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Autore: RedRevenge    10/02/2012    1 recensioni
Tom sospirò e tornò con la fronte sul vetro. Suo fratello l’avrebbe portato all’esaurimento.
Allungò la mano e trovò a tentoni il suo bagnoschiuma, se ne versò una dose massiccia sulla mano e ne riempì tutto il corpo, avendo cura di non lasciare nemmeno una piccola zona scoperta da quel profumo esotico e particolare che portava alla sua mente centinaia di ricordi.
Le sue mani passavano sul petto e un sorriso si aprì sul suo volto, i suoi occhi, anche se chiusi, si illuminarono. Lasciava correre i pensieri iberi, sentiva i brividi corrergli sul corpo pensando a quella giornata che sarebbe diventata perfetta alle 11.00 esatte.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6
 
Era il giorno del photoshoot e nessuno dei ragazzi era minimamente presentabile.
Tra occhiaie e musi lunghi non davano proprio l’idea di una band entusiasta di presentare al pubblico un nuovo album.
David Jost, il loro manager, appena li vide si lasciò sfuggire un sospiro di sconforto.
Ci mancava solo quello.
- Ragazzi, posso capire che vi siate dovuti svegliare presto, ma così è troppo. –
Quattro paia di occhi arrabbiati lo incenerirono e David si limitò a scuotere la testa e andarsene, lasciando che le truccatrici compiessero il loro lavoro.
Georg e Tom si sedettero il più lontano possibile l’uno dall’altro, lasciando Bill e Gustav soli e costretti a subire quell’atmosfera soffocante.
Bill si muoveva nervoso sulla sedie, incurante del mascara che gli era finito nell’occhio già due volte, facendolo lacrimare tanto da sciogliere il trucco.
- Gustav, dobbiamo fare qualcosa. Io non sopporto questa situazione. –
- Se riesci a fargli dire che cosa hanno, volentieri. –
- Deve essere qualche questione di cuore. – Sentenziò Bill con lo sguardo pensieroso.
- Tutte le volte che Tom ha problemi sentimentali diventa scorbutico come un orso affamato e si affoga nel the alla vaniglia. E soprattutto, non me ne vuole parlare- Le ultime parole suonarono come una minaccia di morte. Guai nascondere qualcosa a Bill Kaulitz. Gustav annuì a quelle parole.
- Non riesco a capire cosa c’entri Georg. Dopotutto sono amici, come lo siamo tutti. Non capisco perché Tom si accanisca così contro di lui.-
- Avrà fatto qualche considerazione stupida.-
- Georg non è così idiota da essere insensibile, soprattutto in situazioni come quelle di cuore.- Bill annuì e tornò nel suo status pensieroso.
Gustav guardò Tom. Stava seduto davanti allo specchio con uno sguardo così incazzato da farlo incrinare. Teneva le braccia incrociate sul petto, con i  pugni tanto stretti da farsi diventare le nocche bianche. E si mordeva in continuazione il piercing, non lo lasciava fermo nemmeno un secondo.
Si voltò poi verso Georg. Stava seduto con le spalle basse, piegato in avanti, attorcigliando senza sosta sempre la stessa ciocca di capelli al dito. Aveva il labbro inferiore quasi spaccato da tanto se l’era morso per il nervosismo, o la rabbia, o entrambi.
Erano strani, molto strani. Era già capitato che litigassero, ma non era mai durato più di qualche giorno. Quei due ormai non si parlavano da una settimana e non davano nemmeno segni di cedimento. Si era eretto una sorta di muro alto kilometri e spesso vari metri, con tanto di filo spinato in cima. E nessuno dei due sembrava disposto nemmeno ad avvicinarsi a quel muro, figurarsi scavalcarlo.
- E’ troppo strano Gustav. Troppo.-
- Sto iniziando a sospettarlo anche io Bill.-
 
Georg lasciò andare la ciocca di capelli e alzò lo sguardo verso lo specchio, incrociando il suo stesso sguardo nel riflesso. Aveva delle occhiaie mostruose, le borse sotto gli occhi, gli occhi rossi dalla mancanza di sonno e le labbra che sanguinavano per il troppo morderle.
La cosa peggiore era non sapere cosa stesse succedendo.
Non capiva cosa provava per Tom, non capiva cosa provava Tom per lui.
Erano stati lontani talmente tanto tempo che si era quasi dimenticato di lui e di quella notte ad Amburgo.
No, inutile dire cazzate. Non si era affatto dimenticato di quelle labbra unite alle sue.
Non si era affatto dimenticato del battito accelerato del suo cuore, che sembrava voler uscire dal petto.
Si voltò verso Tom e lo vide lontano, lo sentì lontano. Non poteva sopportarlo.
Si alzò e si avvicinò a grandi passi al chitarrista.
- Dobbiamo parlare.- Tom voltò lo sguardo verso di lui e Georg sentì di aver appena commesso la cavolata del giorno. Non doveva parlargli.
Tom si alzò in silenzio e lo guardò.
- Prego.-
- Non qui.- Tom annuì e lo seguì poco lontano dagli specchi, sotto lo sguardo ansioso di suo fratello, che per poco non si ribaltava dalla sedia.
Georg lo guardò nuovamente negli occhi.
- Tom è inutile fingere che non sia successo niente tra noi.-
- Io non fingo. Non ho mai finto. Sei tu che hai preferito quella… Quella… Insomma, lei a me!-
- Cosa dovevo fare? Te ne eri andato! Io ero solo e lei era sempre gentile con me.-
- Quindi ti sei sentito in dovere di andarci a letto?- Georg abbassò lo sguardo. Alla fine era solamente colpa sua.
- Anche tu ieri sera ti sei consolato per bene.-
- Era la prima volta, dopo quella notte, che andavo a letto con qualcuno.-  Georg lo guardò incredulo e si lasciò scappare una risata.
- Tu non riesci a tenertelo nei pantaloni per più di due ore Tom.- Lo sguardo di Tom si rabbuiò improvvisamente. Poi gli rivolse un sorriso. Un sorriso amaro, cattivo.
Tom sentì che doveva zittirlo, in qualche modo. Fargli rimpiangere quelle parole.
Fargli cambiare idea su loro, su tutto. E per lui era così facile. Lo era sempre stato.
Gli si fece vicinissimo in un istante e tenendolo per i capelli sulla nuca lo tirò a sé e cominciò a baciarlo con foga, con rabbia. Georg cercava di liberarsi da quel bacio. Insomma, potevano vederli tutti.
Tom fece pressione sul corpo del bassista spingendolo contro la parete, tenendolo per i polsi. Georg spostò il volto da quello di Tom e l’altro cominciò a baciarlo sul collo.
- Che cazzo stai facendo Tom?- chiese col fiato corto Georg. Tom si staccò e lo guardò negli occhi.
- Come hai detto tu, non riesco a tenerlo nei pantaloni per più di due ore. E ora tu sei qui, perché non approfittarne?- Il cuore di Georg accelerò in modo bizzarro.
Non era paura. Non era rifiuto. Era…
Eccitazione?
Le labbra di Tom tornarono in collisione con le sue e sentì i suoi denti morderle e tirarle. Una mano di Tom lasciò il polso di Georg, raggiungendo invece la sua cintura.
Georg si riscosse e lo spostò con forza.
- Sei impazzito. Completamente impazzito.- esclamò col fiatone, rosso in viso.
Tom gli sorrise e la sua lingua cominciò a muovere il piercing.
- Come se ti fosse dispiaciuto.- Georg deglutì e si sistemò i capelli tutti scompigliati.
In quel momento arrivò Bill, che li guardò entrambi perplesso.
- Tutto bene ragazzi?- Tom gli sorrise.
- Tranquillo Bill. Stavamo facendo pace.- Gli occhi di Georg si sgranarono e Bill si fece ancora più sospettoso e confuso. Ma preferì non dire altro.
Avevano fatto pace, questo era l’importante per lui.
Appena si fu allontanato, Tom tornò a fissare Georg.
- Ancora sicuro di volere quella ragazza?- Georg ispirò a fondo e non rispose.
Tom gli si avvicinò e con la scusa di un abbraccio, gli sussurrò all’orecchio:
- Se passi da camera mia stanotte ti do un’altra buona ragione per dimenticarti il suo nome.- Georg smise di respirare quando dopo quelle parole Tom gli morse delicatamente il lobo dell’orecchio e con un sorriso si allontanò.
Georg rimase con la schiena appoggiata al muro e il cuore che batteva all’impazzata.
Cosa era successo? E soprattutto, cosa sarebbe successo con Tom quella notte?

  
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