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Autore: DarkLullaby21    10/02/2012    2 recensioni
- Che cosa vuoi, Draco? –
Lui si morde un labbro, come ha sempre fatto, e butta giù metà del bicchiere; la classe rimandata ad una prossima volta.
- Volevo vederti –
A volte il male che facciamo è troppo grande per essere perdonato.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Some times

Disclaimer: Non detengo nessun diritto sulla serie di Harry Potter ed i suoi personaggi. Questa storia non è a scopo di lucro ma scritta solo per divertimento personale.

Durante la lettura della storia consiglio di ascoltare "Someone Like You" by Adele.

Sometimes it lasts in love, but sometimes it hurts instead



 

Il locale è piuttosto morto quella sera, persino per essere mercoledì, e Charlie, finita la sua ultima ode a Luis Armstrong, si stava sistemando per andare a casa da sua moglie – Katy, mi pare si chiami.

Il mio tavolino incassato nell’angolo più ombroso del jazz-club è davvero un ottimo punto per imparare molte cose sugli altri senza che loro se ne accorgano.

Al banco Mick sta impunemente flirtando con un biondo dal lato B veramente niente male che con tutta probabilità diventerà un altro fidanzato-delle-due-settimane, per poi essere archiviato come tutti i suoi predecessori; il poveretto è l’ultimo di una lunga serie che si è lasciato incastrare dagli occhioni da cerbiatto del barista, ma almeno ci avrebbe guadagnato quindici giorni di fantastico sesso.

Come faccio a saperlo io? Perché gli occhioni da cerbiatto avevano conquistato anche me, ma sono stato abbastanza furbo nel far finire la cosa la mattina seguente e probabilmente è stato proprio quello a far si che Mick ed io diventassimo ottimi amici.

In quel momento Bea mi passa davanti infilandosi il cappotto, il biglietto del 34 stretto tra i denti, bofonchiando saluti frettolosi per non perdere il mezzo pubblico.

Pochi attimi dopo Ally esce dal retro del bar finendo di allacciarsi il grembiulino nero da cameriera per cominciare il suo turno.

- Ciao bel tenebroso, ti porto il solito? –

Dal palco la voce scura e sensuale di una cantante di colore che non ho mai visto inizia a scaldare l’atmosfera mentre le sue dita scivolano sui tasti del pianoforte.

- Si tesoro, grazie. E senti…chi è la ragazza? –

- Si chiama Tara, da oggi prende lei il turno delle undici –

- E Lisa? –

- Non lo sai? Si è sposata, va a vivere ad Atlanta –

Ally se ne va con un sorriso e la mia ordinazione, lasciandomi in attento studio della pianista. Tara, dunque. Di certo ha fascino: i capelli scuri acconciati in un caschetto un po’retrò, le unghie laccate di rosso come il suo vestito anni ’20, le labbra piene scurite dal rossetto, e la voce non la manca.

Con la fine della prima canzone arriva anche il mio Jameson, ma nella mano di una persona a cui pensavo di aver detto addio anni fa.

- Ciao Harry –

- Draco?! Che ci fai qui? –

- Mi hanno detto che ti avrei sicuramente trovato in questo locale –

- Hai capito cosa intendo –

- Posso sedermi? –

Il primo istinto è quello di rispondere “no” e ricacciarlo fuori dalla mia vita, ma il mio lato curioso – maledizione a lui – ha la meglio.

- Fai come vuoi –

Si sistema sulla sedia speculare alla mia, dopo aver drappeggiato il cappotto pesante sullo schienale, e prende tra le mani di quello che sono sicuro essere gin.

Io bevo un sorso del mio whiskey.

- Non pensavo ti fossi trasferito in America –

- Avevo voglia di cambiare aria. Londra mi stava diventando troppo stretta –

- Per quello che è successo tra noi? –

Passo un dito sul bordo del bicchiere.

- Tra le altre cose –

- Capisco –

Devo prendere un respiro profondo per riuscire a portare avanti quella conversazione.

- Che cosa vuoi, Draco? –

Lui si morde un labbro, come ha sempre fatto, e butta giù metà del bicchiere; la classe rimandata ad una prossima volta.

- Volevo vederti –

- Bene, mi sembra tu l’abbia fatto –

- E dirti che cinque anni fa ho fatto lo sbaglio più grande della mia vita –

Il mio pugno si stringe intorno al vetro, i tendini del polso tremano.

- Quando mi hai detto di uscire dalla tua vita non sembrava la pensassi così! –

- Ti giuro che-

- E come sta tua moglie Sophia? –

Devo aver toccato un tasto particolarmente dolente, perché gli occhi di Draco si abbassano e le spalle si irrigidiscono.

- Lei è… morta. Di parto. Un anno fa –

- Mi dispiace molto. Non se lo meritava –

Il silenzio tra di noi si dilata, teso e tagliente, e per un terribile attimo ho voglia di allungare una mano per stringere le sue.

- E così… hai un figlio –

- Si. Si chiama Lucien Harry Malfoy, ha compiuto un anno cinque giorni fa –

-…Harry?-

-Volevo averti con me. In qualche modo –

- … -

- … -

- Che cosa ti aspetti che faccia, Draco? –

Fu Draco a prendermi le mani, a portarle alle labbra per baciarne le nocche ed il dorso prima di poggiarle nuovamente sul tavolo, ma senza mai lasciarle.

- Vorrei che tornassi in Inghilterra per conoscere Lucien, che riuscissi a perdonarmi, e vorrei… che ci lasciassi entrare entrambi nella tua vita –

Ritiro di scatto le mani dalla sua presa blanda. Non riesco a credere che sia egoista fino a questo punto e nemmeno se ne accorga.

- Ma ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?! –

- Harry ti prego io… -

- Non te ne rendi nemmeno conto, vero? –

- Cosa? –

Mi passo una mano tra i capelli, diviso tra lo scoppiare a ridere istericamente ed il mettermi a piangere dalla frustrazione.

- Non ho intenzione di rinunciare a tutto quello che ho costruito qui. Mi ci sono voluti anni, Draco. Anni. Non manderò tutto al diavolo per il capriccio di un momento! –

- Non è un-

- Si, lo è –

C’è disperazione nei suoi occhi, rabbia frustrata e forse è anche nei miei.

- Avevamo qualcosa di bellissimo, Draco. Ti amavo come non avevo mai fatto in tutta la mia vita, ma tu mi hai gettato via non appena sono diventato un intralcio scomodo al crearti un vita, e qui cito le tue stesse parole, normale. Adesso accettane le conseguenze –

Draco non mi guarda neppure.

- Quindi finisce così, Harry? –

- Si… Si, penso che finisca così –

Draco si alza con calma rigida, si abbottona  il cappotto e finisce il drink in un sorso appoggiandolo con un colpo secco sul tavolo.

Se ne va concedendosi un ultimo sguardo verso di me.

Sul palco Tara inizia a mormorare note dolorose.

- Non hai mai imparato a lottare, Draco. Mai –

 

The End

  
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