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Autore: pleinelune    09/02/2012    8 recensioni
Fanfiction delena, liberamente ispirata al film "The Family Man", rivisitato. Stavolta sarà l'opposto, Elena ha rtinunciato al suo lato paranormale, eliminando ogni contatto con il mondo dei vampiri, licantropi e con la stregoneria. Un angelo, 10 anni dopo le farà dare un'"occhiatina" a quella che sarebbe stata la sua vita se non avesse preso quella decisione.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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07 – MY EYES

 
Sganciai la cintura di sicurezza e scesi dalla macchina, posteggiata di fronte all’università.
Salii le scale fino ad arrivare in segreteria, salutai la ragazza e mi avviai verso l’aula di Alaric. Non aveva lezione, così entrai nella classe senza bussare, e lo trovai su dei plichi di fogli.
“Elena..”, la sua voce era roca e bassa, per aver passato tanto tempo rinchiuso li dentro a correggere compiti in silenzio.
“Sai del mio sogno, immagino.”, gli sorrisi, conoscendo già la risposta. “Beh, ho bisogno del tuo aiuto..”
“Non posso aiutarti in nessun modo, Elena. Devi essere tu a fare quello che devi.”, lo vidi scuotere la testa, mezzo assorto nei suoi pensieri.
“Ma tu non capisci, stamattina Damon..”, e mi bloccai. Probabilmente non sapeva della sera precedente. “Sai che ho litigato con Caroline? Sai il rapporto che ha con i due?”, chiesi, senza riuscire nemmeno pronunciare il nome dei due vampiri.
“Io so Elena, ma tu sei convinta di quello che ti ha detto Caroline? Credi davvero che lei dica la verità?”, lo guardai, non riuscendo a decifrare le sue parole. Caroline aveva mentito? Il suo comportamento con i due fratelli faceva pensare esattamente il contrario.
“Rick, non ti chiedo tanto. Fammi ricordare.”, lo supplicai, avvicinandomi e toccandogli il braccio con la mano.
Improvvisamente sentii nella mia mente un vortice di emozioni, e mi sentii cadere. L’ultima cosa che sentii furono delle braccia che mi sostenevano, poi persi i sensi.
 
“Elena”, la voce era impastata dal sonno, ma nonostante questo era sorpresa. Non si aspettava di vedermi li.
“Shh..”, sussurrai, avvicinandomi al mio letto, che non vedevo da molti giorni.
Dormiva ancora li, come se nulla fosse cambiato, e lo guardai muoversi tra quelle coperte che ci avevano accolto assieme, sorridendo.
D’improvviso aprì gli occhi e si alzò a sedere, d’un tratto vigile e sveglio. Sapeva che non sarei dovuta esser li, che me ne ero andata.
“Perché sei qui?”, sospirò, rassegnato.
“Ho deciso di rimanere.”, sorrisi, poco convinta. Non per lui, sicuramente.
Aveva accettato senza ribattere, quando avevo annunciato che me ne sarei andata. Aveva annuito silenzioso, si era voltato ed era uscito di casa, senza batter ciglio.
Da una parte avevo apprezzato quel comportamento, da un’altra no. Damon aveva gridato, aveva tirato qualche mobile. Aveva fatto qualcosa.
Lui si era ritirato nel suo dolore, come sempre.
Avevo deciso di andare via per motivi seri, motivi che riguardavano anche lui. Eppure non gli era importato, era andato, aveva accettato.
“Perché?”, la voce era ancora impastata, ma il suo viso era diretto e fisso sul mio, senza segni di incertezza.
“Resto perché non posso andare.”, risposi, dopo qualche secondo, attorcigliandomi le mani tra di loro.
“Ho capito.”, lo vidi levarsi le coperte di dosso e alzarsi, per scavalcarmi ed andare in bagno.
Aveva capito.
 
Mi risvegliai nella jeep di Alaric, le ossa doloranti; ogni ricordo diventava sempre più duro da sopportare, da metabolizzare.
Guardai Rick guidare silenzioso affianco a me, lo sguardo dritto sulla strada.
“Grazie”, sussurrai, mettendomi a sedere in modo dignitoso sul sedile.
“Di niente”, la sua voce ora appariva sveglia, ma stanca. Sperai che i ricordi non affaticassero anche lui.
Arrivammo a casa mentre il sole imbruniva, tutte le auto erano posteggiate nel vialetto, tranne quella di Damon.
“Io devo andare da una parte..”, mi girai a guardare un Alaric piuttosto imbarazzato. Sobbalzai, ricordando la ragazza che avevo incontrato qualche tempo prima a scuola, e gli sorrisi, congedandomi.
Scesi dalla macchina e rimasi qualche secondo a guardare la casa che mi trovavo davanti, mentre la jeep mi sfilava dietro la schiena.
Entrai, salendo le scale senza annunciarmi, e lo trovai seduto sul letto, con gli occhi bassi verso il pavimento.
“Ciao”, sussurrai, togliendomi la giacca e appoggiandola sulla sedia, sopra al vestito verde, rimasto li dalla notte prima.
Lo vidi alzare impercettibilmente il viso, in segno di saluto.
“Ho bisogno di parlarti.”, dissi. Non mi accorsi nemmeno di aver pronunciato quelle parole, ma lo vidi voltarsi verso di me lentamente, in ascolto, quindi immaginai di non averle solo pensate.
Mi avvicinai a lui, sedendogli accanto, e lo guardai per qualche secondo. Stefan, il ragazzo di cui mi ero innamorata, ora appariva così distante, così scostante.
“Parlami di Caroline.”, sussurrai, quasi incapace di parlare ad alta voce, come se fosse impossibile comprendere una frse del genere, renderla vera.
Lui mi guardò intensamente, nel suo sguardo c’era un misto di rabbia e rassegnazione, ma poi la sua bocca si aprì, e lasciò uscire le parole come un fiume in piena.
 
“Scommetti che non riesci a prendere quel cervo in 30 secondi?”, la voce cristallina di Caroline lo risvegliò da quella sete di sangue in cui cadeva ogni volta che andavano a caccia insieme.
“Ahah, credi davvero che non ci riesca?”, rise, mettendosi in posizione.
Uno scatto, un strappo e poi sangue, sangue e ancora sangue. In quel momento la sentì arrivare alle sue spalle, avvicinarsi al cervo e offrirsi da bere, la guardò e si riscosse.
“Andiamo..”, disse, d’improvviso serio.
“Cos..”, la voce cristallina tornò a invadere la sua mente. Come riusciva ad essere dolce anche in quei momenti? Mentre la caccia annientava tutta la loro umanità.
La guardo camminargli accanto, e gli sorrise.
“Come stai Stefan?”, ancora la voce, e una mano sulla spalla.
“Me la cavo.”, rispose, pensieroso.
“Non hai più sue notizie?”, chiese, sorridendo.
Scosse la testa, accennando un sorriso rassegnato. “Nemmeno di Damon.”, si voltò a guardarla.
“Senti..”, la sua voce era flebile e insicura, mentre gesticolava con la tasca del jeans, stretta e piccola, estraendone una chiave altrettanto piccola, “se vuoi, so dov’è.”, gli porse la chiave, un sorriso bonario sul volto. Sapeva che l’amica avrebbe capito.
“No, non deve andare così”, la voce del vampiro era roca, quasi spaesata.
“Stef, guardami. Guardami.”, ripetè la vampira, prendendogli il viso tra le mani. “Passerà, abbiamo un’eternità davanti”, rise, e quel sorriso era in grado di schiarire ogni cielo buio, quegli occhi azzurri spazzavano via qualunque tempesta.
“Come fai?”, la voce di Stefan era quasi un flebile soffio di vento.
“A fare cosa?”, chiese lei, confusa. Il suo viso ancora tra le mani.
“Ad essere così.. ottimista. Così perfetta anche dopo aver dissanguato un cervo,così solare nonostante quello che sei. Che siamo. Come fai?”, lasciò che le mani gli scivolassero via dalle guance e si voltò, scosso da quelle sue parole.
“Stefan, io voglio che tu sia felice.”, sembrava in colpa, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato.
Poi fu tutto veloce, lo slancio di Stefan verso di lei, il bacio tenero e puro, i loro occhi azzurri incontrarsi subito dopo, così limpidi e lucidi.
 
Lo guardai alzarsi dal letto, gesticolare per la stanza, spiegare, giustificare qualcosa che non era da giustificare proprio per niente.
Lo guardai per tutto il tempo, finchè lui non si fermò, non mi guardò e mi si avvicinò prendendomi le mani tra le sue.
“Ti ho sempre amata, e ti amo ancora.”, concluse quella strana storia.
Ero tra l’incredulo e il rassegnato.
“Lei ti merita più di me.”, dissi abbassando gli occhi sulle nostre mani unite, e le slegai, uscendo dalla stanza.
 
-notepocoserie-
Beh sto capitolo fa schifo U.U
Il tutto è servito a farvi capire che Stefan se la fa veramente con Caroline, però credo di essere andata un po’ ooc. Cioè a me piace come è venuto, però non sapevo bene come spiegare quel gran pastrocchio che c’è nella mia testa e questo mi sembrava il miglior modo di porlo. Naturalmente il tutto sarà spiegato molto meglio nel prossimo capitolo, però mi sembrava giusto lasciare sto capitolo a Stefan e Elena. Oddio spero di non avervi deluso ç__ç è anche più corto del solito.
Credo che come premio per averlo letto ve ne posterò uno a metà settimana anziché alla scadenza della settimana così avrete qualcosa per cui gioire perché questo è osceno ahah
*autostima mode:OFF*
Scusate ma oggi sto mezza depressa. Quindi non vi potevate aspettare di meglio xD
Per l’altra storia giuro che aspetto di stare meglio per scrivere xD
Se vengono ste schifezze potrei anche smetterla xD
Beh dopo aver martoriato il capitolo passo a spiegarvelo un pochino:
-si vede Elena che va da Alaric e ha un ricordo, col tocco Rick la fa ricordare e io penso che Rick sia un boss assoluto ahah Tanto amore per lui. Ricorda quando è tornata a casa in questa vita, non nell’altra U.U e quello è ovviamente stefan, c’è poco spazio d’immaginazione U.U
-torna a casa e parla con Stefan. Parliamo del flashback perché secondo me è importante. Vorrei sostenere la mia causa e dire che non è poi così ooc rileggendolo, perché c’è un motivo per quel bacio, il primo è sicuramente che shippo Caroline con Stefan e con i pali quindi lasciatemela mettere con chi mi pare ahah. Il motivo vero è che Stefan è in uno stato devastante, e Caroline è li, per aiutarlo, per sorreggerlo e per non lasciarlo affogare (un po’ il Damon della situazione ecco). Il tutto è farcito di tanta, TANTA bellezza e Stefan crede di poter lasciare Elena alle spalle con Caroline. Ma comunque sarà tutto approfondito nei prossimi capitoli. Don’t worry.
Bene, me ne vado u.U
Adios babies, love ya all. ♥

p.s. vi lascio il link della mia nuova storia originale romantica, spero facciate un saltino giusto per perdervi con me nelle mie ship folli LOL

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=936815&i=1
   
 
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