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Autore: Pachiderma Anarchico    10/02/2012    2 recensioni
Stefan e Tayler se ne sono andati con il vampiro Originale Klaus, facendo perdere le loro tracce.
Ma un'altro nemico minaccia il mondo di Elena.
E mentre il soprannaturale si prepara a una guerra senza esclusioni di colpi,
anche il cuore di Elena dovrà decidere da che parte stare.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Nulla bramiamo tanto quanto ciò che non ci è consentito."
(Publilio Silo)




-Vi volevo presentare una persona.-
Zara fece segno a Damon di aprire la porta d'ingresso.
Una ragazza dai capelli rosso-arancione, mossi, la pelle chiara e gli occhi marroni, magra e bassina, si presentó sulla soglia. Sulle labbra rosee affioró un sorriso imbarazzato.
-Lei è Angie. È una licantropa ed è stata al servizio di Rosalia del tempo. È una mia vecchia amica e puó esservi molto utile.-
-Piacere.-
Angie tese la mano. Damon la guardó dall'alto verso il basso.
-La prima cosa che devi sapere. Io non mi fido. Mi fidavo difficilmente prima non mi fido affatto adesso.-
Angie distogliendo lo sguardo, abassó timida la mano.
-Vabbè dai.-
Elena le sorrise.
-Damon è così ma ti assicuro che non voleva essere scontroso.-
-Io sono voluto essere esattamente come sono sembrato.-
La voce impenetrabile di Damon si allontanó insieme a lui nello studio.
-Ho sentito parlare dei fratelli Salvatore.-
Angie guardò nella direzione di Damon
-Il fratello minore che ha risvegliato dopo molti secoli di assassinii la parte umana, dolce, buono e sensibile, e il fratello maggiore bastardo, bello e protettivo. E poi ci sei tu.-
Si rivolse raggiante a Elena.
-Cosa sai di me?-
-Posso dirti tutto mentre andiamo a fare un giro, sempre che tu possa uscire sola, in questi periodi..-
 Angie accennó allo studio dove era scomparso Damon.
-La sai una cosa? È un'ottima idea camminare un po' all'aria aperta, mi schiarirà le idee.-
Elena prese il giubbino rosso e sorrise a Zara.
-Vuoi che vi accompagni?-
Elena fece cenno di no, prima di addentrarsi nella prima sfumatura della notte.
Il bosco era sempre più scuro. Gli alberi lasciavano ammala pena trapelare i raggi argentei della luna.
Elena camminava a fatica, vedendo a stento dove andava.
Angie invece proseguiva con più libertà. Doveva ricordare il terreno a memoria.
-Secondo me é questo che ha attirato l'occhio di Rosalia su di te.-
-Scusami?-
-A Rosalia un tempo piaceva essere guardata, corteggiata e soprattutto contesa.-
-Ma io non lo faccio apposta.-
-Appunto!- Angie guardò qualcosa lontano tra gli alberi -Non lo fai di proposito, ma ingenua e spontanea, riesci a conquistare e a tenerti due dei più interessanti vampiri di tutto il nostro mondo. Poi Damon, ho sempre sentito dire, ha un bel caratterino, e stasera me lo ha confermato, ma tu comunque lo tieni al tuo gioco..-
Elena si fermó e alzó le sopracciglia, incredula.
-Davvero?-
-Cara adorabile Elena, tutto ho sentito dire tranne che il maggiore dei Salvatore si fosse mai preoccupato così tanto di un'umana.-
Elena aveva creduto di aver visto un bagliore rosso nel fitto della vegetazione, e girandosi verso la boscaglia faceva brevi cenni di assenso.
-Tu credi che Rosalia centri con Klaus?-
Elena non sentiva più i passi o la voce di Angie.
-Angie-
Elena si giró verso di lei, e quello che vide le bloccò le parole in gola.
Angie era piegata a quattro zampe, tossiva convulsamente e la guardava come se non la riconoscesse.
Un urlo squarció il cielo stellato, tinto dalla luce dalla luna piena.
-La luna-
Elena in un soffió di aria capì. Doveva correre, e doveva farlo prima che la trasformazione si completasse. E se Angie si tramutava in lupo da molto tempo ed era diventato un processo veloce?
Non c'era tempo per pensarci adesso, doveva andarsene via da li, il più lontano possibile da lei.
Angie alzó la testa di scatto e Elena vide gli occhi verdi fosforescenti. Tutti i muscoli erano tesi e le vene erano marcate per lo sforzo.
La mente di Elena si rifiutava di lavorare, ma le gambe reagirono da sole, muovendosi veloci e all'impazzata. Ben presto la ragazza si allontanó dalla licantropa, ma si accorse di stare correndo solo quando le venne il fiatone. Da quanto andava avanti? Non lo sapeva, sentiva solo gli arti inferiori doloranti e l'aria mancarle, e doveva fermarsi.
Rallentò, si appoggiò a un albero, respirando faticosamente e guardandosi nervosa intorno. Era sudata e la coda ricadeva disordinata sulla schiena.
Non poteva fermarsi troppo, Angie si era già trasformata e avrebbe fiutato il suo odore.
Un bagliore giallo.
Elena ebbe un sussulto, ma il pelo di un licantropo non poteva essere giallo, ed era una velocità strana, diversa, come quello di un animale, ma un animale a due gambe.
Elena andó verso il centro della radura dove si era fermata per guardarsi meglio intorno.
Un fruscio di foglie.
Elena non sapeva dove guardare, ma sapeva che non era sola.
Stava per rimettersi a correre, anzi il piede destro si era già agilmente messo davanti al sinistro con il quale si stava per dare la spinta, ma un ringhio feroce e grottesco la avvertì che un lupo grosso il doppio di uno normale, le stava piombando alle spalle.
Elena si accovacciò chiudendo gli occhi, pronta per sentire gli artigli e i denti del lupo graffiarle la pelle.
Ma il lupo ringhiava e lottava contro qualcosa che non era il suo corpo, ma qualcosa davanti a lei, che si muoveva veloce emettendo solo sibili.
Elena aprì gli occhi per vedere Alexia saltare sulla schiena di Angie, dal pelo fulvo, che balzava e saltava come un cavallo imbizzarrito ma con il quadruplo della forza, per cercare di far cadere Alexia, che stava aggrappata al pelo.
Ad un tratto il lupo si buttó di schiena sul terreno e schiacció Alexia sul terreno.
Il lupo si alzó girandosi furioso, pronto per sferrare il morso che avrebbe decretato la condanna a morte della vampira, che si muoveva appena. Alzó gli occhi solo per vedere Angie che prese lo slanció per saltarle addosso.
-Angie no!-
Alexia si giró, per quanto le consentissero le sue forze, verso la voce, un attimo prima che Zara emergesse dagli alberi e con uno scatto affondó i denti nella pancia del lupo.
Atterrarono entrambe con un gemito strozzato.
La lupa si rialzó barcollando, pronta per finire quello che aveva iniziato, ma Zara le saltò al collo, imperterrita.
-Vieni-
Una voce fredda e glaciale, così familiare che l'avrebbe riconosciuta tra mille, le sussurrò sul collo.
Il corpo tremante di Elena si arrese a quel semplice ordine, ma il suo sguardo era perso nella visione della terribile lotta tra due razze. Una combatteva perchè resa disumana da un insignificante disco argentato, l'altra per difendere uno della sua specie.
Mentre indietreggiava, si ritrovò fuori dalla radura, immersa negli alberi circostanti.
-Resta qui-
Damon rientró nel territorio dello scontro e, con passo felpato e lo sguardo fisso sulle due combattenti, prese Alexia tra le braccia, la quale teneva a stento gli occhi aperti.
Quando non furono più visibili, la posó a terra.
-C'è la fai a reggerti?-
-Si, credo di si.-
Alexia si poggió al tronco di un pino e guardó diffidente Damon.
-Cosa è successo?-
Il vampiro, calmo la lasció andare.
-Stavo.. Seguendo Elena, quando è uscita dall'oscurità quella bestia..-
-Angie ne vale cento di persone come te.-
Elena era ancora scossa, sdegnata, guardava la vampira come se fosse la cosa più infida del mondo.
-Se non fosse stato per me, tu a quest'ora saresti..-
Con uno scatto non percettibile all'occhio umano, la vampira stava per fuggire e Damon, con un'azione altrettanto agile, le bloccó un braccio dietro la schiena, schiacciandola alla corteccia di un albero.
-E no tesoro, non è così semplice- Damon giró Alexia verso di lui -Adesso vieni con noi, e ci spieghi cosa sta succedendo.-
Alexia mise tutto l'odio che le era possibile nelle parole che pronunció -Non mi puoi costringere, non ti diró niente.-
Damon sorrise, ghignando.
-Si vede che non hai mai avuto a che fare con me, perchè in realtà, posso.-
Marcó l'ultima parola, facendo svanire l'ombra di un sorriso.
-Vogliamo andare?-
Alexia lo guardó con disprezzo, prima di staccarsi dal tronco e cominciare a camminare.
-Damon, Zara.-
-Zara se la caverà.-
Damon sospinse Alexia ad avanzare.
-Si, se la caverà-
Gli fece eco la vampira.
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-Cosa volete sapere?-
Alexia parlava con tono inespressivo, ma doveva ammettere che sdraiata su un letto, nella casa più grande della città, non era poi così terribile.
-Ti manda RosaSpina, vero?-
Il tono duro di Damon, l'indifferente e altrettanto interessato sguardo nei suoi occhi di ghiaccio, catturarono per un attimo l'attenzione di Elena.
-Si-
-Perchè?-
Alexia tentennava.
-Perchè ha un piano, credo.-
-Che piano-
-Non lo so!-
Alexia sbuffó rumorosamente e Damon le posó una mano su una caviglia.
-Alexia, forse tu non ti rendi conto che chi cerca di far del male a lei - indicó Elena in piedi sulla soglia -poi ne paga le conseguenze.-
-Non lo so cosa ha in mente! Non me l’ha detto. Non lo dice a nessuno, perchè non si fida di nessuno.-
-Perfetto, andiamo avanti.-
Alexia rilassó i muscoli.
-Che tipi di poteri ha?-
-Di tutto, veramente di tutto.-
Damon sospiró distogliendo lo sguardo, seccato.
-Senti ne vuoi sapere uno? Bene, ehm.. Riesce ad elevare un aspetto caratteristico del carattere di una persona, una voglia, un desiderio, un sentimento profondo.-
-Spiegati meglio.-
Alexia si mise a sedere.
-Qual è la cosa che desideri di più?-
Damon strinse le labbra, rivolgendosi verso la finestra.
-Elena-
-E questo, elevato ancora, quasi al massimo, per un vampiro in cosa si tramuta?-
Damon sussurró -Il sangue-
-Il SUO sangue- enfatizzò Alexia guardando per un attimo Elena.
-Bè RosaSpina esagera ancora di più questa cosa, trasformandoti in un attimo in quello che tu, magari non sei mai stato o facendoti fare cose che non avresti mai fatto normalmente. È come se per quei momenti tu fossi posseduto dal tuo desiderio, sentimento, voglia ecc. Per ognuno è diverso e..-
-E tutto questo è opera sua?-
Alexia annuì -Si chiama Elevazione dell'Anima o Possessione del Sentimento.-
-Lo puó fare con chiunque?-
Elena era sconcertata. Non riusciva a comprendere come tanto potere potesse essere racchiuso in una persona sola.
-Si con tutti, peró e molto più efficace se il soggetto ha emozioni forti, o un'anima diversa, o ha vissuto esperienze intense.-
Zara entró veloce nella stanza. Aveva la maglietta blu sporca di terra, i jeans strappati in varie parti, i capelli corvini arruffati e dei graffi sulle braccia.
Teneva in mano una sacca di sangue.
Alexia la seguiva con gli occhi, ostile.
-Tieni.-
Ficcó il sangue in mano a Damon, senza degnare di uno sguardo la vampira sul letto.
-Com’'è andata?-
Damon parlava tranquillo, ma Zara era veloce e sbrigativa.
-Te lo racconto più tardi.-
-È successo..Qualcosa?-
Elena sapeva che un vampiro agitato o nervoso era imprevedibile, e usó il suo miglior tono gentile per formulare la domanda.
-Succede sempre qualcosa, ma per il momento spero solo che si strozzi con quel sangue.-
Levandosi la maglietta sporca si diresse nella sua stanza.
Damon lanció la sacca contenente il liquido rosso nelle mani di Alexia, che lo aprì subito bevendo avidamente. Quando lo ebbe prosciugato quasi tutto, con la bocca rossa bofonchió -Vi ho detto tutto, ora posso andarmene?-
-Per andare a riferire quello che hai fatto stasera alla strega?-
Alexia sgranó gli occhi, guardando Damon come se fosse pazzo.
-Io sono fortunata se duro viva una notte dopo aver parlato con voi, e tu pensi che potrei tornare da Rosalia?! Neanche mi farebbe mettere piede..-
-Potresti sempre comprartela.-
-Hahaha- Alexia rise, senza gioia -No no con Rosalia non hai mai una seconda possibilità.-
-Per questo rimarrai qua, e ti faccio anche un favore, perchè a quanto ho capito, non sopravvivresti cinque minuti.-
Damon si diresse verso la porta, ma sulla soglia, accanto a Elena, si fermó.
-Un'ultima cosa. Quanti seguaci ha RosaSpina?-
-Abbastanza, sparsi un po' in tutto il mondo. Un tempo erano molto di più, ma col tempo o sono morti, o sono stati uccisi- Alexia si picchiettò con l'indice il mento -peró sta tentando di reclutarne altri. Vampiri, licantropi, streghe particolari.-
-Anche Klaus sta cercando di formare altri ibridi..-
-Ma senza successo- intervenne Elena -Ti ricordi quella volta nel bosco, quell'ibrido appena trasformato stava male, lacrimava sangue e..Tremava.-
-Quindi entrambi stanno cercando di formare più allea..-
-Una guerra-
Damon poggió una mano sul legno della porta, poggiandosi.
-Si- intervenne Alexia con voce grave -Si, stanno dividendo il mondo soprannaturale in due. Ma per cosa?-
-Tu sai di qualcosa che vogliono entrambi? Un oggetto o un terreno..-
-Non ne ho idea.-
-Forse Klaus si sente minacciato.-
Elena non sapeva più cosa pensare.
-Tutti gli antichi lo sono da sempre, da parte di Rosalia, perchè proprio adesso dovrebbe..-
-Perchè adesso che ha risvegliato la sua parte da lupo mannaro, pensa di poter finalmente essere l'unico da temere.-
Damon fece segno a Elena di uscire.
-Bene, a domani allora-  Il vampiro le fece l'occhiolino -Ah! Quasi dimenticavo. Mi perdonerai tesoro se ti chiudo a chiave, vero?- Damon fece tintinnare la chiave di ottone nella tasca prima di chiudere la porta.
L'ultima cosa che sentirono fu un colpo secco alla porta, sferrato da un vampiro alquanto irritato.
-Damon scusami per l'altra volta. Come ho potuto pensare che tu potessi farmi del male..-
-Ma io volevo farti del male.-
-Tu che... Cosa?-
Elena socchiuse gli occhi, confusa. Il corridoio era buio. Nella camera in fondo non si sentiva alcun rumore proveniente da Zara, e Alexia forse si era calmata.
Elena vedeva Damon in penombra, ma poteva distinguere quasi perfettamente la pelle marmorea e gli occhi brillanti.
-Elena alla fine la strega pazza ha solo accentuato qualcosa che io voglio, che voglio da sempre.-
-Damon io so che non faresti mai qualcosa che mi ferirebbe, anche se lo desideri più di ogni altra cosa.-
-Comunque, cosa ti è passato per la testa?! Non puoi andare in giro nel bosco con un licantropo in una notte di luna piena!-
Damon si diresse verso lo studio di Stefan, rimasto intatto da quando lui se ne era andato per la seconda volta.
Aprì silenziosamente la porta, vagando con lo sguardo nella camera. Dalla spaziosa scrivania in ciliegio, al parquet scuro alla libreria piena di pesanti volumi, alla grande porta finestra che copriva due terzi della parete di fronte che dava sulla terrazza.
-E’ che non doveva esserci la luna piena stasera.-
Elena lo seguì, entrando anche lei nella stanza.-
-Sento il suo profumo-
Poteva avvertire l'essenza di Stefan in quello studio, e sapeva che anche per Damon era così.
-È come se fosse qui.-
-Ma non c'è-
Il suo tono distaccato e freddo sorprese Elena.
-Ed è per questo che devi stare attenta, perchè mezzo mondo ti sta cercando, e lui con esso.-
-Stai insinuando che Stefan mi cerca per farmi del male?-
Damon chiuse di scatto un libro dalla rilegatura in pelle e si voltó verso di lei, sospirando.
-Stai pensando questo?! Damon, Stefan non è così.-
-Stefan è cambiato!-
Elena indietreggiò, poggiando la schiena contro il muro, allibita.
-Come puoi dire una cosa del genere?- Elena quasi sussurró -Come puoi dire questo? Tuo fratello ha rinunciato alla sua libertà per te.-
-E gliene saró sempre grato!- Damon chiuse un attimo gli occhi -Ascolta. Sono sicuro anzi certo, che Stefan lo abbia fatto solo per me, ma a volte si inizia una scelta per una cosa e si finisce per un'altra. Perché se ne sarebbe dovuto riandare? Lo sai che Stefan non è sempre stato l'angelo che conoscevi..Hai letto i suoi diari, lo sai cosa è diventato.-
-Non ci credo- Elena scosse la testa, trafiggendo Damon con lo sguardo. La voce era ferma ma sentiva le lacrime salirle agli occhi.
-Io adesso devo pensare solo a proteggere te da..-
-NO!-
Elena aveva letteralmente gridato, avvicinandosi tremante dalla rabbia.
-Tu devi pensare prima a riportare a casa Stefan..-
-No-
Damon, deciso, la guardò distaccato.
-Non mi puoi chiedere di scegliere tra mio fratello e te.-
Elena cercó di ribattere, ma Damon le si avvicinó accarezzandole la guancia con le lunghe dita affusolate.
-Perchè sceglierò sempre la donna che amo.-
Una lacrima sfuggì alle ciglia nere di Elena. Lucente, scivolava lenta.
Damon allungó un dito per asciugarla, ma Elena lo scostò bruscamente e se ne andó verso la porta, assente.
-Anche io voglio che Stefan ritorni, Elena- Damon si voltó.
Elena si era fermata ma non lo guardava.
-Ma non così-
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-Una strega che è anche un vampiro e un licantropo??-
La voce di Bonnie, dall'altro capo del telefono, suonava sconcertata.
-Cosa dice Damon?-
Caroline invece voleva subito trovare una soluzione.
Dovevano essere a casa di quest'ultima, perchè si sentiva la voce della signora Forbes nell'altra stanza.
-Damon è preoccupato, ma perchè non conosce a fondo da cosa mi sta difendendo, e questo lo manda in bestia.-
Elena si stava vestendo nel bagno della sua stanza nella villa Salvatore, quando sentì alcune voci concitate litigare furiose tra di loro.
-Ragazze vi devo lasciare. Si, si vi aggiorno più tardi. Ciao.-
Elena chiuse il telefono e si fiondò fuori dalla camera.
-Damon cosa succede?-
Damon aveva l'aria di chi era stato svegliato bruscamente.
Irritato, con gli occhi socchiusi a due fessure seccate e i capelli neri scompigliati.
-Ma tu una maglietta non la possiedi?-
Il vampiro era a petto nudo. Ogni muscolo sembrava definito perfettamente dalla pelle liscia. Respirava lentamente.
-E tu un pantalone?-
Elena si guardó distratta le gambe. Spalancó gli occhi quando constatò che era in slip. Le lunghe gambe magre erano completamente scoperte.
Damon sorrise alzando un sopracciglio provocatorio e Elena balbettó qualche scusa e si chiuse dentro.
Un attimo dopo aveva ancora la candida canottiera che usava di notte, ma le gambe erano coperte dal Jeans.
Damon le fece l'occhiolino e si allontanó nel corridoio, verso le voci, con Elena dietro.
-Con che faccia mi vieni a dire queste cose!?-
Zara era davanti la camera di Alexia, che la guardava furiosa.
-Con che faccia tu pretendi di parlare con me come se niente fosse!-
-Io l'ho fatto per te, ma tu non sapevi già cosa significava l'amicizia, eri diventata cieca!-
Alexia la spostó stizzita, sbuffando.
-Stronza-
Alexia scomparve nel soggiorno.
-C'è qualche problema?-
Damon si avvicinó circospetto a Zara.
-No, è solo una vecchia discussione.-
Zara si diresse in cucina senza voltarsi.
-Come stai?-
Damon guardó Elena sovrappensiero.
-Come sempre Damon. Io non mi arrendo.-
Raggiunse Zara e Damon la seguì, superandola.
-Angie non è ancora tornata.-
Elena era seriamente preoccupata per lei, nonostante la sera prima avesse cercato di ucciderla. Non era certo colpa sua se la luna la trasformava in un mostro.
-Dovremmo andare a cercarla.-
Zara armeggiava con l'interno di uno stipo.
-Dov'è il..-
-In basso a sinistra-
Damon rispose prontamente. Zara prese il barattolo di caffè in polvere e si giró meravigliata.
-Come facevi a sapere che cercavo il caffè?-
-Perchè Stefan solitamente beveva il caffè la mattina successiva a una serata "movimentata".-
Damon mimó con le mani.
-Dobbiamo cercare Angie.-
Elena era sicura di volerla trovare, anche se poteva essere dovunque.
-Casomai noi andiamo a cercarla.-
Damon uscì dalla cucina per tornare nella sua stanza.
-Cosa?- Elena lo seguì al piano di sopra, nella grande camera da letto.
-Tu non ti muovi.-
Damon era categorico, usando un tono che non ammetteva repliche.
-Non mi puoi lasciare-
Damon si giró, alzando un sopracciglio.
-Qui-
Aggiunse Elena.
-Starà qualcuno con te.-
-No Damon, è troppo rischioso.-
-Appunto tu non ti muovi da questa casa.-
Uno strano sentimento crebbe dentro Elena.
Era come un misto tra rabbia, preoccupazione, sottomissione e paura.
-Non mi puoi costringere-
Quasi sibilando ogni singola lettera, lo guardava con la collera negli occhi.
A velocità vampiro Damon le prese i polsi in una stretta delicata e ferrea nello stesso tempo e la bloccó al muro, incatenando il suo sguardo azzurro a quello cioccolato della ragazza.
-Se si tratta della tua incolumità, ti costringerò eccome.-
Elena lo guardava con disprezzo e nello stesso tempo incantata.
-Te..Te la metti una maglietta..Per favore?-
Fu tutto quello che riuscì a pronunciare. Come se coprire quel corpo perfetto potesse nascondere anche la luce nel ghiaccio dei suoi occhi, la decisione nella sua voce, con mille sfaccettature di sentimenti diversi, come se potesse essere meno unico, meno "Damon".
Damon la lasció lentamente, prima di infilarsi una maglietta nera.
Elena non c'è la fece più. Aveva necessità di sfogarsi. Corse fuori dalla stanza del vampiro e si chiuse nella sua stanza, poco più lontana.
Prese il suo diario, chiuso a chiave in un cassetto, e appena trovó la prima pagina bianca, cominció a scrivere veloce.
 
Caro Diario,
Io crollo, non c'è la faccio più. È da un mese che non ho notizie da Stefan, è passato un mese da quando ho baciato Damon, è da un mese che sta succedendo veramente di tutto.
Non ci credo che si sia arreso, che non vuole riavere il fratello accanto a lui, di nuovo in sè e io non ho intenzione di rinunciare. So solo che adesso è subentrata anche un'altra minaccia: RosaSpina.
E forse lei è l'unica che possa fermare Klaus, l'unica che ormai tema.
Di Stefan non ho più tracce, e non voglio pensare in che essere spregevole si era tramutato.
E non voglio pensare neanche al bacio.
Io non riesco più a resistere, ma devo riuscirci perchè se quello che provo scoppia, se esce fuori da me, so che provocherà una guerra, ma se accadrà io non la potró fermare, perchè lo sento crescere dentro, sempre più forte, sempre meno controllabile. Non riesco, non posso e se devo dirla tutta neanche voglio dimenticarmi delle sue labbra che danzavano con le mie, del desidero impetuoso, della voglia di vedere davvero l'anima dentro quegli occhi azzurri, e per una volta non ho pensato a tutto il casino che mi, ci assilla.
Se penso a Stefan mi sento terribilmente in colpa, non tanto più per il bacio ma per quello che so che farei se abbasso le difese ai miei sentimenti, se libero il cuore.
Ma perchè devo sempre essere io a pensare agli errori e alle conseguenze???
La verità e che sono solo un'umana in un mondo soprannaturale, ma che ormai ci sono troppo dentro per far finta di niente.
 

Elena sentiva movimento nel soggiorno. Chiuse il diario nel cassetto e si diresse verso le voci.
Zara e Alexia erano ai due lati opposti della stanza e si mandavano occhiate avvelenate a vicenda.
Caroline e Bonnie erano sedute sul divano, Alaric e Damon erano poggiati ai due rispettivi braccioli.
-Ci siete tutti.-
Il tono piatto e rassegnato di Elena lasciava intendere come si sentiva.
Ancora una volta le persone che amava erano in pericolo, per lei.
-Bene..Quando andiamo?-
Elena guardó negli occhi ogni persona davanti, aggrottando le sopracciglie vedendo i loro sguardi perplessi.
-Elena.-
Damon disse il suo nome in un sospiro.
-Damon.-
Elena si impuntò, incrociando le braccia.
-Tu..-
-Io io. Tutti quanti a rischiare per me, ve lo devo che rischi anche un po' io.-
Bonnie tentó di parlare.
-Ma tu rischi sempre Elena, per tutti..-
-Io voglio venire e verró.-
Detto questo si rifugiò nell'ingresso per infilarsi il giubbino.
Stava armeggiando con la zip quando due mani la fermarono.
-Se ti dico di correre tu corri, se ti dico di fermarti ti fermi. Se ti dico di metterti in salvo senza badare a nessun'altro tu lo fai, chiaro?-
Damon alzó la zip fino al collo chiaro di Elena, fissandola.
-Chiaro.-
Elena si stava perdendo nel labirinto di azzurri dei suoi occhi quando il branco fece capolino nell'ingresso.
-Pronti?-
Zara si mise accanto a Damon.
-Scusate ma..Tutto questo per cercare un lupo?-
Caroline era ancora scontrosa quando si trattava di licantropi, da quando anche Tayler se ne era andato con Klaus e Stefan.
Alexia si intromise, aggiudicandosi l'attenzione dei presenti.
-Tutto questo, e non basterà, perchè con un po' di fortuna o sfortuna, incontreremo la creatura più potente che sia mai esistita.-



Eccomi!
Bene, questo è il capitolo più importante pubblicato fin' ora.
Il precedenti hanno avuto molte visite, tutti tranne il 6°, che ne ha avute, non fraintendetemi, ma non come gli altri..
Non è che mi avete abbandonato vero?? :(
Io continuo eh, e ringrazio veramente tanto tanto chi mi segue ancora perchè la speranza mai si perde :D
Ammetto che è una storia abbastanza complicata, ma vi assicuro che ne vale la pena, e se avrete un po' di pazienza vi faccio "godere" ;)
E niente, non sono brava con i saluti, quindi lascerò alla mia storia la parole e a voi il giudizio..
Baci :*

 

  
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