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Autore: pandamito    10/02/2012    0 recensioni
Saranno le 19:30. E’ buio, la neve ricopre la maggior parte delle strade, l’aria è fredda e sarà da almeno mezz’ora che cammino sprofondando sulla neve o divertendomi a scivolare sulle lastre di ghiaccio che si creano sul marciapiede, improvvisandomi una pattinatrice.
Ci fermiamo all’incrocio e volto la testa verso il mare in burrasca e di fronte a noi e, benché sia tutto scuro, posso scorgere la candida neve che ricopre totalmente la spiaggia. Improvvisamente tutto attorno a noi s’illumina. Un lampo. Mi volto e vedo una figura nera incappucciata che mi viene dietro; accelero il passo. Posso vedere i fiocchi che scendono in maggiore quantità ed uno si posa sulle mie labbra, dandomi l’opportunità di cogliere il suo sapore liquido e gelido. Penso che questo sia uno di quei momenti speciali in cui di solito lo si passa con una persona speciale, ma qui con me non c’è nessuno. Ci siamo solo io e la neve.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saranno le 19:30. E’ buio, la neve ricopre la maggior parte delle strade, l’aria è fredda e sarà da almeno mezz’ora che cammino sprofondando sulla neve o divertendomi a scivolare sulle lastre di ghiaccio che si creano sul marciapiede, improvvisandomi una pattinatrice. L’idea di andare a piedi è stata mia, ma sa io che la mia amica concordavamo sul fatto che aspettare il prossimo autobus - dato che quello che dovevamo prendere ci è passato sotto gli occhi - era cosa inutile.
Ci fermiamo all’incrocio e volto la testa verso il mare in burrasca e di fronte a noi e, benché sia tutto scuro, posso scorgere la candida neve che ricopre totalmente la spiaggia.
« Guarda, nevica. » mi fa notare la mia amica mentre spalanca la bocca cercando di prendere qualche fiocco di neve - che cade giù dal cielo lentamente, come se si stesse cullando col vento - con la lingua.
Rimango immobile deliziandomi di questa scena così infantile che mi rende felice. Sorriso benché il freddo mi sta immobilizzando le guance.
« Sicura di passare per il mare? Passa per la strada parco, così son più sicura anch‘io. » si preoccupa.
« Tranquilla, non fa niente. » cerco di rassicurarla.
Mi prende per una mano, sorridendomi. « Dai, che sennò ti stuprano. » scherza, ma comunque riceve una mia occhiataccia.
Mentre camminiamo ci stringiamo l’un l’altra prendendoci per i cappotti per cercare di non scivolare.
Improvvisamente tutto attorno a noi s’illumina.
Un lampo.
Mi blocco e mi stringo di più a lei.
« Sbrighiamoci. » incito ad andare più velocemente.
« Non deve piovere, deve nevicare! » protesta lei.
Ci fermiamo ad un altro incrocio.
« Vuoi passare per di qua? » domanda.
« Penso sia meglio. » Prendo un bel respiro. « Se mi succede qualcosa, la colpa è tua. » e lei sorride.
Se potessi tornare indietro nel tempo penso che forse avrei scelto di proseguire la strada assieme alla mia amica.
Ci salutiamo con due baci sulle guance e poi ognuna di noi prende la propria strada. Un altro lampo squarcia il cielo, senza l’accompagnamento del rombo del tuono, ma è pur sempre un lampo e le mie preghiere in questo momento sono di non essere la “cosa” più alta che vi sia e per una volta in vita mia ringrazio la mia bassa statura. Le macchine mi passano vicino e faccio fatica a camminare, visto che ad ogni passo il mio piede sprofonda di dieci o venti centimetri. Cerco di non passare dietro i cassonetti della spazzatura e dalla casa abbandonata dietro di essi si sentono di rumori, delle voci. Cerco di non badarci e vado avanti cercando di ricordarmi in quali case vi sono dei cani e in quali no, però da dietro di me sento una strana presenza, mi volto e vedo una figura nera incappucciata che mi viene dietro. Accelero il passo passando di fronte alla fioraia, che naturalmente non è aperta, poi inchiodo ad un incrocio, mentre una vecchia macchina con al volante un’anziana signora sbuca dalla stradina. Io e la vecchietta ci guardiamo negli occhi, poi io aggiro la macchina e lei svolta nella via. Mi volto ancora e vedo che la figura nera è lontana, ma non rallento il passo. Ammetto di avere un po’ di paura e voglio tornare presto a casa.
Mi soffermo solamente qualche secondo quando passo di fronte alla macelleria e al calzolaio. Posso vedere i fiocchi che scendono in maggiore quantità ed uno si posa sulle mie labbra, dandomi l’opportunità di cogliere il suo sapore liquido e gelido. Penso che questo sia uno di quei momenti speciali in cui di solito lo si passa con una persona speciale, ma qui con me non c’è nessuno. Ci siamo solo io e la neve.
Proseguo il mio cammino, ammettendo di divertirmi a tracciare orme coi miei stivali che mi tengono al caldo e non fanno entrare l’acqua, come i miei guanti di lana, o il mio cappello o il mio cappotto. In effetti non sento freddo, anzi sto bene per una che non ha mai vissuto nella neve, mi piace forse proprio perché ho sempre sognato di vivere, almeno per un po’, in una di quelle città innevate che fanno vedere nei film, come lo Schiaccianoci. L’unica parte del mio corpo immobilizzato per il freddo è il viso scoperto, penso di non sentirmi più né il mento né le bocca; poso le dita calde sulle labbra per riscaldarle e sento già che va meglio.
Quando mi volto la figura nera non c’è più, al suo posto vi è un’anziana che pulisce i tappetini d’ingresso di fronte al suo alimentari. In lontananza scorgo un incrocio e poi la via che dovrò prendere totalmente al buio, senza un lampione acceso. Dall’altro lato della strada e nella direzione opposta passa un ragazzo, ma non capisco, per il buio e per il fatto che è incappucciato come me, se è maschio o femmina, sta tornando a casa. I nostri sguardi si incrociano per circa due secondi, poi entrambi abbassiamo il capo proseguendo per la nostra strada, però così facendo noto lo spettacolo più meraviglioso che abbia mai visto. Di fianco a me c’è il bar vicino casa mia e ciò mi indica che sono già a metà strada, poi però noto una pianta che ha subito interamente l’inverno, a causa della neve e del freddo si è totalmente ghiacciata ed ora i rami e le foglie sembrano fatte interamente di cristallo. Rimango per un po’ a fissare quello spettacolo, ammaliata da tale bellezza.
Attraverso la strada, ritrovandomi completamente al buio e non vedendo dove poggio i piedi, non mi sorprenderei affatto se da un momento all’altro dovessi ritrovarmi il sedere congelato ed infreddolito. 
Tutto ciò mi fa pensare di vivere un po’ come se fossi nel mondo di Scott Pilgrim, che come me si diverte a vivere la sua vita come se fosse in un fumetto o in un videogioco, solo che io non ho una rock band, la mia ragazza non viaggia attraverso dimensioni spazio-temporali che mi attraversano il cervello e non devo di certo sconfiggere i suoi sette ex fidanzati che sono diventati cattivi ed hanno fondato una lega per uccidermi, no di certo. E’ proprio in questi momenti che mi accorgo che mi piace descrivere a mente tutto ciò che faccio come se dovessi essere la protagonista di un libro e mi soffermo a riflettere che si dovrebbe sempre portare carta e penna dietro per appuntarsi tutto ciò che passa per la mente, nello stesso modo in cui dovremmo avere tutti una macchinetta fotografica per immortalare le assurdità che si incontrano ogni giorno. Ma purtroppo non è così. 
Noto che un’altra figura nera è dietro di me e me ne ritrovo anche una davanti, così mi affretto a svoltare trovandomi davanti un delizioso vecchietto ubriaco e i suoi amici che escono dal circolo. Sorrido, perché quel vecchietto un po’ mi ricorda mio nonno e per questo mi fa tenerezza. I fati delle loro auto si accendono illuminando finalmente la via che prima era completamente allo scuro. Mi ritrovo in un bivio e quando vedo che in una delle due strade c’è una macchina che sta parcheggiando, decido di prendere la via più lunga.
Continuo a camminare tenendomi stretta la borsa e quando passo di fronte alla casa dove la polizia ha arrestato i proprietari per spaccio di droga, allora capisco che sono vicino a casa. I capelli che escono dal cappello mi danno fastidio ed il vento li fa andare sul mio viso. Quando passo di fronte ai cassonetti dell’immondizia il tanfo copre l’odore di carne che sentivo prima, ma, benché la puzza, non mi copro il naso con le mani, né trattengo il respiro, cerco solamente di trovare un po’ d’aria pulita sperando che il cattivo odore dei rifiuti sparisca. Più vado avanti più noto che la neve si sta sciogliendo di giorno in giorno e se poco tempo fa le strade erano bloccate, ora le macchine passano tranquillamente e la neve è tutta accatastata in piccole montagna ai bordi dei lati della strada.
Svolto nel parco dove vi è una macchina ferma ma con le luci accese e lo sportello aperto; non ci bado ma mi è difficile ignorare i vari rumori che provengono dalla casa affianco a cui sto passando. Svolto anche questa volta molto velocemente e mi ritrovo ancora in una via buia. Il cane dei vicini abbaia richiamando altri cani della zona che sembrano improvvisare un concerto, ma io non ci bado, oramai abituata. So per certo che quando tornerò a casa non mi ricorderò nulla di tutto ciò che mi è successo, tendo a dimenticare molto velocemente e quando proverò a riscrivere ogni azione molto probabilmente confonderò i tempi e ciò che è avvenuto prima o dopo. Mi fermo di fronte alla casa con cancello nero, quella più grande e col giardino pieno di alberi enormi.
Finalmente sono a casa.








fuckin' panda's place 
Ok, tipo che è la prima volta che scrivo in questa sezione, di solito mi occupo più tipo di fandom, ecco.
Inoltre devo andare al bagno ma ciò non interessa a nessuno, quindi.

1. Seguirmi su twitter come @pandamito.
2. Leggere e recensire qualsiasi mia ff, mi farebbe molto piacere.
3. Seguitemi su tumblr, anche lì sono 
 pandamitohttp://pandamito.tumblr.com
Stavolta non ho molto da dire, quindi penso che finirò qui.
Solo che mi farebbe molto piacere se leggeste qualcos'altro di mio, tutto qui, niente di che. (:
Baci e panda, Mito.
Ah, per chi volesse saperlo, quello che ho descritto è  successo a me qualche sera fa e mi è venuta voglia di scriverlo.

   
 
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