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Autore: _Luna_    10/02/2012    14 recensioni
Eccomi con questa prima storia sul ciclo dell'eredità! Vi avverto fin da subito: è ambientato dopo Inheritance, quindi se non l'avete letto o non volete rovinarvi la sorpresa, non leggete questa fanfiction! Non leggete nemmeno quello che scriverò qui sotto!
Sono passati nove mesi dalla partenza di Eragon dalla sua terra natia e lui è ormai rassegnato: non tornerà più, come gli ha predetto Angela e forse ha abbracciato del tutto la sua sorte. Eppure, qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato e di inquietante porterà di nuovo il futuro di Alagaesia nell'ombra. Il nostro Cavaliere sarà costretto a vedere la sua patria cadere o parteciperà per contrastare queste nuove minacce, nonostante le parole dell'erborista? Non vi resta che scoprirlo
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Roran, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nasuada alzò gli occhi al cielo pur di non guardare la terra smossa. Erano passate due lunghe settimane da quando avevano scoperto i corpi morti alle porte di Ilirea. Inizialmente stentava a crederci perché il generale di cui si era tanto fidata e che riteneva invincibile non poteva morire in una missione del genere. Invece il corpo freddo di Jormundur era stato trovato quell’orribile mattina. Era stato molto difficile riconoscerlo: c’erano evidenti segni di battaglia sul volto e sulle gambe, ma quello che aveva colpito di più la regina erano stati i colpi nel ventre, posizionati secondo uno schema preciso che nessuno sapeva decifrare. Eppure lei sapeva che voleva significare qualcosa la disposizione dei colpi ma nemmeno Trianna era riuscita a capirci qualcosa. Così, dopo alcune analisi, aveva deciso che era il momento di seppellirlo, non avrebbe permesso ai maghi di violare il corpo del suo amico ancora di più di quanto non avessero già fatto. Era stato seppellito fuori da Ilirea, in un piccolo boschetto di faggi che lo proteggevano dalle intemperie. Accanto a lui c’era un suo amico fidato che l’aveva accompagnato nell’ultima avventura.
« Non corrucciarti, Nasuada, sono morti combattendo » la voce dell’indovina la riscosse dai suoi pensieri, riportandola sotto i rami del faggio scossi dal vento insistente  « Io vorrei morire facendomi il bagno in una tinozza  » si avvicinò per metterle una mano sulla spalla « sicuramente sarebbe rilassante, con le bollicine, i profumi e le ninfee »
« Ma non ci entrano le ninfee in una tinozza d’acqua » replicò Nasuada, smarrita dai discorsi di Angela.
La guardò, smarrita « Non capisco »
« Bhè… le ninfee sono troppo grandi e… si, sarebbe bellissimo »
Compiaciuta dalla risposta di Nasuada, Angela imboccò la via verso la città, fischiettando una ballata degli elfi. La regina rimase qualche altro momento a riflettere poi rincorse la giovane per chiederle la sua opinione « Credi che abbia fatto male a mandare Murtagh? »
Arricciò il naso e storse le labbra « Se non sono riusciti ad arrivare due uomini abbastanza scaltri, come vuoi che arrivino uno zuccone a bordo di una grande zucca? » scosse la testa più volte per enfatizzare quello che aveva detto « Passeranno inosservati, secondo te? Insomma, Nasuada, pensavo ci tenessi a chiedere aiuto ad Eragon… invece non ti sei sforzata minimamente »
Il rimprovero diretto di Angela la colpì più forte di quanto avesse pensato « Credevo… chi altri potevo mandare? Murtagh ha insistito per recuperare Eragon e Castigo non voleva abbandonarlo e sono un drago e un cavaliere… riusciranno in un impresa impossibile per gli uomini »
« Ne sei davvero sicura? Ti ritenevo una persona abbastanza assennata » si avvicinarono alla scorta di Nasuada che le attendeva poco lontano dalla tomba « Spero che tu sia più riflessiva per quanto riguarda gli elfi »
Salì sul suo destriero « Cosa vorresti dire? » 
 « Che se… » pronunciò con astio il nome « Trianna non riesce a contattare gli elfi da svariate settimane, ci sarà un motivo » il tono distaccato e freddo era evidente e Nasuada non ne capiva il motivo. Angela alla fin fine era più stramba e singolare di Trianna e non si metteva certamente a fare paragoni perché era indubbiamente superiore a certe cose. Invece, da parecchio tempo la disprezzava e tentava di ridicolizzare qualsiasi suo tentativo di parlare con gli elfi. Era un comportamento molto infantile ma Nasuada non aveva osato dirle nulla: sicuramente c’era qualcosa sotto e non stava a lei giudicare, anche perché era troppo curiosa di sapere cosa stava architettando Angela.
« Lo so… ma Eragon è sempre stata la carta vincente e voglio avvisare lui prima di tutto »
In risposta, fece una smorfia sprezzante « Carta vincente? Il fratello di uno zuccone su un’altra zucca? No, Nasuada. Gli elfi ti possono aiutare molto più velocemente di Eragon, lo sai, e la loro indifferenza, o meglio, la loro totale incomunicabilità mi lascia allibita. Nessuno è riuscito a contattarli tramite la magia, devi inviare qualcuno » spostò lo sguardo sulla strada, assorta nei suoi pensieri « Il loro silenzio dura da settimane, è chiaro che sia successo qualcosa e so che non vuoi rischiare di inviare qualcuno nella Du Weldenvarden, ma ti devi decidere, non possiamo rimanere soli troppo a lungo »
« Ma come posso fare? Volevo aspettare Eragon per risolvere quest’altro problema… e ora che Jormondur è morto, nessuno vorrà muoversi dalla propria casa » replicò lei, in preda allo sconforto. Aveva sbagliato a scegliere prima Eragon, doveva parlare con Arya ma non aveva preso con troppa serietà il problema che gli elfi erano diventati improvvisamente irraggiungibili. Qualsiasi magia Trianna provasse, non riusciva a divinare nessuno. Non  era sembrato molto preoccupante, anche perché il silenzio era stato attribuito a qualche complesso incantesimo innalzato dagli elfi, così Nasuada aveva concentrato tutta la sua attenzione sul cavaliere. A nulla erano servite le repliche di Angela, non sarebbe tornato in Alagaesia. La regina non aveva voluto sentire ragioni.
« Oh, Nasuada, tanto valeva far regina Trianna! » chiuse gli occhi e fece avanzare il suo cavallo, costringendo la regina ad aumentare il passo. Appena la raggiunse, le chiese la sua soluzione che non tardò ad arrivare « Manda me »
« Te? »
« Si, me. Voglio tornare nella foresta degli elfi… devo incontrare Kamensal Asead Manela Jinau – Elda, è da tempo che non parlo con lui » disse l’intero nome senza respirare e alla fine emise un flebile sospiro. Nasuada non aveva mai sentito nominare una persona del genere ma pensò che si trattasse di un elfo anche se aveva dei dubbi. Riusciva difficilmente a distinguere tra ciò che c’era di vero nelle sue frasi e ciò che c’era di falso « O detto Asak, per gli amici… o almeno per me »
« Non saprei… si, certo tu passeresti inosservata »
Rimbeccò subito lei « Sicuramente più di due zucconi »
« Si, sicuramente più di Murtagh e Castigo…» mormorò piano, riflettendo. Non sapeva se poteva resistere giorni senza di lei. Era diventata un’ottima guardia del corpo, anche se non l’aveva mai chiamata così. Aveva capito almeno una cosa di Angela: non sopportava “appartenere” a qualcuno. Non sopportava essere associata a qualcuno. Inoltre, odiava che le si domandasse dove andava e così Nasuada aveva imparato – a sue spese – che il posto dove Angela andava quando spariva per alcuni giorni, era segreto.
« E io cosa ho detto? » subito dopo tacque, in attesa della risposta di Nasuada.
Infine, disse, sottovoce « Va bene, ma ti accompagnerà qualcuno »
« No »
« Angela, puoi andare, ma alle mie condizioni » odiava imporre la sua volontà, ma la situazione stava diventando davvero troppo drastica « Ti accompagnerà Dormand »
Aguzzò l’udito e ripeté « Dormand »
« Era amico di Brom, ha preso parte all’ultima battaglia e si sta facendo strada, voglio sapere se può cavarsela in una situazione così  »
« Tu hai la mania di mettere alla prova la gente »
« Io ho la mania di non fidarmi subito della gente, Angela, vorrei che te lo ricordassi » il tono autoritario non spaventò affatto l’indovina, che replicò, fredda « Se non ti fidi, manda solo Dormand »
« E’ proprio che mi fido che ti affianco Dormand » si fece improvvisamente più calma « So che posso fidarmi del tuo giudizio, saprai ben capace di riferirmi tutto ciò che fa nei minimi dettagli »
« Hai anche la mania di persuadere, Nasuada… e va bene, presentami quell’uomo e vedremo che si può fare »
Si morse le labbra e aggiunse « Un’altra cosa… tu sai cosa significa quella runa? » accennò al boschetto appena lasciato e ritornò a guardare avanti ma non ottenne nessuna informazione perché l’indovina scosse la testa, sconsolata per la prima volta « So che significa qualcosa… l’ho già vista » aveva un ricordo confuso, una grotta vicino al mare, ma le parve impossibile, lei non era mai stata vicino al mare. Cosa stava tentando di ricordare?



N.d.A. Hmhm, hello! Non sono morta, non ancora! Prima di tutto, vorrei provi le mie scuse per l'attesa D: E' stato un mesetto pieno di catastrofi e non ho potuto scrivere e aggiornare. Quindi, mi scuso anche con le persone che aspettano la mia recensione, sto cercando di recuperare tutte le storie che seguo ma è un lavoro difficile u.u Comunque, ecco qui il sesto capitolo! Ancora una volta, sono passata ad altri personaggi, lasciando Arya in balia dei nemici ( causando anche parecchia felicità tra alcuni lettori ) e ho ritrovato Nasuada e Angela ( un personaggio che ho sempre ammirato e stimato molto! ). Sono molto curiosa di sapere cosa che pensate, perchè credo di essere sfociata un po' nell'OOC con Angela... comunque, a voi la parola! Ci vediamo al prossimo capitolo :3
Luna

   
 
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