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Autore: Fenrir_23    08/02/2012    7 recensioni
I morti non possono aver pace se hanno dei rimpianti.
E Itachi non voleva, aver pace.
"Spesso, ti eri domandato se, dopo la morte, le anime di coloro che non potevano avere pace restassero nel mondo dei vivi per osservarli e tentare di rimediare a quello che non avevano fatto in vita, e ti senti invadere da un sentimento strano, di amarezza, al pensiero che, proprio tu, ora sei diventato così."
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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 Volevo solo rappresentare come, Itachi, anche dopo la morte, avrebbe il desiderio di continuare a proteggere Sasuke, senza riuscire a darsi pace.
Sinceramente la considero un po’ un esperimento, è molto diversa come stile da quello che scrivo di solito, quindi ammetto che non mi dispiacerebbe sapere cosa ne pensate.
Si consiglia il supporto di un barattolo di Nutella o di una barretta di cioccolato, è veramente tristissima, e anche molto breve.


















Dopo la morte, in qualche modo, ti eri illuso di trovare la pace.
 Ma non ci sei riuscito.
Avevi quasi sperato di poterti finalmente riposare, ma sapevi che non avresti mai potuto pensare a te stesso; per il semplice fatto che, oltre ai sensi di colpa che ti sei sempre trascinato dietro come un pesante fardello, c’è sempre stato qualcosa, o meglio, qualcuno che si ora si trova ancora nei vivi, che non avresti mai potuto ignorare. Tuo fratello, Sasuke.
Non puoi, e non vuoi, sentirti in pace, sapendo che è ancora in pericolo. hai affidato fin troppe cose alla sorte, e senti di non averlo protetto nel modo più adeguato. Questo è il tuo più grande tormento e il tuo più grande rimpianto. Sasuke non è felice, non lo è mai stato … Sasuke è ancora in pericolo. Sei morto per lui senza fare abbastanza.
Per questo la tua anima continua a vagare, invisibile, nel mondo dei vivi. Li puoi vedere, sentire, ma loro non possono.
Sono trascorsi minuti, giorni o forse mesi dalla tua morte, ma sai solo che, ora che ti sei svegliato in questa forma incorporea, non appartenendo ancora all’aldilà ma nemmeno al mondo dei vivi, nel luogo in cui sei morto, non vedi più Sasuke. E nemmeno il tuo corpo è ancora li.
Allora inizi a vagare come un fantasma tormentato, cercando la persona che hai sempre voluto proteggere. Segui solo quello che ti dice la tua anima per trovarlo.
E  poi con orrore scopri che Madara è già venuto a contatto con tuo fratello, Perché lui si trova nel suo rifugio. Non l’hai ancora visto, ma lo sai. Lo senti, e poi lo vedi, quel maledetto, mentre confabula con Zetsu, e scopri che ha già detto tutto su di te, a Sasuke. Tutto sul Clan, su quello che non volevi fargli sapere.
Ti invade una rabbia tremenda, mista a frustrazione, ed è orribile non poter far nulla per ucciderlo proprio li, in quell’istante.  Poi gli senti dire:”Sasuke si sta riposando nella prima stanza del corridoio a destra, Zetsu. Vai a controllarlo, ogni tanto.”
L’idea di vedere tuo fratello in qualche modo ti spaventa, ma ancor prima di prenderne consapevolezza stai già andando da lui.
Entri nella stanza di Sasuke semplicemente pensando di farlo, come ti consente la forma incorporea in cui ti trovi.
Spesso, ti eri domandato se, dopo la morte, le anime di coloro che non potevano avere pace restassero nel mondo dei vivi per osservarli e tentare di rimediare a quello che non avevano fatto in vita, e ti senti invadere da un sentimento strano, di amarezza, al pensiero che, proprio tu, ora sei diventato così.
Quando vedi la figura di Sasuke, sdraiato sul letto, in apparenza addormentato, vieni invaso da un misto di sensazioni indescrivibili: tristezza,dolcezza, amore, amarezza, rimpianto. Dolore. Sei sicuro che, avendo ancora un corpo, non riusciresti a resistere al desiderio di abbracciarlo.
Ti domandi come deve sentirsi lui, ora che sa la verità. Chissà cosa pensa. Ti odia ancora?
Sai che, se non avresti avuto la certezza di non poter essere né visto, né sentito, forse non saresti riuscito a trovare il coraggio per farti vedere da Sasuke, dopo aver miseramente fallito nel proteggerlo.
Tuo fratello è sdraiato sul letto, con la testa sprofondata nel cuscino. Ti avvicini maggiormente, inorridendo quando capisci che lui sta trattenendo i singhiozzi a stento, ed è tremendo non poter far nulla per consolarlo in quel momento. Ti riempie il cuore di tristezza sentire il pianto di Sasuke, attutito solo dal cuscino che lui stringe con forza.
Vorresti confortarlo e rassicurarlo, ma non puoi. È il peggiore dei tormenti: forse la punizione per quello che hai fatto in vita.
Pensi di sdraiarti vicino a Sasuke, e lo fai. Speri, col tuo affetto, di oltrepassare in qualche modo la barriera fra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Ma tuo fratello continua a piangere, le spalle scosse dai singhiozzi.
Pensi di accarezzargli la guancia, avvertendo il calore della sua pelle, ma Sasuke non da segno di percepirlo, e allora lo stringi più forte che puoi a te: o meglio, percepisci di stringerlo. Quella forma dell’anima è strana; sei sicuro di stare abbracciando Sasuke, ma nello stesso tempo sai di non poterlo fare perché non hai un corpo. Lo stai abbracciando con il pensiero.
“Non piangere, otouto, non piangere …” Gli sussurri quelle parole, con lo stesso tono di voce che usavi quando eravate bambini, sperando che possano arrivare a tuo fratello, ma lui non le sente.
Non ricordi di averlo visto piangere in quel modo così disperato, neppure quando era veramente piccolo.
È solo, per quello piange.
Gli senti dire qualcosa.
“Niisan …”Continua a sussurrare fra sé e sé. “Perché mi hai abbandonato?”
Quelle parole sono molto peggio di morire una seconda volta. Sasuke sta piangendo in quel modo per colpa tua, ed è una cosa che non ti puoi perdonare.
“Niisan.” Stringe di più il cuscino.”Dove sei? “
Lui sussurra quelle parole, i suoi pensieri, ad alta voce, senza nemmeno rendersene conto. “Mi manchi tanto …” Poi un sospiro tremolante. “Perché non mi hai detto la verità?”Un altro singhiozzo.”Tornate da me, tutti quanti … io … mi sento così solo …”
La tristezza che percepisci ti spinge, anche se sai che non si può, a cercare in tutti i modi un contatto con tuo fratello.
“Sono qui, Sasuke … sono qui.”
Ti ricordi di come alcune persone, dopo la morte di qualcuno a loro particolarmente caro, dicevano:”Mi sembra quasi di sentirlo vicino a me, a volte.”
Forse, se anche tuo fratello lo vuole, potreste comunicare in qualche modo. Ma lui desidera veramente rivederti? Non lo sai.
 Non puoi sapere che, il desiderio più grande di Sasuke in quel momento, è quello di riabbracciarti.
Continui a chiamarlo anche se non hai più una voce, ma lui non ti sente.
Intanto Sasuke chiude gli occhi, e pensa, sperando di trovare un po’ di conforto nei ricordi. Si concentra con tutto sé stesso per cercare di ricordare com’era stare vicino a suo fratello, e gli pare quasi di percepire il suo corpo che lo sta abbracciando. Che sciocco.
Però quella presenza che sente vicino a sé è tremendamente confortante. Ma di sicuro è una sua impressione.
“Otouto …”
 Si spaventa quando gli sembra di sentirlo, tirandosi a sedere di colpo e guardandosi in giro, agitato. Ora ha pure le allucinazioni. Poi gli pare di percepire una mano calda che gli accarezza la testa, ma è solo per un attimo.
 “Sasuke.” La sua voce. La voce di Itachi.
 “Niisan?”
 Pensa che forse è veramente solo la sua immaginazione, però non vuole farsi quel tipo di problemi, non vuole proprio pensare a nulla, dato che solo in quel momento gli pare di riuscire a sentirsi un po’ meno solo. Che sia una sensazione o meno, gli piace pensare di avere Itachi, li vicino. È sicuramente accanto a lui.
Sente un lieve sussurro. Forse è solo il brontolio del temporale, che fuori, si avvicina minaccioso. Forse è solo frutto della sua immaginazione, eppure gli era sembrato che dicesse:”Sono qui.”
Resta ad ascoltare in silenzio i suoni della sua stanza, sentendo solamente il rumore provocato da un tuono in lontananza. Si stringe nelle spalle, asciugandosi un’ultima lacrima. Ha smesso di piangere.
Fra poco avrebbe avuto una riunione con Madara, non vuole farsi vedere così.
Va davanti allo specchio, fissando l’immagine riflessa di sé stesso. Ha gli occhi arrossati dal pianto e i capelli spettinati. Lo sguardo vuoto.
Gli sembra di vedere la figura del fratello, la sua immagine, e gli viene quasi da ridere al pensiero di come il dolore lo stia facendo impazzire.
Vorrei tanto vederti sul serio, niisan.”
“Ma io sono qua.”
Si spaventa, nel sentirlo.
Il cuore comincia a battergli all’impazzata. “Itachi …”
Apre e richiude gli occhi diverse volte, continuando a fissare lo specchio.
 Ti vede, dietro di lui, mentre gli tieni una mano appoggiata sulla spalla. E infatti gli sembra di percepire una lieve pressione proprio in quel punto.
Gli sorridi, la tua immagine riflessa nello specchio. Tu sei li, e lo saresti sempre stato per proteggerlo.
“Sono qua con te … otouto.”
Sasuke appoggia la mano sullo specchio, come a voler in qualche modo raggiungerti.
Poi il suo sguardo si fa tremendamente triste. Probabilmente crede che quello sia veramente solo frutto della sua immaginazione.
“Niisan. Ti vendicherò.”
 
 
 
 
 
Qualcosa chiama la tua anima. È come se ti stessero risucchiando. Senza volerlo ti allontani da Sasuke, e quando ti risvegli, scopri di essere in un corpo. Che è identico al tuo. Però … ha qualcosa di strano. Inizi a muoverti, come se qualcuno ti controllasse.
Poi pensi subito a Sasuke. Devi fare qualcosa per liberarti e raggiungerlo. Ha bisogno di te, devi proteggerlo. Non lo lascerai da solo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
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