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Autore: Tem_93    10/02/2012    4 recensioni
Noah sentì dei capelli solleticargli il volto. Arricciò il naso infastidito e spinse leggermente la proprietaria, facendosi spazio ne letto. Si girò dall’altra parte, cercando di tirare un po’ di coperta dalla sua parte, ma nulla, come al solito lei vi si era tutta arrotolata dentro.
Rachel scese dall’aereo, andando poi a recuperare le valigie. Era tornata a casa. O almeno, era in America e a breve sarebbe tornata a casa.
David chiuse la chiamata arrabbiato come sempre. Non sarebbe tornato da lui, no, aveva chiuso.
Santana si svegliò ancora molto assonnata. Tastò l’altra parte del letto, trovandola vuota. Lei era già andata via, come pensava.
Brittany arrivò al lavoro leggermente in anticipo. Lei le mancava già, come sempre non poteva starle troppo lontano, ma per il lavoro doveva.
Mike si lasciò sistemare la cravatta dalla fidanzata, sorridendo mentre lei era tutta concentrata.
Kurt si sistemò il ciuffo per l’ennesima volta, sembrava che quella mattina non volesse stare come voleva. Si passò poi un filo di crema sul volto e allentò il foulard.
[Future-fic]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22}Mess
 
 
-Come mai sei così grande?- domandò Valerie alzando il visino verso Dave, mentre gli trotterellava intorno. Lui abbassò gli occhi, notando come lo scrutava dal basso.
-E’ perché sono figlio di un gigante- rispose calmo.
-Davvero?- chiese Valerie eccitata, bloccandosi sul posto.
-Già- annuì convinto.
-Wow!- esclamò la piccola, correndo per tenere il suo passo.
-E da dove vieni?- chiese curiosa.
-Da dove viene Hagrid-affermò con un sorriso.
-E chi è?-s’informò la piccola, interessata.
-Non dire a Santana che non sai chi è, altrimenti ti incomincerà a stressare con Harry Potter..-l’avvertì, prendendola in braccio, per comodità. L’ispanica vi si avvicinò con un leggero sorriso.
-Ti piace Harry Potter?- chiese alla bambina.
-Sì perché è amico tuo e di Dave- annuì quella, puntellando il piccolo indice sulla guancia del ragazzo. Santana corrugò le sopracciglia, e stava per ribattere, quando arrivarono all’uscita dell’aeroporto. Vide passarle a fiancò una figura con una chioma bionda, che in poco tempo investì Mike.
L’asiatico strinse forte la sua fidanzata, la quale rideva gioiosa, per poi baciarla teneramente.
-Mi sei mancata troppo-le sussurrò, sistemandole una ciocca dietro all’orecchio.
-Anche tu, penso che come nuova regola dovremmo mettere “mai separarsi per più di due/tre ore”- mormorò lei, carezzandogli il viso.
-Mi piace, mi piace..- acconsentì lui.
-Oh grazie dell’interessamento Q, noi tutto benissimo, tu?- scherzò Rachel avvicinandosi all’amica.
-Ma questa non l’avete lasciata là con Puckerman?- borbottò la bionda, scatenando le solite risatine, e lunghi sospiri nei due interessati. Quinn si girò poi per abbracciare Brittany, infine, in cerca di Valerie, si accorse di Santana a Dave. Quest’ultimo però era più stupito da chi aveva accompagnato la ragazza.
-Ciao David, Santana- li salutò Kurt, con un leggero sorriso.
-Io sono Valerie- si presentò la piccola, agitando timidamente la manina.
Dave guardava il ragazzo confuso, non capendo il motivo della sua presenza. Lui doveva essere a New York, a quell’ora doveva lavorare nel suo negozio, o amoreggiare con il suo nano;  non certo essere in un aeroporto a Lima di fronte a lui.
-Kurt- accennò Santana, voltandosi leggermente verso il miglior amico –Oh, non sono l’unica a dover affrontare il passato a quanto pare- bisbigliò piano.
-Hummel- mormorò lui, facendogli cenno con capo. Valerie guardava i ragazzi stranita, non capendo cosa stesse succedendo, finché non intercetto con gli occhi Quinn.
-Q!- trillò, sorridendo, per poi puntare le braccia nella direzione della ragazza. Quinn si avvicinò, osservando attentamente Santana e David.
-Ciao pulcina- ridacchiò, mentre la piccola passava dalle braccia di Dave alle sue. La donna scompigliò i capelli alla bambina, dopodiché guardò in direzione dei due vecchi amici, con un sorriso teso.
-Santana, Karofsky, siete tornati per restare?- domandò, con un tono calmo, fin troppo. Santana sentiva il peso di quegli occhi verdi e limpidi, lo sguardo di Quinn era come quello di Brittany: impossibile da sostenere. Quinn era stata per anni una delle sue amiche più care, erano cresciute insieme, avevano passato un’infinità di giorni a ridere, scherzare, battibeccare e prendersi in giro, finché lei non era partita , buttando via tutto. Girò la testa di scatto, mordendosi il labbro inferiore, per raccogliere la valigia.
-Già- assentì solo.
-Io sto per una settimana, dopo partirò per New York- spiegò Dave, cercando di notare la reazione di Kurt, il quale sbarrò gli occhi azzurri, arrossendo leggermente. Rachel lo stava osservando da un po’, probabilmente aveva notato che qualcosa non andava. Le avrebbe dovuto dire di Blaine prima che lo scoprisse da altri e ne facesse una tragedia greca.
-Bene, guardate questo aeroporto è fantastico, se proprio vi piace tanto ci torneremo, ma direi che ora si potrebbe  avviarci verso casa- propose Mike, cercando di sciogliere tutta quella tensione che percepiva nell’aria. Valerie si affacciò dalla spalla di Quinn, guardando sua madre con un visino furbo e gioioso.
-Io vorrei la torta di zia Q- squillò, allargando il sorriso. Brittany rise a sua volta, annuendo.
-Portiamo a casa le valige e poi andiamo da Q e Mike- le propose. La bimba batté le manine contenta, alzando il viso verso quello di Quinn che sorrideva contenta.
-Ma… se io non vi volessi a casa mia perché mi è mancata la mia bellissima futura sposa-disse Mike, alzando un sopracciglio. Valerie sporse all’infuori il labbro inferiore, leggermente dispiaciuta.
-Oh, per oggi farò un’eccezione, ma solo perché sei una Pierce- ridacchiò Mike, facendo l’occhiolino alla piccola.
Santana continuava a torturarsi le dita, mordicchiandosi nel contempo il labbro superiore, notando quanto tutti adorassero Valerie, e quando lei ricambiasse. Era esattamente come Brittany, tutti avevano sempre preferito Brittany a lei, perché era più solare, divertente, gentile. Dopotutto Valerie era una Pierce, non una Lopez, constatò, sospirando.
-Ha detto che vuole venire anche Rachel- riferì Brittany annuendo con vigore a Quinn, mentre la brunetta scuoteva il capo contraria. La bionda strinse gli occhi a fessure, capendo che c’era sotto qualcosa.
-Perfetto, sei sempre la benvenuta Berry- disse con fare mellifluo, ricevendosi un’occhiataccia da Rachel.
-Vuoi venire anche tu Santana?- domandò Quinn, voltandosi nuovamente nella sua direzione.
La latina sbarrò gli occhi, colta di sorpresa.
-N-no grazie- soffiò –Devo sistemare la mia roba- si giustificò. Quinn annuì, fredda come Santana non ricordava mai di averla vista.
 
 

   
Quinn entrò in casa, seguita da Mike e Rachel intenti a raccontarle della vacanza.
-Ma Rach, sai per caso cosa aveva Noah? E’ da qualche giorno che è strano, gliel’ho chiesto ma non ne vuole parlare- osservò il ragazzo, portando il borsone nero in camera.
Rachel, stranamente, esitò a dare una risposta. Anzi, proprio non disse nulla.
Quinn e Mike si girarono all’unisono nella sua direzione, colpiti. Quinn, sbatté le ciglia più volte, avvicinandosi poi all’amica.
-Non sarà successo qualcosa vero? Non è il motivo per cui B voleva che tu venissi qui, giusto?- domandò, mentre il suo tono si faceva più acuto – Rachel Barbra Berry, se fosse successo qualcosa tra voi due, me l’avresti detto, vero?- strillò stizzita.
-Ecco..- cominciò Rachel, guardandosi le mani
-Ecco?- la interruppe Quinn – Mike, Rachel ha mai iniziato uno dei suoi lunghi monologhi infiniti con “ecco”… Mike, perché non parla, cos’hanno fatto?- continuò a strillare impaziente.
-Non lo so tesoro, ma …- tentò di rasserenarla il ragazzo, quando suonarono al campanello. Rachel rimase immobile al centro della stanza, dopo un cenno di Quinn, la quale di gettò alla porta, alterata.
-Sono pronta per la torta!- trillò Valerie entusiasta.
-Tu- disse la padrona di casa indicando il fidanzato –dai la torta a Vals- ordinò, spingendo la bambina verso di lui –tu vieni con me- continuò, riferendosi a Brittany, che appena l’aveva vista aveva sbarrato gli occhi preoccupata –e tu, parla!- decretò, facendo entrare le amiche nella propria camera, per poi chiudersi la porta alle spalle.
-Quinn, però stai calma..- propose Rachel, intimorita. La ragazza, dischiuse la bocca, sbattendo le ciglia due volte.
-B? Ti sembro una persona non calma?- chiese, senza staccare gli occhi dalla brunetta.
-Sembri calmissima Q-rispose immediatamente l’amica, quasi terrorizzata dall’altra bionda.
-Vedi Rachel, calmissima- ripeté quella soddisfatta. Rachel guardò male Brittany, cercando poi il miglior modo per dire a Quinn cosa era successo.
-Se, in caso ipotetico, non dico che è proprio quello è successo- farfugliò la ragazza –Noah mi avesse baciata, e io lo avessi respinto, con buoni motivi, quasi inattaccabili, tu… ti arrabbieresti?- chiese, inarcando le sopracciglia, impaurita dalla reazione a quelle parole.
La bionda sgranò gli occhi verdi, restando a bocca aperta –Se fosse successo sul serio, innanzitutto sarei arrabbiata perché me lo dici solo ora, secondo, quali sarebbero questi motivi “inattaccabili”?- s’informò, rimanendo abbastanza serena.
-Bè tipo se io non lo amassi e glielo dicessi rovinerei il nostro rapporto-  disse velocemente Rachel.
Quinn guardò l’orologio, annuendo – Bene, questa era la cazzata delle 20.23, poi?-la invitò a continuare.
-Non era una cazzata- borbottò la mora, ricevendosi un’occhiataccia da entrambe le ragazze.
-“Se non lo amassi”?- ripeté Quinn –Ah.ah.ah. Divertente, ora dammi un buon motivo per cui non mi dovrei arrabbiare?- .
Rachel arrossì, distogliendo lo sguardo. -Lui è il mio migliore amico!- sbottò ad un tratto, convinta.
-Non ancora- sbuffò Brittany, stufa di ascoltare la stessa scusa un’altra volta
-E’ una delle persone più importanti al mondo per me, e… se dovesse finire male…io- sospirò Rachel, guardando il pavimento, desolata. Quinn prese un grosso respiro, dopodiché si avvicinò all’amica, stringendole la mani.
-Senti Rach, sappiamo entrambe che ormai non puoi più far finta di quello che lui prova, cioè, mi chiedo come facessi a non notarlo nemmeno prima, ma questo è un altro discorso- constatò la bionda – O ti rendi conto che provi le sue stesse cose, o lo perderai comunque- le fece notare sinceramente, con un debole sorriso –E sai che sarebbe una cosa da sciocchi, perché voi due siete fatti l’uno per l’altra- aggiunse, sorridendo maggiormente. Rachel incrociò i suoi occhi nocciola con quelli verdi e profondi di Quinn, mordendosi il labbro inferiore.
-Certo, non è l’uomo perfetto, di quelli ce n’è uno ogni duemila anni: c’è stato Gesù, e ora Mike Chang; ma Noah non è neanche così male – scherzò, riuscendo a far ridere la brunetta. Quest’ultima poi abbracciò la ragazza, Brittany si alzò, unendosi alle amiche ridacchiando.
-Bene!- esclamò Quinn aprendo la porta –Mike, si preannuncia un doppio matrimonio!- disse contenta.
-Cosa scusa?- strillò Rachel, alzando un sopracciglio.
-Io l’avevo detto- mormorò Brittany, accostandosi alla figlia che mangiava tranquilla la torta al cioccolato, sulle gambe di Mike.
-E no, non accetterò che ti vesta in rosa, sappilo!- continuò Quinn seria.
 
 

 
 
Santana si sedette sul divano di fianco a Noah, il quale le passò il pacchetto di patatine che stava mangiando. Puck la trattava ancora come un tempo, come se non fosse passato nemmeno un mese, era solo un po’ arrabbiato, ma si fidava ancora di lei. Probabilmente era l’unico insieme a Dave. Nemmeno lei stessa si fidava di sé. Ancora non era sicura della scelta fatta, non riusciva a non pensare di essere fuori luogo.
Bè, sicuramente era strano vivere lì, con la Berry e Puckerman, ma probabilmente l’avrebbe aiutata ad avvicinarsi di più a Valerie visto che sapeva che spesso stava con quei due.
-A cosa pensi?- domandò ad un tratto Puck, riportandola alla realtà.
-Valerie- sussurrò sincera, tirandosi le gambe al petto.
-Le piaci- annuì Noah –era una vita che voleva conoscerti-.
-Ed è un problema…perché rovinerò tutto…Io rovino sempre tutto- bisbigliò, malinconica.
-Non lo farai- scosse il capo il ragazzo- anche perché se dovessi farlo, sappi che ti cercherei e ti ucciderei. Per cui, non lo farai- le sorrise. Santana sospirò, guardando distrattamente la partita di football che stava seguendo il ragazzo.
-Domani cercherò un lavoro, così riuscirò a togliermi dai piedi il prima possibile- lo avvertì.
-Oh già! Mi sono scordato di dirti che non c’è bisogno di cercarlo. Sai, ero andato a sentire poco tempo fa, e il tuo vecchio lavoro risulta ancora libero- la informò. Subito Santana fece un smorfia, ricordando il piano suo e di Dave “contro” di lei, ma, appena seppe del posto, sorrise sorpresa.
-Dici che mi riprenderanno?- domandò speranzosa.
-Perché non dovrebbero?- sorrise lui, tornando a concentrarsi sulla partita –Io fossi in te farei di tutto per riavere quel posto, Valerie ama andare in biblioteca- le confidò, facendola sorridere.
 

Poche ore dopo i due ragazzi si divisero nelle due stanze. Noah attese un po’ sveglio, aspettando che Rachel tornasse, per poterle parlare, ma si addormentò attendendola.
La ragazza tornò da casa Chang-Fabray abbastanza tardi, trovandolo già nel mondo dei sogni. Si sdraiò nella parte destra del letto, stando ben attenta a non destarlo, dopodiché di addormentò a sua volta.
La mattina seguente Rachel si alzò prima del solito, infilandosi velocemente in bagno per poi scendere al locale.

 

Noah stropicciò gli occhi, notando che l’altra parte del letto era vuota, ma in disordine. Vide poi la porta del bagno chiudersi e vi corse dietro, tentando di aprirla, ma era appena stata bloccata dall’interno.  Dentro Santana corrugò le sopracciglia, per poi mettere il dentifricio sul suo spazzolino.
-Rachel aspetta, possiamo parlare?- chiamò da fuori Puck, bussando alla porta insistentemente.
-Mhhh sohono shantana- bonficchiò la latina, continuando a lavarsi i denti.
-Sì, proprio ora che non c’è Santana, senti..- iniziò il ragazzo, non avendo capito quello che aveva detto l’ispanica.
-Mhhnoo- tentò di fermarlo la ragazza.
-No, lasciami parlare, già è una cosa difficile- la bloccò lui. Sospirò, appoggiando la fronte contro la porta.
-Senti Rachel, lo so che non avrei dovuto baciarti...- soffiò, mentre Santana dentro alzava le sopracciglia sorpresa –E mi scuso se sei arrabbiata per quello, però certo che sei arrabbiata per quello, potevi allontanarmi subito e non starci- farfugliò velocemente –comunque, non è questo che volevo dirti- mormorò, tentando di ricordare il discorso che si era preparato.
 

Rachel salì le scale del bar per raggiungere l’appartamento, poiché si era dimenticata di prendere la borsa con le chiavi della macchina. Aprì la porta senza far troppo rumore e si diresse verso la camera, quando vide Noah appoggiato contro la porta del bagno, che parlava probabilmente con Santana. Rimase immobile, senza farsi notare, ascoltando la conversazione.

 

-Volevo dirti che c’è un motivo per cui ti ho baciata, anche se penso che tu sappia già qual è. Il fatto è che… è che …- ripeté stringendo i pugni agitato – è che sono innamorato di te- confessò in un sussurro. Rachel sbarrò gli occhi incredula, deglutendo a fatica. Santana dal canto suo invece li roteò, dato che per lei non era certo una novità.
-Sai, già quando te ne sei andata provavo qualcosa per te, ma pensavo che standoti lontano sarebbe…come dire… passato. Invece quando ti ho rivista, ho capito che ero stato uno stupido a pensare che non mi sarei innamorato di te di nuovo. In ogni caso avevo tentato in tutti i modi di resisterti, di non andare contro a quello che tu provavi…solo che, quando ti ho visto con Brittany…non ho più capito niente. Chiamala gelosia..- ridacchiò, grattandosi imbarazzato la cresta.
 
A Rachel scappò una lacrima, silenziosamente prese la borsa dopo averla vista appoggiata sul divano e uscì senza essere notata.
 
-Basta, questo era ciò che dovevi sapere. Che ti amo e mi dispiace..- concluse, spostandosi dalla porta, leggermente deluso di non aver nessuna risposta. Appena si voltò la porta si aprì. Santana uscì applaudendo leggermente.
-Bravo! La prossima volta solo, dillo alla persona giusta- ridacchiò, notando lo sguardo allibito del ragazzo.
-Lopez, cosa cavolo ci facevi tu dentro? E Rachel dov’è?- chiese lui stizzito.
-Il bagno in camera mia è chiuso, non ho le chiavi e tu stavi dormendo. La Berry è scesa poco fa- lo informò per poi dirigersi verso la propria camera –Che ti amo e mi dispiace..- lo canzonò sottovoce, ridacchiando.
-Fanculo Lopez- ringhiò a denti stretti dopo essere arrossito. Aprì poi la porta, scendendo di corsa nel locale.
 
 

 
 
Ma ciau :)
Dai, stavolta non sono stata così lenta u_ù O almeno, non come l’ultima volta!
Umh, succedono un po’ di cose qui in effetti.

-Per sapere di Kurt, aspettate il prossimo capitolo.
-Per il Puckleberry…eh scusate… l’ho anche ragionata quella scena, e per risolverla, ci vogliono un po’ di capitoli.
-Adoro Quinnie felicemente pazza :)
 
Bene, ci risentiamo la prossima settimana mi sa ;)
Scusate per eventuali errori!

 
Besos,Miky
  
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