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Autore: xkissmejdbieber    10/02/2012    4 recensioni
"..cominciò a cantare con lui, erano due voci sole. Si guardavano negli occhi perdendosi e rincontrandosi, lasciando scorrere la musica nell’aria. Liberi di essere."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                         Just friends.

                                                              Pur di averti qui, con me,
                                                                                                                           accetto qualsiasi doloroso compromesso.


Era arrivata presto a scuola quella mattina. Tra cinque minuti sarebbe suonata la campanella. Era seduta con Gaia e chiacchieravano animatamente quando sentirono la risata di Angela che rimbombava nel corridoio semideserto. Alzò gli occhi al cielo nella speranza che un angelo le potesse regalare un lanciafiamme per porre fine alla vita insulsa di quella stupida, fottuta ragazza.. ma niente, il suo angelo custode si dimenticava di lei. Si girò verso la porta e nulla le avrebbe più potuto fare male di quello che vide.
Justin e Angela entrarono mano nella mano in classe. Erano bastati venti giorni ad Angela per portale via ciò che desiderava. Si sentì trafiggere da tanti piccoli aghi e la verità la travolse come acqua gelida in piena estate. Invidia, rabbia e dolore colavano giù, dentro di lei imperlando le pareti interne del suo essere. Come acqua che sgorgava da una frattura sotterranea  i sentimenti scorrevano impetuosi sotto la sua pelle, ribollivano nel suo essere come magma di un vulcano. Le aveva portato via quel ragazzo che le piaceva, cazzo quanto le piaceva. Cosa aveva quella in più di lei? Cosa in quel corpo privo di femminilità e di grazia poteva colpire un ragazzo? Cosa nelle continue bestemmie? No, no e ancora no. Non doveva essere vero. Avrebbe preferito vedere Justin con chiunque, anche una ragazza vuota e insignificante ma con quella no, lei no. Tutte tranne Angela. Finse di star prendendo qualcosa nello zaino e si abbassò trattenendo un urlo colmo di rabbia serrando le labbra. Chiuse gli occhi con forza e li riaprì e afferrò il diario che pose sul banco dissimulando ciò che provava, nascondendo i suoi sentimenti. La classe cominciò a riempirsi e guardò tutti con freddezza. Angela era seduta sul suo banco e, dopo aver baciato Justin, gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. Cazzo come la odiava. Gaia la guardò negli occhi comprendendo quanto si agitava in lei e dopo poco entrò Luce sorridente, vide Justin e Angela insieme e si girò verso di lei cambiando espressione e le si sedette accanto.
“Stasera Nutella party a casa mia, ne hai bisogno. Fanculo ai brufoli, eh?”
“Va bene, Luce. Grazie mille.”
“Obbligo amore, non ci pensare. Ci vendicheremo prima o poi.”
Justin si staccò da Angela e si venne a sedere al suo posto, dietro di lei.
“Sofiii..”
“Ei, Bieber”
Si girò vero di lui cercando di rimanere impassibile. Ma quando incontrò il suo sguardo così luminoso e felice avrebbe voluto farlo scomparire dalla sua vita, snaturarlo di quel posto nel suo cuore che evidentemente non meritava.
“Io e Angela stiamo insieme, che ne pensi?”
“Sai che tra me e lei non c’è un buon rapporto e comunque sono fatti tuoi, non importa il mio giudizio.”
“Si invece. Da quando sono arrivato sei sempre stata gentile con me, mi hai aiutato, voluto bene, sei una grande amica per me.”
Solo amica, eh?! Si sentì sempre più piccola e insignificante, sola.
“Non ho voglia di esprimermi.”
“Oggi torniamo insieme, vero?”
“Col cazzo, tornatene con Angela, non ne ho voglia.”
Si girò e mentre lo fece vide la sua espressione delusa e sorpresa. Tanto meglio.

13:20
Justin.


Camminava a testa bassa sotto una leggera, odiosa pioggerellina. Osservò il viale, i platani che lo fiancheggiavano, le automobili che sfrecciavano sicure dietro di essi; osservò i passanti dagli sguardi vacui, concentrati ma assenti, persi chissà dove, chissà tra quali pensieri. Mai si era soffermato ad osservare i dettagli di quella strada. Era sempre stato lo scenario, mai un muto compagno. Percorreva quel viale alberato con Sofia e quando era con lei non pensava più  a nulla che non fossero le sue parole, i suoi occhi che ridevano silenziosi. Non si soffermava ad osservare nulla che non fosse il suo sorriso luminoso. Dalla volta in cui le aveva offerto quel gelato erano tornati sempre insieme, ricordava quelle strade perché risuonavano della sua risata, delle loro risate. Abbassò lo sguardo e osservò la pavimentazione irregolare e consumata da suole di scarpe, dalle intemperie. Guardò i suoi piedi che macinavano sicuri il tragitto.
Perché era stata scortese con lui? Perché gli aveva risposto così? Mai, da quando l’aveva conosciuta, era stata così fredda e distaccata. Mai in quegli occhi scuri e profondi aveva visto tanta freddezza mista a così tanta rabbia.
Stava con Angela ma non era realmente preso da lei. Sì, ridevano insieme, lei era dolce con lui ma non gli piaceva tutto di lei. A cominciare dai suoi occhi spenti e dal suo sorriso poco sincero, poco vero. Stava con lei perché.. perché?!
Di sicuro perché lei lo aveva assillato, cercato e invogliato ad uscire insieme. Si era lasciato trasportare da tutto ciò perché non aveva alternative, perché era stato messo all’angolo come un pugile sbadato, troppo distratto per comprendere lo scopo delle mosse dell’altro. Per Angela non provava ciò che provava per Sofia, no, per niente. Non ci aveva provato con Sofi perché aveva paura. Paura di un no e paura che quello stesso no potesse rovinare la nostra amicizia.
Prese l’iPhone dalla tasca esitante. Doveva o non doveva? Basta pensare.
“Sabato Angela non c’è e non ho niente da fare, che ne dici se vediamo un film insieme io, te e Gaia? Juss.”
Digitò il nome “Sofia”. Tergiversò per poco, poi con il tocco delicato del pollice inviò il messaggio. Tornò nella rubrica e accanto al nome della ragazza comparve l’immagine in cui era sporca di panna. Sorrise ricordando. Quant’era bella.

Sofia.

Sentì il cellulare vibrare nella tasca. Aveva corso fino a casa, e ora stava salendo le scale affannosamente. Non voleva tornare con lui e era a dir poco scappata prima a passo svelto poi correndo. Si fermò davanti alla porta di casa con le chiavi sospese in aria a pochi centimetri dalla toppa; prese il cellulare e lesse il messaggio e ancor prima il mittente. Rimise il cellulare in tasca.. Aveva bisogno di rifletterci per un po’. Entrò in casa e buttò lo zaino per terra. Detestava il silenzio assordante di quella casa troppo grande per due, quella casa così fredda e sterile, priva di ricordi degni di nota. Salì in camera sua, l’unica stanza che le piaceva nella quale si sentiva al suo posto. Aprì la porta trovandosi davanti la parete piena di fotografie attaccata alla quale c’era il suo letto. Vi si buttò sopra e annusò il profumo delle lenzuola e della coperta leggera. Guardò la parete e vide una foto sua e di Justin di una settimana prima in cui facevano delle facce buffe e sorrise. Era un suo amico e non poteva rovinare la loro amicizia per i suoi sentimenti non ricambiati, voleva continuare a starci insieme da amica.
Prese il cellulare di nuovo, aprì il messaggio e rispose: “Va bene, baby.”

Dopo alcuni secondi Justin, seduto sul divano di casa sua leggendo il messaggio, sorrise.


SOMETHING ABOUT ME, THE WRITER.

Allora. Eccovi la sorpresina sorpresuccia. E’ un po’ deprimente ma comprendetemi, dopo tanti capitoli felici volevo “spezzare”.
Grazie a tutte per le recensioni, vi adoro.
Bene, se fate le brave e recensite, pubblicherò il prossimo capitolo in tempi brevi, altrimenti fregatevi e aspettate. Si, sono cattiva.
Vi volevo chiedere, gentilmente, di farmi sapere che pensate della mia one shot che nessuno ha cagato su Harry Styles (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=949454&i=1 )
Fate le prave pimpe/i.
Piena di amore e armata di coltelli da lancio,
kissmejdbieber on Twitter.

  
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