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Autore: londra555    09/02/2012    9 recensioni
C’era una volta un regno dove tutte le creature vivevano in pace e tutti erano felici. La regina di quel regno aveva una figlia bellissima, con i capelli color dell’oro e gli occhi del colore del cielo nelle mattine d’estate.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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quarta parte

La mattina dopo Lord Tubbington si stiracchiò ritirando la sua piccola tenda e avvicinandosi ai resti del fuoco.
-Buongiorno Sir.
-Ciao gatto.
-Lord per te!
-Come vuoi, lord gatto!
Lord Tubbington sollevò gli occhi al cielo, quel viaggio non era stato una buona idea.
-Un momento Sir, quel livido sulla mascella non c'era ieri!
-Oh ti sbagli! C'è sempre stato!
Poi si alzò in piedi incrociando per un secondo lo sguardo di Santana e sorridendole.
-Mia dama, se sei pronta possiamo ripartire.
Cavalcarono tutto il giorno riuscendo ad arrivare ai limiti del bosco prima del tramonto. Scesero dai loro cavalli stiracchiando le schiene stanche per sciogliere un poco i muscoli provati dalla lunga giornata. Sir Puck si sedette pesantemente al lato di Santana mentre Lord Tubbington vagava nei dintorni per cercare legna secca per accendere il fuoco.
-Allora Santana, a chi pensavi ieri? - chiese a bruciapelo facendo sobbalzare la giovane.
-Cosa? Non so di cosa parli Sir!
Il cavaliere sollevò un sopracciglio con un sorriso ironico.
-Io credo che tu sappia benissimo a cosa mi sto riferendo.
-No, mi spiace ma non ne ho idea.
-Quindi mi vuoi far credere che quando hai chiuso gli occhi a pochi centimetri da me non hai pensato a nessun altro? Sai, Santana, non ti credo per niente!
-Non è come pensi, ho solo troppe cose in testa, troppe preoccupazioni e non era il momento adatto.
-Troppe cose in testa o solo una?
Santana spalancò la bocca per rispondere, ma non trovò le parole.
-Bene, damigella – continuò allora Sir Puck ponendo enfasi nell'ultima parola – Forse non sono la persona più adatta per dirtelo ma credo che tu dovresti fare un po' di chiarezza.
Santana si voltò per guardarlo ma un movimento rapido a pochi metri attirò la loro attenzione. Lord Tubbington saltava inseguendo qualcosa che volava a mezz'aria con gli artigli ben in vista. E un atteggiamento poco adatto a un lord, potremmo aggiungere.
-Cosa sta inseguendo? - chiese Sir Puck con interesse.
-Non so sembra... una cavalletta gigante?
Poi il cavaliere saltò in piedi di scatto.
-Non è una cavalletta! E' una fata!
Si lanciò per cercare di fermare Lord Tubbington, seguito da Santana che corse verso quella piccola creatura sperando di arrivare in tempo.
Sir Puck afferrò al volo il gatto mentre questo aveva appena spiccato un agile balzo e si trovava a pochi centimetri da una delle quattro ali della fata. Contemporaneamente Santana riuscì a catturare la creaturina tra le sue mani, avrebbe calmato l'eccitato lord prima di liberarla.  
Sir Puck spalancò gli occhi mentre con una mano teneva sollevato dal suolo uno scalciante lord Tubbington.
-Santana! Liberala!
La giovane fece come le veniva chiesto e dalle sue mani uscì come una furia una spettinata fatina dai capelli biondi come il grano e gli occhi... beh gli occhi erano troppo piccoli per poter riconoscere il colore.
-Lasciatemi quell'essere peloso a me! Quando avrò finito con lui non lo sarà più! - urlò la fata con una voce fin troppo potente per una creatura così piccola.
-Chiedo scusa per il comportamento del nostro compagno di viaggio, milady! - disse immediatamente Sir Puck – Siamo in una missione importante e la tensione del viaggio, a volte, gioca strani scherzi, altrimenti il nostro amico non avrebbe mai potuto offendere in questo modo una meravigliosa fata come voi.
-Lo perdono solo per la vostra galanteria, cavaliere. Sono Quinn, la regina delle fate del bosco del nord. Siete nel mio territorio.
Sir Puck si inchinò con un affascinante sorriso in volto.
-Mia regina, io sono Sir Puck, cavaliere errante cacciatore di draghi. Questi sono i miei compagni di viaggio. Lady Santana e Lord Tubbington.
-Che strana compagnia. E quale sarebbe la vostra missione, se posso chiedere?
-Non c'è niente che voi non possiate chiedere mia regina. Siamo in viaggio per salvare la principessa Brittany dal suo terribile destino.
-Oh quindi tu sei il cavaliere che la salverà? Sei il suo vero amore? - chiese la regina con un tono che sembrava quasi deluso.
-Eh? No, no! Non la conosco nemmeno! - iniziò Sir Puck troppo velocemente -A dire il vero ci siamo incontrati solo ieri, io mi sono unito solo per scortarli. Gli eroi sono loro due!
Quinn voltò la testa per guardarli con espressione curiosa.
-Un gatto e una damigella?
Santana si passò una mano sulla fronte mentre Lord Tubbington soffiava infastidito per essere continuamente definito semplicemente gatto.
-Lasciamo perdere comunque. Per ringraziare la tua galanteria, Sir, vorrei invitare voi e i vostri compagni di viaggio a un banchetto stanotte.
-Mia regina, la vostra gentilezza è pari solo alla vostra bellezza.
Santana sollevò gli occhi al cielo. Quella era una scena già vista.
-Regina, la ringrazio a nome di tutti – iniziò la giovane – ma non credo che siamo delle dimensioni adatte per unirci a voi.
-Oh non preoccupatevi per questo. Seguitemi.
Camminarono sino a un grande albero li vicino. Poi, senza sapere bene come si ritrovarono in un batter d'occhio delle stesse dimensioni della regina Quinn che sorrise vedendo i loro volti colmi di stupore. Salirono sull'albero sino a una grande piattaforma posta nel ramo più alto. C'era un'enorme tavolata imbandita e una miriade di piccole creature con le ali che volavano li intorno. Si sedettero come ospiti d'onore al lato della regina.
Sir Puck e Quinn durante la cena erano sempre più vicini, ridevano e scherzavano dimenticando il protocollo. Quando ancora non era arrivato nemmeno il dolce si alzarono. La regina si avvicinò a una delle sue fate.
-Vado a mostrare la città al nostro ospite. Mi raccomando assicurati che lady Santana e il gatto non bevano il nettare. Lo sai che effetto fa.
La fata annuì sorridendo, ma il sorriso le morì sulle labbra quando, non appena la sua regina si era allontanata e prima di riuscire a raggiungere il tavolo, vide i due ospiti che bevevano felici da un calice un liquido azzurro. Scosse la testa, la regina avrebbe dato la colpa a lei.


La mattina successiva Quinn, passeggiando mano nella mano con Sir Puck, raggiunse le stanze che avevano preparato per gli ospiti per svegliare Santana e Lord Tubbington. Fu grande la sua sorpresa quando le trovò vuote. Un presentimento negativo le diede un brivido che attraversò la spina dorsale. Guardò Sir Puck preoccupata e fermò una delle sue fate.
-Dove sono i nostri ospiti?
-Mia regina, hanno bevuto il nettare ieri notte. Non abbiamo fatto in tempo a fermarli!
-Cosa sta succedendo Quinn? - chiese Sir Puck nervosamente.
-Per noi il nettare è una prelibatezza ma per chi non è del nostro mondo è pericoloso. Chi lo beve si dimentica della propria vita e dei propri affetti.
-Cosa? Quindi hanno dimenticato tutto?
-Si ma è reversibile, in un paio di giorni, se non ne bevono altro naturalmente, saranno come nuovi!
-Un paio di giorni? Ma Quinn non hanno tanto tempo! Devono salvare la principessa Brittany!
Quinn scosse la testa.
-Credo che non ci sia niente da fare allora. Non ho mai visto nessuno riprendersi dal nettare in meno di due giorni. E bisognerà legarli per evitare che vogliano berne ancora!
-Andiamo a cercarli!
La regina e Sir Puck iniziarono a correre alla ricerca dei due ospiti che sembravano essere scomparsi durante la notte. Nessuna delle fate li aveva visti e la preoccupazione era palpabile. Alla fine Puck si sedette nel tavolo ancora imbandito dalla notte precedente. Allungò le gambe andando a colpire qualcosa con i piedi mentre si posava le mani alle tempie.
-Ahi!
Sir Puck e la regina si guardarono in viso. Il tavolo si era lamentato? Sollevarono lentamente la tovaglia di raso che arrivava sino al suolo e trovarono una Santana che si massaggiava il braccio e un Lord Tubbington accoccolato vicino a lei che russava tranquillamente.
-Santana! - urlò Quinn aiutandola a uscire fuori.
-Si ciao!
-Ti ricordi chi sei? - chiese speranzoso Puck.
-Si, certo! Mi chiamo Santana!
Sir Puck lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, forse non tutto era perduto.
-Bravissima! E io chi sono? - domandò con un sorriso.
-Un tizio con una strana pettinatura! - esclamò allegra questa.
-Oh, no, no, no! Santana, Sono Puck! Puck! Sai il cacciatore di draghi!
Santana aggrottò le sopracciglia pensierosa.
-Ma se non ne hai mai catturato nemmeno uno!
-Ah si questo però se lo ricorda! - disse Puck spalancando le braccia rivolto verso la regina.
-Sarà colpa del suo caratteraccio! - disse questa prima di provare di nuovo a parlare con Santana – Ti ricordi perché sei qui?
-Certo! Perché qui c'è quella cosa buonissima che si beve. A proposito, ma voi non avete sete? Mi piacerebbe proprio un sorso di quel liquido azzurro! Delizioso!
Sir Puck le strappò la coppa dalle mani, un attimo prima che riuscisse a portarla alle labbra.
-No, Santana! Hai una missione da compiere! Possibile che tu non ricordi niente? Sai salvare principesse e cose simili!
-Principesse? - chiese confusa.
-Puck non c'è niente da fare! Non c'è niente che possa farla ritornare in se rapidamente. Possiamo solo portarla nelle sue stanze e impedirle di bere altro nettare. E sperare che non sia troppo tardi – sospirò la regina.
-Ma la principessa Brittany non ha tempo! Devono salvarla, il tempo sta finendo!
Santana spalancò gli occhi di colpo. Si afferrò alla camicia aperta di Sir Puck.
-Brittany – mormorò.
Chiuse gli occhi mentre un ricordo la scuoteva. Stava seduta sotto un salice, a pochi metri da un laghetto. Il sole aveva appena iniziato a tramontare e una luce soffusa illuminava il volto di una giovane bionda che riposava con gli occhi chiusi sul suo grembo. Pensava che stesse dormendo, perché stava immobile, insensibile alle mani che le passava tra i capelli. Non riuscì a trattenersi e sussurrò un “sei bellissima” a voce così bassa che nemmeno lei stessa era certa di averlo fatto. In quello stesso istante un paio di occhi azzurri si aprirono incontrando i suoi. Santana spalancò la bocca in un misto tra sorpresa e panico, era sicura di essere diventata rossa come il mantello di broccato che indossava il re quella stessa mattina. Quella giovane dai capelli d'oro si sollevò lentamente senza smettere di guardarla negli occhi. Portò il suo viso all'altezza di quello di Santana, per guardarla meglio negli occhi e sussurrarle piano “lo pensi d'avvero”. Santana deglutì, sentendo la gola secca. Riuscì appena ad annuire, poi vide un sorriso che si dipingeva nel volto dell'altra e si accorse che si stava avvicinando pericolosamente al suo. Guardò rapidamente le sue labbra prima di sussurrare “Brittany”. Ma poi un rumore di rami rotti poco distanti le fece allontanare mentre appariva un gatto che urlava qualcosa a proposito del fatto che dovevano essere al castello prima del tramonto perché poteva essere pericoloso.
-Brittany! - urlò allora Santana strattonando la casacca di Sir Puck che la guardava sorpreso.
-Ti ricordi?
-Brittany! Dobbiamo andare! Cosa ci faccio ancora qua? Dov'è quel sacco di pulci? Non abbiamo tempo da perdere!
-Non ho mai visto nessuno riprendersi così velocemente dal nettare! - affermò una sconvolta Quinn – Il tuo gatto è ancora sotto il tavolo. Ma credo che dovrai portarlo via a forza!
-Non importa! Andiamo Puck!
-Ecco vedi, io rimango qui!
Santana guardò prima lui e poi Quinn che in quel momento si erano presi per mano, fece un piccolo sorriso e annuì.
Pochi minuti dopo era tornata alle sue dimensioni naturali e legava con attenzione Lord Tubbington, che continuava a dormire, nella parte posteriore del cavallo. Quando fu pronta si voltò e sospirò.
-Regina Quinn, grazie di tutto! Spero di rivederti prima o poi.
-Sono sicura che ci rivedremo prima di quanto pensi! E verrai a trovarci accompagnata dalla principessa Brittany.
Santana sospirò stancamente. Aveva perso mezza mattinata, doveva correre per recuperare il tempo perduto. E ancora non sapeva come lei avrebbe mai potuto salvarla. Quinn sembrò leggerle nella mente.
-Se prima avevo anche solo un dubbio, adesso so per certo che la salverai. Devi solo credere a quello che senti.
Santana annuì mentre montava a cavallo. Dopo un rapido saluto lo spronò e corse lungo il sentiero che portava fuori dal bosco.
  
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