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Autore: Astoria Mary 98    10/02/2012    1 recensioni
Una nuova storia originale che parla della vita di Summer e della sua famiglia spezzata dalle voglie della madre..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Andava.Tornava. Partiva. Rimaneva.
Tutto era successo in una frazione di secondo causata da eventi successi in tre stupidi attimi.
Era un'orrenda mattina di Novembre, quando mio padre fu preso sotto da un'auto. Era stata tutta colpa si un susseguirsi di insulsi fatti
che aevano spezzato la vita di mio padre. Se solo uno di questi fatti fosse stato divero, o se quel taxista fosse partito un minuto dopo, o se quel semaforo fosse diventato rosso tre secondi prima, mio padre avrebbe sceso le scale, serrato la porta e attraversato tranquillamente la strada. Ma non fù così. Tutto era accaduto in modo diverso. 
Papà avrebbe dovuto sarebbe dovuto essere al lavoro, io a superare l'esame per il college, e mia madre a farsi perdonare da quel verme del suo amante.
Continuavo a rivedere la scena di mio padre che veniva sterrato da un'auto. 
Io ero l'unica in quella sala d'attesa che piangeva.
A mia sorella nn fregava più di tanto. Lei stava dalla parte della setta di mia madre e dell'amante che aveva mollato quest'ultima la sera prima.
Dopotutto una cosa divertente in quella saletta blu c'era. 
Mia madre. La sua falsa espressione le sue lacrime di catrame che simulavano il finto dolore che voleva far credere di provare. Mi chiedevi che ci facesse qui.
-"Cosa ci fai qui"- non era sicuramente una domanda.
-"Summer, tesoro, non dire così.."- Madre del cazzo,pensai.
-"Mamma vattene"- la guardavo come se fosse un porcospino nell'oceano, non era il suo posto.
Un leggero scricchiolio provenì dalla porta della sala operatoria. Mi strinsi le ginocchia e arricciai il vestito di seta blu con le mani e deglutì a fatica, l'infermiera uscì.
-"Mi dispiace.. ma non ce l'ha fatta.."- Non seppì che fare in un primo momento, ma sentì un peso piombarmi sulle mie fragili spalle. 
I miei occhi diventarono lucidi, e qualcosa di freddo e umido solcò il fondotinta sulle mie guance. Sapevo che quel momento sarebbe arrivato.
-"Sono dispiaciuta...  Ma potete entrare se volete.."- Puttana di un'infermiera. A te non fotte niente. Vuoi farmi vedere il cadavere di mio padre? Che tipa simpatica. Ma per non sembrare scorretta le strinsi la mano, e con le lacrime agli occhi guardai mia sorella Bessie in segno di entrare insieme. Ignorai mia madre che si dirigeva con disinvoltura verso l'ascensore. Naturalmente con il telefono all'orecchio. Stronza.



  
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