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Autore: hopeless romantic    08/02/2012    4 recensioni
Mi diedero ordine di pulire come una qualsiasi altra volta il lurido cesso della caserma situato nel corridoio opposto al mio dormitorio e lì trovai un corpo morto,un uomo vi si era suicidato in quel lurido cesso impiccandosi alla lampada al neon proprio sopra la mia testa,prima di porre fine alla propria vita doveva aver inciso probabilmente con un coltello quella scritta agghiacciante sul muro opposto alla porta d’entrata ma io allora mamma non vi feci alcun caso ma incosciamente lei si aggrappò saldamente ai miei ricordi.
«Andiamo tutti all'inferno» e adesso ho capito che non c'è cosa più vera mamma,tutti qua siamo dei fottuti peccatori.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«So bright the sun is ashamed to rise.»
 


Perfino quella che sembrava un’interminabile nottata era giunta al termine,aveva addirittura tentato inizialmente di riposare steso sul suo letto ma i singhiozzi strozzati del proprio fratello provenienti dalla camera accanto avevano fatto si che rimanesse sveglio a torturarsi nervosamente in quel groviglio ormai indistinto di candide lenzuola. 
Si crogiolò nell'incertezza per quelle che a lui parvero ore ma infine gettando nel cesso l’orgoglio si alzò e con passo leggero si diresse alla camera affiancata alla propria,senza neanche bussare entrò e timidamente si stese accanto a Michael stringendolo con forza al proprio petto quando si accorse che il ragazzo non sembrava infastidito dalla sua presenza.
Un gemito strozzato e ancora lacrime che finirono con l'imbrattare la sua vecchia maglia ma lui non pronunciò una solo parola durante quella notte fin troppo buia in cui persino il cielo aveva lasciato che le stelle si spegnessero donando una fortunata intimità a quei due giovani uomini troppo impauriti da poterlo nascondere,almeno quella notte.
Il mattino seguente,o a voler essere precisi alcune ore dopo,si alzarono abbracciandosi goffamente per un'ultima volta prima di dividersi per un bagno veloce e per completare gli ultimi preparativi,fecero in tempo perfino ad indossare l'uniforme che entrambi avevano ricevuto la settimana precedente da quello che sarebbe stato il loro ufficiale per i mesi a venire.
Suo fratello a differenza sua rimase lungamente dentro salutando per quella che sarebbe potuta essere l'ultima volta i loro genitori ma io preferì semplicemente rimanermene fuori lasciando che il vento pungente screpolasse le mie labbra,dannatamente certo di non essere in grado di sopportare in quel momento un ulteriore ferita che quell'addio avrebbe senz’altro aperto nel mio cuore. 
Sua madre e suo padre l'avrebbero capito ne era certo,ci avrebbero messo tempo ma un giorno o l'altro l’avrebbero fatto. 
Prima ancora che il sole sorgesse,dopo una buona mezz’ora di cammino,eravamo arrivati in prossimità della città nonostante il passo lento di Mikey che si muoveva al mio fianco sospirando nervosamente ed io quella volta,per la prima volta forse,non riuscì a trovare le parole giuste per parlargli e spezzare quel silenzio che sapevo non giovava agli animi di nessuno dei due.
«Gerard ti senti pronto a tutto questo?» ma a spezzare improvvisamente il silenzio fu il biondo stesso,che pronunciò quella domanda senza neanche alzare il proprio sguardo da terra.
«L'ho voluto io stesso tutto questo Mikey,sono pronto dal giorno in cui ho firmato per l’arruolamento. Tranquillo non sto per chiederti se tu-» 
«Se io mi sento pronto? Come si fa ad esserlo Gerard,come? Come posso essere pronto a rischiare la mia vita? Come posso essere pronto a porre fine ad altre vite? Padri,fratelli,figli perché Gerard quelli a cui spareremo saranno uomini fatti di carne,di ossa e di sentimenti proprio come noi!» urlò Mikey battendo irrequieto il piede a terra come a voler ancor meglio sottolineare le sue ultime parole.
Faceva un fottuto male sentirsi sputare dritto in faccia quelle verità terribili che lui nemmeno aveva messo in conto,situazioni su cui lui si era soffermato a riflettere nel modo più superficiale che avrebbe potuto.
Con quale faccia poteva vantarsi davvero di essere il più maturo tra i due ora?
Improvvisamente quella situazione,quello sguardo agghiacciante riflesso dalle lenti tonde degli occhiali in bilico su quel suo naso adunco sottolinearono che quel Mikey non era nient’altro che lo spettro di ciò che era. 
Lui invece non era che una squallida donniciola che stava gettando la sua umanità alle ortiche per cosa?
«Loro non si porrebbero di certo i tuoi stessi problemi Michael se fossero al tuo posto,premerebbero il grilletto contro il tuo cranio senza provare alcun tipo di pentimento»rispose secco cercando di nascondere agli occhi del minore i suoi nascenti dubbi. 
Lui doveva essere fiero di combattere d’ora in avanti al fianco di coraggiosi soldati e di difendere la sua nazione da nemici senza volto che ne minacciavano la stabilità,ne avrebbe uccisi quanti più fosse possibile e vendicando così i fratelli senza nome caduti nell'intento di portare nient'altro che pace. 
«Quale molo è il nostro?» domandò atono alcuni chilometri dopo di assordante silenzio Michael osservandolo ora con occhi terrorizzati e gonfi per il lungo pianto.
«Il numero 13,fratello» rispose alzando volutamente di un’ottava la voce dimostrando in un certo senso ai pochi uomini lì presenti di non essere uno che provava della paura,quegli stessi uomini sarebbero stati magari suoi compagni per i mesi a venire e mostrare debolezza sin dal primo approccio non era di certo il modo per difendersi da eventuali pregiudizi e lui questo lo sapeva fin troppo bene.
A mezza voce mormorò soltanto uno "Stammi vicino" che il fratello diede segno di comprendere al volo reggendosi infatti alla manica della sua giacca con morbosità,un tacito invito a tornare indietro era nascosto nei suoi gesti. 
Con lo sguardo intanto lui cercava tra quegli uomini il suo ma tutti sembravano troppo alti per essere davverp Frank ma nonostante ciò alla vista di ogni giovane ragazzo dai capelli scuri non poteva impedire al proprio cuore di aumentare di un battito la sua folle corsa. 
«Ci sono i tuoi amici di là» borbottò improvvisamente Mikey salutando con un freddo cenno della mano libera Raymond e Bob accompagnati dalle proprie famiglie vestite a festa. 
Li salutò a sua volta accompagnando un cenno del capo ad un sorriso cortese ma non accennò ad unirsi a loro con grande sollievo del fratello che a malapena sopportava quei giovani patriottici dalla testa calda che dimostravano sempre la loro evidente stupidità appena aprivano bocca per dar lei fiato. 
«Frank!» gridò pochi attimi dopo suo fratello sbracciandosi in direzione del ragazzo che a pochi metri da loro sembrava cercare disorientato volti conosciuti tra la folla sempre più nutrita di uomini e donne presenti in quell’ultimo spiazzo di terraferma. 
«Ciao Mikey,ciao Gee» salutò provando invano a trattenere una lacrima che dispettosa riuscì comunque a sfuggire al suo rigido controllo solcandogli il viso cereo simile a quello della donna che sostenendosi al suo braccio gli camminava al fianco. 
«Ciao Frankie e buongiorno signora Iero!» salutò pronunciando quello sciocco nomignolo inventato sul momento per provare ingenuamente a ricambiare la dolcezza di quello appena pronunciato dal ragazzo. 
Cavallerescamente tolse poi il basco dal proprio capo in un cenno di saluto alla signora Linda,madre di Frank e donna di buon cuore che sapeva avere un debole nei suoi confronti e in quelli del fratello. 
Mikey familiarmente la salutò abbracciandola tra la commozione reciproca,lui invece mentre se ne stava discretamente in disparte fu affiancato da Frank che timidamente strinse le braccia esili intorno ai suoi fianchi. 
«Torneremo a casa Frankie,torneremo a casa te lo prometto» sussurrò ossessivamente aumentando impercettibilmente la stretta intorno al corpo dell'uomo amato. 
Non sarebbe morto perché lui l'avrebbe difeso a costo della propria stessa inutile vita. 
Andava al fronte per proteggere Frank Iero o per proteggere i colori della bandiera americana?
Non era più tanto sicuro di quale fosse la risposta. 
«Stanno chiamando i soldati,addio ragazzi miei» li salutò Linda unendosi istintivamente a quell'abbraccio. 
«Iero Franklin!» richiamò poco dopo un uomo impettito a pochi metri da loro,il ragazzo ergendosi in tutto ciò che la sua bassa altezza permetteva si diresse verso la nave ostentando un orgoglio che sapeva non appartenergli. 
Altri nomi,una fugace stretta di mano con suo fratello,il cuore che impazzito minacciava di scoppiargli in petto,il respiro corto,sudore freddo ad imperlare la sua fronte.
 «Way Gerard!» gridò improvvisamente la voce dello stesso uomo che appariva ora annoiata invitandolo a salire per la scaletta da cui aveva visto sparire molti suoi futuri compagni e lo Frank. 
Poco dopo lo raggiunse Mikey e insieme si guardarono intorno cercando tra quella confusa accozzaglia di corpi quello esile del giovane che sembrava essere stato risucchiato da chissà quale oscura entità.
Salparono l’ancora e annunciarono la partenza,rivolse un solo ultimo sguardo commosso al sua città ritrovando curiosamente solo in quell’istante la figura quanto mai nitida di Frank poco lontano da lui dove probabilmente era sempre stata. 
Tanti mani salutavano i cari rimasti a terra e lo stesso faceva teneramente quella del giovane,sorrise mestamente rendendosi conto che perfino il sole si vergognava a sorgere di fronte a quella tacita commozione.









Beh si se vi aspettavate una fan fiction allegra ora avrete sicuramente capito che questa non lo è ma se siete arrivati fin qui significherà che comunque questa storia è riuscita a conquistarvi magari :3
Una recensione fa sempre piacere e non ha mai ucciso nessuno quindi datevi da fare,sapere le vostre opinioni è molto importante per me. Ora direi che posso anche finirla di ammorbarvi (?) e di ringraziare le persone che hanno inserito questa storia tra le preferite/seguite,grazie mille! 
Capitolo ispirato dall'ascolto di varie canzoni ma in particolar modo da 'The Sharpest Lives",canzone meravigliosa,da cui è stato poi presa la citazione del titolo.
Ci sentiamo la prossima settimana,
Chiara
  
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