Ricordi
Il bianco della neve copriva tutto il paesaggio. Camminavo su quello che di solito era un percorso del parco, ma ora coperto dal ghiaccio quasi non si vedeva.
Mi fermai a guardarmi intorno, erano gli inizi del Febbraio del ’89. Mi venne in mente l’estate di cinque anni prima, quando insieme agli amici passai lì il periodo delle vacanze estive di giugno. Un senso di nostalgia si fece strada dentro di me, cinque anni erano passati, forse pochi per qualcuno, ma in quel momento mi sembrarono un eternità. Forse perché in quei cinque anni la mia vita era cambiata veramente molto; quell’estate avevo finito la terza media e a febbraio ’89 ero in prossimità del diploma.
Pensai a come fossi cambiato da quando avevo quattordici anni e mi accorsi di come il tempo ha un senso diverso ad ogni età, e mi sentì vecchio. Effettivamente ero in preda ad un assurda nostalgia, come potevo sentirmi anziano a diciannove anni? Chissà se facessi lo stesso ragionamento adesso.
Ricordo che sentivo il peso dei ricordi, ripensavo a dei momenti di spensieratezza della vita che non tornano, faticavo al pensiero di dover chiudere nel cassetto quel tempo.
Ripresi a camminare, e più di una volta rischia di scivolare e finire con il sedere per terra; mi fermai di nuovo ad osservare la fioca luce del sole che dietro le nuvole dava un effetto incantevole, la vista mi cadde poi sulla distesa di neve che copriva il prato, ora si faceva avanti in me un emozione di felicità, la malinconia di ciò che passato si fece da parte, pensai al futuro che avevo davanti, pensai di voler cambiare il mondo, e mi misi a correre, veloce, nella neve, la vita va avanti ed è un emozione sempre nuova.
Nei momenti di nostalgia quello che faccio sempre è una corsa, ed ora che la mia vita è andata avanti ulteriormente, per non restare ancorato al passato in modo morboso, esco a fare una corsa, perché davanti ne ho ancora molto.