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Autore: Diana924    08/02/2012    2 recensioni
Isabella sperava di vivere una favola d’amore, si è invece ritrovata a vivere una favola d’odio e vendetta
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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- Autore: Diana924
- Titolo: Moi, Queen Isabel de Valois
- Tipologia one-shot
- Genere: drammatico, malinconico
- Avvertimenti: slash
- Rating: giallo
- Note dell'autore: mi sono in parte ispirata a Caterina de’Medici e a come scoprì la verità su Diane de Poitiers e suo marito, tutti i personaggi, con l’eccezione di Blanche sono realmente esistiti. Ispirato al dramma di Marlowe e al film di Derek Jaarman.
- Introduzione alla storia: Isabella sperava di vivere una favola d’amore, si è invece ritrovata a vivere una favola d’odio e vendetta

 

+++

Quando si era sposata Isabella aveva pensato di vivere in una favola come quelle che si trovavano nei romanzi.

Il romanzo c’era, ma non era per lei, lei era l’altra, l’estranea. Non è lei la bella principessa da amare e venerare, non per suo marito almeno.

All’inizio aveva pensato che fosse perché erano entrambi molto giovani ed inesperti e che con l’età avrebbero appreso l’amore. I loro abbracci erano frettolosi, brutali e rapidi. Si era convinta che fosse così per tutte, ma poi parlando con le sue damigelle aveva compreso che era diverso. Baci, abbracci lenti ed infine un’estasi senza fine. Le damigelle inglesi al guardavano sorniona e ridacchiavano tra loro ma ogni volta che cercava di far confessare a quelle sfacciate perché ridessero loro si limitavano a fare una riverenza, per poi riprendere a ridacchiare quando si allontanava.  Isabella ne aveva parlato anche con il suocero, re Edoardo I, prima che questi morisse ma le aveva consigliato solo di pazientare, prima di far vagare lo sguardo fuori dalla finestra.

Così ne aveva parlato con la sua cameriera Blanche e insieme avevano organizzato un piano per sorprendere Edoardo e la sua amante.

Avevano scelto quella sera con cura e si era ritirata con la scusa che la nascita del principe di Galles l’aveva stancata forse un po’ troppo. Edoardo non si era curato di lei, non lo faceva mai, e le aveva accordato il permesso di ritirarsi.

Veloce aveva raggiunto le sue stanze solo con due damigelle che l’avevano svestita e messa a letto. Non appena se n’erano andate si era immediatamente alzata e aveva chiamato Blanche che dormiva nella stanza accanto. La fedele cameriera l’aveva raggiunta, le aveva fatto indossare degli abiti più semplici di quelli che era abituata a portare e si erano allontanate dirette verso le stanze private del re. Era stato facilissimo arrivarvi passando per gli alloggi della servitù, poi erano andate in una stanza piccolissima ma che aveva un vantaggio, ossia un buco in una parete.

Prima aveva guardato Blanche, che dopo cinque secondi si era ritratta e aveva guardato la sua padrona. C’era nel suo sguardo una sorta di dolore, compatimento e anche di vergogna.

<< Fammi guardare >> le aveva ordinato Isabella, e aveva preso il suo posto.

Era rimasta raggelata, non era possibile quel che vedeva, era un incubo, il peggiore degli incubi da cui doveva immediatamente svegliarsi.

Suo marito non era solo, ma non era questo a preoccuparla. C’era un uomo con lui. Un uomo!

Suo marito, con un uomo. Era un sodomita, uno svergognato, un essere contro natura. In quel momento aveva cominciato ad odiarlo e a detestarlo. Poi aveva sentito quelle parole, le più orrende che avesse mai sentito.

<< Ti amo, Piers, io ti amo >>.

Piers, e lei aveva compreso. Piers Gavenston. Suo suocero prima di morire l’aveva ammonita di guardarsi da quel guascone e ora sapeva per certo il motivo.

Era stato duro ed umiliante osservarli insieme ma ne era uscita rafforzata. Non poteva competere con Gavenston, questo era evidente, non solo perché lei era una donna ma anche perché aveva compreso che loro due si amavano. Non poteva competere con gioielli, vestiti o con la sua grazia e bellezza quando Edoardo nemmeno li notava.

Colmava di onori Piers Gavenston, regali, titoli, l’ha persino nominato duca di Cornovaglia, un titolo regale ma a lui non importava, per suo marito contava solo Piers.

Gli altri nobili lo odiavano perché era francese e perché era un semplice parvenu, lei lo odiava perché suo marito lo amava.

 

Dopo la nascita del principe di Galles, Edoardo come suo padre, qual beffa! Isabella decide che è ora di agire.

E’ con il suo amante Mortimer, era l’unico modo per non pensarci troppo, per non avere sempre quel pensiero fisso in testa, quando i lords le portano la testa di Piers, che hanno decapitato. Isabella sente la felicità e l’euforia, lei ha vinto su di lui, ha trionfato sull’arrogante Gavenston, su colui che ha irretito suo marito e l’ha spodestata rendendola regina solo di nome ma sa che suo marito non la perdonerà mai.

Che lei ha ucciso l’uomo che ama, che dietro i nobili c’era lei, c’erano anche Mortimer e suo cognato Kent ma loro non contano per Edoardo e che non gli darà pace.

L’odio per Gaventson è forte, così forte che Isabella lo sente ancora, anche quando diciotto anni dopo suo figlio fa uccidere Mortimer, quell’odio non l’abbandonerà mai, né lei vuole privarsene perché è l’ultima cosa che le è rimasta, l’odio verso l’uomo che le ha portato via suo marito.

Non è una favola da romanzo, non ne è lei la protagonista, non è la principessa da amare senza alcun pericolo. Lei è la strega cattiva e se questo è il prezzo per aver perduto suo marito e poi essersi vendicata allora lo accetta

   
 
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