recensioni
Ginny era calma nonostante fosse nella sala di attesa del San Mungo, l’ospedale dei maghi, che aspettava, con suo marito Harry e suo fratello Ron...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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È un maschio..



Ginny era calma nonostante fosse nella sala di attesa del San Mungo, l’ospedale dei maghi, che aspettava, con suo marito Harry e suo fratello Ron.
Ai suoi piedi i due figli maschi, James Sirius e Albus Severus, giocavano allegri e soprattutto ignari della situazione.
Si fermò a guardarli per pochi secondi, ricordò di quanto fosse bello essere bambini, e quanto amasse giocare con i suoi fratelli.
I suoi ricordi più felici erano proprio quei momenti passati alla Tana a correre, ridere e scherzare con loro.
Lei era l’unica femmina di sette fratelli, e spesso gli altri sei preferivano giocare tra di loro, lasciandola fuori.
Ma crescere con sei fratelli maschi l’aveva fortificata, e aveva imparato a farsi accettare e rispettare.
James e Albus avevano rispettivamente tre e due anni. Giocando emisero un gridolino che fece distogliere Ginny dai suoi meravigliosi ricordi.
Qualcosa che aveva tra le braccia si mosse. Immediatamente lo sguardo della ragazza passò dai figli seduti a terra a un fagottino che teneva in braccio, era Lily Luna la figlia nata da pochissimo tempo.
Aveva circa un mese di vita, ed era l’unica dei suoi bambini ad aver ereditano i tratti semantici propri dei Weasley.
Aveva i capelli chiarissimi, che da qui a poco tempo sarebbero diventati rossi, a differenza dei due fratellini che avevano capelli neri come il carbone, e una o due lentiggini erano spuntate proprio sulla punta del piccolo nasino.
Gli occhi erano come quelli di Ginny, marroni e grandi e sembrava che stessero controllando la situazione tanto erano attenti e vispi.
« Harry, puoi prendere Lily? » chiese sotto voce Ginny al marito.
Harry si mosse immediatamente verso di lei, prendendo in braccio la bimba avvolta nelle coperte.
« Ma quanto ci mettono, miseriaccia! » pensò Ron ad alta voce.
Ginny sorrise, quell’intercalare era proprio di Ron da sempre.
« Ron, sta tranquillo. Il tempo è quello che è, su non è la prima volta che aspetti qui, sai già come funziona…» Era Hermione che aspettavano nella sala d’attesa. O meglio, Hermione e un’altra persona. La ragazza, infatti, era in sala operatoria per partorire il suo secondo figlio, o figlia.
Ginny cercò di tranquillizzare il fratello che girava in tondo alla stanza. Gli si avvicinò cingendo le sue spalle con un braccio e lo fece sedere. Per un secondo assomigliò incredibilmente a sua madre Molly, anche lei faceva sempre così quando provava a calmare qualcuno.
« Papà… » la voce era di una bambina che si avvicinò a Ron. «…e mamma? ».
La bimba era Rose, la prima figlia di Ron, anche lei aveva due anni, come Albus. Rose era la classica Weasley, capelli rossi e un viso cosparso di lentiggini.
« Mamma arriva tra poco, Rose. Tranquilla, sta bene! » rispose immediatamente la ragazza. Sapeva che Ron non voleva parlare in quel momento, conosceva bene suo fratello.
« Voglio mamma… » ripeté la piccola, che non capiva cosa succedeva.
« Arriva subito, promesso, ora va’ a giocare con Al e James ».
Ginny era perfetta come mamma, sapeva come prendere i bambini.
« Grazie sorellina. » disse Ron in quel tono alto che usava sempre quando era agitato.
« Non devi ringraziarmi, e sta calmo Ron. Pochi minuti e tutto sarà finito. »
Ginny si guardò intorno era come se il tempo non scorresse, o che scorresse veramente lento.
Suo marito di fronte a lei giocherellava con la figlia, i tre bambini correvano per tutta la sala del San Mungo attirando l’attenzione di alcune persone che passavano, Ron aveva la testa tra le mani e gli occhi puntati sull’orologio, e la sua migliore amica stava due sale più giù che partoriva.
Erano momenti interminabili, come lo erano stati quelli di dieci anni prima, mentre combattevano contro il mago più oscuro di tutti i tempi.
Ginny cercò di cancellare immediatamente quel pensiero orribile che le aveva riempito la testa.
Pensò di nuovo ai momenti in cui giocava alla Tana, rincorrendo gli gnomi da giardino o le galline con Ron e i gemelli Fred e George. Ma niente, tutto tornò alla mente in un secondo, una scia verde e il corpo di Fred a terra, diafano e senza vita. Ron la fissò, probabilmente aveva notato un’espressione triste sul viso della sorella.
« Cos’hai? » chiese.
« Niente Ron… Solo pensieri. » non voleva agitarlo ancora di più raccontando cosa le era tornato in mente.
Ron non poté chiedere altro perché un medico si avvicinò.
« Ron Weasley? » disse ad alta voce.
« Sono io… »
« Potete entrare, ma solo due persone alla volta. »
« Vai con Ginny… Io controllo i bambini. » disse Harry.
Così i due fratelli si diressero verso la stanza, felici di rivedere finalmente Hermione. Ma un secondo prima di entrare Ron bloccò Ginny sulla porta.
« A cosa pensavi? » la guardò negli occhi, sapeva che in quel modo Ginny non avrebbe mentito.
« La battaglia e le sue conseguenze. » non parlò della scia verde che vide, non parlò del fratello, non disse nulla.
Ron annuì, come se già sapesse quello cui la sorella pensava. Entrarono insieme. Hermione era su un lettino ed era sfinita, ma li guardò comunque con un sorriso enorme. Ron si avvicinò a sua moglie, baciandola e chiedendole come stava. Anche Ginny si avvicinò alla sua migliore amica, le prese una mano e le diede un bacio.
« È un maschio, Ron. » annunciò Hermione.
Il viso teso di Ron si rilassò, i suoi occhi brillavano e la sua bocca si aprì in un sorriso smagliante.
« Dov’è? » chiese desideroso di vederlo.
In quel momento la porta della stanza si aprì, un’infermiera entrò portando il bambino in braccio, che lasciò nelle mani della mamma.
Ron scostò la coperta per vederlo, e per renderlo visibile anche alla sorella. Sussultarono entrambi alla vista di quel bellissimo faccino.
« Fred… » questa fu l’unica parola che uscì quasi in un sussurro dalla bocca di Ginny. Quel bambino era identico al loro fratello caduto nella battaglia. Le guance di Ginny si rigarono di lacrime, quella fu l’unica volta che Hermione la vide piangere. Non aveva mai pianto prima proprio perché Fred le aveva detto, all’età di quattro anni, che piangere era da femminucce, scombussolando così l’animo della bambina che da allora non versò più una lacrima. Hugo, Hugo Weasley… Così fu chiamato quel bambino, ma per Ginny rimase Fred, perché crescendo glielo ricordava sempre di più.



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