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Autore: Ariel Winchester    10/02/2012    5 recensioni
[Dal capitolo 16° "The End Of The Affair"]
“Tu lo sai che per me sei solo tu la giustizia, no?” gli disse e tornò a guardarlo.
Gli occhi neri di Elle erano rimasti fissi sul volto di lei e lo stavano studiando a lungo e con attenzione. “Me lo hai detto spesso.” disse, stava per aggiungere dell'altro ma la ragazza glielo impedì.
“Beh la giustizia non muore mai e non viene certamente imprigionata in una cella. Alla fine di questa storia, sono certa che il destino di Kira terminerà in uno di questi due modi.” disse con voce ferma e sicura, ignorando quella parte di lei che le ricordava quanto avesse desiderato vedere morto il suo carnefice. Una parte che comunque Elle vedeva, ma che non voleva farle notare perché Alyssa stava in tutti i modi cercando di fronteggiarla. “Quindi...non parlarmi come se Kira fosse capace di confondermi su questo, perché io so qual'è la giustizia che vorrei.”
Calò un profondo silenzio, i due rimasero di nuovo a guardarsi nell'oscurità mentre sprazzi di luce giocavano sulle loro pelli.
Elle distolse lo sguardo per primo, avverti però ancora la pressione che quello di Alyssa esercitava su di lui. “Allora preparati.” le disse. “Perché spetta a me, a noi scrivere il finale di questa storia e lo faremo nel migliore dei modi.”
Alyssa ascoltò quelle ultime parole con attenzione, come sempre ne rimase colpita. Il detective era capace di mettere insieme parole semplici e far provare grandi emozioni a chi lo ascoltava.
Però uno strano senso di terrore la attanagliò, perché per la prima volta sentiva che quel caso avrebbe davvero cambiato tutto. Più pensava alla fine di esso, più non lo riusciva a disegnare.
Ma scacciò quel pensiero e abbozzò un sorriso: tutto sarebbe finito al più presto e nel migliore dei modi.
Perché Elle era la giustizia.
[Fic revisionata fino al 2° capitolo]
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Misa Amane, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Do you see me now?-

Sperando probabilmente di farla contenta, Elle affidò un nuovo compito ad Alyssa: quello di divenire la manager di Misa. La ragazza accettò senza troppi preamboli, non le andava di discutere con Elle e, visto che era stata costretta a rimanere fuori dal caso, almeno avrebbe passato il tempo a seguire le riprese di Misa.

In quel momento, mentre sedeva sotto un albero su una delle sedie da set cinematografico, pensò che fosse stata una pessima idea. Misa era abbastanza brava a recitare, ma le ci volevano mille moine per farle finire decentemente una scena, sopratutto se era una scena romantica.

Alyssa sospirò, prese la bottiglietta d'acqua che aveva nascosto sotto la sedia e se la portò alle labbra. Il tempo era stranamente caldo quella giornata, il sole splendeva in un cielo più che azzurro e tirava solo qualche lieve folata di vento che li investiva dolcemente. Il set era stato sistemato in un parco pubblico, rovinato unicamente dalla presenza della strada a pochi metri di distanza da quel luogo naturale e dai veicoli che la precorrevano. La ragazza si portò una mano sul volto, quando Misa si rifiutò di nuovo di baciare il suo compagno di scena, come se Light si fosse indispettito al pensiero di vederla baciare per finta un altro. Primo, lui non la vedeva e secondo, se tutti si fossero offesi per un bacio di scena, gli attori sarebbero rimasti single a vita.

Le squillò il cellulare, la sua suoneria le parve una benedizione per le orecchie. Aspettava da ore che qualcuno si degnasse di darle informazioni riguardo al caso.

Cercò di non restarci male, quando sullo schermo apparve il nome di Light e non il “numero sconosciuto” che lei sapeva ormai riconoscere. Ma avevano discusso di nuovo la sera prima, quindi perchè prendersela?

Era ora!” esclamò, rispondendo al telefono, intanto Misa batté i piedi a terra capricciosamente, l'altro attore non ne poteva più di lei e aveva tutta la considerazione di Alyssa.

Scusa, ma siamo stati per ore a seguire le riunioni dei membri della Yotsuba...” si scusò Light, in sottofondo la ragazza riconobbe la voce di Elle che stava dettando direttive agli altri poliziotti. La sua voce profonda le provocò dei brividi nonostante la sentisse dall'altra parte del telefono. Il detective aveva fatto installare delle telecamere nella sala riunioni della Yotsuba, si era occupata di tutto Wedy e, fortunatamente, la ragazza l'aveva vista poco in quei giorni a causa della presenza costante di Misa e del suo lavoro. ”Lì come va?” chiese poi Light.

Alyssa guardò Misa, che stava facendosi truccare velocemente da una donna dello staff. “Più che un film, mi pare che stiano girando sempre la stessa scena solo che con un urlo finale di Misa diverso...” disse, facendolo ridere. “Non vuole baciare il compagno di scena perchè lo considera un tradimento nei tuoi confronti!”

Light per poco scoppiò a ridere. “Non dirmi...ma davvero?” le chiese.

Alyssa si morse il labbro, Misa si accinse di nuovo a girare la scena del bacio in mezzo al parco, ma non lasciò nemmeno che le labbra dell'attore provassero ad avvicinarsi, che riprese ad urlare contro il regista che quella scena non si poteva fare. “Scusa un attimo..” disse la mora a Light, poi accostò il telefono alla spalla in modo che lui non sentisse. “Misa, dagli questo bacio e falla finita!” gridò, attirando l'attenzione di tutti su di sé. Misa fece il broncio e tutti tornarono a guardarla, sperando che lo sbocco di innata “femminilità” di Alyssa fosse servito a qualcosa.

Problema risolto. Dicevi?” chiese la mora, portandosi di nuovo il cellulare all'orecchio.

Light rise divertito, del modo in cui la ragazza aveva risolto il problema. “Ma che bell'urlo che hai!” la provocò.

Ci voleva...” rispose lei, lanciando poi un'occhiata verso Misa che stava discutendo con l'attore di scena. “Avete scoperto qualcosa di importante riguardo alla Yotsuba?”

Le parve di immaginare Light annuire di fronte a quelle parole, il ragazzo sospirò e alzò lo sguardo. “Beh, abbiamo spiato una delle loro riunioni e hanno fatto capire benissimo che avevano intenzione di uccidere qualcuno dei loro avversarsi...studiando le loro mosse, le loro parole e tutto il resto, siamo arrivati alla conclusione che Namikawa è l'unico che non può essere Kira.”

Quella parte lasciò stupita Alyssa, fortunatamente non era lei quella che doveva riconoscere i colpevoli, perchè altrimenti avrebbe sempre preso dei granchi più grossi di sé stessa. Quando aveva parlato con Namikawa, si era mostrata indecisa riguardo il fatto che potesse essere o meno Kira.

Ma poi aveva deciso che poteva davvero trattarsi di lui, ma se Elle e Light lo avevano identificato come l'unico non sospetto, non poteva fare altro che crederci.

Si grattò la fronte. “E che altro avete scoperto? Avete qualche idea di chi possa essere Kira?”

No, però hanno deciso di rivolgersi ad un detective privato che potesse smascherare Elle e farlo poi fuori...” rispose il ragazzo. “Un certo Coil, lo conosci?”

Lo chiese sotto forma di provocazione, Alyssa si lasciò sfuggire un sorriso perchè entrambi sapevano la verità: Coil era un altro degli pseudonimi di Elle, così come anche il detective Deneuve. Elle era tutti e tre i detective più famosi al mondo, quindi i membri della Yotsuba si stavano inconsapevolmente affidando all'uomo che stava indagando su di loro e su Kira.

Non si chiese nemmeno come mai Light lo sapesse, doveva averglielo riferito sicuramente Elle.

No, non lo conosco...che faccia ha?” chiese lei, posando i gomiti sulle ginocchia e fissando divertita un punto a terra.

Somiglia vagamente ad un certo A...” rispose lui, facendole così capire che Aiber avrebbe finto di essere Coil con i membri della società. Per come lo conosceva, Alyssa era certa che tutto quel piano gli avrebbe fruttato un sacco di soldi.

Ah perfetto..ma siete quindi certi che lui sia l'unico di cui non avere sospetti?” chiese ancora Alyssa.

Mi sono spacciato per Elle al telefono con lui, l'ho messo un po' sotto torchio e siamo giunti a questa conclusione.” le rispose Light, cogliendola di nuovo di sorpresa. Il ragazzo si era di nuovo immedesimato in un'altra figura difficile da imitare: quella di Elle, anche se la sua voce veniva camuffata al computer, era difficile scendere nei suoi panni.

Per tutti, ma non per Light Yagami.

Quel ragazzo la sorprendeva sempre di più.

Lo sentì prendere fiato, come per dire dell'altro, ma venne interrotto dalla voce di Elle che lo stava richiamando. La ragazza ascoltò il suono delle parole del detective in silenzio, non riuscì a coglierle nel loro significato ma la sua semplice voce, le risultò essere un pugno in pieno petto.

Intanto Misa si stava avvicinando a lei. “Devo andare, se la tua fidanzata mi becca a parlare con te al telefono, mi stacca la testa a morsi.” disse Alyssa, portandosi il cellulare vicino alla bocca e chiuse ancora prima che il ragazzo potesse salutarla.

Misa si fermò a pochi passi da lei, quando la vide sorriderle in maniera piuttosto sospetta. Ma non sarebbe mai arrivata alla conclusione che era al telefono con il suo ragazzo, anche se farne una tragedia sarebbe stato stupido.

Stai lavorando anche da qui?” le chiese la ragazza, sedendosi accanto a lei e prendendo la bottiglietta d'acqua della ragazza.

Diciamo di sì..andiamo che altrimenti facciamo tardi e Ryuzaki si imbestialisce.” le ricordò Alyssa.

Attese un quarto d'ora affinché Misa si cambiasse velocemente, poi le due si avvicinarono all'auto parcheggiata vicino all'entrata del parco. Alyssa tolse un volantino di una lavanderia dai tergicristalli, lo appallottolò e se lo mise nella borsa.

Quando si avvicinò alla portiera dell'auto, si accorse che Misa, dall'altra parte dell'auto, la stava guardando di sottecchi. Si chiese se avesse capito che stava parlando con Light fino a poco prima, ma il suo sguardo non lasciava trasparire un sospetto in senso negativo. Doveva aver avuto una delle sue tipiche illuminazioni da ragazza che legge riviste rosa.

Che vuoi?” le chiese, alzando le spalle.

Perchè sei triste? Hai litigato con Ryuzaki?” le chiese Misa, delle volte Alyssa si sentiva in colpa nel considerarla una stupida, perchè non lo era. Le bastava un semplice sguardo per capirla, perchè conosceva bene certe pene e certi sentimenti. La mora sbatté violentemente la portiera dell'auto e alzò gli occhi al cielo, ma non per Misa, ma perchè aveva definito quel peso che aveva sul suo corpo come un sentimento.

Non sono triste e non ho litigato con nessuno.” replicò, portandosi poi le mani sui fianchi.

Misa scosse la testa, restando dall'altro lato dell'auto, quel giorno indossava un abito più gothic del solito, arricchito con un fiocco nero in testa che posava sul lato destro della sua testa.

Sei più che triste, ne vuoi parlare?” le chiese.

Alyssa riaprì la portiera dell'auto, cercò di non guardare Misa perchè le faceva venire voglia davvero di parlare. “Non sono triste.” ribadì.

Ma perchè non vuoi sfogarti? Guarda che anche l'amore è un problema, non solo Kira!” esclamò Misa. Alyssa richiuse di nuovo la portiera, la guardò con rimproverò cercando di non pensare alla parola che iniziava per “a” che la ragazza aveva appena pronunciato.

Urlalo più forte, non ti hanno sentito bene...” le disse, soffermandosi sull'espressione riguardo Kira.

Misa le si avvicinò a passo rapido e le si parò davanti, Alyssa ritrasse la testa quando lei gettò i pugni indietro e si piegò in avanti verso di lei. La guardò come se fosse pazza, aggettivo più che azzeccato per Misa. “Senti, io e te siamo costrette a diventare amiche.”

Non è vero, possiamo pure starcene per conto nostro e basta. Sei tu che vuoi rompere.” le ricordò Misa. La bionda scosse la testa, appurando però la veridicità di quelle parole.

Beh io voglio aiutarti lo stesso, quindi..parlami.” le disse, facendole un gesto con la mano come se fosse una seduta psichiatrica. Alyssa la guardò confusa e incredula, perchè sentiva che doveva darle retta?

Non mi va di parlarne.” rispose, calcando ogni singola parola che uscì dalle sue labbra.

Sei innamorata di Ryuzaki e lui ti ha fatto arrabbiare...e sfogati, dai!”

A quelle parole, Alyssa aprì di nuovo la portiera dell'auto. Non che desse loro tanta importanza, ma le erano bastate per decidere che quello era un argomento che non voleva assolutamente affrontare. Misa la guardò amareggiata, mentre faceva finta di nulla.

Io non sono innamorata di Ryuzaki, la prossima volta che mi dici una cosa del genere, ti stacco la testa dal collo.” le disse, sforzandosi di risultare tranquilla. Ma qualcosa nella sua voce la tradiva.

E Misa se ne accorse, ma non ebbe il tempo di dire nulla che qualcosa, alle spalle di Alyssa, attirò la sua attenzione. Vide due uomini camminare verso di loro, i due erano vestiti in giacca e cravatta e stavano parlando tra di loro.

Namikawa e Higuchi.

E quest'ultimo si accorse subito di Misa. Alyssa la sentì imprecare, ma non capendo cosa stesse succedendo, si voltò mostrando così anche il suo viso.

Porca miseria..” disse poi, quando sentì gli occhi dei due uomini su di sé. Lei e Misa si ritrovarono con le spalle rivolte a loro e lo sguardo fisso sul tetto dell'auto.

Che facciamo?” chiese la bionda.

Era chiaro cosa dovessero fare, ormai loro le avevano viste e le due ragazze non potevano fare altro che stare al gioco, altrimenti avrebbero solo destato sospetti. Alyssa si voltò verso di loro e Misa compì lo stesso gesto, ma mostrando una espressione più titubante in viso, rispetto a quella della compagna. Ad Alyssa non sfuggì il modo in cui Higuchi le aveva squadrate dalla testa ai piedi, Misa in particolar modo. Lei indossava un semplice paio di jeans e una t-shirt nascosta sotto la giacca, quello sguardo malizioso che giunse pure a lei, era particolarmente fuori luogo e inappropriato.

Buongiorno signore.” disse Namikawa, riservò loro un lungo sorriso e Alyssa per poco non alzò le sopracciglia in segno di disapprovazione, poi ricordò che Elle lo aveva individuato come l'unico non sospettabile del gruppo e perciò di lui poteva, almeno in parte, fidarsi. Il suo sorriso era diverso da quello di qualche sera prima: era visibilmente nervoso e stanco, colpevole forse la telefonata che Light gli aveva fatto. Higuchi invece sembrava tranquillo, il suo sguardo slittava dalla mora alla bionda per poi soffermarsi a lungo su quest'ultima.

Misa faceva di tutto per evitare di incrociare il suo sguardo, la sera del party non l'aveva lasciata in pace un solo attimo e lei avrebbe portato sempre un brutto ricordo di quella brutta faccia.

Buongiorno signori, come va?” chiese Alyssa, fingendosi rilassata, anche se non lo era affatto.

Noi stiamo bene, grazie. Siamo appena usciti da una lunga e noiosa riunione...” rispose Higuchi, indicando con il pollice la sede della Yotsuba alle loro spalle. Intanto dei veicoli nella strada dietro di loro passarono velocemente sulla carreggiata.

Bello.” disse Misa, con una voce stridula e fastidiosa che le fece rimediare un'occhiataccia da Alyssa. I due la guardarono un attimo confusi, poi posero loro delle domande sul loro lavoro e riguardo la tragica “morte” del manager Matsu. Peccato che lui era vivo e vegeto a loro insaputa e pronto a compiere ulteriori danni.

Alyssa si presentò come la nuova manager, anche se alla festa aveva fatto la figura della poco di buono e sembrava più una spogliarellista. Ma quelli erano dettagli.

C'è una festa domani sera in onore della crescita della nostra azienda...vi va di venire?” propose loro Higuchi. Namikawa lo guardò a lungo, come se si stesse trattenendo dal ricordargli che non era tempo di fare festa. C'era pure sempre Kira tra di loro e la minaccia di Elle era costantemente presente, ad Alyssa parve di leggere quel pensiero nella mente dell'uomo.

Stava per rifiutare nel modo più cordiale che potesse riuscirgli, ma Misa non pensò prima di aprire la bocca e allargò le labbra scarlatte in un sorriso. “Perchè no? Sarebbe carino!”

Alyssa la guardò incredula, stava per partirle una di quelle gomitate che nei cartoni animati fanno girare la testa ai personaggi colpiti. Ma si trattenne, la sua impulsività con Misa si era parecchio attenuata.

Veramente non possiamo, Misa-Misa... abbiamo da fare, ricordi?” le rispose tranquillamente, ma Misa non sapeva che quel “ricordi” era stato usato solo per farle ricordare in che situazione si trovavano. Perciò non capì che non c'era nulla da ricordare, se non il fatto che doveva tapparsi la bocca una volta per tutte.

Higuchi non desistette, prese un tesserino dalla sua giacca e ci scrisse sopra indirizzo e numero di telefono, poi lo porse ad Alyssa. “Se cambiate idea, inizia domani alle nove...” disse, con un sorriso che faceva venire i brividi per quanto era disgustoso. I suoi occhi neri si posarono di nuovo su Misa, in una maniera viscida che fece venir voglia ad Alyssa di difendere la bionda da quello sguardo. Per la prima volta in vita sua, ringraziò il cielo per essere stata ignorata.

Guardò il tesserino tra le sue dita, poi lanciò un'occhiata a Namikawa che le sorrise di rimando.

Ci penseremo, buona giornata!” disse lei, lanciando loro intendere che dovevano salire in auto e tornare a casa. Anche i due non se lo fecero ripetere due volte, Namikawa in particolar modo sembrava davvero avere fretta di allontanarsi il più possibile da quel posto.

La voce metallica di Elle, anche se era stato Light a parlare, doveva incutere davvero timore a qualcuno sottoposto a tale ascolto. Lei non ci aveva mai fatto caso, rabbrividiva quando la sentiva ma non ne era mai stata inquietata, perchè non era mai stata soggetto di quella voce penetrante.

I due si allontanarono e le due ragazze entrarono rapidamente in auto.

Prima di mettere in moto, Alyssa non si trattenne dal guardare in malo modo Misa. “Ma come ti è venuto in mente?” la rimproverò, stringendo il volante saldamente, nonostante l'auto fosse ancora ferma. Misa la guardò con aria innocente, alzò le spalle e sbarrò i suoi grandi occhi scuri.

Pensavo fosse una buona idea per arrivare a Kira!” disse, come se fosse una cosa ovvia.

Ma cosa pensava di capire in una festa? Non ci sarebbero stati solo quegli otto, ma moltissime altre persone e scoprire chi era Kira, era praticamente impossibile in una circostanza simile.

O meglio, lei sperava fosse così: non avrebbe sopportato un'altra situazione come quella di qualche sera prima. “Misa...tu non pensi, perciò non fingere di farlo.” le disse e la ragazza mise il broncio, offesa come se fosse una bambina.

E ora torniamo a casa, non vedo l'ora di vedere qualcun altro.” concluse poi Alyssa, mettendo in moto la sua auto. Ogni riferimento era puramente casuale.


Quando rientrarono al quartier generale, Alyssa perse subito la poca voglia che aveva di tornarci.

Erano tutti in pausa, tranne Elle ovviamente, ma vicino a lui sedeva Wedy con le gambe nude accavallate e il viso posato sulla mano destra. Alyssa non aveva mai capito se lei fosse attratta da Elle o meno, stava di fatto che non sopportava a prescindere che si comportasse da gatta morta con lui. Si fermò davanti alla porta scorrevole, Misa ruppe il silenzio con un gridolino e attirò tutta l'attenzione su di loro.

Elle fu l'unico a non voltarsi, Light ruotò di scatto la sedia girevole, distogliendo l'attenzione da uno schermo che stava fissando intensamente e lasciò che la bionda gli corresse incontro e andasse a sedersi sulle sue ginocchia. I poliziotti erano seduti su dei divani, poco distanti dai monitor dei computer e stavano parlando per fatti loro. Il sovrintendente sembrava essersi addormentato sullo schienale del divano, teneva le dita sopra gli occhi e cercava di trarre riposo d quel gesto.

Alyssa restò immobile, il suo sguardo rimase fisso su Wedy e sulle sue lunghe gambe troppo vicine ad Elle. Camminò spedita verso di loro e si parò tra i due, colpendo i piedi di Wedy con le proprie ginocchia.

Ehi, non mi hai vista per caso, ragazzina?” la rimproverò lei, con il suo forte accento inglese. Stranamente Alyssa adorava quel tipo di accento, ma per Wedy avrebbe pur fatto un eccezione.

Elle alzò lo sguardo su di lei, il suo movimento fu inequivocabilmente incomprensibile per il ragazzo: in effetti, i due avevano discusso e non si erano parlati per giorni, era strano che lei gli si avvicinasse in quel modo all'improvviso. La ragazza si accorse solo dal suo sguardo di aver compiuto un gesto così stupido e impulsivo, lei non voleva parlare con Elle ma il modo in cui si era avvicinata per separarlo da Wedy, l'avrebbe praticamente costretta a farlo.

Altrimenti lui avrebbe capito cosa realmente si nascondeva dietro quella mossa.

Vuoi qualcosa?” chiese il detective, restando con il busto rivolto verso gli schermi e lo sguardo fisso sul viso di Alyssa. Per fortuna, l'oscurità nascondeva il suo volto rosso come un peperone.

No, voglio solo sapere se ci sono novità...” rispose lei, assumendo un tono tranquillo che però non ingannò nessuno.

Sopratutto Elle.

Wedy inclinò la testa, in modo che la schiena di Alyssa non la coprisse. “Sei ancora più fuori di testa dell'ultima volta...quando avevi i capelli rosa e il piercing al naso.” le disse.

Light e Misa restarono in silenzio, il ragazzo in particolar modo rimase stupito dalla reazione di poco prima di Alyssa. Elle invece rimase immobile a fissare la mora e il modo in cui evitava il suo sguardo. Se era arrabbiata, era strano che gli avesse rivolto la parola, anche a scopo informativo riguardo al caso.

Alyssa si voltò verso Wedy. “Tu invece sei più nuda dell'ultima volta..” la provocò. La bionda la guardò con sfida da sotto gli occhiali da sole che indossava, nonostante si trovassero in un posto buio e chiuso come quella stanza.

Siamo state invitate ad una festa, lo sapete? Alyssa ha fatto colpo su Namikawa e io su Higuchi!” disse Misa entusiasta. Poi si rese conto che forse non era una cosa davvero positiva, sopratutto per lei. “Però a te è andata meglio, Lysa-Lysa...Namikawa è un bell'uomo almeno!”

Alyssa sospirò, avrebbe preferito che la storia della festa non fosse venuta fuori perchè qualcuno avrebbe potuto farci un pensierino. E lasciarla fuori da tutto.

Light e Elle guardarono Misa nello stesso istante, la bionda non capì cos'aveva detto di così strano. Guardò il detective e notò che stava riflettendo, ma non sul fatto della festa, ma sul fatto che Alyssa aveva attirato l'attenzione di un altro uomo.

La cosa non lo stupiva, ovviamente, ma lo infastidiva.

Solo che cercò di non darlo a vedere come al solito, lanciò solo un'occhiata veloce ad Alyssa e la vide stringersi le braccia al petto, con lo sguardo rivolto verso Misa.

Perchè su tutto quello che succede devi fare pubblicità? Non puoi stare zitta per un solo minuto?” la rimproverò ed Elle non poté fare a meno di pensare che adorava quel suo lato così infantile. Sempre di più.

Approfittò del fatto che lei non lo stesse guardando e abbozzò un sorriso.

Ryuzaki, io penso che questa festa potrebbe esserci utile per scoprire chi è Kira, non pensi?” Misa ignorò la ramanzina della ragazza e si rivolse al detective, che posò nuovamente l'attenzione su di lei. La bionda fece girare la sedia sotto di loro, facendo forza sulle ginocchia di Light che intanto alzava gli occhi al cielo. Alyssa non aveva mai pensato che Misa facesse quelle proposte assurde e fastidiose, per fare in modo che le manette liberassero al più presto il polso di Light, in modo che potesse restare sola con lui.

Era un pensiero egoistico ma a dir poco comprensibile. Anche lei voleva che tutta quella storia di Kira terminasse il prima possibile, ma non si lasciava certo andare ad assurdità del genere.

Anche se di assurdo, purtroppo, c'era ben poco: alla fine poteva essere un idea non buona, ma abbastanza utile al fine di avere un disegno chiaro del nuovo Kira.

Guardò Elle, lui si passò un dito tra le labbra e assunse la sua tipica espressione pensierosa. L'idea di lasciarle andare a quella festa lo sfiorò per un solo istante, necessario per fargli credere che forse gli sarebbe servito a qualcosa. Ma poi, il pensiero di voler continuare a difendere Alyssa s'impadronì di nuovo di lui.

Lanciò un'occhiata alla ragazza, che si era messa a battibeccare con Wedy usando un forte accento inglese che le riusciva davvero bene da imitare. Notò, però, che con lo sguardo continuava a guardare ogni tanto verso di lui.

Tu vuoi prendere parte a questa festa, Aly?” le chiese.

Quella domanda lasciò per un attimo basita la ragazza, guardò a lungo Elle e poi rivolse uno sguardo a Misa che stava già sorridendo a trentadue denti per la sua vicina vittoria. Alyssa pensò che andare a quella festa non sarebbe stato utile davvero, ma provarci non costava nulla.

Lei e Misa erano comunque fuori dal pericolo di essere uccise da Kira.

Non lo so...tu che ne pensi? Io posso prendere pure parte a quella festa, dopo lo schifoso abitino verde vomito dell'altra volta..non mi spaventa più nulla.” rispose lei, decidendo di sentire prima il parere di Elle piuttosto che il suo. Si portò le mani sui fianchi, intanto Light li guardava in silenzio, come se attendesse l'esito di quella discussione.

Elle rimase a fissare gli schermi davanti a sé, in quei giorni aveva preso in seria considerazione la possibilità di aver sbagliato tutto con Alyssa, solo per dare retta ad una delle tante voci che circolavano nella sua mente. Aveva solo sminuito le capacità della sua collega e si rese conto solo allora che era un grande errore.

Decise così di ignorare quella forza che lo spingeva a rinchiudere la ragazza in una teca di cristallo e si voltò verso di lei. “C'è una piccola probabilità che questa cosa si possa rivelare minimamente utile, ma elaborerò un piano solo se tu vuoi farlo.” le disse.

I due si guardarono a lungo, entrambi avevano un pensiero diverso che gli occupava la mente, ma nessuno dei due riusciva a percepirlo. Alyssa trattenne il fiato per tutto il tempo in cui quegli occhi neri rimasero a fissarla.

Poi, senza che nemmeno se ne rendesse conto, le sue labbra si aprirono in una semplice frase.

Va bene, ci sto.”


Ne sei davvero sicura, Aly?”

Alyssa si voltò verso Light, si trovavano in cucina e il ragazzo, come al solito, era attaccato ad Elle che sedeva a pochi passi da lui al tavolo.

Era stato costretto a prendersi la pausa caffè, solo perchè Light aveva deciso di farla. L'espressione sul suo viso in quel momento, lasciava intendere tutto il fastidio che il non avere la testa indaffarata gli provocava. Guardò i due, che stavano in piedi, con le spalle rivolte a lui vicino alla macchina del caffè.

Il modo in cui Alyssa guardava il ragazzo, come se nutrisse estrema fiducia in lui, non lo comprendeva e lo considerava ingenuo da parte sua.

È una festa..e poi mi occuperò io di Misa.” gli disse, osservando il caffè che fuoriusciva dalla macchinetta per poi cadere dentro il bicchiere.

Non è solo per Misa, l'ultima volta abbiamo dovuto far morire Matsuda per risolvere la cosa..” obiettò Light, guardandola attentamente negli occhi. La ragazza rimase ulteriormente stupita da quello sguardo, aveva gli occhi che trasmettevano tutti i suoi pensieri che un tempo sembravano impercettibili. Non si sarebbe mai schiodata dalla mente l'immagine di un altro Light che conosceva.

Anche se era una cosa difficile e inverosimile da spiegare.

Non preoccuparti, so come devo comportarmi.” gli rispose, lanciò un'occhiata ad Elle alle loro spalle e si accorse che li stava osservando di sottecchi. Trangugiò poi il suo caffè e fece finta di nulla. Ma non riuscì a rimanere in silenzio.

Yagami, non fingere di preoccuparti...Alyssa sa badare a sé stessa e io mi fido ciecamente di lei.”

Light si voltò verso di lui, analizzò la freddezza con cui aveva parlato e percepì il tono di sfida racchiuso in esso. Succedeva sempre così, quando i due si trovavano a fronteggiare due argomenti ben precisi: Kira e Alyssa. La cosa era incomprensibile per entrambi, riguardo la seconda opzione.

Ma non eri tu quello che le ha fatto la ramanzina l'altro giorno?” gli chiese.

Io sono su un altro piano rispetto a te, posso permettermi di preoccuparmi per la mia collega. Tu non ha alcun ruolo in tutto questo.” precisò Elle, portandosi di nuovo la tazzina di caffè alle labbra come segno di sfida.

Alyssa stava sull'attenti, sentiva che la tensione in quella stanza avrebbe preso, prima o poi, fuoco. Light si voltò completamente verso di lui. “Per colpa tua, è anche una mia collega, ricordi?” gli disse, sorridendogli con un cenno di sfida.

Elle alzò lo sguardo su di lui. “Sì, ma tu eri Kira, perciò non hai alcun diritto di fingere di preoccuparti con la mia collega.” lo sfidò di nuovo.

Light fece un passo verso di lui, accettò il suo sguardo che celava davvero del desiderio di provocare e decise di restare al gioco. Alyssa fece un passo verso di loro, preparandosi alla possibilità di dover separare quei due appena fosse divampato l'incendio.

Ancora con questa storia? È la seconda volta che la tiri fuori, alla terza non lo sopporto più.”

Anticipiamo il momento allora? Tu eri Kira e lo proverò non preoccuparti.”

A quell'ennesimo lancio di sfida, Light alzò il pugno ed Elle la gamba, si colpirono in pieno viso e con la stessa forza, nello stesso preciso momento.

E basta!” esclamò Alyssa, scattando verso di loro e separandoli: Elle restò seduto sulla sedia, mentre Light rimase dietro le spalle della ragazza, massaggiandosi il volto colpito. “Quando la smetterete di fare gli idioti?”

Quando qualcuno la smetterà di provocare...”rispose Light.

La verità brucia più di una bugia.” Elle si risistemò sulla sedia e afferrò nuovamente la tazzina che aveva abbandonato sul tavolo poco prima dello scontro con Light.

Ok, ora basta. Datevi una calmata.” Alyssa si parò completamente di fronte a Light e lo guardò come per implorarlo di stare fermo. “Dobbiamo elaborare un piano per la festa...”

Io il mio piano ce l'ho già: vai alla festa e studi le azioni dei membri della Yotsuba.” rispose Elle, evitando il loro sguardo. “E poi io ti terrò d'occhio attentamente, non c'è bisogno che qualcuno continui a fingere di tenerci a te.”

Sono un essere umano io, mica una macchina priva di emozioni come te.” lo sfidò di nuovo Light.

Alyssa lo fulminò con lo sguardo. “Ma la smettete di fare le galline? Non vi si regge più, davvero!”

Ok, ma Alyssa? Ti avviso, io preferisco saperti in un posto sicuro piuttosto che in mezzo a dei possibili sospettati...perciò, se vuoi rifiutati ora, io lo accetterò senza problemi.” le disse Elle, la ragazza si voltò verso di lui e lo guardò stupita. Non riusciva ad incontrare gli occhi del ragazzo, li teneva bassi come se volesse evitare di farli entrare in contatto con lei.

Si sentì avvampare, al pensiero che lui la stesse lasciano libera ma allo stesso tempo la volesse proteggere. Era una cosa che non capiva, ma che la faceva sentire strana.

Light li osservò, sentì come se fosse appena diventato invisibile di fronte a loro.

Rifiutarmi? Io?” ridacchiò la ragazza. “Mai!”


E se mi rifiutassi adesso?”

Elle alzò gli occhi al cielo, lasciandosi andare a quella debolezza chiamata fastidio.

Alyssa era chiusa nel bagno della sua camera da minuti, intenta a mettersi il vestito che Watari le aveva fatto recapitare per andare al party della Yotsuba. Frasi come l'ultima che aveva pronunciato, avevano rotto il silenzio troppe volte.

Sei stata tu a dire che eri d'accordo...” ci tenne a ricordarle per l'ennesima volta il ragazzo.

Si era di nuovo separato da Light solo per quella occasione, il ragazzo stava aspettando fuori dalla stanza, sorvegliato da Matsuda e dal sovrintendente. Alyssa sbuffò e il ragazzo sentì il rumore dei suoi tacchi a spillo che toccavano il pavimento. Rimase appollaiato sulla poltrona vicino alla parete, sperando che la ragazza prima o poi si decidesse ad uscire da quella maledetta porta.

Sì, lo so ma...Watari non poteva scegliere un vestito meno..elegante?” disse lei, con voce leggermente incrinata come se volesse simulare l'inizio di una serie di capricci.

Elle sbuffò di nuovo, mai come quel giorno lo aveva fatto. “Aly, si tratta di una festicciola di poche ore, dove tutti chiederanno l'autografo a Misa....nessuno si accorgerà di te.” le disse, non analizzando per bene il lato offensivo che quella frase avrebbe potuto mostrare.

Infatti Alyssa si ammutolì per un attimo, almeno quelle parole però la spinsero finalmente ad uscire dal bagno. “Ah sì? Ma quanto sei gentile e sensibile, dico sul serio!” disse.

Elle rimase basito quando la vide camminare verso di lui e trovò che la sua frase di poco prima fosse a dir poco inappropriata. Alyssa indossava un tubino nero, che metteva in risalto il suo fisico esile e allo stesso tempo allenato, i piedi s'innalzavano su vertiginosi tacchi che la ragazza doveva detestare ma che la rendevano più alta ed elegante. La cosa che lo colpì di più però furono i capelli: Alyssa non li aveva mai portati così mossi, le circondavano il viso delicatamente e mettevano quasi in risalto la forma dei suoi occhi chiari.

Non aveva mai pensato che Alyssa fosse brutta, ma non si era mai soffermato realmente a guardare quanto fosse bella, come in quel momento. Considerava la bellezza esteriore una cosa troppo materiale e finita per poterla davvero apprezzare: le idee della mente possono perdurare nel tempo, anche dopo la morte, e la prova stava nell'evolversi della conoscenza grazie a grandi menti che si erano poi spente. La bellezza invece poteva durare solo per un certo periodo della propria vita, per poi spegnersi lentamente nella vecchiaia e morire.

Per quel motivo non aveva mai dato peso a quel lato troppo fisico e anche materialista, da un lato, della vita umana.

Perchè apprezzare delle cose simili?

In quel caso però, mentre Alyssa camminava lentamente per non cadere sui tacchi e mentre sbarrava lo sguardo mentre si osservava la vita, non poté fare a meno di pensare che anche la bellezza, in parte, fosse una cosa che poteva durare all'infinito.

Dubitava che avrebbe mai dimenticato quell'immagine negli anni avvenire.

Dillo...sono orribile? Ho le cosce grosse e non mi esprimo sul didietro...” disse lei, cercando di mettersi in equilibrio sui tacchi.

Elle distolse un attimo lo sguardo, quando si accorse che i suoi pensieri stavano assumendo una forma troppo umana, semplice e quindi fastidiosa nella sua mente.

No, sei carina.” le disse semplicemente, sforzandosi di non andare oltre.

La ragazza rimase comunque stupita da quelle parole, troppo fredde ma stranamente sincere nella bocca del ragazzo. “Oh grazie.” rispose titubante, si avvicinò poi allo specchio di fronte ad Elle per osservarsi meglio. Il ragazzo si accorse che la cerniera sulla schiena della ragazza si era parecchio abbassata, ma che lei non se n'era accorta.”Io comunque continuo a dire che Watari ha esagerato.”

Alyssa iniziò a parlare a vanvera, elencando una serie di difetti fisici che solo lei aveva notato e di cui solo lei conosceva l'esistenza. Elle sentiva invece di dover allacciare quella cerniera, non sapeva perchè ma i suoi occhi si erano soffermati troppo a lungo sulla spaccatura sulla schiena della ragazza. Si alzò lentamente in piedi, lei continuava a parlare senza senso e si bloccò solo quando sentì le dita del ragazzo sfiorarle la pelle. Una serie di brividi le corsero lungo la schiena, mentre la zip saliva sempre di più fino a chiudersi.

Si sentì per un attimo soffocare, ma non doveva essere per il fatto che il vestito fosse di una taglia più piccola della sua, ma per il fatto che, per un solo misero secondo, le dita di Elle le avevano sfiorato la pelle.

Che figura avresti fatto se fossi andata in giro con la cerniera aperta?” le chiese Elle, abbassando il capo e parlando con una freddezza ancora più glaciale. Alyssa lo guardava dallo specchio, erano sempre stati quasi pari in altezza e ora lei lo superava di pochi centimetri. Non riusciva a vedere il suo volto oltre le sue spalle, ma solo la miriade di capelli sopra la sua testa troppo piena.

Dovette sospirare, per ricordare che i suoi polmoni avevano bisogno di ossigeno.

Grazie, non me n'ero accorta.” rispose, non riconoscendo nemmeno la sua stessa voce.

Elle si allontanò, le diede le spalle e fece dei passi verso la poltrona su cui fino a poco prima era rimasto seduto. “Watari dopo provvederà a metterti delle microspie nel vestito...” le disse.

Ma non sono necessarie! Sarà una festa che porterà a niente, tanto già lo sappiamo...” rispose lei e maledì il momento in cui aveva accettato di dare credito ad un altra delle idee di Misa. Si girò verso il ragazzo, lui aveva affondato le mani nelle tasche e si era di nuovo girato verso di lei.

Ci sarà Kira a quella festa probabilmente, lo sai no?” le disse.

Alyssa spalancò lo braccia, intanto, per poco, inciampò sui tacchi e cadde a terra. “So difendermi da sola...e poi, Kira non arriverà mai a quell'orrendo e vero nome che ho!” esclamò e si lasciò andare ad un sorriso.

Elle non rispose, abbassò lo sguardo e osservò i piedi di Alyssa che combattevano con la forza di gravità. Si avvicinò a lei e le porse le mani, in modo che potesse trovare così un equilibrio.

Lei le posò sulle sue, quelle di entrambi erano freddissime ma trovarono calore l'una in quella dell'altra. La ragazza tenne lo sguardo basso, strinse per qualche secondo i palmi del ragazzo e riuscì finalmente a ridimensionarsi sui tacchi.

Delle converse erano più sostenibili come cosa.” sbuffò lei, guardandosi i piedi vicini alle punte nude di quelli di Elle. Il ragazzo fece lo stesso.

L'eleganza è un concetto che apprezzo, non rovinarlo con il tuo essere mascolina..” le rimproverò.

Ma parli tu che indossi jeans più grossi di te e che non usi quasi mai le scarpe?”

La sentì ridere, un suono che lo riportava sempre ai vecchi tempi, quelli in cui erano solo due bambini soli che cercavano compagnia l'uno nell'altra. Poi erano diventati amici e colleghi, che si aiutavano reciprocamente e si rendeva utili ai fini di soddisfare i bisogni e le necessità dell'altro.

Ma in quel momento che cos'erano? Era difficile da definire quello che si consideravano in quel preciso istante, il caso Kira aveva cambiato molte cose.

Anche loro.

Ma nessuno dei due sapeva dire se era una cosa positiva o meno.

Tornando al discorso di prima...io so difendermi da sola.” disse Alyssa, alzando poi lo sguardo su di lui. Gli sorrise con sfida, il ragazzo allora decise di metterla alla prova.

Le strinse il polso e glielo storse appena, sforzandosi di non farle male. Lei allora colse subito al volo la sfida lanciatele, replicò al colpo di Elle e cercò di farlo girare sulla schiena.

Non ci riuscì, poiché lui le oppose resistenza.

Sai difenderti da sola eh?” la provocò il ragazzo.

Lei gli sorrise “Ringrazia che mi hai colta alla sprovvista.” gli disse.

Cercarono di colpirsi di nuovo, era strano il modo in cui quei due si divertivano a punzecchiarsi e poi a sfidarsi reciprocamente e all'improvviso. Come se fosse un gioco.

Elle alzò la gamba e fece in modo che lei avesse il tempo necessario per pararsi, alzando le braccia per difendersi. Alyssa ci riuscì, poi usò il braccio destro per replicare al colpo.

Ma qualcosa andò storto: la ragazza non riuscì più a stare in bilico sui tacchi e cadde in avanti, finendo addosso ad Elle. Il ragazzo si ritrovò con al schiena sul pavimento, lei cadde distesa sopra di lui e allungò le mani in avanti per non finire con il suo viso contro quello di Elle.

I due si ritrovarono a pochi millimetri di distanza, le mani di lei rimasero affianco al viso del ragazzo che fissò a lungo quegli occhi verdi che tanto adorava. Alyssa trattenne il fiato, perchè un solo flebile respiro che fosse uscito dalle sua labbra avrebbe sfiorato quelle di Elle.

Desiderò ardentemente potersi alzare in piedi, ma quei dannati tacchi le impedivano di trovare l'equilibrio necessario. “S-scusa...” disse imbarazzata.

Elle nemmeno la sentì, si ritrovò ad accarezzarle il viso senza che nemmeno si rendesse conto di quel movimento della sua mano. La ragazza abbassò lo sguardo, inevitabilmente lo posò in quel punto sopra il suo mento e sotto il suo naso. Anche Elle non riusciva a guardarla negli occhi.

Si accorse troppo tardi di quel gesto di improvvisa impulsività umana, la ritrasse e si schiarì la voce, come per destarsi da un sogno.

Alzati, mi stai schiacciando tutto.” le disse.

Cercò di rizzarsi a sedere, le posò le mani sulle spalle nude e la spinse delicatamente, in modo che trovasse l'equilibrio necessario per potersi alzare. Elle si tirò le ginocchia verso il petto e restò con le mani affianco a sé, lei si portò una mano tra i capelli e rimase inginocchiata malgrado la punta delle scarpe le impedisse di stare ferma.

Elle non la stava guardando, ma lei stava guardando lui.

Il modo in cui le aveva toccato il viso non era da Elle. Perciò voleva dire che era scattato qualcosa in lui, come era successo in lei, nel momento in cui si erano ritrovati così vicini.

Ma come sempre, si era bloccato quando il suo cervello gli aveva ricordato che non lo stava più ascoltando. Alyssa però era stanca di quella situazione, era stanca di seguire la testa del ragazzo ma voleva seguire qualcos'altro.

Qualcosa che era suo e che la spingeva ad affrontare il cambiamento.

Era sempre stata quella la paura più grande che bloccava entrambi, ma era una paura dettata da una forza che Elle non sapeva fronteggiare. La sua mente gli impediva di riconoscerla, invece Alyssa la conosceva bene e si sentì pronta ad affrontarla.

Senza che nemmeno se ne rendesse conto, scattò in avanti e posò le labbra su quelle di Elle.

Seguì un lunghissimo silenzio, entrambi lo sentirono attorno a loro mentre le loro labbra restavano unite.

Alyssa posò la mano sul mento del ragazzo e chiuse gli occhi, assaporando quel momento che tanto aveva aspettato. Elle restò immobile, aveva chiuso gli occhi e non riusciva a valutare la situazione in cui si trovava.

Non riusciva a pensare, era la prima volta in tutta la sua vita che qualcosa gli impediva di lasciar scorrere i suoi pensieri.

Il bacio durò diversi secondi, che parvero durare un'eternità.

Alyssa si separò lentamente e guardò l'espressione di Elle per studiarne i sentimenti. Lui aveva abbassato la testa e si era portato la mano alle labbra, come se volesse di nuovo avvertire il tatto di quelle delle ragazza che sfioravano le sue.

Lei attese in silenzio, non sapeva perchè lo stava facendo, ma sentiva che avrebbe trovato la risposta solo quando lo avrebbe di nuovo baciato. Cosa che fece prontamente, quando lui alzò lo sguardo su di lei: le loro labbra si unirono di nuovo, ma con più passione.

Cogliendola di sorpresa, Elle si lasciò andare. Le passò una mano sulla nuca e premette la sua testa di più verso la sua. Alyssa gli posò le mani sulle guance e lasciò che il bacio divenisse sempre più appassionato.

Elle non pensava in quel momento, sentì che tutta la sua forza proveniva da un punto nel suo petto che lo spingeva sempre di più a volere Alyssa.

Non gli importava di nulla in quel momento, non aveva mai capito che il bisogno che sentiva di lei era cambiato così tanto. Ma poi il pensiero tornò in lui, il pensiero che viste le circostanze pericolose in cui si trovavano, non era necessario lasciarsi andare a quelle piccole, potenti forze chiamate emozioni.

Cosa poteva dargli lui in tutta quella vita? Si rispose subito: nulla. Lei era troppo diversa da lui e stava già pagando tutto per essergli stata semplicemente solo amica.

Cosa che non si considerava più da tempo ormai.

Si separò un po' da lei, la ragazza aprì gli occhi ma li lasciò posati sulle labbra di Elle, le sfiorò di nuovo ma capì che qualcosa non andava.

Smettiamola qui..non era necessario.” disse lui, tornando freddo e impassibile in un solo secondo.

La ragazza lo osservò incredula, mentre si alzava in piedi lentamente e le porgeva la mano.

Dopo vari secondi di silenzio, lei alzò gli occhi per guardarlo in viso, rifiutò il suo aiuto e fece da sola. “Necessario?” ripeté incredula. “Ci siamo baciati e tu dici che non era necessario?”

Il contatto fisico non è mai necessario, sono solo bisogni che possono essere ignorati.” rispose lui. “Non è come il cibo o il dover andare in bagno.”

Ma ti ascolti? Io sento ancora il sapore delle tue labbra e tu mi fai un discorso sull'importanza o meno del contatto fisico nella vita di una persona? Me sei scemo o ci fai?” esclamò lei incredula.

Elle abbassò lo sguardo, odiò profondamente l'essersi trovato in una situazione simile e che lui stesso aveva voluto. Sentiva anche lui ancora il sapore delle labbra di Alyssa sulle sue, ma stava facendo di tutto per ignorarlo.

Non voleva che una cosa simile accadesse. Sapeva che non sarebbe riuscito a sopportarla.

Alyssa lo guardava incredula, il ragazzo si passò una mano tra i capelli e distolse lo sguardo. La ragazza non riusciva a credere che quel momento potesse essere rovinato dai troppi ragionamenti, contorti e in quel caso inconcludenti di Elle.

Non mi sono baciata con l'aria, anche tu hai ricambiato.” ci tenne a precisare.

Me ne sono reso conto.” rispose lui, desiderando solamente uscire al più presto da quella stanza.

Allora, perchè ora ti blocchi di nuovo se lo volevi anche tu?”

Io non lo volevo.”

Alyssa restò a bocca aperta di fronte a quelle parole, pronunciate con una freddezza che in quel caso non sopportava. Elle si accorse solo dopo un po' di essere stato frainteso, lui il bacio lo voleva ma allo stesso tempo non voleva cedervi.

Non poteva sostenere quel cambiamento nella sua vita. Ma Alyssa sembrava davvero pronta a farlo.

Era lei la più forte tra i due in quel momento.

Spalancò le braccia e si morse le labbra. “Ok, come sempre hai vinto tu allora.” disse e cercò di superarlo.

Elle le prese il polso e la fece fermare. “Aspetta.” le ordinò.

Senza che lo volesse, lei obbedì. Ma sentiva già qualcosa premere nei suoi occhi.

Affrontare una cosa simile, con la bufera scatenata da Kira là fuori, non è davvero il caso e lo sai bene. Devi accettare che sia stato un errore.” le disse, guardando i capelli di Alyssa.

Incredibile, le stava dicendo persino di accettare la sua teoria.

Ma lei non lo avrebbe mai fatto, non dopo quello che aveva provato in quel bacio. Anche se era una cosa a senso unico.

Sei un vigliacco, Elle.” disse, continuando a dargli le spalle. Intanto lui lasciò lentamente la presa sul suo polso. “Non lo avevo mai pensato prima, ma adesso invece sì. A me della bufera non m'importa nulla, se vivo una cosa forte come l'ho vissuta poco prima.”

Elle sospirò, abbassò gli occhi e lasciò che lo sguardo di Alyssa lo immobilizzasse. “Ma tu non puoi essere umano nemmeno con me, vero?”

Attese una risposta che sapeva non sarebbe mai arrivata, osservò i capelli di Elle coprirgli gli occhi e si sentì le lacrime salirle.

Ora vado, tanto sono qui solo per lavoro, no?” gli disse.

Non attese nemmeno una risposta che si allontanò, Elle sentì la porta spalancarsi per poi chiudersi di colpo. E rimase in silenzio, nemmeno la voce dei suoi pensieri parlava in quel momento.


Buon pomeriggio! :)

E finalmente in questo capitolo qualcosa si è smosso tra L e Alyssa....ma quanti di voi mi hanno mandato mille colpi quando ho fatto finire il capitolo in questo modo? Eh lo so, forse me li merito!

Intanto, spero di non essere uscita dal personaggio di L, perchè immaginarmelo in certe situazioni mi risulta piuttosto difficile e la paura di renderlo OOC è sempre parecchio costante...spero di essere rimasta fedele al suo carattere, anche se purtroppo ne dubito.

Detto questo, come sempre, ringrazio tutti i lettori, chi recensisce e coloro che hanno inserito questa storia tra le seguite, ricordate e preferite!

Ciao a tutti! ^^







































  
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