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Autore: Ilmaredentroognicielo    10/02/2012    4 recensioni
Mi aveva incendiata e lo sapevo; il mio problema era il grado di astinenza che avevo indiscutibilmente portato avanti da un anno a quella parte, il che significava che io, avrei potuto scendere nei più fondi piani, presa letteralmente dall'istinto di una donna, comunemente chiamato, uomo. Sapevo che quel ragazzo, conosciuto da solo un giorno aveva il potere di attrarmi come una calamita e non perché fosse bello o attraente, semplicemente perché io, al minimo tocco sbagliato prendevo fuoco. "
***
Hel e Thomas.
Un compito da portare a termine.
Lui, sfacciato, bello da stare male, stronzo e un po' superficiale.
Lei, fragile, innamorata dell'amore; convinta che il mare si trovi dentro agli occhi di tutti.
Costretto a passare del tempo insieme ad Hel, Thomas prova a portarsela a letto. Lei prova, invece, a non cedere, nonostante la strana attrazione che prova nei suoi confronti.
I due giocheranno, si conosceranno, per certi versi si odieranno.
Legati da un compito di filosofia, alla fine, cominceranno ad accettarsi.
Lei farà sesso senza amore o sarà lui a fare sesso, dopo essersi innamorato?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Conoscenze.

Mi trovavo con il professore di filosofia, immersa quasi letteralmente tra le scartoffie. 
Erano tutti i miei compiti, superati col massimo dei voti.
Ero profondamente soddisfatta e nonostante tutto sentivo un peso schiacciarmi lo stomaco. 
Mi alzai da terra, spostando i fogli rigorosamente scritti. 
Vidi Thomas, serio e coinciso e mi girò la testa. 
Non aveva lo stesso colore di occhi della sera prima, era spento, quasi invisibile. 
" Thomas... " Tentai. 
Nessuno rispose e mi sentii sola, in una stanza con Thom e il professore, ma sola. 
Mi ricordai del grosso problema che mi attanagliava da un paio di giorni : il progetto che io e lui 
dovevamo portare a termine. 
Mi avvicinai al professore e notai che era seduto sulla cattedra, quasi inerte.
Poco prima lo avevo visto a terra, accanto a me e adesso stava sulla cattedra.
Che diavolo stava succedendo? Pensai. 
" Professore.." Sussurrai per poi guardare Thomas. 
Di nuovo silenzio e allora guardai alla porta ritrovandomi mamma e papà, arrabbiati. 
" Potevi dircelo.. " mi accusarono. 
" Mamma.. volevo, ma.. " 
" Ma tu nella vita non combinerai mai nulla di buono.. "
La verità delle sue parole mi colpì come un pugno sullo stomaco. 
" Possiamo ancora finirlo perché Thom mi vuole aiutare " Mi girò la testa e vidi il mio compagno di corso sorridere ed allontanarsi con un mezzo sorriso sul volto. 
"Thomas.. " urlai. 
"Thom!!" 
" Helen , stai bene? "
" Thomas!! " 
Sentii strattonarmi e aprii involontariamente gli occhi mettendomi seduta. 
" Hel, stavi urlando.. è tutto ok? " Mi sorprese il suo tono di voce, per niente derisorio, solo.. preoccupato. 
" Si.. " Boccheggiai, ancora scossa. 
" Hai urlato il mio nome.. cos'era, un sogno erotico?" Di nuovo il ghigno sul viso, divertito e sexy. 
" Idiota." Mi alzai dal letto, sospirando cauta. 
Una cosa di lui l'avevo imparata. 
" vado a farmi.. " mi disse mentre si intrufolava in bagno. 
" Non provarci...! " Dissi. 
" Sarò veloce! " Lo vidi sorridere e chiudersi la porta alle spalle. 
Idiota, stupido, presuntuoso, maleducato che non era altro.
Comunque ero ancora scossa per ripetere gli insulti ad alta voce, immaginai mia madre, mentre effettivamente si rendeva conto che ancora una volta avevo fallito. 
Non riuscivo a combinare nulla di buono, sin da quand'ero bambina. 
Mentre mi dilettavo a pensare alla mia vita privata, vidi aprire la porta ed uscire, tutto tranquillo Thomas, con la tovaglia legata ai fianchi; ne approfittai per andarmi a fare un doccia, prima che quell'idiota tornasse dentro.
Non volevo soffermarmi al suo torace, nè alle sue gambe ed entrai quasi senza respirare. 
In mezz'ora ero già fuori e lo trovai ad aspettarmi, sorridente.
Di sicuro, da svestito era molto meglio.
" Andiamo, oggi niente scuola. " 
" Stai scherzando. " 
" Dimmi il posto dove adori andare? " No, non scherzava. 
" Al mare. " 
Mi prese per mano e mi mostrò la sua moto, Era blu ed enorme; 
adoravo il blu e senza mezzi termini adorai subito la sua moto.
Salii titubante e mi agganciai a lui, come una piovra. 
Avevo paura ma arrivammo in poco tempo. 
Il mare era sempre li e si scontrava con la riva, era perfetto, isolato, profumato. 
Lo adoravo e Thomas se ne accorse subito. 
" Sembri una bambina che guarda un acquilone. " Mi annusò, mentre si avvicinava tutto contento. 
" Non lo so, però il mare.. lo amo.." 
Altra rivelazione. Stare con Thomas, adesso, non mi sembrava molto massacrante. 
" Perché non credi all'amore? " Lo guardai e il vento spostò i miei capelli, lo vidi appoggiare la sua testa sulla mia spalla e guardare dritto davanti a se. 
" La mia ragazza, Lidia, è morta quattro anni fa. Nessuno lo meriterebbe, nessuno meriterebbe di perdere qualcuno di veramente importante. Per tre anni mi sono 
chiesto il perché dobbiamo affezionarci, crescere, amare, vivere per una persona e con una persona, se poi qualsiasi cosa riesce a portarcela via. 
Poi ho semplicemente capito che non esiste una risposta. Da quel giorno ho spento i miei sentimenti, uno ad uno. "
Lo guardai con gli occhi lucidi, lo aveva fatto, si era aperto e adesso mi guardava serio e livido. 
" Ah.. " Sussurrai e mi avvicinai ad abbracciarlo; non era un abbraccio di due estranei, quella rivelazione mi aveva avvicinato a lui, stranamente. 
Forse potevamo essere amici. 
" Perché non frequenti i corsi? " Cambiai argomento. " Celeste mi ha detto che avevi il massimo dei voti alle medie.. quindi.." 
" Quindi se chiedi al professore, ti dirà che sono scostante, poco puntuale, poco serio, ma ho il massimo dei voti in filosofia. Non mi conosce, perché non ho mai 
frequentato i corsi, a scuola. Preferisco prepararmi a casa, quando posso. Il professore sapeva che io sono un portento.." E sorrise. " Ti ha messo con me, in gruppo solo perché sapeva che mi avresti cercato e mi avresti costretto a frequentare, per un buon voto in filosofia. Vuole accertarsi che sia davvero così bravo." 
Quindi, il professore non voleva distruggermi. 
" Oh.." Dissi, stanca. 
" Andiamo a casa, Helen. " Mi porse una mano e ci alzammo.
Speravo, benchè la bella mattinata, che Thom tornasse a casa sua, ammesso che ne avesse una. 
Mi era un po' meno antipatico, è vero, ma avevo bisogno di rilassarmi un po', per conto mio. 
Tornammo a casa e lo vidi sedersi, stranamente sul mio letto. 
" Non ce l'hai una casa? " 
" Dai, che la mia presenza non ti dispiace. " Ammiccò. Eccolo, adesso lo riconoscevo.
Presi i libri, ignorando e studiai un po'. Thomas mi guardava in silenzio e sentivo il verde dei suoi occhi in ogni angolo del mio corpo. Era imbarazzante e forse era anche 
per quello che insisteva. Lo vidi, dopo parecchio, alzarsi e dirigersi in bagno. Lo sentii mentre apriva il rubinetto dell'acqua e riempiva la mia vasca da bagno. 
La sua educazione era praticamente inesistente.
Dopo poco, uscì e mi bloccai, incapace di parlare; 
" Sei.. nudo! " Urlai, coprendomi gli occhi. 
" Lo so,Hel,  sai dirmi dove è l'accappatoio? " 
Maledetto lui e la mia astinenza al sesso. 
" ... Sullo scaffale bianco, in bagno." 
" Prendilo tu... eh? " Mi avvicinai a lui, facendo bene attenzione a non guardare in certi punti intimi. Il suo fisico, sembrava perfetto .
Entrai in bagno e notai la vasca da bagno piena fino all'orlo. Che sprecone, pensai. 
" Potevi riempirci l'intero bagno, con l'acqua, eh?  " Urlai per farmi sentire ma mi accorsi che non ce n'era bisogno, lui era dietro di me. 
" Senti, Thom, copriti, intesi?" Il mio volto aveva raggiunto un rosso lampone, sconsiderato. 
Si avvicinò imperscrutabile e mi girò la testa. 
Sentivo gli ormoni salire e scendere dentro. 
" Perché? " Sottolineò la domanda, attaccandosi al mio torace. 
" Perché.. insomma... tu... sei... " mi guardò con aria sospettosa. 
" Sono...? " Mi incitò. Feci un passo indietro e come mi aspettavo, lui mi seguì. 
" Nudo, sei... nudo! " Urlai, stizzita. 
" Non dovrebbe essere un problema... per te non sono attraente." Annunciò, con una certa soddisfazione sul viso. Indietreggiai ancora e senza rendermene conto 
scivolai proprio dentro la vasca da bagno. 
" Merda! " Urlai. " Aiutami ad uscire fuori di quì! " Ero arrabbiata e odiavo quello che mi stava facendo, a scopo personale. Non avevo capito bene, un paio di ore prima sembrava essere.. diverso.
Insomma, sembra aver preso sul serio la cosa e adesso, me lo trovavo davanti col solito ghigno sul viso, intendo a provocarmi come si doveva, forse non era abituato a ragazze che non cadevano ai suoi piedi e si voleva riscattare. 
Lo vidi sghigniazzare prima di infilare un piede sulla mia vasca da bagno con me dentro. Provai allora, ad alzarmi riscivolandoci dentro e allagando completamente il pavimento. 
" Non.. avrai problemi, quindi se mi avvicino più del dovuto. " Sorrise. 
Il suo sguardo e quel suo modo di parlare mi mettevano in crisi.  Con un movimento si sdraiò aderendo completamente al mio corpo e lo guardai provando inutilmente a 
dimenarmi. 
Cominciò a sprofondare sul mio collo bagnato, un'altra volta e compresi per un attimo che se solo ci avesse provato, adesso, sarei finita a letto con lui. 
Aveva i capelli castani,zuppi e nel suo modo di fare, non c'era niente che potesse essere frainteso come un gioco, sembrava essere tornato serio. 
" Thomas.." Lo chiamai. 
" Hel.." Mi rispose, mentre mordicchiava il lobo dell'orecchio sinistro. 
" Perché? " 
" Perchè sei bella. " 
Non riuscivo a respirare, mentre sentivo a contatto il suo corpo completamente e perfettamente nudo.
Caldo e morbido a contatto con le mie mani, fredde e tremanti.
Odiavo il professor Gold, perché mi aveva messa in coppia con un ragazzo, bello, stronzo, determinato e scostante. 
Non potevo affatto negare che, in  qualche modo ci stavamo conoscendo, anche per gioco.
Non provò minimamente a spogliarmi, forse sapeva che l'avesse fatto, avrei dato di matto. 
Lo vidi alzarsi e pregai non so cosa, per rivederlo su di me, smaniante del suo contatto. Che casino. 
Si avvicinò al mio viso e mi baciò, era un bacio caldo, umido, sicuro. 
" Non sono il tuo gioco. " Dissi, neanche sicura di ciò che stavo dicendo. 
" Sei sicura.. di non essere attratta da me? " Mi arrabbiai. 
" E se anche fosse? Avrai anche un bel corpo ma sei solo un idiota." 
Thomas sorrise, si alzò ancora nudo e alla fine, ancora divertito, si girò di spalle e prese l'accappatoio. 
 
 
 
***
 
" Professore, non credo di aver capito questo passaggio." Chiesi, un po' in imbarazzo. 
Il professore sorrise e gli fui grata. La matematica non mi piaceva molto, ma tutto sommato era un po' come cadere dentro un calderone pieno di pozioni e formule varie. 
Una favola, insomma. 
Pensai improvvisamente a Thomas: di sicuro era un ragazzo insolito e non l'avevo per niente capito, i suoi comportamenti erano quasi incomprensibili, e il suo umore
cambiava costantemente. 
Un bambino che giocava a fare l'adulto, forse. 
Una cosa l'avevo capita, Thomas aveva sofferto per amore e si era chiuso dentro le sue convinzioni sporche. Era attraente e voleva giocare al gatto e al topo con me. 
Gli avevo forse dato modo di divertirsi?
Dovevo ammettere che i suoi baci, non mi erano affatto dispiaciuti in quei giorni ma avevo altrettanto chiarito che la mia indole era pressocchè tranquilla e lui la stava
stravolgendo del tutto. 
Poggiai il volto sulle mie mani, giunte e guardai un'ultima volta il professore, prima di sprofondare tra i miei pensieri. 
" Helen? " Mi chiese qualcuno. Una voce candida, squillante e a primo acchitto rumorosa. 
" Caroline. " Sorrisi tirata ma lei non ne accorse. Caroline era una mia compagna di studi da qualche anno, era un po' come una bimba dispettosa, amava i pettegolezzi
e rendeva tutto e spesso, troppo superficiale. 
" Come è andata questo fine settimana? " I suoi capelli biondi e corti a caschetto sembravano incorniciare perfettamente il suo viso, rosato e semplice. 
" E' andata. " Affermai, contrita. 
In realtà non era andato per niente bene. Thom mi dava alla testa, mi creava problemi e si era appropriato di casa mia. 
Era un bravo ragazzo, niente da dire e non lo cacciavo, non lo cacciavo perché mi piaceva, mi stavo abituando alla sua presenza e alla sua amicizia e per di più, era 
di vitale importanza per il mio futuro.
" E .. quindi come va il progetto? " 
" Alla grande. " Mentii. 
Non stava andando male tutto sommato, ma conoscere Thomas al tal punto di saper parlare di lui, mi sembrava una montagna insormontabile. 
" Oh, anch'io! Guido è talmente dolce.. e.. mi ha regalato un cagnolino, piccolo e peloso! " Dai suoi occhi mi parve di vedere una bambina, sul serio. 
" Sono felice per te, Caroline. Sembra che ti piaccia, Giudo." Le dissi, con sincerità. 
" Si, Giudo è speciale. Il professore, a mio avviso mi ha messo in gruppo con lui perché si immaginava le coppie. "  Alluse a me, lo percepii dal suo sguardo. 
" Non direi. Annabeth e Cristine, ad esempio, non mi sembrano poter fare coppia. " Sorrisi. 
" Giusto, ma.. nella maggior parte dei casi.. ! " 
" Nella maggior parte dei casi, meno quello mio e di Annabeth, ovviamente. " 
Non volevo che la gente pensasse che io e Thomas, adesso avessimo una qualsiasi relazione. 
" Ragazze, potete tornare a casa. " Annunciò il professore, felice. 
" Devo.. andare, Caroline." E la liquidai con mezzo sorriso. 
Fuori sembrava piovere e aprii l'ombrello, in preda all'ansia. Il giorno dopo avrei dovuto portare a termine un'interrogazione e avevo paura. 
Delle volte mi sentivo alle medie, una ragazzina indifesa, che ha bisogno di conoscere il suo mondo e di uscire fuori. 
Non credo che io, durante il corso della mia vita ero davvero uscita fuori; sorrisi stanca. 
" Adesso ridi da sola? " Thomas spezzò completamente la mia tranquillità. 
" Il saluto, a quanto pare, non è di tua abitudine. Ciao Thom." 
" Ti sembro il tipo? " E si indicò con il dito. 
" No, mi sembri più un bambino. " 
" Da vecchio sarò giovane, allora." Ammiccò. 
" Contento tu. "
La sera precendente avevamo preso una pizza e avevamo provato a parlare delle nostre famiglie. 
Suo padre era un importante telecronista calcistico e sua madre, una perfetta casalinga. Mi raccontò anche di suo fratello, Jason; 
a primo impatto mi sentii stranamente sua amica: parlare della sua famiglia, del suo passato, dei suoi ricordi, mi faceva sentire davvero una sua amica; 
eppure il seguito mi sembrava poco amichevole: quando mi sfiorava, per alterare il mio organismo, io perdevo la testa e quando, senza mezzi termini mi provocava, diventava un'estraneo. 
Era un'altalenare di bello e irritante, simpatico e stronzo, sexy e... sexy. 
Su quello non si poteva sindacare!
" Che facciamo oggi? " Sorrise, malizioso. 
" Io. " Il mio tono di voce era parecchio alterato. " devo ripassare inglese. " Thomas, nel frattempo si era avvicinato e mi aveva afferrato il polso. 
" Ti posso baciare?" La sua domanda mi spiazzò.
Nei giorni precendenti, mi ero resa conto che capitava, mentre facevamo qualcosa, mentre studiavamo l'amore, 
tra gli autori letterari prevalenti, che ci baciavamo. 
Avevo deciso, stranamente che era così, che non potevo farci nulla.
Conoscerci magari era anche quello. Lo conoscevo da una settimana, appena, ma non importava, quando Thomas voleva qualcosa da me, io perdevo la ragione. 
Lo attirai a me con un sospiro e lo baciai. 
" Dov' è finita la piccola Hel, timida ed introversa? " Mi chiese, tra un bacio e l'altro. 
Non lo sapevo. Quand'ero con lui spariva ogni traccia di paura, la prevalenza dell'attrazione era evidente e spazzava via ogni cosa. 
" La tua arroganza la soccombe. " 
" Se questi sono i risultati.. " E sorrise. 
" Te l'ho detto, hai vinto, tu mi attrai fisicamente, adesso perché continui a stuzzicarmi, sapendo che cedo? " Ero seria. 
"Io.. ti sto conoscendo. Mi attrai anche tu. " 
Arrivammo a casa mia e mi allontanai repentinamente da lui. 
I baci potevo sopportarli, il resto non l'avrei neanche tollerato. Comincia a studiare, mentre Thomas si sdraiò a terra, vicino a me. Ogni tanto mi guardava e dopo 
parecchio tempo lo vidi alzarsi. 
" Che stai facendo? " Domandai. 
" Dai, Hel, saranno delle ore che studi inglese, finirai per dimenticarlo del tutto! " 
Vidi improvvisamente il suo viso sorridente e spassionato. Studiavo da parecchio, era vero. Sapevo a memoria ogni passo di quei capitoli, eppure l'insicurezza mi divorava
da sempre. Di solito, ripassavo per tutto il giorno, allo sfinimento. 
Questo prima di conoscere Thom, certo. 
" Siamo andati al mare, adesso voglio andare in un posto che piace a me! " Si ribbellò a un passo dal mio viso e il mio cuore accelerò improvviso. 
" Il mare ti piaceva, hai detto! " 
" Ma non è il mio posto preferito. Andiamo! " 
Mi prese per mano e mi bendò con la mia sciarpa azzurra; personalmente trovavo la cosa parecchio imbarazzante ma a lui divertiva.
Mi strinse la mano mentre scendevamo dalla moto e come al solito, presi fuoco. 
Era stupido ma l'ultima volta che avevo sfiorato nell'intimo un uomo era stato troppo tempo fa; nella vita infondo mi ero innamorata una volta, di uno stronzo, per dirla 
tutta. Mi ero data completamente a lui e mi ero costruita i miei perfetti e saldi ( che tanto saldi poi non erano) castelli di sabbia. 
" Thom, non è che mi butti giù da una rupe, eh? " Scherzai. 
" Mmmh, non lo so.. non ci ho pensato. " Rispose. La sua voce era calda, inqueta, frizzante come nessuna; 
sentii il suo respiro avvicinarsi e cominciò a baciarmi. Thom baciava da Dio e io, imbranata com'ero, non riuscivo a resistere. Mi voltò delicatamente, come a mostrarmi un panorama che ahimè, con la benda agli occhi, non avrei visto, mentre i suoi baci incendiavano il mio collo e le mie spalle, sino a raggiungere l'altezza del seno, 
coperto da una magliettina neanche molto leggera. 
Ero entrata in estasi, completamente. 
" Se.. se vuoi che mi fermi, dillo adesso." Mi sussurrò. 
" Era questo il tuo posto preferito? " Fui coincisa e non seppi mai, da dove presi la forza di parlare. 
" Il posto... lo... vedrai ... dopo." Non lo vedevo eppure, lo percepivo. 
" Il professore non voleva questo, quando ha detto 'conoscetevi nell'intimo'. " 
" E come fai a dirlo? " Nello stesso istante in cui sentii l'ultima lettera fare capolino sulle mie orecchie, la mano, calda e rovente di Thomas entro sulla maglia e si insinuò sul mio ventre: disegnava piccoli cerchi con le sue dita. 
" Thom.. dai. " Dissi, scostandomi leggermente dal suo corpo. 
Lo volevo ma non lo conoscevo a dovere e ..non facevo mai sesso senza amore; non ero il tipo da avventure di una notte. 
Sentii Thomas sospirare e allontanarsi da me, poi lo sentii con le mani tra i miei capelli, intento a sciogliere del tutto il nodo flebile della benda. 
La visione che ne seguì mi lasciò interdetta, completamente. 
Eravamo su di un balcone, ampio e colorato d'azzurro, le mura azzurre, il pavimento azzurro, la ringhiera azzurra. Mi avvicinai allo spettacolo e sorrisi. 
Un'ampia distesa di verde si prostrava ai miei occhi; era un prato, fiori rossi, gialli, viola che facevano capolino da ogni parte e una cascata, con un piccolo fiumicciattolo, 
rendeva la visione quasi condensata in una favola. 
Mi sentivo davvero in una favola. 
" Non posso crederci. "
" Quand'ero piccolo mio nonno mi portò qui. Ricordo che rimasi per delle ore a fissare il muoversi delle foglie e il colore del verde. " 
" I tuoi occhi.. " sussurrai.
Thomas mi guardò un po' stranito. 
" Il verde di questo prato.. mi ricorda i tuoi occhi. " 
Lo sentii stringersi un po' di più a me e maledii chissà chi o cosa, per non essere rimasta lì, a baciarlo e a toccarlo, per
tutta la vita. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi. 
Lo so, il secondo capitolo l'ho aggiunto troppo velocemente. 
Mh, scusatemi.
Suppongo che comunque, avete notato che Thomas, non crede all'amore perché ha perso una delle persone più 
importanti della sua vita. 
Svelato il mistero : ecco il perché, il nostro amico ha un carattere così cinico. 
Helen è combattuta. 
Prima gli piace, poi non gli piace. 
Potrebbero diventare amici, se solo Thom la smettesse di ammiccare continuamente su ogni cosa. 
Peccato che le cose si complicano a causa di una scommessa, nei prossimi capitoli. 
Un bacio. 
Tiziana. 

 
 
 
 
 
 
  
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