Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Lady Numb    09/02/2012    3 recensioni
[Sequel di UNHOLY CONFESSIONS]
Zack e Natalie qualche anno dopo rispetto a dove li avevamo lasciati... ma anche la più tranquilla delle vite è a rischio se ombre dal passato tornano a farti visita...
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Unholy Confessions Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Natalie fu svegliata da un rumore al piano di sotto.

Si voltò verso Zack, ma il ragazzo continuava a dormire tranquillo, quindi decise di scendere per controllare: sapeva che non era una mossa molto responsabile da parte sua, ma in quel periodo entrambi dormivano talmente poco che non se la sentiva proprio di rischiare di disturbare Zack per nulla.

Scese le scale e ancora prima di entrare in salotto capì che quell’ombra che aveva visto muoversi in salotto era Charlie, ma proprio mentre stava per urlare una serie di pensieri cominciarono a passarle per la testa, convincendola a desistere.

In primo luogo, Aymee non era con lui e per quello che ne sapeva poteva essere ovunque, Charlie aveva già dimostrato che era capace di non dire una parola e Nat dubitava che avrebbero avuto un colpo di fortuna come quello di due anni prima se si fosse trattato di capire dove fosse la sua bambina. Questo voleva dire che se avesse urlato e Zack fosse riuscito ad arrivare prima che Charlie scappasse, c’era il rischio concreto che fosse lei stessa a mettere la parola fine alla vita della sua piccolina.

Il solo pensiero la faceva stare male.

‘Ciao Nat’ disse lui, quasi sorpreso dal fatto che la ragazza lo fissasse in assoluto silenzio.

‘Dov’è Aymee?’ chiese lei.

‘Qui fuori, in macchina... ce ne andiamo noi tre, prendiamo Jess e possiamo...’ iniziò lui, quasi speranzoso vista l’apparente collaborazione della ragazza.

Tuttavia, Natalie lo interruppe subito.

‘No’ disse semplicemente.

‘Cosa?’ chiese lui, confuso da quell’interruzione.

‘Aymee e Jess restano qui... io vengo con te, ma loro restano qui con Zack’ rispose lei.

‘Ma... ma tu li adori...’

‘O così o comincio a urlare ora Charlie... a te la scelta’ ribadì Natalie, chiedendosi nel frattempo da dove le venisse tutta quella freddezza quando dentro si sentiva morire.

Forse dal fatto che sentiva di non avere scelta, i suoi bambini in quel momento erano l’unica cosa importante, senza contare che Charlie avrebbe potuto fare del male anche a Zack.

‘Ok... ok, se è quello che vuoi’ rispose infine lui.

Nat annuì, cercando di trattenere le lacrime: maledizione, proprio in quel momento la sua perfetta maschera di indifferenza doveva cadere?

‘Portami Aymee, poi ce ne andiamo’ disse infine lei.

Lui annuì e Natalie lo vide uscire dalla finestra della cucina, da cui in qualche modo era riuscito a entrare.

La ragazza andò a sedersi su una sedia, chiedendosi se quello che stava facendo non fosse pura follia, ma poi pensò ad Aymee e a Jess, alla minaccia che gli stava levando dalle spalle e quello bastò a convincerla che era la scelta giusta.

A Zack stava cercando in tutti i modi di non pensare, sapeva che lo avrebbe ucciso, ma non poteva davvero farci nulla, lo amava, lo amava alla follia, ma i suoi figli erano la priorità e confidava nel fatto che lui lo avrebbe capito.

Si riscosse quando vide Charlie rientrare e pochi secondi dopo, Natalie teneva in braccio la sua bambina, che dormiva tranquillamente.

Trattenendo a stento le lacrime, la portò nella sua cameretta, seguita da Charlie, la lasciò nella culla e dopo averle posato un bacio sulla fronte prese il baby control e si diresse verso la sua stanza.

‘Che stai facendo?’ le chiese Charlie.

‘Non lo voglio svegliare’ disse, riferendosi a Zack, che dormiva nella stanza ‘Lascio solo questo... se si sveglia altrimenti non la sente’ spiegò Natalie.

Entrò senza far rumore nella stanza e facendo attenzione a non svegliare Zack, gli lasciò il baby control sul comodino, lanciandogli un’ultima occhiata prima di uscire.

Cercò di imprimersi nella mente quell’immagine di Zack che dormiva tranquillamente, non che temesse di dimenticarsi di lui in realtà, non ci era riuscita nemmeno in quattro anni a Washington, dubitava di poterlo fare ora o mai.

Uscì dalla camera e immediatamente Charlie la prese per un polso, trascinandola al piano di sotto e poi fuori dalla casa.

 

Zack fu risvegliato dal pianto di Aymee e per un attimo affondò la testa nel cuscino, desiderando ardentemente di non doversi alzare.

Un secondo dopo, tuttavia, il ragazzo era in piedi e stava correndo verso la stanza della bambina, che non avrebbe dovuto trovarsi lì.

Eppure quando aprì la porta la vide, non aveva nessun dubbio, quella nella culla era la sua piccolina.

La prese in braccio, cercando di calmarla e andando a sedersi, non gli era ben chiaro come fosse successo, ma riaverla lì fra le sue braccia era la sensazione più bella del mondo, talmente bella che gli stavano tremando le gambe.

Qualche istante dopo, si rese conto di due cose, quasi contemporaneamente: Nat non era di fianco a lui quando si era svegliato e c’era un post-it attaccato alla culla di Aymee.

Si alzò, lo prese e quando lo lesse si sentì mancare per la seconda volta in pochi minuti.

 

Ti amo.

N.

 

Quel messaggio ricordava terribilmente a Zack quello che Nat aveva lasciato quando se ne era andata.

Però non aveva senso: era sconvolto in quel momento, se ne rendeva conto da solo, ma non aveva affatto senso, per quale motivo Nat avrebbe dovuto andarsene lasciando Aymee?

A meno che non lo avesse fatto per salvare Aymee.

Improvvisamente tutto sembrò terribilmente chiaro: ma certo, Charlie era stato lì, sua figlia non avrebbe potuto essere lì per nessun altro motivo, e Natalie aveva scambiato se stessa con la bambina.

Doveva per forza essere così, si disse Zack mentre componeva il numero di Nate, era l’unica spiegazione possibile e anche la sola che era disposto ad accettare.

 

‘Quindi non hai sentito nulla?’ chiese Nate a Zack.

Il ragazzo scosse la testa, sistemando contemporaneamente la copertina di Aymee, Zack infatti non l’aveva praticamente lasciata andare dal momento in cui l’aveva trovata nella sua culla, sebbene ormai la piccola si fosse riaddormentata.

‘Era la prima sera in cui riuscivo a dormire più o meno decentemente... non ho sentito niente’ disse poi lui.

Brian, seduto di fianco a lui, gli poggiò una mano sulla spalla: non ci voleva certo un genio per capire che Zack si sentiva in qualche modo responsabile per quello che era successo, non che qualcuno in quella stanza la pensasse così oltre a lui, ma aveva la sensazione che fosse inutile cercare di farglielo capire in quel particolare momento.

‘Jesse sta bene?’ chiese improvvisamente il ragazzo, sentendosi un perfetto idiota per averci pensato solo in quel momento.

‘Sta bene, non preoccuparti... ho già chiamato l’agente che sorveglia la camera, ha detto che non ci sono stati movimenti strani, ma gli ho detto di tenere gli occhi più aperti del solito’ lo rassicurò Nate ‘Ok, quindi credo che siamo tutti d’accordo su quello che probabilmente è successo... Charlie è entrato in casa, Nat deve averlo visto e prima che potesse mettere in atto il suo piano, lei ha fatto in modo che lasciasse qui Aymee...’.

Zack e Brian annuirono, per quanto assurdo potesse sembrare, suonava come qualcosa che Nat avrebbe potuto fare, inoltre nessuno dei due faticava a mettersi nei panni della ragazza ed entrambi avrebbero probabilmente fatto la stessa cosa.

‘Nate, sicuro che Jess stia bene, vero?’ chiese di nuovo Zack: sapeva di essere ripetitivo e si fidava di Nathan, ma non riusciva nemmeno a dimenticare il fatto che l’ultima volta che Charlie era entrato nelle loro vite voleva sia Nat che Jess.

‘Sì Zack, ne sono certo... fidati, è stata la prima cosa che ho controllato visto i precedenti... se vuoi posso farti dare uno strappo in ospedale, non è orario di visita, ma sono certo che vista la situazione convinceremo le infermiere a fare un’eccezione’ propose Nathan.

‘Zack, se vuoi posso restarci io con Jess...’ si offrì Brian: era evidente che Zack avrebbe dato qualsiasi cosa per poter stare con Jesse in quel momento, ma al tempo stesso non ne voleva sapere di lasciare andare Aymee, era chiaro da come la teneva stretta a sé e dagli sguardi ancora increduli che le lanciava ogni tanto ‘Posso anche restare con lui per un po’, non è un problema per me, davvero’ continuò il ragazzo.

‘Sicuro Bri?’ chiese Zack, che era evidentemente tentato di accettare, sapeva che c’era sempre un agente di guardia davanti alla stanza di Jess, ma era fermamente convinto che nessuno che non fosse della famiglia avrebbe messo la propria vita prima di quella del bambino, come avrebbe fatto lui se solo avesse potuto essere lì.

‘Te l’ho detto Zack, non c’è problema... avviso Mich e vado subito là, ok?’.

Zack annuì, ringraziandolo, allora Brian si alzò in piedi, chiese a Nate di avvisare l’agente di guardia alla camera di Jess e si diresse verso l’uscita, chiamando contemporaneamente Mich col cellulare.

‘Che succede ora Nate?’ chiese Zack.

‘I ragazzi della scientifica faranno i loro prelievi, ma non credo che avremo molta fortuna francamente, Dawson non è affatto stupido purtroppo... è pazzo, ma non stupido, cura i dettagli in modo quasi ossessivo... comunque, qualche traccia può averla lasciata... e confido nel fatto che Nat riesca a mandarci qualche tipo di segnale prima o poi’ spiegò Nate ‘Oh, e credo che un giro all’ospedale dovresti farlo fare anche a lei, Zack’ aggiunse poi, indicando Aymee ‘Mi sembra che stia più che bene, ma meglio esserne certi, no?’.

Il ragazzo annuì, non ci aveva pensato, ma ora che Nate glielo aveva fatto notare aveva improvvisamente fretta di portare la bambina da un medico per assicurarsi che stesse davvero bene come sembrava.

‘Vuoi che chieda a uno dei miei ragazzi di portarti là?’ gli chiese Nate, dal momento che Brian se ne era appena andato.

‘No... no, meglio se chiamo Matt’ rispose Zack, aveva disperatamente bisogno di qualcuno che conoscesse in quel momento ed escludendo Brian, il primo sull’elenco era senza dubbio il cantante.

‘Mi sembra una buona idea’ concordò Nate, conosceva Zack abbastanza bene da sapere che in un momento come quello aveva bisogno del sostegno dei suoi migliori amici.

‘Ok... allora lo chiamo’ disse Zack, prendendo il cellulare.

‘Mmmmh?’ rispose un chiaramente assonnato Matt dopo diversi squilli.

‘Matt, sono Zack... so che è tardissimo...’

‘Zack? È successo qualcosa?’ chiese il cantante, svegliandosi immediatamente quando capì chi c’era dall’altra parte del telefono.

‘Direi... direi di sì... Aymee è a casa... però Charlie ha preso Natalie e... io devo portare Aymee a fare una visita di controllo, ma Brian è con Jess e...’

‘Arrivo Zack, dieci minuti e sono lì, ok?’ lo interruppe Matt, il suo amico era chiaramente confuso in quel momento, ma gli era abbastanza chiaro il motivo della telefonata.

‘Ok... grazie’

‘Non dirlo nemmeno Zee’ rispose il cantante, riattaccando.

‘Che succede?’ chiese Val, mettendosi a sedere sul letto.

‘Era Zack, non ho ben capito cosa sia successo... Aymee è a casa, Nat no... credo di aver capito che l’ha presa Charlie, ma non ne sono certo, era molto confuso...’

‘Oh mio Dio...’

‘Val, tesoro, stai calma, ok?’ le disse Matt, appoggiandole le mani sulle spalle ‘Non posso andare via se non stai tranquilla... devo chiamare Mich?’ chiese il ragazzo.

‘Non ti preoccupare, io sto bene... vai da Zack, credo che lui non stia per niente bene al momento’

‘Già...’ concordò lui ‘Senti, io una telefonatina a Mich la faccio comunque, tanto penso che sia sveglia, magari ti faccio chiamare così parli un po’ con lei, ok?’

‘Ok, ok, ci penso io, vai!’ insistette lei.

‘Ok’ rispose lui, dandole un bacio a fior di labbra prima di precipitarsi giù per le scale e poi verso la porta di casa.

 

Zack tirò un sospiro di sollievo quando vide entrare Matt in casa, Nate era impegnato con alcuni degli agenti, lui era da solo e stava per impazzire.

‘Ehy, Zack!’ lo salutò Matt ‘Sta bene?’ chiese poi, indicando Aymee, addormentata fra le braccia del chitarrista.

‘Sembrerebbe di sì... ma Nate mi ha consigliato di farla controllare e visti i precedenti con Nat direi che ha ragione...’

‘Che è successo?’ chiese poi il cantante.

‘Facciamo che te lo spiego in macchina?’ gli rispose Zack.

Matt annuì, avvisò Nathan del fatto che se ne andavano e poi uscì di casa con Zack.

 

Un’ora più tardi, Matt vide Zack uscire dalla sala visite dove era entrato più di mezz’ora prima con Aymee e dall’espressione più rilassata sul volto dell’amico, capì che la bambina doveva stare bene.

‘Tutto a posto?’ gli chiese per esserne certo.

‘Sì... a quanto pare l’ha trattata abbastanza bene, non ci sono problemi fortunatamente’ rispose Zack, sorridendo alla piccola, che ora era sveglia ma tranquilla.

‘Perfetto... vuoi passare da Jess?’gli chiese Matt: Zack gli aveva raccontato tutto quello che era successo, di come Brian fosse con il bambino perché nonostante le rassicurazioni di Nate, Zack temeva che Charlie potesse cercare di prenderlo, ma al tempo stesso non ne voleva sapere di lasciare da sola Aymee.

‘No... meglio di no, altrimenti dovrei spiegargli perché sono qui alle cinque di mattina... no, passo più tardi nell’orario di visita... meglio così’ rispose Zack, dopo averci pensato un attimo: in realtà moriva dalla voglia di verificare di persona che Jess stesse bene, ma si fidava di Brian, sapeva che se fosse successo qualcosa lo avrebbe chiamato immediatamente.

Inoltre, Jess si sarebbe accorto anche troppo presto dell’assenza di Natalie e avrebbe iniziato a fare domande a cui Zack non era sicuro di essere in grado di rispondere, per cui era meglio evitare azioni che le avrebbero fatte arrivare prima del dovuto.

‘Ok... allora andiamo?’ chiese Matt.

Zack annuì, seguendo l’amico verso l’uscita del pronto soccorso.

‘Ehy Zee, non è meglio se stai da me e Val per oggi? Mi è parso di capire che gli agenti ne avessero ancora per un po’, almeno Aymee sta tranquilla’ propose il cantante: certo, quello che aveva detto era vero, ma in realtà aveva scambiato un paio di messaggi con Brian mentre aspettava l’amico e il chitarrista gli aveva tassativamente ordinato di non lasciare che Zack restasse da solo.

‘Non so... lo sai che se inizia a piangere non la smette più, vero?’ rispose Zack.

‘Oh, fidati, Val sarà estasiata all’idea di starle dietro al posto tuo... ultimamente dobbiamo tenerle lontano Fifi per evitare che le faccia da mammina al posto di Mich... ‘ rispose Matt, riuscendo a strappare un mezzo sorriso all’amico.

‘Beh... allora ok... sinceramente non mi va di tornare a casa mia’ ammise Zack: il solo pensiero che Charlie fosse riuscito ad entrare bastava per non farlo sentire al sicuro, poco importava che fosse stato lui stesso a riportare Aymee, aveva imparato a non fidarsi delle azioni di quell’individuo, sapeva che era capace di tornare e riprendersi la sua piccolina.

‘Puoi restare quanto vuoi Zack, sai che non hai nemmeno bisogno di chiederlo’ disse Matt, salendo in auto, dal momento che nel frattempo erano arrivati nel parcheggio.

Il ragazzo si limitò ad annuire, ringraziando l’amico mentre si sedeva sul sedile posteriore con Aymee, assicurandosi che fosse ben coperta mentre Matt metteva in moto.

 

La mattina successiva, dopo che Matt e Val furono riusciti a convincere Zack che Aymee sarebbe stata più che al sicuro con loro, il ragazzo si recò in ospedale per andare a trovare Jess e per parlare di lui con Kev, che gli aveva chiesto di poterlo vedere in mattinata.

In realtà quel piccolo dettaglio lo stava preoccupando non poco, nonostante Kevin gli avesse garantito che poteva stare assolutamente tranquillo, era di Jess che si parlava, “tranquillo” non era una parola che figurava nel suo vocabolario quando si parlava del suo cucciolo, soprattutto dopo la notte appena trascorsa.

Sentì una morsa al cuore ripensando a Natalie e cercò di scacciare il pensiero, si trovava davanti alla porta della stanza di Jesse, era il momento di fare finta che andasse tutto bene, si trattava solo di un’oretta, poteva farcela, si ripeté, doveva farcela.

Aprì la porta e immediatamente il bambino, che stava parlando con Brian, si voltò verso di lui e gli sorrise.

‘Papà!’ esclamò Jess, allungando le braccia verso di lui.

‘Ehy, cucciolo’ lo salutò lui, sedendosi di fianco a lui sul letto e abbracciandolo, riuscendo per la prima volta dopo la notte appena passata a fare un sorriso sincero, Jess era meglio di qualsiasi medicina per lui ‘Hai fatto il bravo stanotte?’ gli chiese poi e il bambino annuì.

‘Ha dormito come un ghiro’ rispose per lui Brian.

‘E bravo il mio cucciolo’ commentò Zack, sorridendo al bambino.

‘Buongiorno a tutti!’ esclamò Kev, entrando nella stanza ‘Giusto te, Zack’ aggiunse poi vedendo il ragazzo.

‘Che succede Kev?’ chiese Zack.

‘Rilassati, te lo avevo già detto che non era niente di cui preoccuparsi... semplicemente per quel che mi riguarda puoi riportarti a casa questo ometto anche oggi pomeriggio’ spiegò Kev, sorridendo davanti all’espressione euforica di Jess.

‘Posso andare a casa?’ chiese il bambino.

‘Puoi andare a casa, Jess’ confermò Kev.

‘Evviva!’ esclamò il bambino, abbracciando Zack ‘Voglio dirlo alla mamma, dov’è?’.

Sia Brian che Kev notarono immediatamente come Zack avesse chiuso gli occhi per un attimo, una cosa che il ragazzo faceva sempre quando doveva affrontare un argomento che non gli piaceva.

‘Jess... la mamma è dovuta andare fuori città per un po’...’ iniziò a spiegare Zack, rendendosi conto di non suonare affatto credibile, d’altronde non si aspettava che Jess chiedesse di Nat così presto.

‘Dov’è la mamma?’ chiese di nuovo Jess, che evidentemente non aveva creduto a Zack ‘Dov’è papà?’ insistette, quasi in lacrime.

‘Ehy, ehy cucciolo, tranquillo’ cercò di calmarlo Zack, prendendolo in braccio ‘Adesso papà ti spiega tutto, però basta piangere, ok?’ gli disse poi, asciugandogli le lacrime e lanciando un’occhiata a Brian, che annuì: nessuno dei due avrebbe voluto farlo, ma entrambi sapevano che Jess era troppo sveglio per bersi una delle loro storie.

Il bambino annuì, portando gli occhi lucidi su Zack.

‘Ok cucciolo... la persona cattiva che ha preso Aymee... ecco, ha preso anche la mamma...’

‘Perché?’ chiese Jess, pericolosamente vicino alle lacrime.

‘Non lo so tesoro...’ rispose Zack, decidendo che la parte dello stalker poteva anche evitarla ‘Non lo so davvero... però adesso non sappiamo dove sono andati, ma Nathan li sta cercando’

‘E se non la trova?’ chiese il bambino.

‘Ehy, ha trovato Aymee’ cercò di confortarlo Zack, decidendo ancora una volta che Jess non aveva bisogno di sapere proprio tutta la verità sulla notte precedente ‘Vedrai che trova anche la mamma’

‘Aymee è a casa allora?’

‘Sì cucciolo, oggi quando torni ti aspetta a casa’ rispose Zack sorridendogli.

‘Papà, è colpa mia se quel signore cattivo ha preso la mamma?’ chiese Jess dopo un po’, ricevendo tre occhiate sconvolte da Kev, Brian e soprattutto da Zack.

‘No cucciolo, certo che no, perché me lo chiedi?’

‘Perché io l’ho fatto arrabbiare quando ho urlato e allora magari ha preso la mamma perché sono stato cattivo e...’

‘Ehy, basta così Jess’ lo interruppe Zack ‘Non è colpa tua, ok? Non è colpa tua né di nessuno, è solo una persona cattiva che fa cose cattive, d’accordo cucciolo?’.

Jess annuì, appoggiando la testa fra il collo e la spalla di Zack che lo abbracciò, trattenendo per l’ennesima volta a stento le lacrime: di tutto quello che era successo in quell’ultima settimana, vedere quello sguardo tormentato negli occhi di Jess era forse una delle cose peggiori.

‘Ehy piccoletto’ lo chiamò Brian ‘Ti dirò una cosa: se non lo avessi visto tu quando ha preso Aymee, non ce ne saremmo accorti fino alla mattina... sai quanto sei stato utile a Nate?’

‘Davvero?’ chiese Jess, voltandosi verso Brian.

‘Certo piccoletto! Ehy, lo zio non dice bugie, ti pare?’ gli rispose il ragazzo, facendogli l’occhiolino.

‘Ha ragione lo zio, cucciolo’ intervenne Zack ‘Né io né la mamma avevamo sentito nulla, sai?’.

Jess annuì, sorridendo appena, ma fu abbastanza per far sentire meglio tutti quanti nella stanza.

‘Posso davvero andare a casa Kev?’ chiese poi Jess.

‘Certo... anzi, facciamo così... se mi date dieci minuti compilo le carte necessarie e puoi portartelo via anche subito, Zack’ rispose il ragazzo, pensando che in quel momento l’ideale per Jess era stare a casa propria.

‘Nessun problema, grazie Kev’ rispose Zack.

Quando Kevin fu uscito dalla stanza, Zack si rivolse a Brian, sempre tenendo in braccio Jess.

‘Tu lasci qui la macchina e ti porto a casa io’ decretò, guardandolo in faccia: era evidente che Brian aveva passato la notte in bianco o quasi, decisamente glielo doveva.

‘E perché di grazia?’ chiese l’altro.

‘Perché non voglio averti sulla coscienza... e perché non ti avrei sulla coscienza a lungo visto che Mich mi ucciderebbe prima’ rispose Zack.

Brian sorrise divertito, il suo amico non aveva poi tutti i torti, quella notte aveva dormito sì e no un paio d’ore e nemmeno molto bene, le sedie dell’ospedale non erano il suo letto ideale.

‘Ok... grazie allora’

‘No, grazie a te Bri, sul serio... ero un po’ paranoico ieri sera’

‘E ne avevi tutto il diritto Zack... per la miseria, ero in paranoia io, ti giuro che ho chiamato Mich almeno quattro volte prima che minacciasse di venire a farmi ‘infilzare da tutte le siringhe dell’ospedale’ se non lasciavo dormire lei e Fifi’ rispose Brian, facendo ridacchiare l’amico.

‘Papà?’

‘Che c’è cucciolo?’ chiese Zack, riportando l’attenzione sul bambino, che nel frattempo non si era ancora staccato da lui.

‘Aymee sta bene?’

‘Sì che sta bene’ lo rassicurò Zack, pensando che Jess ogni tanto riusciva a essere anche più adorabile del normale ‘E sono certo che non vede l’ora di rivedere il suo fratellino, quindi che ne dici se ci vestiamo così appena Kev arriva andiamo?’ aggiunse poi, ridendo quando vide Jess balzare in piedi e cercare i suoi vestiti nell’armadio di fianco al letto.

‘Qualcuno qui ha fretta di andarsene’ commentò divertito Brian, osservando Jess lottare con i suoi pantaloni ‘Novità?’ chiese poi a Zack, sapendo che l’amico avrebbe saputo a cosa si stava riferendo.

‘Temo nulla’ rispose l’altro e Brian annuì, leggermente demoralizzato: non si aspettava certo che ritrovassero Natalie nel giro di una notte, ma il nulla non era confortante ‘Jess, così però la distruggi quella maglietta’ disse poi Zack rivolto al bambino, andando ad aiutarlo dal momento che Jess aveva talmente fretta di vestirsi da cercare di infilare le braccia nel collo della maglietta.

 

Quella sera, dopo aver messo a dormire Jess, Zack stava seduto in salotto con Brian, che lo aveva raggiunto un’oretta prima insieme a Fifi che ora dormiva con la testa appoggiata alle gambe del padre sul divano.

‘Quanto durerà?’ chiese Brian, indicando Aymee che dormiva nella carrozzina: Zack aveva deciso di tenerla in salotto con sé sia per non svegliare Jess nel caso avesse iniziato a piangere, sia perché aveva ancora qualche problema a perderla di vista, motivo per cui aveva anche spostato la culla nella sua stanza.

‘Spero abbastanza per farmi riprendere un po’ di fiato’ rispose Zack, sedendosi sul divano di fianco all’amico, facendo attenzione a non svegliare Sophie.

‘Com’è andata con  Jess oggi?’ chiese Brian.

‘Bene... non è propriamente allegro, ma essere a casa ha migliorato la situazione... e non l’ho mai visto così affettuoso con Aymee... era quasi commovente’

‘Ok, seriamente, che c’è Zack?’

‘In che senso?’ chiese confuso il ragazzo.

‘A parte l’ovvio, che hai? Sei strano, hai qualcosa che... non lo so, ok? Hai qualcosa che non mi convince e visto che di casini ne hai già abbastanza, sputa il rospo’ disse Brian.

‘Ecco... in realtà... ok, è da stamattina che mi sento davvero un fallimento come padre’ disse infine Zack.

‘Ok... e la più grande cazzata del secolo l’hai detta perché...?’ chiese Brian incredulo.

‘Hai sentito Jess stamattina? Come... come ho potuto lasciare che arrivasse anche solo a ipotizzare una cosa del genere, dannazione!’ esclamò Zack, apparendo quasi disperato alla sola idea.

‘Zachary Baker, ascoltami bene: tu sei l’opposto di un pessimo padre, ok?’ disse deciso Brian ‘Per la miseria Zack, ti sei ritrovato a fare il padre di un bambino di quattro anni senza mai averlo fatto in vita tua e ti adorava dopo nemmeno due ore insieme, Jess stravede per te, ci sei sempre per lui, sempre... un pessimo padre non le fa queste cose’

‘Io...è solo che... è stato orribile Brian, vederlo così... era terrorizzato all’idea di essere la causa di tutto, non...’

‘Ti dirò come la penso: tu e Nat avete cercato di proteggerlo da tutta questa storia e va bene, lo avrebbe fatto chiunque... ma per come si sono messe le cose non puoi più fingere che non stia succedendo nulla con lui, non ha più quattro anni, capisce quello che gli succede intorno... non sto dicendo che tu debba smettere di proteggerlo, omettere le parti non indispensabili della storia come hai già fatto è assolutamente giusto, però credo che l’unico modo per evitare che a Jess venga un altro dubbio come quello di stamattina sia aiutarlo ad affrontare la cosa anziché cercare di evitarglielo, fargli capire che non c’entra nulla lui... non so se mi spiego’

‘Brian?’

‘Che c’è?’

‘Quando sei così... così saggio sei inquietante in modo esagerato’ disse Zack, facendo sorridere Brian.

‘Se c’è una cosa che ho imparato da quando c’è Fifi è che per quanto lo voglia, non posso proteggerla da tutto... sono sicuro che lo sai benissimo anche tu, ma questo non significa che uno smetta di provarci comunque’

‘Infatti... è solo che... ha sette anni, non dovrebbe nemmeno immaginare un problema del genere... la sua massima preoccupazione dovrebbe essere come evitare di mangiare le verdure, santo cielo’

‘Sai una cosa? È bello vedere che sei umano e sei frustrato anche tu ogni tanto’ commentò Brian.

‘Cioè?’ chiese perplesso Zack.

‘Ok...sappi che è la prima e ultima volta che lo ammetto e negherò fino alla morte di averlo mai fatto, ma ti invidiavo da morire all’inizio... amo Fifi alla follia e lo sai, ma a me non è venuto così facile essere... sì, beh, essere papà, ecco... all’inizio mi sentivo un vero disastro’

‘Wow... questa non me la aspettavo’ disse Zack.

‘Sì, beh, non montarti la testa ora Vengeance...’ commentò Brian, ridacchiando.

‘Altro che se mi monto la testa!’ ribatté l’altro, ridendo a sua volta.

In quel momento l’attenzione dei due fu attirata da Sophie, che si stava stropicciando gli occhi con le manine.

‘Papà? Asa?’ disse la bambina, guardando Brian.

‘Sì piccola, adesso papà ti porta a casa’ le disse lui, prendendo la sua felpa e avvolgendola intorno alla bambina ‘Beh, io porto a casa questa topolina, come sempre se hai bisogno di qualunque cosa, anche nel mezzo della notte sai dove trovarmi’

‘Spero che non ce ne sia bisogno, ma grazie Bri, sul serio... notte Fifi!’ disse Zack, accarezzando la testa della bimba.

‘Otte io Ack’ rispose lei, evidentemente assonnata, appoggiando la guancia sulla spalla di Brian.

Zack aspettò di vedere Brian uscire dal suo vialetto con la macchina, dopo di che chiuse la porta e inserì l’allarme, prese Aymee dalla carrozzina e si diresse verso il piano superiore.

Fu a dir poco sorpreso di trovare Jess seduto sul suo letto e non appena ebbe messo la bambina nella culla andò a sedersi di fianco a lui.

‘Che succede cucciolo? Come mai non dormi?’ gli chiese Zack.

‘Posso dormire con te? Per favore papà!’ lo implorò il bambino, sfoderando quegli occhioni a cui raramente Zack riusciva a dire di no.

‘Cucciolo, lo sai che non...’ iniziò lui, ma Jess lo interruppe.

‘Ho paura di là... se entra e non mi senti?’.

Davanti a quell’argomentazione, Zack non sapeva davvero cosa rispondere, non poteva certo biasimare Jess per essere terrorizzato all’idea che Charlie potesse entrare di nuovo in casa quando era lui il primo a temerlo.

‘E va bene Jess... ma sia chiaro, solo finché questa situazione non si risolve, che non diventi un vizio, ok?’

‘Ok papà’

‘Dai, sotto le coperte!’ gli disse Zack, alzando la trapunta e rimboccando le coperte al bambino ‘Vado in bagno, torno subito’ aggiunse poi, dandogli un bacio sulla fronte.

Il bambino annuì e Zack notò che il solo fatto di averlo lasciato dormire lì sembrava averlo molto tranquillizzato e nonostante tutto non poté che fargli piacere: Brian aveva ragione, doveva assolutamente trovare il modo di aiutare Jess ad affrontare la cosa al meglio, per quanto fosse senza dubbio una situazione troppo più grande di lui ormai c’era dentro e l’unica cosa che Zack poteva fare era evitare che stesse più male di quanto non fosse già successo.

 

 

Ciao a tutti!
Avete visto che brava, capitolo quattro arrivato dopo solo una settimana... nel giorno del compleanno del nostro adorato Jimmy <3 .... miss you Rev, foREVer...

Coooomunque.... grazie mille a tutti per le recensioni, scusate se non rispondo singolarmente, ma vi giuro che ultimamente (per colpa mia, aggiungerei xD) ho a malapena il tempo di respirare, senza contare che la neve della settimana scorsa mi ha lasciata davvero di pessimo umore -.-.... Spero di rivedere ancora tutti e perchè no, anche qualche new entry ;)

Ne approfitto per dirvi anche che ho altre tre storie in corso (un po' a rilento, ma abbiate pazienza :P), una sempre sugli Avenged Sevenfold, "Shattered by Broken Dreams", una sui My Chemical Romance, "We'll meet again when both our lives collide", e una nuova sui Simple Plan, "I can wait forever"... se siete fans di queste band, mi farebbe davvero piacere leggere cosa ne pensate, le trovate QUI

 

Detto questo, al prossimo capitolo, xoxo!!!

Lady Numb 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Lady Numb