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Autore: Zomi    10/02/2012    4 recensioni
“Strano…” pensò Nami, stropicciandosi un occhio, ancora insonnolita “… non sono tipa da andare a dormire vestita, e men che meno da dormire senza ragione nell’agrumeto… forse… forse tutto questo è un sogno…”
Si guardò attorno, notando non solo l’assenza di ogni genere di rumore intorno a lei, improbabile visto il temperamento rumoroso dei suoi compagni, ma anche una figura immobile e dormiente al suo fianco...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
A Jessica: New York non è mai stata più vicina di adesso… ora si, che riesco ad accarezzare il nostro sogno…

Zomi
 

 

BEAUTIFUL REALITY
 
 
 

 

La luce chiara e calda del sole del mattino, le inondò il volto, disturbandola e costringendola ad aprire un occhio. Con un gesto della mano, si coprì lo sguardo con il dorso di essa, e cercò di non venire accecata dal riverbero del giorno che filtrava tra i rami verdi.
Si mise a sedere, coprendosi lo sguardo, e stiracchiandosi appena. Si guardò attorno, non riconoscendo subito il suo agrumeto. Sbadigliò, passandosi una mano nella chioma rossa libera sulle spalle, mentre cercava di ricordare come era finita a dormire in mezzo ai suoi mandarini.
La sera prima, Nami, aveva avuto il suo turno di vedetta. Notte tranquilla, senza problemi o preoccupazioni nemmeno durante l’attracco all’isola, dove ora erano ormeggiati, che aveva effettuato da sola, lasciando dormire indisturbati i compagni. All’alba, era scesa dall’albero maestro, piena di sonno e stanca morta. Con passi strascicati, si era diretta verso sotto coperta, per poi…
Per poi?
Per poi che?
Perché non era finita a dormire nel suo comodo lettino, nella sua cabina?
Perchè era lì?
Come c’era arrivata?
La navigatrice proprio non se lo ricordava. Osservò gli indumenti che ancora vestiva: i jeans lunghi e blu e la canottiera bordò del giorno prima le circondavano ancora il corpo.
“Strano…” pensò Nami, stropicciandosi un occhio, ancora insonnolita “… non sono tipa da andare a dormire vestita, e men che meno da dormire senza ragione nell’agrumeto… forse… forse tutto questo è un sogno…”
Si guardò attorno, notando non solo l’assenza di ogni genere di rumore intorno a lei, improbabile visto il temperamento rumoroso dei suoi compagni, ma anche una figura immobile e dormiente al suo fianco.
Le era apparso, in fatti, che il suolo terroso del piccolo frutteto, fosse meno duro e freddo delle altre volte che vi aveva riposato. Di fatti, vicino a lei, ancora russante e con le braccia piegate sotto la nuca a mo di cuscino, ronfava Zoro.
La navigatrice lo osservò confusa: “Che ci fa il buzzurro nel mio sogno?”
Piano, si sporse verso di lui, studiandone i contorni del viso completamente rilassato, gli occhi chiusi abbandonati al sonno, e il leggero respirare regolare che gli alzava il torace muscoloso. Era davvero tenero. Dolce addirittura. Le veniva voglia di baciarlo. Scosse la testa scioccata: lei che voleva baciare Zoro? Si, quello doveva essere proprio un sogno dei suoi, in cui baciava e accarezzava quel buzzurro squattrinato senza proteste di quest’ultimo, dichiarandosi a lui apertamente, e dicendogli che lo amava. Tornò a fissarlo, pensando che era la prima volta che lo sognava addormentato.
Lo guardò con gli occhi ancora assonnati, ragionando che doveva aver dormito sul suo fianco per tutto il tempo del sogno, prima che si svegliasse. Scrollò le spalle.
Poco importava. Se lui era lì, nel suo sogno, un motivo doveva esserci, no?
Con un dito, iniziò a disturbarlo, infilzandolo tra le costole, cercando di svegliarlo per dare un po’ di movimento a quel sogno che se no iniziava a diventare noioso. Il samurai si mosse infastidito dall’indice della navigatrice, iniziando a mugugnare e a divincolarsi dal disturbatore.
Pigro, aprì l’occhio vedente, sbattendo la palpebra un paio di volte, per capire cos’era quella snella figura rossastra che lo sovrastava.
-Mocciosa…?- domandò titubante, strofinando il dorso della mano contro l’occhio.
Nami non rispose, continuando a fissarlo interrogativa.
Zoro, da sdraiato che era, si mise seduto, alzando le braccia al cielo e stiracchiandosi rumorosamente. Si gratto la chioma verde e sbadigliò a bocca spalancata. In fine, si guardò attorno: che ci faceva nell’agrumeto della mocciosa?
Perché s’era addormentato lì?
Ricordava che la sera prima aveva eseguito i suoi allenamenti come suo solito, ma non soddisfatto aveva continuato a sollevare pesi e fare piegamenti fino all’alba, riducendosi ad uno straccio per la stanchezza e la fatica accumulata. Sbadigliando a più non posso, si era diretto con passo strascicato verso la sua cabina. Ma non aveva alcun ricordo di esservi entrato e di aver occupato con un tonfo il letto, per addormentarvisi di botto.
-Che ci fai nel mio sogno?-
La domanda della navigatrice, improvvisa e esclamata con tono di voce stanco e ancora bisognoso di riposo, lo riportò alla realtà.
-Il tuo sogno?- ripeté lo spadaccino, fissando non capendo la compagna.
-Si, il mio sogno. Questo!- allargò le braccia verso le piante di mandarini la giovane, come se fosse ovvio come il sole che tutto quello fosse opera della sua fantasia.
Il samurai la guardò confuso. Non gli sembrava di sognare.
-Ma è un sogno questo?- sbottò, guardandosi attorno.
-Certo!!! Secondo te, noi due, potremmo mai dormire vicini così… tranquillamente e senza bisticciare? No, sarebbe assurdo!!! Quindi questo è un sogno per forza!!!- spiegò convinta la rossa, strofinandosi ancora gli occhi, incapace di tenerli completamente aperti.
-Mi sa che hai ragione…- mugugnò Zoro, in accordo con le parole della ragazza.
Si guardarono assonnati. Nami aveva le gote rosse e gli occhi stanchi, indifesi contro il sonno che gli tentavano con promesse di torpori tranquilli e beati. Lo spadaccino sorrise a quella visione, e si sdraiò a terra nuovamente, tenendo teso un braccio verso la navigatrice in chiara offerta di un abbraccio. In fondo, se quello era un sogno, poteva pure permettersi di comportarsi in modo affettuoso e tenero con la sua mocciosa, senza imbarazzo o paura di essere deriso. Poteva essere un semplice ragazzo che dormiva insieme alla ragazza che amava. Ghignò.
Accidenti, se il dichiararsi nei sogni fosse stato facile come nelle realtà, allora lui, solo nell’ultima settimana, si era già dichiarato alla navigatrice ben 10 volte.
Mosse appena il braccio, invitandola ad avvicinarsi.
Sorridendo, Nami, si sdraiò a fianco del giovane, infossando la testolina contro l’arto stretto intorno alle sue spalle, che dolcemente l’abbracciava e la stringeva a se. Sbadigliò stanca, e sorrise incrociando lo sguardo nero e profondo del samurai, annegandovi senza opporre resistenza. Sembravano proprio gli occhi di Zoro, con quella tonalità di nero corvino con qualche leggero e nascosto riflesso di verde. Lo spadaccino sorrise di rimando, accarezzandole una guancia e vedendola abbandonare totalmente il visino morbido contro la sua mano. La fissò negli occhi color cioccolato, e sperò di poter immergersi completamente in quello sguardo così attraente e goloso.
-Sono felice che questo sia un sogno…- mormorò piegando il capo fino a sfiorare con la propria fronte quella della compagna, -…perché così posso farlo senza essere picchiato…-
-Fare cosa?- scosse la testa la rossa, prima di sentire le sottili e leggere labbra dello spadaccino sulle sue. Si baciarono dolcemente, appena sfiorandosi le labbra, senza malizia o lussuria. Un semplice bacio d’amore. Quando misero fine al bacio, Nami sorrise radiosa al samurai, accarezzandogli il viso.
-Io invece vorrei tanto che fosse la realtà…- mugugnò strusciando la testa contro il fianco del verde, -… così il nostro bacio sarebbe reale e io potrei dirti che ti amo una volta per tutte, finendola finalmente di sognare di dichiararmi a te…-
-Eh mocciosa mia, anch’io vorrei poterti dire che ti amo nella realtà senza rischiare un tuo rifiuto, ma per ora posso accontentarmi solo di sogni come questo…-
-Ma io ti amo anche nella realtà…- sbadigliò la navigatrice.
-Anch’io, ma questo è un sogno, l’hai detto tu…- la imitò lo spadaccino.
-A già…-
Zoro sghignazzò e, stringendola a sé, la baciò sulla fronte cullandola teneramente.
-Su dormi ora, che ne hai bisogno…-mormorò, per poi addormentarsi nell’abbraccio della sua mocciosa…
 
 
-Ehi!!! Sveglia su…-
Qualcuno lo scrollava energicamente, non volendo lasciarlo dormire. Testardo però, Zoro, si strinse di più attorno al morbido corpo che abbracciava, deciso a non svegliarsi.
-E dai Zoro!!! Siamo tornati dal mercato e ora il pranzo è pronto!!!! SVEGLIA!!!!!!!!!!!!!- l’urlo nelle orecchie di Rufy, lo fece sobbalzare, stringendo con forza il suo morbido appoggio e svegliando anche quello.
-Ma che succede?!?- gridò Nami, sentendo la presa dello spadaccino farsi sempre più forte.
-Oh bene, vi siete svegliati!!!- sorrise il capitano, guardandoli accovacciato davanti a loro –Il pranzo è pronto!!! Venite!!!-
E con quell’ultimo esorto, saltò giù dal castello di poppa dove si trovava l’agrumeto, per correre in cucina.
Zoro fisso il vuoto lasciato dal fratello, con bocca spalancata. Nami si stiracchiò un poco tra le braccia muscolose che la circondavano, per poi appoggiare la testa sulla spalla del samurai. Passarono un paio di secondi in silenzio, prima di sobbalzare e dividersi imbarazzati, accorgendosi dell’abbraccio in cui si stringevano teneramente.
-Ch-che succede?- balbettò lo spadaccino, saltando a sedere tra due mandarini.
-No-non lo so… io, io stavo dormendo qui, no cioè, era un sogno però…- cercò di ragionare la navigatrice.
D’un tratto ricordò quella mattina, quando all’alba, dirigendosi verso la sua stanza aveva incontrato Zoro e avevano deciso di mangiare qualche mandarino insieme come prima colazione. Poi, di certo presi dal sonno, si erano addormentati insieme nell’agrumeto. Alzò gli occhi dai suoi jeans blue, su cui gli aveva fissati nel rivivere il ricordo, e si accorse che accanto a lei vi era qualche buccia di mandarino, insieme a qualche altro ancora integro. Scosse la testa e sollevò gli occhi color nocciola, cercando lo sguardo del compagno in cerca di conferma di ciò che pensava. Lo trovò a fissarla imbarazzato, di certo anche lui conscio di ciò che era successo. Arrossì anche lei, impacciata e piacevolmente sorpresa, abbassando ancora lo sguardo sui pantaloni. Allora, quel sogno in cui si scambiavano quel tenero bacio e si dicevano che si amavano, era stato reale.
Non un sogno, ma la realtà.
La realtà, pura e semplice.
Sorrise e rialzò lo sguardo, mordendosi un labbro, emozionata. Si trovò il viso dello spadaccino a pochi millimetri dal suo. I loro sguardi incatenati. Arrossì, incapace di emettere parola.
-Scusa…- mormorò Zoro, prendendole il viso tra le mani e baciandola amorevolmente.
Nami rimase senza fiato. Cercò di restare cosciente e di non svenire per quel gesto così delicato e dolce, inusuale per il rozzo e maldestro spadaccino. Lentamente, rispose al bacio, abbracciandolo per le spalle e stringendosi a lui. Il samurai spostò le sue braccia intorno all’esile vita di lei, lasciando scorrere le mani estese tra i capelli fini e mossi che le ricoprivano la schiena, avvicinandosi al suo corpo e sedendole accanto. I piedi di entrambi, penzolavano sul bordo del castello.
-IL PRANZO È PRONTO!!!-urlò qualcuno dalla porta della cucina.
Nami si strinse al torace dello spadaccino, accozzandogli i muscoli tesi che risaltavano dalla maglia bianca che indossava. Piano, scese ad accarezzare le costole ai lati, per poi risalire e posare le mani intorno alla sua gola, dove poteva sentire chiaramente il palpitare frenetico del suo cuore.
-MIA DOLCE NAMI!!!!!!! VIENI A MANGIARE, AMOR MIO!!!-
Zoro strinse ancor di più la compagna a se, continuando a baciarla e leccandole goloso le labbra con la punta della lingua. Le carnose labbra si schiusero, permettendogli di entrare nella sua dolce bocca, e approfondire il bacio.
-MORIMO!!!!!!! MUOVI IL CULO È VIENI A MANGIARE!!!!!!-
La navigatrice schiacciò il suo voluminoso torce contro quello muscoloso del compagno, facendogli sentire quanto anche il suo cuore battesse di felicità e amore. Sembrava un piccolo colibrì che volava, da fiore in fiore, frenetico e instancabile.
-VENITE SI O NO, CAVOLO?!?-
A quell’ultimo grido, i due si distanziarono, sbuffando per l’impazienza del cuoco.
-Mai che si possa baciare la propria donna in pace su sta nave…- bofonchiò Zoro, prendendo per mano Nami, aiutandola a scendere dal frutteto rialzato della Sunny e  dirigendosi verso la cucina. La navigatrice lo seguì stringendogli la mano, e sorridente, lo abbracciò per la vita.
-Oh eccovi, finalmente… lo dicevo io che lasciarvi soli sulla Sunny, mentre noi tutti andavamo al mercato, non era una buona idea!!!!- si lamentò Sanji, non accorgendosi delle loro mani intrecciate mentre tornava in cucina.
-Non abbiamo fatto niente di male… semplicemente dormito…- spiegò la rossa, fermando lo spadaccino davanti la porta della cucina per un ultimo bacio. Quello rise.
-Già…- confermò, entrando nella cucina e prendendo posto a tavola con lei,  iniziando a mangiare -… solo dormito e sognato… un bellissimo sogno, che finalmente è diventato realtà… la meravigliosa realtà…- 

 

   
 
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