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Autore: Debbie_91    10/02/2012    3 recensioni
Il fascino da bel tenebroso che possiede Vegeta è riuscito ad attirare l'attenzione della scontrosa Bulma. C'è, però, un problema: il Sayan non mostra alcun interesse nei confronti della giovane ragazza. Non le riserva altro che parole poco carine. E Bulma soffre. Soffre e si dispera per un amore che lei stessa reputa impossibile. Così, decide di guardare altrove e dedica le sue attenzioni a Yamcha. Ma sarà davvero lui l'uomo della sua vita?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bulma osservò Yamcha, senza accennare alcuna risposta. La domanda appena rivoltale, riecheggiava nella sua mente, come un'assordante melodia; un'assordante e molesta melodia, che non riusciva a cacciare dalla sua testa, e che ben presto la fece sentire male. La ragazza avvertì un'insolita nausea invaderle il corpo; un calore che si espanse dalla testa ai piedi, e che la fece tremare. Portò le mani alle ginocchia, forse convinta che quel gesto avrebbe placato il suo senso di malessere, che non pareva scomparire. Il cuore cominciò a batterle forte nella parte sinistra del petto; riusciva a percepirne ogni singolo battito: e questo aggravò ulteriormente le sue condizioni. Un forte mal di testa la costrinse a cadere sulle ginocchia; portò le mani alla testa e massaggiò delicatamente le tempie.

Che mi succede?

Pensò, colta da un atroce panico.

-Bulma!-

Gridò Yamcha, non appena la vide cadere.

-Va tutto bene?-

Domandò.

-Se ho esagerato, ti chiedo scusa. È colpa mia; non avrei dovuto fare troppa pressione.-

Bulma non rispose; non perché non volesse farlo, ma perché non vi riusciva. Le dolci parole di Yamcha rimbombavano nella sua mente, e, pur sforzandosi, non riusciva a percepirne il senso. Ciò, che il ragazzo aveva detto, era troppo per lo stato in cui lei si trovava. Ogni singolo suono accresceva il fastidio a cui era sottoposto il suo stomaco, ed anche un leggero movimento pareva che avrebbe fatto eruttare quel vulcano, da un momento all'altro.

-Su, alzati...-

Le disse Yamcha, cercando di sollevarla leggermente.

Ma lei non voleva; voleva stare lì dov'era, a contatto con il pavimento fresco.

-Yamcha...-

Sussurrò dolcemente.

-Yamcha, va' via, per favore...-

-Che cosa?-

Domandò il ragazzo, quasi la sua fosse un'esclamazione.

-Sei impazzita! Hai bisogno di aiuto, non posso lasciarti qui da sola! Su, coraggio, alzati. Ti porto in camera tua.-

-No!-

Gridò Bulma, con quanto più fiato ebbe in gola.

-No...-

Sibilò, poi.

-I-Io... ho bisogno di stare da sola... È stata una giornata pesante... Sono solo stanca...-

Riuscì a dire, a stento. Poi, avvertì che le sue energie stavano pian piano diminuendo, e riuscì a poggiare la schiena alla parete, anch'essa fresca, riuscendone a trarre giovamento. Sospirò; e guardò Yamcha che, nel frattempo, la osservava preoccupato, pronto a sorreggere il suo esile corpo, qualore fosse crollato da un momento all'altro.

-Stai sudando.-

Le disse.

-Hai bisogno di sdraiarti; così facendo, le tue energie diminuiranno; sverrai.-

Sebbene stesse male, Bulma riuscì comunque a lanciargli un'occhiataccia, quasi volesse fargli capire che ciò che diceva, e del quale sembrava estremamente convinto, non sarebbe accaduto, perché lei era una ragazza forte; e questo lo sapeva.

-Molto bene.-

Sbottò Yamcha.

-In tal caso, mi vedo costretto ad avvertire il Dr. Brief e sua moglie.-

-No!-

Gridò, ancora una volta, Bulma.

-Loro... Loro non devono saperlo. Riguarda me; me soltanto. I-Io voglio alzarmi... Yamcha, aiutami.-

Il ragazzo le afferrò prontamente le braccia, e molto cautamente l'aiutò a distendere le gambe; poi, la prese in braccio e s'avviò verso la sua camera da letto.

-Yamcha...-

Sussurrò Bulma, mentre teneva il viso sul possente torace del ragazzo.

-Non portarmi in camera, per favore. Io... Io voglio che mi conduci in camera di Vegeta.-

Yamcha sgranò gli occhi e scosse il capo, non accennando a cambiare direzione.

-Mi hai sentito?-

Domandò lei, assumendo un tono di voce deciso.

-Portami in camera di Vegeta! Subito!-

Il ragazzo si fermò, fece un profondo respiro, e riprese a camminare. Giunto davanti alla porta, l'aprì, ed adagiò delicatamente la ragazza su di una sedia accanto al letto.

-Va bene, così?-

Le domandò.

Bulma annuì.

-Con questo, suppongo che la risposta alla mia precedente domanda sia un no, giusto?-

Gli occhi azzurri della ragazza ciondolarono, riuscendo a trasmettere tutto il suo dispiacere per quanto Yamcha avesse appena detto, e per quanto lei avesse intenzione di dirgli.

-Mi dispiace, Yamcha...-

Riuscì a sussurrare, poco prima che il ragazzo s'allontanò dalla stanza.

Lei rimase lì, sopra quella scomoda sedia, ad osservare la porta chiudersi alle spalle di quello che era stato il suo ragazzo; il ragazzo che aveva amato, e per il quale ora non riusciva a sentire più che una semplice, forte, amicizia. Aveva sempre pensato che Yamcha fosse un bel ragazzo; aveva sempre pensato ad un loro futuro insieme; l'aveva visto come il padre dei suoi figli, e si era divertita nell'immaginare come si sarebbe comportato in una tale situazione; se sarebbe divenuto un po' più maturo di quel che era.
Fino a poche settimane prima, le cose andavano bene tra loro; il loro rapporto procedeva nel migliore dei modi; poi, qualcosa era cambiato; era come se, improvvisamente, i tasselli del puzzle non avessero più combaciato tra di loro, ed avessero rovinato, distrutto, quel bellissimo quadro che insieme, dopo anni, avevano creato. Cosa l'aveva distrutto? O meglio, chi?
Bulma volse lo sguardo al letto che ospitava il rude Sayan, e sospirò. Lo vide dormire beatamente, e quel suo viso così sereno riuscì a trasmetterle un po' della sua serenità; serenità che la portò ad adagiare, dolcemente, il capo sopra la scrivania, e a chiudere gli occhi, nella speranza che, almeno questo, riuscisse a cacciare via i suoi malevoli pensieri... e, con essi, il suo preoccupante malessere fisico.

  
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