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Autore: Lureichan    17/09/2006    11 recensioni
Salve a tutti! Questa è la prima ff che scrivo su Sakura e spero venga un qualcosa di accettabile…comunque la storia è ambientata dopo la fine della serie animata (anche se preferisco il fumetto). Il nostro caro Li è partito per Hong Kong e Sakura si sente persa e non è più se stessa. I suoi famigliari, Kero-chan e Tomoyo sono preoccupati e intuiscono il perché del suo stato d’animo e cercano una soluzione per aiutarla.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è la prima ff che scrivo su Sakura e spero venga un qualcosa di accettabile…comunque la storia è ambientata dopo la fine della serie animata (anche se preferisco il fumetto). Il nostro caro Li è partito per Hong Kong e Sakura si sente persa e non è più se stessa. I suoi famigliari, Kero-chan e Tomoyo sono preoccupati e intuiscono il perché del suo stato d’animo e cercano una soluzione per aiutarla.

 

È forse un addio?

 

-non è che mi regaleresti l’orsacchiotto che hai fatto tu?- mi sorrise. Quando mi diede il suo orsacchiotto le nostre mani si toccarono. Erano calde lo sentii bene, quel calore l’avrei sempre ricordato nel mio cuore. In quei pochi istanti che i nostri sguardi si incontrarono, vedemmo il nostro passato insieme. Le paure, le vittorie, i momenti di gioia e di disperazione. Mi sei sempre stato vicino mi hai aiutata in tutto con le carte di Clow e anche quando Yuki mi ha rifiutata.

Poi te ne andasti e sei partito lasciandomi sola…con te ti sei portato il mio cuore e la mia felicità.

 

Sakura aprì gli occhi, ripensava ancora a quel giorno. Ormai erano passati 5 anni da quando il suo Li era partito. Molte volte si spedivano lettere, ma comunque il peso della lontananza si faceva sentire. Sakura ormai era cresciuta aveva 16 anni, si era sviluppata ed era diventata una ragazza che non passava inosservata. Se avesse riacquistato il suo sorriso di un tempo, probabilmente sarebbe stata ancora più bella.

 

Erano le 5,30. Si era svegliata presto. Decise di alzarsi e preparare la colazione anche se non era il suo turno. Prima che uscisse dalla sua stanza Kero-chan uscì dal suo cassetto –Sakura è presto. Dovresti dormire di più ieri non hai chiuso occhio- il piccolo peluche era seriamente preoccupato –grazie Kero-chan. Non ti preoccupare sto bene- detto ciò la ragazza uscì dalla stanzetta.

Kero-chan svolazzò vicino ad un orsacchiotto di pezza scuro. Lo osservò. Era tenuto bene e anche se erano passati 5 anni, sembrava nuovo. Molte volte aveva visto la sua padrona piangere disperatamente stringendo a se quel peluche. Quando vedeva Sakura in quello stato si sentiva quasi morire e in lui cresceva il desiderio di aiutarla in qualche modo e lui sapeva bene cosa o meglio chi avrebbe potuto aiutarla.

 

In cucina Sakura aveva preparato delle uova a tegamino per il padre Fujitaka e il fratello Touya. Lei non aveva toccato cibo e iniziò a prepararsi per andare a scuola. Frequentava il primo anno di liceo. Purtroppo lei e le sue amiche delle elementari erano state divise, compresa Tomoyo. Sakura si era ritrovata da sola nella sezione C, Tomoyo, Naoko e Rika nella A e Yamazaki e Chiaru nella B. comunque nei cambi dei professori e nell’intervallo si incontravano e parlavano de più svariati argomenti. Sakura non si trovava bene nella sua classe. Poiché era considerata una delle ragazze più carine delle scuola, molte la guardavano con invidia e non legavano amicizia con lei. Per poi non parlare dei ragazzi, non facevano altro che tormentarla e molte volte li respingeva in malo modo.

 

Sulla strada per la scuola incontrò Tomoyo. –ciao Sakura! Come va oggi?- -non ho dormito bene- si rattristò ulteriormente e abbassò il capo. Tomoyo capì al volo e le prese la mano –forza andiamo. Gli altri ci aspettano- il suo sorriso era rassicurante. Sakura rispose con un lieve sorriso –sì andiamo-.

 

Arrivati a scuola si salutarono con i loro amici. Mentre si dicevano cosa avrebbero fatto quella mattinata Yamazaki spuntò dal nulla alzando il dito pronto a raccontare una delle sue –sapete che nel punto dove vi siete fermate a parlare, è stato sepolto vivo un generale dell’esercito che disertò durante la seconda guerra mondiale?- le ragazze lo guardarono interessate…tranne Chiaru. –si dice anche che uno dei nostri bidelli abbia visto il suo fantasma aggirarsi per la scuola e…- fu portato via da Chiaru dicendo alle altre che lo avrebbe portato in classe.

Le ragazze iniziarono a ridere, tranne Sakura che era rimasta impassibile. Se fosse stato 5 anni prima ora starebbe tremando come una foglia. Probabilmente Yamazaki aveva raccontato la storia del fantasma solo nella speranza di una reazione dell’amica…ma non ci era riuscito. Tomoyo avendo notato l’indifferenza di Sakura smise di ridere seguita dalle amiche. Si salutarono e andarono nelle proprie classi. Sakura entrò nella sua. Le ragazze della sua classe continuarono a parlare come se nessuno fosse entrato, invece i ragazzi avevano fischiato.

Sakura si sedette al suo banco vicino alla finestra. Iniziò a guardare il cielo. Neanche una nuvola. Si perse in quel celeste puro e nitido. La sua mente viaggiava oltre quel cielo e raggiungeva la persona che avrebbe voluto al suo fianco. L’immagine di lui le era rimasta impressa nella sua mente, un ragazzino castano con occhi del medesimo colore. Un po’ chiuso e timido come non mai ma in compenso coraggioso e leale. Si domandava come fosse diventato. In quei 5 anni lei era cambiata parecchio, il suo essere donna stava man mano prendendo il sopravvento sulla ragazzina che era un tempo. E lui? Lo immaginava alto, atletico e bello come non mai. Gli mancava troppo. Sapeva bene che se avesse voluto rivederlo avrebbe potuto utilizzare la carta dell’illusione o del passato, ma ciò significava soffrire ancor di più.

 

-signorina Kinomoto vorrebbe togliermi la curiosità di sapere cosa sta osservando?- a quella domanda Sakura si voltò e si accorse che il professore era in classe. Alcune ragazze ridevano per schernirla. Una gli fece anche una battuta –forse ha visto un asino volare- e altre risatine. –mi scusi professore, non succederà più-. Le sue giornate erano così. Schernita e derisa in classe e il grande desiderio di lui. I suoi cari amici le erano vicini ma lei aveva bisogno di lui.

 

Dopo la scuola Sakura tornò a casa. Depressa come sempre. Il padre e Touya erano ancora all’università. Controllò la cassetta della posta. Niente. Era da una settimana che non riceveva una risposta da Li. Si gettò sul letto e si mise un braccio sugli occhi. Kero-chan le svolazzava attorno e la osservava con tristezza –Sakura dovresti mangiare qualcosa e dormire di più. Ti ammalerai così.- era preoccupato. –sto bene Kero-chan. Non preoccuparti.-

Non preoccuparti. Quelle due parole erano ormai la fine di ogni dialogo che aveva con Sakura. –Io mi preoccupo eccome! Tutti ci preoccupiamo! Ti stai lasciando morire capisci?!- Kero-chan strinse una sua manina e abbassò lo sguardo –anche lui si preoccuperebbe-. Sakura non reagì. Era rimasta immobile. Calò il silenzio e Kero-chan inizi a pentirsi di quello che aveva detto –scusa io…- -non scusarti, probabilmente hai ragione, ma lui non è qui. Capisci!- iniziò a piangere. Si avvicinò all’orsacchiotto e lo prese tra le sue braccia stringendoselo al petto –Li- continuava a singhiozzare e tra di essi ripeteva in continuazione il suo nome. Le sue gambe cedettero e si mise in ginocchia per terra. Piangeva e gridava sempre più forte il nome di lui. Kero-chan chiuse gli occhi e si trasformò in Cerberos, si avvicinò a lei , chinò il capo e con una sua ala la coprì.

 

Sakura si addormentò, quel pianto l’aveva stremata. Una volta assicuratosi di averla coperta bene riprese le sue sembianze da peluche e chiamò a Tomoyo –ciao Kero-chan! Come sta Sakura?- era preoccupata. Kero-chan raccontò con tristezza l’accaduto –cosa possiamo fare Kero-chan! Io non ce la faccio più a vederla così depressa! Si sta spegnendo!- Tomoyo stava per iniziare a piangere –dobbiamo starle vicino, e poi dobbiamo mostrarci a lei sempre allegri a lei. Non possiamo permetterle di farla rattristare ancora di più- -ma Kero-chan non servirà a niente. Lei ha bisogno di lui!- -lo so. Lo so Tomoyo- rispose rassegnato il piccolo guardiano, mentre Tomoyo piangeva.

 

Intanto nella cucina dei Kinomoto, Touya, Fujitaka e Yuki parlavano di Sakura. –ha pianto anche ieri sera?- chiese Yuki. –sì. Ormai ogni giorno piange disperatamente, io accorro a consolarla ma non serve- rispose sconsolato Touya. –dobbiamo fare qualcosa, se continua così si ammalerà!- Fujitaka era disperato. Calò il silenzio. Erano tutti e tre persi nelle loro preoccupazioni. Poi Fujitaka sospirò attirando l’attenzione dei due ragazzi –facciamo le valige, si parte per Hong Kong.

 

Il mattino dopo Sakura si svegliò presto come sempre. Cosa impossibile per la vecchia se stessa. Si guardò allo specchio. Era pallida. Non mangiava quasi più e stava drasticamente dimagrendo. Dormiva poco e gli occhi erano quasi sempre rossi per il pianto. Probabilmente non gli sarebbe più piaciuta a lui. Chissà magari sperava di rendersi uno straccio per non piacere più a lui e quindi dopo essersi sentita rifiutata avrebbe potuto iniziare ad odiarlo. Che stupida idea. Kero-chan la osservava preoccupato e lei gli ricambiò un tenero sorriso. In quegli attimi Kero-chan sperava fosse tornata quella di una volta. Ma non era affatto come sperava.

 

Sakura scese in cucina e vi trovò delle valige. Si girò interrogativa verso il padre che preparava del pranzo da portare –buongiorno Sakura. Scusa se non ti ho informato prima, sappi che io, tu, Touya e Yuki facciamo un viaggio a Hong Kong. Ho già prenotato le stanze in hotel. Una singola per te, una per me, e una doppia per Yuki e tuo fratello-.

Sakura sentì un tuffo al cuore. Hong Kong dove viveva lui –non voglio venirci- non voleva mostrarsi a lui in quello stato. –ma cosa dici mostriciattolo. Ormai ci andiamo e basta!- intervenne Touya –io non voglio venire!- aveva paura che non gli piacesse più, Fujitaka intuì la preoccupazione della figlia –Hong Kong è molto grande-. Già Hong Kong era davvero molto grande. Probabilmente non lo avrebbe incontrato –e va bene verrò con voi. Quanto tempo staremo? E come faccio per la scuola?- chiese Sakura –staremo solo per 3 giorni. Comunicherò io alla scuola della tua assenza- e riprese a preparare –papà posso chiederti perché lo fai?- -perché ti voglio bene. E ora vai a preparare i tuoi bagagli abbiamo l’aereo alle 10,30.-.

Sakura guardò il padre. Non aveva capito bene la risposta ed era rimasta lì impalata ad osservarlo –mostriciattolo non vorrai mica perdere l’aereo- Sakura alle parole del fratello si risvegliò e salì le scale per andare nella sua stanza.

 

Preparò le valige e spiegò a Kero-chan il perché. il guardiano naturalmente sarebbe andata con lei. Prima di chiudere la valigia Sakura si avvicinò al suo orsacchiotto preferito. Lo osservò per almeno 10 minuti –Sakura forse è meglio avvisare Tomoyo…- Kero-chan notò lo sguardo triste di Sakura. Poi lei prese il peluche e lo mise in valigia.

 

Sakura, Fujitaka, Touya e Yuki arrivarono all’aeroporto. Lì incontrarono Tomoyo che appena aveva saputo della partenza vi si era precipitata.

Le due ragazze si salutarono. Tomoyo prima di lasciar andare l’amica le strinse le mani tra le sue –vai riprendi te stessa e ritorna da tutti noi- disse con uno sguardo felice. Sakura rispose con il suo solito sorriso lieve.

 

L’aereo partì. Sakura era seduta al posto vicino al finestrino. Poi aveva il padre seduto affianco. Come sempre si perse a guardare il celeste del cielo. Iniziò a pensare, cosa aveva provato lui quando partì lontano da lei con un aero…anche lui aveva sofferto, e forse chissà anche lui aveva sofferto in qui 5 anni. A quel pensiero gli si strinse il cuore. Non voleva che lui soffrisse per colpa sua.

 

Dopo poche ore arrivarono ad Hong Kong. Arrivati all’hotel Sakura entrò nella sua stanza e fece uscire Kero-chan dalla valigia. Poi uscì il peluche da una valigia più piccola. Lo osservò a lungo. Poi da dietro alla porta Touya iniziò a chiamarla per andare a pranzare.

 

Dopo aver pranzato al ristorante dell’hotel, Sakura, Touya, Yuki e Fujitaka iniziarono a visitare Hong Kong. Sakura si guardava sempre intorno combattuta tra il desiderio di incontrarlo e il contrario. I tre che erano con lei notarono la sua agitazione. Cercarono di farla calmare portandola in un negozio poco affollato in  modo che possa rilassarsi un po’. Era una libreria. Iniziò a far scorrere gli occhi sui libri, anche se non riusciva a leggere il cinese. Mentre era presa a guardare i libri non si era resa conto che aveva perso di vista suo padre e gli altri. Non si preoccupò più di e continuò a guardare i libri mentre camminava, quando poi si scontro con una ragazza –scusa…Sakura che ci fai qui?!- era Meilin. Sakura appena la vide rimase con occhi spalancati e fu presa dal timore che lui fossi nelle vicinanze –Sakura? Ma stai bene? È da molto che non ci vediamo! Non hai niente da raccontarmi?- Meilin la osservò meglio –non hai una bella cera. È successo qualcosa?- chiese preoccupata. Sakura si alzò e corse via. Correva e piangeva. Prendeva svincoli, correva e non guardava dove andasse. Stava fuggendo dalla sua felicità. Si fermò si piegò su se stessa e iniziò a singhiozzare.

 

Fujitaka, Touya e Yuki avevano appena incontrato Meilin preoccupata per l’amica. Raccontò cosa fosse successo subito dopo i raggiunse un ragazzo alto e snello, con capelli e occhi castani –m-ma voi che ci fate qui?- era Li. Era rimasto sorpreso e speranzoso che ci fosse anche lei continuò –siete soli?- vide i volti preoccupati e si preoccupò anche lui –è successo qualcosa?!-.

Touya da preoccupato diventò furioso verso il ragazzo –maledetto! Se mia sorella sta male è solo colpa tua!- aveva iniziato a gridargli contro –ti sei divertito a farla soffrire vero?! Sono stato uno stupido avrei dovuto metterti i bastoni tra le ruote quando le facevi il filo 5 anni fa!- Lì rimase in silenzio a quelle parole. Non credeva stesse così male la sua Sakura, nelle sue lettere le scriveva di star bene. –io non credevo…- iniziò a bassa voce con capo chino. –rimandiamo questa discussione e cerchiamo Sakura!- disse Yuki. –cosa?! Dov’è Sakura!?- chiese Li preoccupato –appena mi ha vista è scappata- -Hong Kong è una grande città e lei non la conosce! Meilin accompagnami dalla polizia! Voi andate a cercarla- disse Fujitaka sempre più preoccupato. Li uscì correndo dalla libreria e iniziò a cercarla come un disperato.

 

Guardò, chiese in giro, aveva il fiato corto per la corsa. Il tempo iniziò ad oscurarsi, un po’ per l’arrivo della sera un po’ per delle nuvole grigie preannunciavano un brutto tempo. Doveva trovarla a qualunque costo. Lei era tutto per lui. Aveva sofferto molto in quei 5 anni di lontananza da lei, voleva starle vicino. Sapeva bene che la sua vita era ad Hong Kong però –sono un idiota! Per amore sarei disposto a tutto! Anche a rinunciare alla mia famiglia! Se solo lo avessi capito prima a quest’ ora Sakura sarebbe con me e non avremmo sofferto così tanto- arrestò la sua corsa e tirò un pugni al muro vicino –ti troverò Sakura- si convinse con determinazione. E poi riprese la sua corsa.

 

Sakura vagava per la grande città. Aveva lo sguardo spento e la testa bassa. Iniziò a pensare che scappare e correre a quel modo era stata una cattiva idea. Non sapeva dove si trovasse e anche se lo chiedeva non riusciva a capire il cinese. Si maledisse più di una volta per aver accettato di partire. Come se non bastasse iniziò a piovere. Quel tempo scuro, sembrava il suo stato d’animo. Quella pioggia sembrava un po’ consolatrice, la induceva a piangere e quando lei piangeva dopo stava un po’ meglio. Sì, ora poteva piangere senza che nessuno se ne accorgesse. Arrivò in un parco. Vuoto probabilmente per via della pioggia. Si sedette su una panchina e mentre piangeva si assopì.

 

Il tempo peggiorava sempre di più e sembrava non voler smettere. Kero-chan guardava dalla finestra il cielo. Era preoccupato per Sakura. Aveva una brutta sensazione, aveva l’impressione che Sakura fosse in serio pericolo. Non era l’unico a pensarla così. Le carte erano uscite dal libro e avevano affiancato Kero-chan. Sentivano l’energia vitale e magica della loro padrona diventare sempre più deboli…proprio come quando Clow Reed li aveva abbandonati. Kero-chan rassicurò le carte, si trasformò e uscì per cercare Sakura.

 

Li in quel momento era fermo con gli occhi chiusi. Li riaprì di scatto e riprese a correre –lei è lì! Ne sono certo!-.

Kero-chan intanto volava, dall’alto aveva un vasto capo visivo e dopo una mezz’oretta trovò Sakura svenuta sulla panchina. Atterrò vicino e con un’ala la riparò dalla pioggia. Le i avvicinò ancora di più. Scottava, era denutrita e respirava a fatica, stava per perdere le speranze ma con tutto il suo potere iniziò a riscaldarla e a leccarle la faccia per farla riprendere.

Li era arrivato davanti all’entrata del parco. Quella scena gli fece ghiacciare i sangue nelle vene. Sakura pallida come un cadavere e Cerberos che faceva di tutto per farla riprendere, la grande bestia aveva gli occhi lucidi e anche se non si dava per vinta sembrava davvero disperata. Li si avvicinò di corsa e fu notato da Cerberos –SAKURA!- grido appena le fu vicino. –SAKURA! SAKURA! Sono io! Ti prego non lasciarmi per  sempre! SAKURA!- iniziò a piangere. Poi Li prese un cellulare dalla tasca e chiamò un’ambulanza.

Li stringeva a se Sakura sotto al riparo della grande ala di Cerberos. Quindici minuti dopo arrivò l’ambulanza, Kero-chan ritrasformatosi si era intrufolato nella giacca di Li.

 

Sakura ora era stesa in un letto di uno degli ospedali di Hong Kong. Fujitaka, Touya, Meilin, Yuki e Li erano fuori dalla porta mentre attendevano un responso del dottore che aveva appena finito di visitare la ragazza –ho visitato la ragazza ha un grande stress fisico e mentale, mangia troppo poco e molte funzioni vitali ne risentono, tra l’altro è rimasta troppo tempo sotto la pioggia e ciò non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Ha rischiato la vita. Quando l’abbiamo soccorsa era legata a un filo e probabilmente sarebbe bastato solo qualche minuto di ritardo per perderla per sempre…però ora rilassatevi è salva- tutti fecero un sospiro di sollievo. –i famigliari della ragazza venissero con me- Fujitaka, Touya e Meilin che faceva da traduttore. Yuki e Li entrarono nella stanza dove dormiva Sakura. Yuki si trasformò in Yue e Kero-chan uscì dal suo nascondiglio. –Probabilmente- iniziò Yue –se non fossi intervenuto tu Cerberos, a mantenerla con la tua forza, Li l’avrebbe trovata troppo tardi- disse preoccupato mentre accarezzava una guancia di Sakura. –ho sentito la sua forza vitale e magica diminuire drasticamente e mi sono preoccupato. Dobbiamo ringraziare anche Li per aver chiamato subito soccorsi. Io non avrei mai potuto farlo-. Yue guardò Li –grazie per averla salvata-. Yue guardiano freddo e impassibile a qualunque situazione, ora gli stava dicendo grazie. Sakura doveva averlo cambiato, si lei ha il potere di cambiare le persone e di riempirle di positività. Esattamente come aveva fatto con lui. Yue tornò ad essere Yuki e  uscì fuori dalla stanza con Kero-chan. Li ora era solo con la sua Sakura che dormiva. Lui la osservava, desiderava vedere i suoi occhi color smeraldo e sentire la sua squillante voce. Lo desiderava davvero. Le accarezzò una guancia. Era calda. Lo stesso calore di cinque anni fa, di quando quel contatto sembrava un addio. Ora invece era diverso, quel calore li aveva spinti a ritrovarsi anche se dopo anni di sofferenze. Era tardi e la giornata era stata molto stressante. Li si addormentò sulla sedia con la testa e le braccia appoggiate al letto.

 

Il mattino dopo un raggio di sole colpì gli occhi assonnati di Li. Non aveva dormito molto quella notte nella speranza che Sakura si svegliasse. Ma solo quando meno se lo aspettava, la mano che stringeva con la sua si mosse. Tutto speranzoso iniziò ad osservarla.

Lei schiuse quegli occhi che lui aveva tanto desiderato vedere. Appena Sakura focalizzò l’immagine della persona che le stringeva la mano spalancò gli occhi, lui rispose con un sorriso pieno d’amore e lei si mise a sedere sul letto e lo abbracciò iniziando a piangere. Lui le accarezzava la testa –ti amo Sakura e d’ora in poi noi staremo sempre insieme- le disse accarezzandole la testa per consolarla –anche io ti amo Li! Non i lasciare mai più te ne prego- e continuò a piangere.

 

Da allora passò un mese. Sakura si era ripresa del tutto e Li si era trasferito a Tomeada con Wuein. Si era iscritto allo stesso liceo di lei e ora frequentavano la stessa classe. Tutto sarebbe stato più facile. Sembrava esser tornati a 5 anni prima, ma non era affatto così, Sakura e Li ora consapevoli di amarsi hanno perso la loro timidezza e hanno lasciato che l’amore li travolgesse.

 

Era lunedì mattina quando Li andò a suonare alla porta dei Kinomoto. Ad aprire fu Touya. I due ragazzi si lanciarono saette dagli occhi –che cosa vuoi moccioso?- chiese un po’ turbato. –sono passato a prendere tua sorella, ormai dovresti saperlo- rispose con un tono di sfida. Poi un tonfo proveniente dall’interno della casa fece spaventare i due che accorsero. Sakura era caduta dalle scale e si massaggiava la schiena –emh…ero in ritardo così…- era imbarazzatissima, Li l’aveva vista in quella situazione…-ci vai leggera come sempre vero? Mostriciattolo- detto ciò entrò in cucina. Li si avvicinò a Sakura e l’aiutò ad alzarsi –fatta male?- chiese tra il preoccupato e il divertito. –che fai ridi? E se mi fossi fatta male sul serio?- Li le mise le braccia sui fianchi attirandola a se –ti avrei curata io- la baciò. Lei sorrise –hai già fatto colazione?- -sì…- lei si sciolse dall’abbraccio di lui e lo tirò per il braccio –allora oggi doppia colazione!-.

 

Dopo aver fatto colazione si diressero a scuola con i loro amici. Sakura era tornata quella di sempre, allegra, disponibile, pasticciona e paurosa dei fantasmi come cinque anni prima. Tomoyo aveva ritrovato il piacere di filmare l’amica allegra e raggiante. Yamazaki aveva ripreso a raccontare delle frottole a un Li credulone che lo guardava sorpreso e perplesso. Chiaru lo prendeva per un orecchio e lo trascinava via. Li che si gira e dice sorpreso –ma era vero?-. Naoko che racconta una delle sue storie sui fantasmi e Rika con le sue mani d’oro. Tutto sembrava esattamente come una volta ma gli sguardi che si scambiavano Li e Sakura erano ben diversi.

 

Solo ora Sakura comprese, l’amore non significa solo dolore e disperazione ma anche felicità e spensieratezza.

 

 

Finitooooo! È la prima ff di Sakura che scrivo, la stavo pensando già da un ò di tempo e finalmente l’ho tirata fuori. Spero vi piaccia. Aspetto dei vostri commenti e magari consigli su prossime ff (sempre che ci siano), accetto anche critiche ^^. Bhe forse alla prossima ciauuuuuuu! By Lureichan!

 

 

 

  
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